Neonati, piccoli geni

Il Giornale Online
Inviata da giusparsifal
“Imparano già come adulti”

Studio Usa: a cinque mesi sono in grado di rilevare differenze sottili fra sostanze diverse. E apprendono continuamente dal mondo, senza dipendere principalmente da chi gli sta a fianco
A CINQUE mesi sono già dei piccoli geni. In grado di osservare il mondo intorno a loro e a cogliere differenze sottili, proprio come i loro fratelli maggiori o i genitori. Molto più intelligenti di quanto non si possa pensare. E questa volta non lo dicono le mamme, ma la scienza.

A inorgoglire le famiglie con prole neonata, arriva uno studio della Northwestern University pubblicato sulla rivista Psychological science, che fa luce sul modo in cui apprendiamo, che è lo stesso fin dalla nascita. I neonati infatti, sono degli esploratori in erba instancabili e per acquisire le loro conoscenze non dipendono in modo primario dagli altri, ma hanno una sorta di capacità innata.
Già a cinque mesi, spiegano gli studiosi, sono in grado di differenziare, ad esempio, l'acqua contenuta in un bicchiere da un materiale solido blu molto somigliante all'acqua, sempre contenuto in un bicchiere. Distinguono solidi dai liquidi già da molto presto, basandosi sui movimenti, su come le sostanze si spostano, si riversano o cadono fuori da un bicchiere.

Durante l'esperimento, solo quando si sono trovati di fronte ad una circostanza inaspettata, infatti, i neonati sottoposti al test hanno mantenuto più a lungo lo sguardo sull'oggetto mostrato: quando, cioè, al posto dell'acqua che avevano guardato fino a poco prima, veniva sostituita la sostanza solida. O viceversa. Proprio come gli adulti, che guardano più a lungo qualcosa di nuovo o inaspettato, i piccoli si sono focalizzati per cercare di dare una spiegazione. “Può sembrare strano, ma la quantità di tempo che un neonato dedica ad osservare qualcosa è un'indicazione precisa di quello che sa”, chiarisce la ricercatrice Susan Hespos. “Percepiscono un cambiamento e vogliono sapere cosa succede”.

Il nostro studio, continua Hespos, “dimostra che i bambini raccolgono costantemente dati su ciò che hanno intorno”. E ciò suggerisce che “fin dall'inizio i bambini sono allievi attivi e che percepiamo il mondo nello stesso modo, dall'infanzia per tutta la vita, rifinendo via via il processo durante il percorso”, conclude.

Fonte: http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/scienze/bimbi-intelligenza/bimbi-intelligenza/bimbi-intelligenza.html