Piante mutanti a causa delle scie chimiche

Pubblichiamo un articolo, tratto dal quotidiano La Stampa, in cui è riportata un'inquietante, ma non sbalorditiva notizia per chi, da anni, studia le scie tossiche ed i loro disastrosi effetti sull'ambiente e sulle persone. A Torino, città come tante altre sottoposta a devastanti irrorazioni chimico-biologiche, sono stati osservati dei tarassaci colpiti da mutazioni genetiche: come prevedemmo tempo fa, le chemtrails stanno causando una catastrofe ecologica senza precedenti né si può dimenticare – ce lo spiega Marc Filterman, autore del saggio Les armes de l'ombre – che le mutazioni genetiche possono essere indotte anche dall'irradiazione di particolari onde elettromagnetiche. Sicuramente i lettori torinesi ci potranno confermare che le aree in cui si sono manifestate le anomalie, oltre ad essere sorvolate dagli aerei della morte, sono punteggiate di antenne.

Abbiamo tolto l'explicit di un articolo già ambiguo e tentennante, poiché concludere con una battuta, di fronte alla volontaria, indiscriminata ed impunita distruzione del pianeta, ci è parso davvero fuori luogo.

Ringraziamo il gentilissimo Alexander per la segnalazione.

Fiori mutanti nelle ex aree industriali. L'esperto: “E' l'inquinamento” (articolo di Alessandro Mondo)
E’ una piccola galleria degli orrori: vegetali, ma pur sempre orrori. Anzi: «mostruosità», come le definiscono autorevoli esperti dell’Università. Piantine con due teste, cioè con due fiori al posto di uno. Altre con uno stelo insolitamente tozzo e spesso, scandito da piccole protuberanze. Altre ancora, affette da «gigantismo», svettano su quelle vicine o si allargano al suolo, allungando in tutte le direzioni diramazioni simili a tentacoli.

Piante mutanti sotto il cielo di Torino. Il discorso, a parziale consolazione, riguarda solo il tarassaco, caratterizzato dal fiore di un bel giallo vivace. Roberto Topino, medico e sentinella delle compromissioni ambientali in città, l’ha immortalato in tutte le sue stravaganze contro natura, perché, se è vero che la natura è fatta di anomalie e che, in periodo di piena fioritura, queste ultime possono presentarsi in maggior numero, colpisce la frequenza con cui si stanno manifestando.

Al nostro dottore è bastata una giornata per fotografarne svariate decine in punti diversi della città: vecchie aree industriali riconvertite a funzioni diverse – ex-Materferro, ex-Fergat (davanti alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Spina3 (chiesa del Santo Volto) -, il distributore *** su corso Racconigi, ma anche la Crocetta e la Pellerina. Persino l’«igloo» di Mario Mertz convive con queste creature surreali che sembrano appena uscite dalla provetta di qualche scienziato pazzo.

In assenza di prove di laboratorio basate su esami sofisticati, uno per tutti quello sul codice genetico degli esemplari, le ipotesi si sprecano. La prevalenza di ex aree industriali del tutto o in parte bonificate nella carrellata delle fotografie porta Topino a supporre che il tarassaco mutante sia il frutto di sostanze nocive tuttora presenti nel terreno (cromo esavalente, diossine, idrocarburi , policlorobifenili, a seconda delle zone).

Allo stesso modo, il fatto che alcune delle misteriose presenze vegetali riguardino aree storicamente non interessate da lavorazioni industriali spinge altri ad escludere una correlazione diretta tra la singolare metamorfosi ed eventuali inquinanti. E’ il caso di Paolo Miglietta, agronomo in servizio alla Divisione comunale ambiente (Grandi opere), che non ha mancato di interrogarsi quando gli abbiamo sottoposto le foto: «Non mi risulta nemmeno che zone verdi come la Crocetta o la Pellerina siano state interessate da riporti di terra proveniente da aree contaminate».

Allora come si spiega? Colpa di un’altra forma di inquinamento ambientale, quello dell’aria (scie chimiche n.d.r.), o dietro il curioso fenomeno (e diciamolo, pure un po’ inquietante) c’è lo zampino di qualche patogeno (diffuso con le chemtrails, n.d.r.) che spinge il tarassaco a reagire? […]

Addendum by Ginger

Gli “esperti” asseriscono che si tratta di inquinamento dovuto a residui di sostanze tossiche come il cromo esavalente e simili, in aree industriali dismesse. Peccato che la Crocetta, uno dei luoghi in cui sono stati rinvenuti i fiori di tarassaco mutati (dei mostri con due-tre sommità fiorite su uno stesso stelo, tutto deformato) sia un tipico quartiere residenziale di Torino con molti giardini. Non è MAI stato un sito industriale.

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