Molecole organiche in un disco di materia circumstellare

Il Giornale Online
Immagine artistica di un disco protoplanetario. Recenti osservazioni del Telescopio Spaziale “Hubble” hanno permesso di scoprire complesse molecole organiche in un disco di materia in orbita attorno ad una giovanissima stella distante circa 220 anni luce.

Grazie ad una serie di osservazioni spettroscopiche effettuate dal Telescopio Spaziale “Hubble”, sono state scoperte delle complesse molecole organiche genericamente chiamate “toline” in un disco di materia protoplanetario che orbita attorno ad stella localizzata in direzione della costellazione del Centauro, a una distanza da noi di circa 220 anni luce. La stella in questione è denominata HR 4796A ed ha un’età di circa 8 milioni di anni, si tratta quindi di un oggetto giovanissimo se confrontato con il nostro Sole che di anni ne ha approssimativamente 5 miliardi.

Le toline (dalla radice greca che significa “fangoso”), più precisamente, sono dei miscugli di molecole organiche che si pensa abbiano origine dalla dissociazione di composti semplici, come metano ed etano, da parte dei raggi ultravioletti solari. Questo processo porta alla formazione di “spezzoni” di molecole che, ricombinandosi, producono composti organici come etilene, acetilene, benzene ed altre molecole complesse.

È la prima volta che le toline vengono osservate al di là del Sistema Solare, sinora infatti erano state scoperte sulle superfici di molti corpi ghiacciati del nostro sistema planetario esterno, come ad esempio su Titano, Tritone ed alcune comete e oggetti transnettuniani (cioè la fascia di asteroidi che si trova alla periferia del nostro sistema, ben oltre l’orbita di Nettuno).

Questa scoperta dimostra quindi che molecole organiche complesse possono essere presenti anche nel corso delle primissime fasi della formazione planetaria ed essendo i mattoni alla base di ogni tipo di forma vivente, è sufficiente che trovino le condizioni adatte per potersi sviluppare. Si tratta di condizioni molto stringenti (in particolare, temperature che permettano l’esistenza dell’acqua allo stato liquido e protezione dalle radiazioni ionizzanti), ma che senz’altro, nell’enorme moltitudine di corpi planetari che ormai è chiaro popolano l’universo, da qualche parte, oltre che sulla nostra piccola Terra, devono esistere.

Mario Di Martino

fonte:www.focus.it