Muro di gomma

Il Giornale Online
Parlano i giornalisti più impegnati in Italia sul fronte delle indagini e della divulgazione del grande pubblico: il problema UFO e le condizioni che pongono il nostro Paese ancora indietro nella ricerca della verità

Rispondono alle nostre domande il direttore Maurizio Baiata, il capo servizi Adriano Forgione e il redattore Pablo Ayo della Futuro edizioni.

Quali sono i propositi principali delle vostre testate e a quale tipo di pubblico vi rivolgete?

M.B. Il nostro pubblico desidera conoscere la verità. Le riviste cercano di rispondere, in funzione giornalistica, trattando una tematica divulgabile in tutte le sue sfaccettature, raccontando le cose come stanno, affrontando argomenti nuovi per l'ufologia tradizionale, altrimenti non c'è rinnovamento.Da sinistra: Adriano Forgione, Maurizio Baiata e Pablo Ayo Considero il ruolo della stampa di vitale importanza per la divulgazione dei risultati della ricerca. Pensiamo alla collaborazione fra gruppi di ricerca e noi…

Come si diventa redattori e ricercatori, in particolare per una testata ufologica? Quali consigli dare a chi desidera intraprendere questa strada?

P.A. La competenza e la conoscenza storica del problema, dei vari casi, dei molteplici aspetti che compongono la tematica ufologica sono importanti. L'ufologia non arricchisce, quindi bisogna avere pazienza e passione perché si tratta di un cammino che si intraprende se si vuole scoprire una certa verità, non per altri fini, il che distingue anche chi vuole diventare un ricercatore: non è un mestiere facile né tranquillo perché spesso bisogna indagare in ambienti militari o dei servizi segreti. Dedicarsi a questo “mestiere” vuol dire averlo nella mente e nel cuore.

M.B. Comunque sia, qualunque cosa uno dica, è il pubblico a giudicare. In base all'accertamento dell'attendibilità di una notizia e del testimone, ed in seguito alla più corretta ricostruzione dei fatti, la rivista deve presentare tutto nel modo più obbiettivo possibile.

A.F. Un consiglio: sviluppare una mente interdisciplinare. La ricerca non è basata solo sullo studio degli UFO, bensì su una varietà di discipline che abbracciano quasi tutto lo scibile umano. Se esiste la possibilità di un'interazione con gli alieni, se questa interazione è reale e porta a qualcosa, dobbiamo affrontarla in maniera molto più equilibrata.

Come mai, nonostante la diffusione di riviste specializzate sugli UFO, parte dell'opinione pubblica è apparentemente scettica o disinteressata a tale fenomeno: c'entrano forse i mass-media?

M.B. In Italia la maggioranza delle persone non è scettica rispetto all'ipotesi extraterrestre. Ma i dati vengono forniti da sondaggi statistici, diciamo di controllo dell'opinione pubblica, prova dell'insabbiamento non solo subliminale. Fotogramma tratto dal video “Gli UFO files segreti del KGB”: uno dei casi più approfonditamente analizzati dalla redazione di UFO NetworkSe un personaggio autorevole, televisivivo in primis, asserisce: “In Italia la gente non ci crede”, automaticamente per il pubblico questo diventa un dogma a cui si adegua. Le domande che si pone una persona giunta ad una parvenza di conclusione, diventano così nuovamente confuse, inquinate e filtrate da un sistema di potere.
A.F. Purtroppo l'informazione ufologica non di settore, quella rivolta al grande pubblico, si riflette su riviste di informazione scientifica popolari, non specialistiche, come Focus o trasmissioni televisive con il medesimo target, come Misteri, che non hanno fornito quelle informazioni che il pubblico chiedeva, né hanno contribuito a creare nella gente quel tipo di coscienza aperta necessaria a porsi le domande giuste e crescere a livello di massa.

P.A. Il problema risiede anche nel retroterra culturale degli Italiani: siamo un popolo di origine contadina e di religione cattolica, per cui, finché si tratta di apparizioni mariane o di andare dal mago a farsi leggere le carte, ci crede il 70% ma con gli UFO è un'altra cosa.

Numerosi studiosi, esperti e non, da anni lottano contro il cover-up e la disinformzione. Diversi ricercatori, io sono tra questi, affermano che esista una sorta di verità di Stato, garantita anche dall'ufologia “sponsorizzata” dall'establishment politico-militare.

M.B. Esistono verità di Stato ed esiste un'ufologia di Stato, imposta. Sono troppe le maglie che sfuggono al controllo di chi vorrebbe tutto appiattito e sepolto in archivi, per essere opportunamente passato a chi se ne occupa a più alti livelli. Dagli anni '40, i governi del nostro Paese hanno avuto problemi a gestire il fenomeno UFO. Essendo l'Italia inserita in uno scacchiere internazionale determinato dagli equilibri NATO, contrapposti a quelli del vecchio blocco orientale, viviamo in un contesto in cui quello che è UFO, visto come lo spadroneggiamento nello spazio aereo del nostro Paese, non può essere considerato esclusivo appannaggio dei servizi segreti, ma anche della gente comune perché è un problema di sopravvivenza generale. Non credo all'ipotesi della minaccia aliena di massa. Se si comprendesse che si tratta di una possibilità di interazione, si abbatterebbe il “muro di gomma”.

Il muro iniziò già a metà degli anni '50 quando i primi contattisti americani – Adamski, Fry, Bethurum – vennero subito posti in un limbo dagli ufologi europei della prima ora. Le loro notizie, troppo sensazionali per venire nascoste o ignorate, contrastavano con un fenomeno UFO spiegato ai vertici degli stati maggiori della difesa dei vari Paesi come fenomeno che non minacciava la sicurezza nazionale. I contattisti, denigrati sul piano personale, subirono gravi ripercussioni. Non è detto che il soggetto si trasformi sempre in una “lampadina bruciata” in seguito ad un'”esperienza aliena”. Piuttosto qualcuno si arroga il diritto di controllare e confinare le informazioni del contattista, in quanto scomode. Andrebbe rivisto l'intero escursus dell'ufologia italiana.

Secondo il punto di vista di “ExtraTerrestre”, è necessario affrontare la ricerca con un'ottica più completa. Solamente esplorando e fortificando nuovi spazi interiori dentro se stessi potremo capire meglio i fenomeni che ci circondano. Condividete quest'idea?

A.F. La ricerca richiede una maggiore apertura nei confronti del mondo esterno e dell'universo intero e porta ad esplorare dottrine e settori che apparentemente non hanno nulla a che vedere con l'ufologia, ma che operano nel sé una trasformazione notevole. Sono convinto che il mondo è un complesso sistema di forze interagenti l'una con l'altra che, in nessun modo, possono venire separate. Non si riuscirebbe, altrimenti, a concepire l'essenza della vita stessa.

P.A.
Secondo la fisica quantistica ogni volta che tu analizzi un problema, inizi a farne parte e, in effetti, se si cerca di analizzare un fenomeno di questa portata senza parteciparvi, non si riuscirà mai a capirlo completamente. Quindi elementi come la meditazione, la remote-viewing o, semplicemente, entrare in sintonia, in sincronia con quello che si studia attraverso qualsiasi percorso religioso o iniziatico, sono importanti.

M.B. È come parlare del nemico interno e del nemico esterno: il nemico esterno non esiste, lo costruiamo noi o ce lo impongono dei sistemi mentali che ci impediscono di crescere interiormente, il nemico interno esiste ed è generato da noi stessi.

Condividiamo un progetto comune: a vostro avviso cosa è prioritario per le persone, associazioni e gruppi di ricerca e per unirli in un'unica corrente di pensiero e d'azione?

M.B. Lavoriamo tutti per il bene, per il trionfo di una mentalità più aperta e più libera nell'analisi di questo fenomeno. Purtroppo è anche vero che quella parte oscura di cui si parlava ha avuto il sopravvento per molti anni. Ma si può fare.
A.F. Credo vi siano due possibilità: o si crea un movimento politico-culturale nel quale coloro che condividono questo tipo di visione possano convergere e fare pressione, oppure, coalizzarsi attraverso figure o forze centrali che possano in qualche modo far venire fuori questa verità.

P.A. Le associazioni possono e debbono unificare gli sforzi. Purtroppo in Italia siamo tendenzialmente individualisti. In particolare nel campo dell'ufologia, è difficile far coesistere le diverse tendenze e metodologie di lavoro, spesso in contrasto tra loro. Comunque mi auguro che in futuro, anche nel nostro Paese si possa cooperare per il bene comune, in armonia con se stessi e gli altri.

di Cristoforo Barbato

Fonte: www.isolachenonce-online.it