Maurizio Baiata tornerà presto in Italia..

Cari Amici di Altrogiornale, abbiamo il grande piacere di informarvi che il giornalista investigativo Maurizio Baiata tornerà presto in Italia, per noi è una bellissima notizia, perchè ammiriamo molto il suo impegno e il suo lavoro di ricerca in ambito ufologico e della cosiddetta “informazione alternativa”. Con Maurizio possiamo affermare che esiste un legame forte e persistente, una risonanza, che ci porta con entusiasmo ad introdurre anche il suo nuovo libro di prossima pubblicazione.

Los Angeles, 20 Febbraio, 2011

Nello scrivere, il Mac mi riporta sempre alla realtà, chiedendomi di definire la lingua da usare. Se sto scrivendo in Italiano, le lettere appaiono tutte sottolineate in rosso. Se scrivo in Inglese, le lettere mi appaiono tutte sottolineate in rosso. Allora c’è un comando che consente di non fare apparire le sottolineature e di comporre il testo nella lingua desiderata. Aiuta. E aiuta la musica degli Editors, la mia band preferita in questi ultimi due anni, da quando Pino Morelli me li ha fatti scoprire e di questo – e di altre cose – gli sono grato. Ho vissuto con lui e sua moglie Roberta alcuni momenti molto intensi. Momenti bellissimi di riconoscimento negli altri, in quello che siamo veramente, fragili creature che hanno una loro interiorità inspiegabile, in cui ogni vittoria e ogni sconfitta sono uguali e si bilanciano, poi ci diciamo, “in fondo cosa importa?”.
Roberta e Pino hanno una cagnetta Labrador, dal pelo nero, bellissima e che adoro, si chiama Kina. L’ho avuta in braccio sin da cucciola e ora che è grande, è ancora tenera e coccolosa, un po’ come tutti i Labrador che, si dice, siano la razza più giusta per essere tuoi amici. Lo stesso mi venne detto circa tre anni fa dalla mia prima moglie Silvia che mi scrisse in un sms: “Felicità sono gli occhi di un Labrador che ti guardano quando esci di casa al mattino e ritorni a casa la sera”. Molti di noi hanno avuto la fortuna di crescere cuccioli, ai quali diamo e dobbiamo la vita. Alcuni di noi non hanno avuto questa fortuna, che credo ci distingua fra gli Esseri che abitano il Cosmo, per essere dotati di ogni bene che scaturisce dalla carne e dall’anima.

Chissà se ci invidiano, di lassù. Chissà se è questa la ragione prima del loro interesse per noi. Io questo interesse l’ho sempre sentito ed è reciproco. Sono disponibile a incontrarli di nuovo, quando e come vogliano loro. Non vivo di tale attesa, ma mi piace credere che anche per loro sia lo stesso e che ricambiano il sentimento. Sarebbe importante manifestassero le loro intenzioni, a ciascuno di noi.

Gli Alieni mi hanno Salvato la Vita

Questo libro è dedicato a chi vive nel dubbio e non riesce a comprendere le ragioni di tali visite. Non ho la pretesa di risolvere il problema. Ogni nostro atto nella realtà che viviamo ha molteplici facce. Spesso non ci rendiamo conto delle conseguenze delle nostre azioni e arriva qualcuno a ricordarcele. Spesso, reagiamo ritirandoci in noi stessi, ci eclissiamo per evitare il confronto rifugiandoci nella quiete apparente della nostra coscienza, a volte invece reagiamo con rabbia alle vicissitudini e alle incomprensioni. Il più delle volte non perdoniamo. Credo che il concetto di perdono sia fondamentale, per capire chi siamo e cosa gli altri sono, con noi e anche contro di noi. Se vivessimo sempre e soltanto in base alla legge karmica di causa ed effetto saremmo costantemente sepolti dall’odio e dal livore, dall’invidia e dalla separazione, dall’orgoglio ferito e dalle lacerazioni più intime. Purtroppo tante persone vivono così, nel bianco e nero, positivo e negativo, nella contrapposizione dualistica. Non desidero discutere e filosofeggiare, ma di Amore in queste pagine introduttive possiamo parlare e, nel farlo, sarò brevissimo, lasciando un argomento così centrale ad altre pagine che forse verranno presto. Molti sanno chi era Jim Morrison, James Douglas Morrison, la “voce” del gruppo The Doors.

Jim era un poeta. Ne siamo certi perché le parole delle canzoni dei Doors erano sue poesie, nude e crude, migrate su un’intelaiatura musicale. Il tessuto che ne nasceva era un misto di Rock estremamente scarno ed essenziale basato sulla punteggiatura delle tastiere di Ray Manzarek e la base ritmica fornita dal chitarrista Robbie Krieger e dal batterista John Densmore. In pratica, un trio. La voce di Morrison dominava, come un urlo di luce nel buio della notte. Il gruppo si formò a Los Angeles, California, nel 1965 e il nome The Doors derivò dal titolo del libro dello scrittore visionario Aldous Huxley, “The Doors of Perception”, Le Porte della Percezione. In breve, per la serie la Storia della Grande Musica Rock, personalmente inserisco i Doors nella top ten delle band più importanti e il nome Jim Morrison al primo posto in assoluto fra le voci soliste maschili. Ora, Jim morì nel 1971, una meteora nella nostra vita. Ray Manzarek lo paragonò a una stella cadente, con queste parole: “Jim Morrison disse una volta di vedersi come un’immensa cometa infuocata, una stella cadente. Tutti restano attoniti al suo apparire, la indicano e dicono ‘Hey guarda!’ E poi-whoosh, io non ci sono più… e loro non vedranno più nulla del genere… e loro non potranno mai dimenticarmi”. Possiedo la registrazione in audiocassetta dell’intervista in cui Manzarek riportò la profetica frase di Morrison.
Al quale ora devo questa spiegazione sull’Amore. Jim disse: “Sex starts Life, Death Ends it”. “Il Sesso inizia la Vita, la Morte la fa terminare”. Morrison contrappone i due estremi, il sesso come primaria espressione della vita biologica umana e, nella Morte, la sua chiusura. In mezzo, nel dualismo Vita-Morte, Morrison colloca dunque l’Amore. Almeno questa è la mia interpretazione.

Spunta l’alba nel cielo di Los Angeles. È il mio momento di preparazione finale al viaggio di ritorno verso l’Italia, il mio Paese, Roma la mia città, sapendo anche che rivedrò la Sicilia, la terra della mia famiglia. Non so quanto durerà questo ritorno. Lo posso immaginare di alcuni mesi, forse un paio. L’importante è sapere che quello che sto per affrontare ha un senso. Difficile scriverne. Mi sono ripromesso di non farlo, assolutamente. Mi sono detto e ho deciso di narrare la mia storia senza parlare del mio ultimo anno a Phoenix, trascorso fra Tempe e Ahwatukee. Infatti, ma devo comunque, fa parte del viaggio. Tempe, l’arrivo in Arizona, per cinque mesi la solitudine, il lavoro, la concentrazione e dinamiche personali che non potevo e non volevo affrontare preso dall’impegno e dall’importanza del compito professionale che mi era stato affidato. Poi Ahwatukee, la mia oasi nel deserto. Che prima o poi rivedrò, ma con uno spirito diverso, vincente perché vista solo come tappa di un viaggio.
Allora, cari Amici, ho vissuto quasi due anni un po’ pericolosamente, ho vissuto il Sogno Americano e lo vivo ancora, ringraziando il destino che mi ha portato qui, nella mia Terra Promessa. Una Terra che a molti non piace, perché è nella natura dell’Uomo vivere di passioni e di contrapposizioni e gli Stati Uniti d’America incarnano tutto questo. Ma vorrei invitare chi mi leggerà a capire che io sono solo un viaggiatore, un cronista e che la storia che sto per raccontare è la mia verità.