Neuroni zen

Il Giornale Online
Dal dottorato in neuroscienze all'arte giapponese: intervista a Greg Dunn

È possibile trasformare le immagini al microscopio dei neuroni in opere d’arte? Intrecciare il proprio dottorato in neuroscienze con un percorso artistico fino al punto di farli diventare quasi una cosa unica e coerente? [link=http://www.gregadunn.com/]Greg Dunn[/link] ci è riuscito. Avevo già parlato di lui e di come i suoi quadri e le sue stampe, così essenziali ed eleganti, mi avessero conquistata. Ho avuto il piacere di conoscere questo scienziato-artista in occasione dello scorso [link=http://am2012.sfn.org/am2012/]meeting[/link] della società di neuroscienze ([link=http://www.sfn.org/]SfN[/link]), a New Orleans, dove ha presentato alcune delle sue opere e, siccome oltre a essere bravo è estremamente cortese e disponibile, ne è nata poi un’intervista:

Il tuo lavoro artistico è davvero molto originale, un bel connubbio di arte e scienza. Nella tua formazione difatti c’è anche un dottorato in neuroscienze alla Pennsylvania University: è allora che hai iniziato a fare dei neuroni un’arte?

Sono sempre stato interessato all’arte asiatica, ai suoi spazi ‘In negativo”, alla sua eleganza e spontaneità. A un certo punto mentre ero studente osservando tutto il giorno immagini di neuroni ho realizzato che essi hanno delle “naturali” qualità zen e che grazie alle loro forme sono perfettamente in linea con i principi estetici dell’arte asiatica nei suoi soggetti tradizionali. In particolare la tecnica di staining di Golgi è fantastica perché permette di ottenere immagini in cui solo pochi neuroni sono colorati ed è possibile apprezzarne a pieno le forme. Si stagliano soli nello spazio vuoto, possono respirare.

Lo scorso anno hai presentato il tuo lavoro al meeting di neuroscienze SfN ed è stato un vero successo. I tuoi lavori si prestano anche a dare un messaggio diverso della scienza, a rivelarne possibilità inedite. Ti senti un po’ un comunicatore della scienza in qualche modo?

In un certo senso sì, per me è importante mostrare al mondo che nel cervello c’è bellezza e che il mondo microscopico è affascinante. Provo soddisfazione quando uno scienziato guardando un mio quando vi ritrova l’entusiasmo per la scienza che lo aveva mosso all’inizio. In un periodo in cui la pazienza nell’attendere i risultati scientifici è sempre più poca cerco anche di mettere in luce ed esaltare il valore di queste immagini, per le quali molti scienziati investono anni di studio, affinché la gente possa apprezzarle. Un dipinto ti parla da solo in modo diretto, la mia speranza è che inizialmente le persone guardino i quadri godendo semplicemente della loro bellezza e in questo modo siano incuriositi e incoraggiati ad andare più a fondo e conoscere la scienza che vi sta dietro.


Gold Cortex – Greg Dunn


Retina – Greg Dunn

Passiamo più nel dettaglio alla tue opere, sapresti descriverci da dove arriva l’ispirazione per i tuoi quadri, segui dei criteri di scelta particolari per decidere quali neuroni reppresentare? In che modo combini la tua preparazione scientifica con la pratica artististica, potresti spiegarci brevemente la tua tecnica artistica?

Nella routine del mio lavoro artistico uso costantemente le mie conoscenze di fisica e chimica. Ho un approccio scientifico: redigo i protocolli, prendo appunti e sperimento. Penso sia importante come artista conoscere a fondo i materiali che si utilizzano perché questo permette di manipolarli e lavorarli in modo preciso e specifico. I soggetti che dipingo dipendono dalla mia ispirazione o da un’esigenza tecnica. Se sono interessato a sperimentare specifiche procedure come per esempio l’incorporazione di materiali iridescenti, cerco soggetti che si prestino a questo tipo di lavorazione e mi permettano di esplorare a fondo la tecnica.


Glial Flare – Greg Dunn


Two Pyramidals. Credit: Greg Dunn

Attualmente continui a lavorare anche in ambito scientifico?

Al momento lavoro full time come artista, ma ho in corso diverse collaborazioni scientifiche a lungo termine.

Recentemente hai preparato un’opera importante per il Florida Max Planck institute: di cosa si trattava?

Il direttore del [link=http://www.maxplanckflorida.org/]Florida Max Planck Institute[/link], dottor David Fitzpatrick, mi chiese di realizzare un quadro per il l’ingresso principale dell’istituto. Per me è stato un vero onore ricevere l’attenzione del Max Planck Institute, e l’edificio tra l’altro è fantastico. Dal momento che molti dei ricercatori nell’istituto conducono studi sulla corteccia cerebrale abbiamo convenuto che questo potesse essere il soggetto giusto.

Al momento stai lavorando a qualcosa di nuovo?

Sì al momento ho in corso diversi progetti, sia lavori che mi sono stati commissionati sia miei e sto cercando di approfondire soprattutto l’uso di materiali riflettenti. Ho anche il progetto ambizioso di dare il via a un mio laboratorio di sceinza e arte e di collaborare con diversi laboratori di ricerca di base per creare delle nuove opere, ma è ancora tutto in fase preliminare. Se tutto va secondo i piani avrò qualcosa di nuovo da raccontare antro fine anno!

Exciting!

Immagini: crediti – Greg Dunn http://www.gregadunn.com/
Fonte: http://www.intersezionimprobabili.com/2013/05/neuroni-zen.html