Le scoperte scientifiche? Merito del caso…

Il Giornale Online

Le più grandi scoperte della scienza sono frutto… del caso! Illustri ricercatori e scienziati hanno dedicato la loro vita agli esperimenti, poi magari hanno fatto centro quando (e come) meno se l’aspettavano. Il web raccoglie i dieci casi più eclatanti.
La saccarina e la Smart Dust – Ovviamente non tutto è merito della fortuna, si dice “aiutati che il ciel ti aiuta” e leggendo le dieci ministorie è chiaro come il caso sia stato stimolato da anni e anni di ricerca e di esperimenti. Il fattore C è magnanimo perché risolve situazioni di stallo e dà lo sprint finale verso la scoperta.

Nel 1989 Ira Remsen scoprì il primo dolcificante artificiale, la saccarina. Era a tavola con la moglie quando addentò un pezzo di pane trovandolo stranamente dolciastro; al contrario per la compagna era solo salato. Così si controllò le mani e scoprì che la causa del sapore variato era una sostanza rimasta sulla cute (non si era lavato bene le mani!) dopo esperimenti di laboratorio. Andando a ritroso scoprì che si trattava di un derivato del catrame.

Nel 2003 lo studente di chimica Jamie Link di San Diego scoprì la “Smart Dust”, ossia la polvere intelligente. Durante un esperimento ha bruciato un chip di silicio, poi però ha scoperto che i frammenti potevano fungere ancora da sensori. Ora si usa la Smart Dust in diversi campi dalle analisi dell’acqua alle cure tumorali.
Coca Cola, Teflon e Gomma Vulcanizzata – I cibi da fast food sono nati per errore: le patatine come vendetta contro un cliente che chiedeva sfoglie di patate meno sottili, i ghiaccioli dimenticando una bevanda all’aperto d’inverno e la Coca Cola?

Per John Stith Pemberton nel 1886 doveva essere la cura ideale per il mal di testa con una miscela di Vino e di foglie di Coca, ora è la bevanda più bevuta al mondo. Il Teflon fu scoperto nel 1938 dal chimico della DuPont Roy Plunkett all’interno di una bombola di tetrafluorene rimasta occlusa. Si comportava in modo particolare, era particolarmente resistente agli agenti chimici più aggressivi. La vulcanizzazione della gomma? Nell’800 Charles Goodyear aveva aggiunto zolfo al lattice dell’albero della gomma poi aveva lasciato tutto su una stufa caldissima. Era la risposta accidentale a anni e anni di studi senza risultati.

Bachelite, radioattività e Mauveina – Leo Hendrik Baekeland nel 1905 stava cercando di produrre un surrogato della gommalacca unì fenolo e formaldeide e ottenne un particolare materiale plastico scuro che decise di chiamare come il suo cognome, la Bachelite. Nel 1896 Antoine Henri Bequerel stava osservando la relazione tra fosforescenza e raggi X così prese una lastra fotografica e solfato di uranio e li espose al sole. La lastra rimaneva impressionata.

Ma a sorpresa lo stesso avveniva anche al buio “Ops, che sia una continuazione dell’emissione delle radiazioni anche dopo l’esposizione ai raggi solari?”. Ma cambiando sostanza il risultato non combaciava, era merito dell’uranio stesso! Marie Curie e il marito Pierre continuarono gli studi dando le prime risposte. William Perkin aveva solo 18 anni quando nel 1856 stava cercando di sintetizzare un vaccino contro la malaria. Aveva prodotto un precipitato solido di colore scuro, ma non aveva nessun effetto benefico così ripose il vetrino nell’alcool per pulirlo e il liquido divenne color porpora. Ecco scoperta la porpora di anilina o mauvina, un colorante di successo.

Peacemaker e Penicillina – Ma veniamo ai primi due posti. Medaglia d’argento a Wilson Greatbatch che nel secolo scorso stava progettando un dispositivo per registrare le pulsazioni, era una piccola scatolina con un resistore da un megahom invece che da 10000 ohm. Il circuito pulsò per 1.8 millisecondi poi rimase fermo un secondo, poi ripetè il ciclo: un perfetto battito cardiaco. Ma la scoperta più involontaria di tutti i tempi è stata senza dubbio la penicillina. Alexander Fleming nel 1928 a Londra la ottenne da una piastra di coltura contaminata da una muffa. Osservò il campione e scoprì che la crescita batterica era inibita. Già Vincenzo Tiberio verso la fine del XIX secolo aveva descritto il fenomeno ma l’impiego curativo avvenne solo negli anni ’40, accelerato da esigenze belliche.

Fonte: http://jack.tiscali.it/news/09/10/12-10-09-scoperte.html