NEL DNA DI NOI EUROPEI C'E' L'UOMO DI CROMAGNON

Il Giornale Online2008-07-16 08:25

ROMA – 'Vive' nel Dna di noi europei l'Uomo di Cro-magnon, il nostro antenato giunto dall'Africa 45 mila anni fa: infatti nel suo Dna mitocondriale (mtDna), ovvero una parte del genoma molto usata in studi di ricostruzione delle nostre origini, ci sono sequenze tuttora presenti nel mtDna degli Europei, a dimostrazione della nostra identità genetica con lui, oltre che anatomica.

Lo rivela uno studio italiano diretto da Guido Barbujani del Dipartimento di Biologia dell'Università di Ferrara e David Caramelli dell'università di Firenze, pubblicato sulla rivista PLoS ONE. L'indagine si basa sull'esame di resti di ossa rinvenuti cinque anni fa in Puglia nella grotta Paglicci presso Rignano Garganico e già studiate dagli scienziati italiani nel 2003. Ma solo oggi per la prima volta con questo studio, che per come è stato condotto esclude qualsiasi dubbio di contaminazione genetica dei resti col Dna dei ricercatori che li hanno manipolati, si ha la prova inconfutabile che noi e Cro-Magnon siamo geneticamente simili e che invece Neanderthal aveva poco o nulla a che spartire con lui e, quindi, con noi.

L'Uomo di Cro-Magnon, che deve il suo nome alla località francese, in Dordogna, in cui nel 1868 furono scoperti alcuni resti di uno scheletro, è un uomo primitivo dell'età della Pietra che viveva nell'Europa occidentale e meridionale migliaia di anni fa, rappresentante di una tappa cruciale nell'evoluzione di Homo sapiens. Anatomicamente gli uomini di Cro-Magnon erano diversi da quelli di Neanderthal, per esempio avevano fronte alta e mento pronunciato.

Tuttavia gli scienziati dibattono da tempo sulla possibilità che i nostri antenati si siano mescolati con il più vecchio e primitivo Neanderthal già stanziato da tempo in Europa prima che Cro-Magnon lo raggiungesse, anche se sono ormai molte le prove che permettono di escludere qualunque intreccio genetico tra le due specie. Il nuovo studio italiano ne dà ulteriore conferma. Gli esperti hanno studiato il Dna dei mitocondri, le centraline elettriche della cellula, perché per questi studi è il materiale genetico migliore.

“Abbiamo ripreso i resti rinvenuti cinque anni fa a Paglicci – ha raccontato Barbujani – ossa così mal ridotte che per gli anatomisti era stato impossibile rimettere insieme e che erano state lasciate addirittura con la terra attaccata proprio per non contaminarle”. Il passo successivo è stato di analizzare il mtDna, in particolare, ha precisato il genetista, la “regione ipervariabile” che non contiene geni, quindi si evolve molto rapidamente nel tempo.

Il Cro-Magnon è risultato avere in quella regione la cosiddetta 'sequenza di riferimento di Cambridge', oggi una delle più diffuse in Europa, basti pensare che il 10% degli italiani oggi ha esattamente quella sequenza nella regione ipervariabile del proprio mtDna. Poiché tutte le persone che hanno maneggiato i resti e che in qualche modo potevano contaminare il campione di Dna non hanno nel proprio mtDna la sequenza di Cambridge, i risultati dello studio non lasciano spazio a dubbi: Cro-Magnon era geneticamente molto simile a noi.

“Questa è la prova che in 25 mila anni non siamo cambiati – ha dichiarato entusiasta Barbujani – siamo arrivati dall'Africa esattamente così come siamo oggi, mentre i 'veri europei', ovvero i Neanderthal, non sono più tra noi. Gli immigrati africani siamo noi dunque”. Ma le indagini non sono finite: “adesso vogliamo analizzare il Dna nucleare per studiare i tratti anatomici di Cro-Magnon – conclude Barbujani – per vedere per esempio (dai geni del colore della pelle) se, quando è arrivato in Europa, era nero o bianco, oppure se aveva già la potenzialità del linguaggio”.

Fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_729031178.html