Il lino in architettura: caratteristiche tecniche di un isolante naturale

Il lino in architettura: caratteristiche tecniche di un isolante naturale

lino 1In risposta alla crescente attenzione dei consumatori nei confronti di prodotti ad alte prestazioni e a basso impatto ambientale e grazie al forte impulso di un mercato “emergente”, i materiali naturali di origine vegetale sono sempre più richiesti in architettura, sia nelle ristrutturazioni che in caso di nuove costruzioni. In particolare il lino (in latino “linum usitatissimum”), la più antica fibra tessile conosciuta dall’uomo, è un materiale in grado di rendere la nostra casa non solo meno energivora, ma soprattutto un luogo sano e confortevole grazie alle sue proprietà che ne fanno un ottimo isolante naturale.

Analizziamo quali sono le caratteristiche che rendono il lino una valida scelta tecnico-progettuale oltre che etica.

Caratteristiche tecniche del lino

Isolamento invernale: il lino garantisce un ottimo isolamento invernale. Grazie ad un ridotto fattore di conducibilità termica, con valore leggermente inferiore a 0,04 W/(mK) per i pannelli, il lino è considerato un ottimo isolante termico naturale, fornendo una protezione dal freddo paragonabile ad altri materiali naturali, ad es. fibra di legno o canapa.

Isolamento Estivo: per effetto della buona capacità termica massica, pari a circa 1400 J/KgK (il 40% in più della lana di roccia), il lino riesce a raffrescare l’abitazione mediante l’accumulo del calore, “sfasando” ovvero ritardando l’ingresso dell’onda termica con un’efficacia di gran lunga superiore ai più diffusi materiali derivati dal petrolio (polistirene espanso, estruso o poliuretano).

Isolamento acustico: come un materiale “fibroso” il lino è naturalmente dotato di proprietà fonoassorbenti.

Traspirabilità e igroscopicità: con un fattore di resistenza al vapore pari ad 1 (molto basso), si comporta come l’aria libera. Grazie alla sua innata capacità igroscopica, legata all’assorbimento (fino al 10-20% del proprio peso senza subire alcun danno) ed al rilascio graduale del vapore acqueo, il lino regola perfettamente il tasso di umidità all’interno dell’ambiente domestico.

Anallergico ed antibatterico: il lino può essere applicato a mani nude senza irritare la pelle. Una volta posato, rimane stabile senza esalare quei gas tossici tipici dei comuni materiali plastici.

Pratico e leggero: facile da trasportare, da maneggiare e da tagliare con precisione.

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Lino selvatico, foto da fioridisicilia.altervista.org

La produzione sostenibile del lino

Arrivato il momento della raccolta, si procede all’estirpazione (mai lo sfalcio, in modo da lasciare le radici ad arricchire il terreno di elementi nutritivi), seguita dalla macerazione (a terra, in acqua stagnante o in acqua corrente, così da attivare quei microrganismi in grado di biodegradare le sostanze pectiche che fungono da collante). Poi si passa all’asciugatura, seguita dalla stigliatura (liberazione delle fibre dalle parti legnose) con conseguente separazione delle fibre lunghe, destinate alla tessitura, da quelle corte, utili alla realizzazione di isolanti.

Una volta selezionato il giusto mix, le fibre di lino corte sono sottoposte a trattamento termico a basse temperature (T max 130°C, inferiore di circa 10 volte rispetto a lana di roccia o di vetro).

Per mezzo di questo processo particolarmente “virtuoso” perché risparmioso in termini consumo energetico, le fibre si legano tra loro creando una struttura solida tridimensionale.

Pannelli, feltri, manicotti e fiocchi di lino per l’edilizia

Dalla trasformazione del lino si possono ottenere pannelli, feltri, manicotti e fiocchi:

  • pannelli (con spessore fino a 25 cm) e rotoli (in genere di spessore compreso fra 6 e 10 cm) molto stabili, elastici e maneggevoli, con una ridotta densità pari a soli 30 kg/mc. Sono spesso posizionati in intercapedini di pareti, in contropareti perimetrali o pareti divisorie a secco, in copertura o sopra solai non pedonabili;
  • feltri (densità compresa fra 130 e 160 kg/mc e spessori da 2 a 10 mm) per l’isolamento termoacustico di pavimenti flottanti, pareti e controsoffitti;
  • manicotti per l’isolamento delle tubazioni ad alte temperature (Tmax di 160 °C);
  • fiocchi per il riempimento degli spazi tra muratura e infissi.

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Alla matrice naturale vengono aggiunte come sostegno, per aumentarne la robustezza, fibre in poliestere (10-12 % in peso), a volte sostituite da un collante a base di amido di patate.

In certi casi, per una miglior resistenza al fuoco e come trattamento antimuffa, si somministrano sali di boro o di potassio o composti alogenati.

La sostenibilità ambientale del lino

Fra i materiali di origine vegetale con struttura fibrosa (es. cotone, canapa, mais,…) il lino è il principale portavoce di una coltura eco-responsabile per diverse ragioni:

  • è una materia prima rinnovabile con un ciclo di rinnovamento molto rapido (3-4 mesi);
  • proviene esclusivamente da coltivazioni biologiche;
  • è una coltura poco esigente perché richiede un modestissimo uso sia di pesticidi, perché resistente ai parassiti sia di fertilizzanti, grazie alla ridotta richiesta di azoto da parte della pianta;
  • non necessita di irrigazione tanto che è sufficiente la sola acqua piovana per la sua crescita (in Europa è stimato un risparmio di 650.000 milioni di mc di acqua);
  • è un vero “pozzo” di CO2 (basti pensare che un ettaro di superficie coltivata assorbe e immagazzina circa 3,7 Tonnellate di CO2 all’anno).Sul territorio europeo si stima che ogni anno siano evitate 342.000 tonnellate di CO2 immesse in atmosfera;
  • adatto alla rotazione dei raccolti, permette non solo di aumentare la biodiversità ma anche di migliorare la qualità agronomica tanto da ottenere una produttività superiore del 20-30%;
  • è riutilizzabile e riciclabile al 100% per la produzione di energia;
  • risulta “compostabile” solo se privo delle fibre di poliestere e con un basso contenuto di additivi ritardanti di fiamma.

Il lino in architettura, in breve

Per i suoi innumerevoli vantaggi tecnico-pratici, il lino offre all’edilizia tradizionale l’opportunità di evolversi in una direzione più rispettosa delle risorse naturali del nostro pianeta.

Il consumatore moderno è ben consapevole che l’isolamento dal freddo (caratteristica principale degli isolanti plastici derivati dal petrolio) non basta per raggiungere un reale comfort abitativo.

In quest’ottica il lino si mostra un materiale “completo”, perché permette non solo di isolare efficacemente anche dal caldo e dal rumore, ma anche di regolare in modo equilibrato il microclima interno.

Per tale motivo è auspicabile che in futuro possa essere sempre più apprezzato e richiesto da chiunque desideri trasformare la propria casa in un “nido” salubre ed accogliente, davvero “a misura d’uomo”.

Giovanni Ghinaglia

architetturaecosostenibile.it