L’Unione Europea vieterà i pesticidi che danneggiano le api?

L’Unione Europea vieterà i pesticidi che danneggiano le api?

apiL’analisi di oltre 1500 studi da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha concluso che alcuni neonicotinoidi hanno effetti nocivi sulle api. Ora la parola spetta agli Stati membri dell’Unione Europea che potrebbero mettere al bando le tre sostanze insetticide. In un rapporto atteso da tempo, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha concluso che tre controversi insetticidi neonicotinoidi presentano un rischio elevato per le api selvatiche e le api da miele. I risultati dell’EFSA di Parma aumentano le possibilità che l’Unione Europea decida presto di vietare qualsiasi uso di questi insetticidi sulle colture in campo aperto.

Nel 2013, l’Unione Europea aveva vietato l’applicazione delle tre sostanze chimiche su colture attraenti per le api – come girasoli, colza e mais – dopo che una valutazione dell’EFSA aveva espresso preoccupazioni in merito agli effetti degli insetticidi. Da allora, i ricercatori hanno accumulato altre prove dei danni alle api, e l’anno scorso la Commissione europea ha proposto di vietarne qualsiasi uso in campo aperto, pur continuando ad autorizzare i pesticidi nelle serre.

L’ultima valutazione dell’EFSA rafforza il fondamento scientifico della proposta, afferma Anca Paduraru, portavoce della Commissione europea per la salute pubblica e la sicurezza alimentare. Gli Stati membri dell’Unione Europea potrebbero votare sulla questione il 22 marzo.

I neonicotinoidi (spesso abbreviati in neonici) sono altamente tossici per gli insetti, causando paralisi e morte per interferenza con il sistema nervoso centrale. A differenza dei pesticidi che rimangono sulle superfici delle piante, i neonicotinoidi sono assorbiti in tutta la pianta: radici, fusti, foglie, fiori, polline e nettare.

La valutazione dell’EFSA ha riguardato i tre neonicotinoidi più preoccupanti per la salute delle api: clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam. L’EFSA ha esaminato oltre 1500 studi, tra cui tutta la letteratura scientifica pubblicata e i dati provenienti da università, società chimiche, autorità nazionali, ONG e associazioni di apicoltori. Dalla valutazione è emerso che le tre sostanze presentano almeno un tipo di rischio elevato per le api in tutti gli usi esterni.

L’EFSA ha trovato che le api foraggere (o bottinatrici) sono esposte a livelli nocivi di residui di pesticidi nei polline e nel nettare dei campi trattati e anche delle aree vicine contaminate, e pure nelle polveri che si spostano. L’agenzia ha inoltre concluso, sulla base di prove più limitate, che a volte i neonicotinoidi possono rimanere e accumularsi nel suolo, influenzando così generazioni di colture e le api che se ne nutrono.

“Il parere dell’EFSA è spesso criticato dalle parti interessate, come ONG e aziende, ma questa è una buona dimostrazione di come l’EFSA fornisca un parere scientificamente valido e imparziale”, afferma José Tarazona, capo dell’unità pesticidi dell’EFSA.

Un portavoce di Syngenta, che produce neonicotinoidi, afferma che le conclusioni dell’EFSA sono eccessivamente conservatrici. “Quando i regolatori prendono decisioni sui prodotti fitosanitari, ciò che dovrebbe essere rilevante è la scienza, i dati e il rispetto dei processi in atto e che l’interesse pubblico sia tutelato”, dice il portavoce. “Eventuali ulteriori restrizioni basate su questo rapporto sarebbero mal concepite”.

Gli Stati membri dell’Unione Europea avrebbero dovuto votare la proposta di divieto degli usi esterni il 13 dicembre, ma hanno rinviato la decisione anche perché molti volevano aspettare fino a che l’EFSA non avesse completato la sua valutazione.

Gli Stati membri prevedono di discutere la valutazione dell’EFSA in occasione di una riunione del Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi della Commissione, che si terrà a marzo, afferma Paduraru, della Commissione europea. “La protezione delle api è una questione importante per la Commissione perché riguarda la biodiversità, la produzione alimentare e l’ambiente.”

Declan Butler/Nature

(L’originale di questo articolo è stato pubblicato su Nature 28 febbraio 2018. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)

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