Medicina Cinese: uno sguardo sul significato di fato e sul destino dell'uomo

Il Giornale Online
Fra medicine istintive e medicine regolari, in altre parole fra il semplice istinto di conservazione espresso attraverso empirici interventi riparativi e lo sviluppo e la trasmissione d’idee e razionalizzazioni sull’arte di guarire, si pongono antichi sistemi medici ancora oggi fiorenti, che i cultori definiscono medicine “sacre” o tradizionali estremo-orientali (1). Frutto del pensiero di civiltà antiche e molto sviluppate (cinese, indiana, tibetana) ancora oggi, nel rigoroso rispetto dei testi classici, questa visione medica conserva una posizione ed un’autorità indiscutibile a fianco della medicina moderna, con una propria concezione del funzionamento dell’organismo e sistemi diagnostico-terapeutici affatto particolari. Se già nel passato si sono trovate analogie fra queste dottrine e le teorie umorali dell’antica medicina occidentale, oggi si è potuto dimostrare che arti come l’agopuntura, la moxa, le pratiche di massaggio o di meditazione, sono dotate di uno straordinario potere curativo, con azioni neuroendocrine ed immunitarie riproducibili e misurabili anche sperimentalmente (2).

Quando usiamo l’aggettivo “sacro” per definire queste medicine, non intendiamo contenuti di natura religiosa, ma una costante ricerca di armonia fra microcosmo e macrocosmo, interiorità ed esteriorità, fra l’individuale ed il collettivo (sacer in latino indica il grado di equilibrio raggiunto fra gli opposti). Gli scopi della ricerca “sacra” o “tradizionale” sono quelli relativi alla comprensione dell’Uomo e dell’Universo, attraverso un’analisi millenaria degli elementi che condizionano il divenire umano ed i fenomeni naturali, secondo l’assioma antico tian ren he jie (“l’uomo ed il cielo rispondono alle stesse leggi”) (3). Prima ancora che olistiche queste medicine sono ecologiche e sviluppano un programma ben definito che porti l’uomo ad imparare a vivere nel proprio ambiente, nel proprio villaggio, nella propria città (o i k o s in greco vuol dire “casa”, “abitazione”). L’interazione, pertanto, con la magia, intesa come “sintetica” trasmissione della conoscenza dell’Uomo e dell’Universo, è molto fitta e strutturata (2-3). Scienza, magia e misticismo sono strettamente legati in Medicina Tradizionale Cinese (MTC) ed è per questo motivo che, alcuni storici, la inseriscono, per molti aspetti, nelle arti guaritorie di tipo sciamanico (1-4).

Lo sciamanesimo cinese è analogo a quell’indiano, iraniano, dell’antica Mesopotamia e rileva una visione mistico-magica della malattia e della possibilità di curarla. L’uomo-medicina (shaman è un vocabolo tunguso che indica “il guaritore attraverso gli spettri”), deve possedere la capacità di sviluppare la triadica linea “sofferenza-morte-resurrezione” e solo se possiede questa sorta di capacità medianica (strictu sensu), sarà in grado di comprendere e curare chi ha di fronte. Molte sono le pratiche magico-alchemiche che appartengono al passato ed al presente della MTC. Alcuni storici ricordano che numerose furono le Scuole di pensiero che, stratificandosi, hanno creato l’edificio teoretico giunto sino a noi (5). Alcune di queste scuole hanno un chiaro indirizzo magico-apotropaico. Ci ricorda Needham (6) che l’alchimia in oriente ha radicate origini nel taoismo e che diede vita (attraverso il grande Ge-Hong), non solo a banali riti di cura con amuleti, ma al gran periodo degli studi classici sullo Yin/Yang, le cinque Sostanze, i cinque Movimenti, che rappresentano la base dell’agopuntura, del Qigong, del Taijiquan e di tutte quella pratiche di grand’efficacia ed articolazione che compongono i sette rami” della MTC.

Attraverso lo studio chimico-alchemico della trasmutazione degli elementi, i medici della scuola cinese “naturalista”, già nel 100 a.C. svilupperanno ipotesi di collegamento fra influenze planetarie, destino, fato e salute umana (7). Com’è stato di recente sottolineato la MTC, si sviluppa (dal periodo Han in poi) attraverso riti magici di tipo divinatorio, con la convinzione che sia possibile, conoscere l’uomo, per mezzo dell’analisi dei suoi aspetti corporei e comportamentali (4). Come nei testi vedici indiani, la divinazione attraverso l’esame del corpo, del viso e delle mani hanno origini remote e ben radicate, coordinate da concezioni astrologiche, fisiologiche ed anche religiose per le quali l’arte medica è anche e soprattutto divinatoria, interpretazioni dei tre aspetti peculiari dell’essere vivente: il fisico, il mentale e lo spirituale (8). Questa straordinaria capacità di esplorazione dal fisico allo spirituale, dall’anima all’animus, affascinò, nel passato, grandi pensatori come Jung e continua a stimolare ricerche e “collactio” ancora oggi (8-10). Il concetto di vita cosciente, intesa come piena realizzazione di sé e del proprio “mandato”, è contenuto nei testi di base del taoismo e del pensiero medico cinese (Yi Jing, Dao De Jing, Chuang Zi, Sowen, Nan Jing, ecc.), sicché, infine, la MTC è “dottrina del merito”, ricerca del modo con cui rendere l’uomo libero da mali fisici e morali, in grado di cercare la sua strada (il Tao) per realizzare il suo destino (il ming) (si riveda il mai troppo letto Sittharda di Herman Hesse).

Lo scopo del taoismo medico è analogo a quello del criticismo kantiano o dell’idealismo hegeliano. In estrema sintesi, consiste nel comprendere quello spazio mandalico che è riunione o separazione dall’armonia con ciò che ci sovrasta e ci circonda, ricerca, in noi stessi, di fusione con lo Spirito Assoluto che ci ha generato (4,10). L’uomo ideale (secondo il testo medico classico Xiuzhen tu, del periodo Zhu) è colui che, in continuo divenire, cerca la verità nella sua vita. L’uomo autentico (detto zhen ren) è consapevole dell’invariabilità del fato, ma in grado di padroneggiare (attraverso la meditazione) il proprio destino (11). In un altro antico testo taoista (Ne Jing tu) si trova scritto “pensiamo di sapere chi siamo, ma non conosciamo la nostra vera natura. Scopo dell’esistenza è realizzare il meglio attraverso il peggio per vedere oltre la vita”.

Come per la medicina indiana e tibetana o per la concezione Maya, per la MTC dietro all’io manifesto o sociale c’è n’è un altro innato, autentico, predestinato. Gli astri e gli antenati condizionano l’io innato, così come l’educazione condiziona l’io manifesto o sociale. Medicina astrologica per eccellenza (6,8,10,12) la MTC considera non casuale la forma del nostro corpo. E’ il corpo che abbiamo (detto ti) che, saggiamente amministrato, ci permette di realizzare gli scopi che ci sono stati assegnati. Il fato si esprime attraverso il corpo e le capacità di discendenza astrale, mentre il destino (destinum indica il “ribadire con forza”) consiste nella nostra capacità di realizzazione (13). Per l’astrologia orientale è importante non il mese, ma l’anno di nascita. I segni sono dodici ed influenzano la personalità in modo incancellabile (il fato). Tuttavia, le caratteristiche e lo stile di vita, da luogo a temperamenti diversi che consentiranno di tirare fuori, nei diversi momenti della vita, le nostre qualità migliori o peggiori (questo è il destino) (12-14). Gli animali dello zodiaco sono dodici, con difetti e virtù, con fascini e nefandezze: scoprire i propri limiti e le proprie qualità, consente di raggiungere equilibrio e salute (15).

Bibliografia
1. Zanobio B., Armocida G.: Storia della medicina, Ed. Masson, Milano, Parigi, Barcellona, 1997.
2. AAVV: NIH Consensus Conference on Acupuncture, JAMA, 1998, 17:1568-1573.
3. Brulet-Rueff C.: Le Arti Mediche Sacre, Ed. Sperling & Kupfer, Milano, 1994.
4. Van Alphen J., Aris A. (a cura di): Medicina Orientale, Zanfi Editore, Modena, 1997.
5. Di Stanislao C.: Differenze in chiave storica in MTC, La Mandorla, 1997, III (http//:www.agopuntura.org/rivista)
6. Needhm J.: Scienza e Civiltà in Cina, voll I-IV, Ed. Enaudi, Milano, 1977-1980.
7. Gilchrist G.: L’alchimia. Un Scienza Segreta, Ed. Xenia, Milano, 1993.
8. Bologna M., Di Stanislao C., Corradin M. et al.: Dietetica medica tradizionale e scientifica. Curare e prevenire con il cibo, Ed. CEA, Milano, 1999, pp 450-500.
9. Ming-Dao D.: Tao per un anno, Ed. Guanda, Parma, 1993. 10. Sanfo V.: Commento a il Segreto del Fiore d'Oro, Ed. A.E.ME.TRA., Torino, 1998.
11. Zukav G.: La danza dei Maestri Wuli, Ed. Corbaccio, Milano, 1994.
12. AAVV: Conosci te stesso? Ed. Mondadori, Milano, 1986. 13. Di Stanislao C.: Corpo, movimento, mutamento, in Trattato di Massaggio Cinese e Shiatzu, di Corradin M. & Di Stanislao C., Ed. CEA, in press, pp 1-65.
14. Yuen J.: Traduzione e Commento a “Il Segreto dell’Elisir d'Oro”, policopie, Ed. AMSA, Roma, 1997.
15. Di Stanislao C., Paoluzzi L.: Phytos, Ed. MeNaBi, Terni, 1990, pp 100-105.

Fonte : http://www.solaris.it/indexprima.asp?Articolo=1358