Lo strano caso di Dio nominato in un articolo scientifico

Lo strano caso di Dio nominato in un articolo scientifico
Creatore
Crediti: shutterstock

Un paper pubblicato su Plos One attribuisce il design della mano umana al Creatore. Una figuraccia per la rivista, che gli autori dell’articolo spiegano con un semplice errore di traduzione

Errore di traduzione, o maldestro tentativo per parlare di intelligent design su una rivista scientifica?A sollevare il caso è un articolo pubblicato negli scorsi giorni sulla rivista Plos One, in cui si analizzano le caratteristiche biomeccaniche della mano umana in relazione alla capacità di portare a termine una serie di attività quotidiane. Niente di troppo strano, se non fosse che leggendo l’abstract del paper si ha la netta impressione che gli autori attribuiscano al “Creatore” l’esistenza di un legame causale tra l’architettura della mano e le attività per cui viene utilizzata. Come a dire: Dio ha creato la mano, perché è perfetta per farci quello che ci facciamo. Un tipico ragionamento da sostenitori del disegno intelligente (o creazionismo scientifico), che ha scatenato le proteste della comunità scientifica costringendo Plos One a ritirare lo studio. A guardare meglio però, la vicenda nasconde altro: poca, o cattiva, scienza, e un’incredibile figuraccia per la rivista.

La frase incriminata dell’abstract può essere tradotta più o meno così: “Questo collegamento funzionale esplicito indica che le caratteristiche biomeccaniche dell’architettura connettiva tendinea tra muscoli e articolazioni rappresentano il disegno ottimale del creatore [proper design by the Creator, in inglese] per portare a termine una moltitudine di attività della vita quotidiana in modo confortevole”.

Ma non è tutto. Scorrendo l’articolo ci si imbatte infatti in una frase ancor più inequivocabile: “Hand coordination should indicate the mystery of the Creator’s invention”.

Ovvero: “ La coordinazione della mano dovrebbe indicare il mistero dell’invenzione del Creatore ”.

A dirla tutta però, proseguendo nella lettura fino ad arriva alle conclusioni dell’articolo la faccenda inizia a farsi un tantino misteriosa. “Per concludere – scrivono infatti gli autori – il nostro studio può migliorare la comprensione della mano e confermare che la sua architettura meccanica è un design ottimale da parte del Creatore per l’esecuzione di numerose funzioni, che deriva dal un rimodellamento evolutivo della mano ancestrale durato milioni di anni”.

Perché di colpo si parla di evoluzione? Presto detto: come ha spiegato uno degli autori nei commenti all’articolo (dove intanto andava in scena una battaglia tra scienziati e sostenitori dell’intelligent design), i ricercatori che hanno scritto il paper sono tutti cinesi, e non essendo l’inglese la loro madrelingua l’uso del termine Creatore è un semplice errore di traduzione. Quello che volevano intendere, spiega Ming-Jin Liu, è natura: attraverso l’evoluzione, la natura avrebbe fornito alla mano un design ottimale per portare a termine una lunga serie di compiti.

Tutto risolto dunque? Non proprio. Come fanno notare diversi scienziati nei commenti, anche eliminando l’intervento divino il ragionamento dei ricercatori cinesi rimane scientificamente scorretto, perché attribuirebbe una chiara intenzionalità all’operato dell’evoluzione, un tipo di ragionamento rifiutato dall’evoluzionismo. L’utilizzo di Creator con la C maiuscola, come si fa quando si parla di Dio (come se scrivessimo il Signore, e non il signore) è difficile da spiegare se i ricercatori cinesi non si riferivano al padreterno, ed è forse per questo che gli editor di Plos One hanno deciso di ritirare definitivamente l’articolo, invece di modificare semplicemente il testo come proposto dai suoi autori.

In conclusione, l’unica certezza che rimane al termine di questa strana vicenda è l’enorme figuraccia fatta da Plos One. Trattandosi di una rivista peer reviewed, per quanto open acces, l’articolo dovrebbe aver superato infatti una revisione da parte di altri scienziati prima di ricevere l’ok per la pubblicazione, e in molti oggi si chiedono come questo autentico pastrocchio scientifico possa essere sfuggito alla loro attenzione.

Simone Valesini

wired.it