Omeopatia e disinformazione

Il Giornale Online

In risposta all'articolo del professor Garattini dal titolo “Una tragedia omeopatica”, pubblicato su L'Espresso il 13 giugno scorso, la FIAMO (Federazione Italiana Associazioni Medici e Veterinari Omeopati), la SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata) e l'APO Italia (Associazione Pazienti Omeopatici) segnalano con un articolo di risposta pubblicato oggi 27/06/08 il modo in cui viene “disinformato il pubblico” e vengono tratte conclusioni fasulle sulla medicina omeopatica.

ARTICOLO PUBBLICATO OGGI SULL'ESPRESSO

L'Espresso n° 24 in edicola, pubblica a pag 158 un articolo intitolato “Una tragedia omeopatica” che riporta l'opinione del farmacologo Silvio Garattini su un recente fatto di cronaca. E' corretto pubblicare un articolo che esprime un'opinione riguardo a un fatto falso? Qual è il rapporto tra opinioni e fatti?

Invero, il professore parla di un caso che riguarderebbe l'impiego di un rimedio omeopatico quando invece è stato accertato, ormai da un pezzo e con tutta evidenza, come in quella tragica situazione l'insulina non sia stata sostituita con un medicinale omeopatico, bensì con megadosi di vitamine. L'uso di megadosi di vitamine non ha niente a che vedere con le cure omeopatiche, anzi tale pratica è addirittura in contraddizione con le caratteristiche della terapia omeopatica che utilizza sempre dosi ultradiluite di medicinali, per questo assolutamente prive di qualunque effetto tossico.

E' giusto che un professore, che dovrebbe essere piu' informato di altri, ignori deliberatamente e ripetutamente la realta' dei fatti, peraltro riportati chiaramente su giornali, radio e tv? A che fine, se non volutamente diffamatorio egli ha inteso utilizzare la parola omeopatia, quando è stato immediatamente appurato che a provocare la tragica morte della ragazzina diabetica è stata una folle guaritrice, non medico, non omeopata e, men che mai, dichiaratasi tale?

Le opinioni del prof. Garattini sulla Medicina omeopatica, poi, – che peraltro un gruppo di importanti ricercatori universitari impegnati nella ricerca di base, alla luce dello stato attuale della ricerca, definisce la “ripetizione disinformata di un luogo comune” – sono certamente legittime (e ne discuteremo in altra sede), ma dovrebbero essere espresse almeno in un contesto di informazione corretta e non scientemente falsa.

A quando l'addebito a questaterapia medica, seguita da milioni di italiani e riconosciuta in tutti gli Stati europei, della morte di un paziente omeopatico vittima di un incidente automobilistico?

Antonella Ronchi- Presidente FIAMO
Simonetta Bernardini-Presidente SIOMI www.siomi.it
Vega Palombi Martorano-Presidente APO Italia www.apoitalia.it

Fonte: http://www.terranauta.it/nt/fnart.php?id=283