Pitigrilli e Rol

Gustavo Rol

Pitigrilli e Rol

Parlare di Pitigrilli non è facile, e tale compito pare sia già stato ben affrontato, qui, da altri estimatori del caro scrittore. Parlare di Rol, ancor meno, perchè chi non lo conosce non avrebbe le idee più chiare dopo aver letto qualche misera riga qui di seguito, e chi già lo conosce di certo poco apprezzerebbe il tentativo di “comprimerlo” in mere definizioni utili solo a deprezzarne il personaggio. Allora che fare? Dio solo sà quanto vorrei possedere quella qualità di sintesi capace di farmi scrivere tutto ciò che vorrei in quaranta righe.

Ma sò di non possederla. Quindi, o scrivo quaranta libri, oppure perdonatemi le varie divagazioni utili solo ad inquadrare meglio la situazione. Chi era Rol? Il famoso Dott. Rol di Torino, delle quali avventure, Pitigrilli ne narrò il succo nel suo “Gusto per il mistero”? Chi era quell’uomo che contribuì, con altri illustri del tempo, a convertire il giovane scettico mangiapreti?

Rol, Gustavo Adolfo, era torinese come Pitigrilli, e da torinese morì nel 1994, alla beata età di 91 anni. Di lui, come del resto di Pitigrilli, hanno scritto e parlato una schiera enorme di personaggi illustri. Rol, chiariamolo subito, era un uomo come tanti altri. Differente solo in un piccolo particolare: nato prima del suo tempo. Si conobbero intorno agli anni ’40. O forse anche prima. Pitigrilli era uno scrittore affermato, con tutti i pro ed i contro dell’ epoca. Rol era già “oltre” il suo tempo, capace di compiere cose che lo resero partecipe di prodigi straordinari fino alla fine dei suoi giorni. Nel ’42 il primo fatto di rilievo.

Pitigrilli scrive a Rol:” …si parla in altissimo luogo di te. Il Duce ti vuole incontrare.”

Rol, Capitano degli Alpini, viene convocato a Villa Torlonia; Pitigrilli lo accompagna. Intorno a mezzanotte, il Duce convoca Rol nel suo studio, che si presenta sugli attenti col saluto romano. Pitigrilli è fuori. “Mi dicono che Lei fa delle previsioni”, tuona il Duce. “Io sono un buon soldato”, risponde Rol. “Parli, parli pure liberamente, non le sarà fatto alcun male.”. “Duce, per me la guerra è perduta!”.

oltre-umano-rol

Giorgio Di Simone

Oltre l’Umano – Gustavo Adolfo Rol

Il Duce scatta in piedi, si batte la mano sul petto e tuona ” Staremo a vedere. Ora vada.”. E Rol uscì, in silenzio. L’ Italia, all’epoca della previsione, era, con la Germania, vittoriosa su tutti i fronti. Nulla faceva presagire ad una sconfitta, come la storia insegna. Ma non solo Rol avvertì il Duce della disfatta che l’ Italia avrebbe sofferto, ma puntualizzò a due ufficiali intimi del Duce, il giorno, l’ora e l’anno in cui Mussolini sarebbe morto. E non sbagliò. Anni ’50. La guerra è finita da un pezzo. Pitigrilli corre dietro a medium e spiritisti, convertito alla fede cristiana. Fidani, Padre Pio, ed altri gli artefici della conversione.

Rol lo frequenta, lo fa assistere ad alcune cose, lo asseconda nelle sue scelte spirituali. Ma Rol non ha mai praticato lo spiritismo, ne ama definirsi medium. Lui parla di Spirito Intelligente, e la sua dottrina la definisce Coscienza Sublime. Per questo motivo, Pitigrilli, amico e ammiratore di Rol, non parla di lui quale “illuminato”, ben radicato in una filosofia di vita che non lascierà più, ma tende ad illustrarne solo i tratti più spettacolari, culminanti negli “esperimenti” classici delle fenomenologia roliana. Rol legge in libri chiusi, agisce sulla materia a distanza, predice eventi futuri, colloquia con spiriti intelligenti di vari pittori famosi e trapassati, facendo comparire dentro alle tasche degli illustri spettatori, i dipinti dei vari Picasso, Ravier, etc, su fogli precedentemente bianchi, mai toccati da Rol. Scrive a distanza su fogli o fazzoletti ancora intonsi, lancia rose profumate attraverso pareti che sembrano non poterne trattenere il passaggio, indovina senza errori 30 numeri in sequenza in uscita alla Roulette del Casinò di Monte Carlo. Ma Pitigrilli rispetta la sua filosofia. Non commenta l’ operato di Rol, si limita a descriverlo. Nel suo “Gusto per il mistero”, è però l’unico che riporta il racconto originale che Rol gli fece in merito alle proprie qualità paranormali, scoperte e sviluppate in seguito all’incontro con un fantomatico polacco, nella francese Marsiglia. Questo racconto, mai confermato nè smentito da Rol, è l’unico in circolazione, ed è di una importanza enorme.

Da fonti, che sò per certe, questo medium polacco esistì veramente, ed insegnò davvero al Rol giovane i rudimenti dell’ arte terribile. Cosa poi successe nella mente di questo grande “illuminato”, è storia certa. Rol non si fermò all’ aspetto prettamente spettacolare dei fenomeni, ma andò alla ricerca della causa, al perchè degli eventi in questione. Il medium viene descritto come ateo e miscredente, mentre sappiamo che Rol era già spiritualmente motivato nei confronti di un Dio creatore ed onnipotente. Cosa successe? Rol ha “operato” per circa sessant’anni, dimostrando a molti che la materia non è tutto, e lo Spirito continua la sua via anche dopo aver perso il veicolo materiale. E sopratutto che la mente non è la causa dei fenomeni in questione, ma solo il mezzo ispiratore tramite il pensiero. Si definiva la “grondaia che convoglia l’ acqua che stilla sul tetto.”. Ma non tutti hanno compreso il messaggio. In ogni caso, la conversione di Pitigrilli, come la conversione di tutti coloro i quali vedono una luce improvvisa illuminare i loro Spiriti, rappresenta il fenomeno più importante che possa accadere nella vita di noi singoli mortali. Pitigrilli, sincero ed intelligente, non avrebbe potuto mentire a se stesso, né tacere di fronte ad una lampante evidenza.

Lo doveva a sè, a Dio ed ai suoi lettori. Le prove raccontate con penna intrigante ne sono la conferma. Così come si era scagliato con violenza ai tempi del vero scetticismo, così fece in seguito, sbendato di fronte ad una verità che non poteva essere taciuta. Per chi si occupa di certi argomenti, conosce bene ciò che il cuore ordina di seguire. E non si torna indietro. Pitrigrilli è stato un uomo fortunato. Perchè ebbe la fortuna di incontrare dei grandi personaggi, in grado di renderlo partecipe di una verità che potevano dimostrare a piene mani, senza trucchi o trabocchetti di sorta. Peccato che di lui si parli poco nei libri dedicati alle varie teorie spirituali. Lui che così intelligentemente scrisse con genuinità ciò a cui aveva assistito, anticipando di molto mode ed indagini giornalistiche dedicate ai fenomeni paranormali.

Per chi ne volesse sapere di più, non posso che consigliare la lettura di almeno due libri molto importanti, sul personaggio Rol. Il primo è di Renzo Allegri, Ed. Musumeci, ed il titolo è: “Rol, il mistero”. Il secondo è di Remo Lugli, persona gentilissima, amico di Rol, Ed. Mediterranee,: ” Gustavo Rol, una vita di prodigi.”.

Maria Luisa Giordano

Gustavo Rol

 

Concedetemi una piccola nota personale.

Nel libro di Lugli è allegata una audiocassetta, unica nel genere, dove si sente Rol parlare della sua teoria sullo Spirito intelligente. Lugli lo convinse un giorno a farsi registrare. (Rol non ha mai concesso interviste in video, né su nastro, e quella di Lugli è l’unica.). Durante l’ ascolto di tale nastro, l’anno scorso, il sottoscritto ha fatto una interessante scoperta. Se il nastro viene ascoltato in riproduzione normale, si sente Rol che parla di determinati argomenti, molto importanti. Se il nastro viene ascoltato al “rovescio”, quindi dal fondo verso l’inizio, non si dovrebbe sentire niente altro che una lingua incomprensibile, come normalmente accade.

Invece, in due particolari punti ben precisi, si sente la voce di Rol che afferma con frasi nettamente comprensibili, ciò che dice in versione originale. Le frasi sono: “Ho proprio le prove” ed “é vero la morte è irrelativa.”. Questa scoperta l’ho presentata durante l’ultimo Congresso di Studi Paranormali di Torino, a novembre, e per chi volesse leggere e sentire le prove registrate, può andare nel mio sito personale, all’indirizzo: viaggionelmistero.com alla voce “Relazione Convegno, 2°parte.” Termino indirizzando i cari lettori ed amici di Piti, ad una lettura più approfondita sui temi trattati in tale articolo, ringraziando anche i curatori del sito, Creghel e Sollanzi per il gentile spazio concessomi. Alla prossima.

Maurizio Bonfiglio

Un’ insolita prefazione

Pitigrilli, come qualunque buon lettore del caro scrittore dovrebbe sapere, si convertì a Dio intorno agli anni ’40, dopo un travaglio spirituale durato all’ incirca una ventina d’ anni. Di questo processo egli ne parla ampiamente ne “La piscina di Siloe”, ne ” Pitigrilli parla di Pitigrilli”, e ne “Gusto per il mistero”. Fondamentali gli incontri con Padre Pio da Petrelcina ed Eva Lavallière. Ma altrettanto importanti gli incontri con i grandi medium dell’ epoca. Cosa c’ entrano i grandi medium con Padre Pio, qualcuno si chiederà?

E’ vero, Chiesa e Spiritismo non sono mai andati di comune accordo, ma Dio pare conoscere sempre le strade più disparate per portare a sé pecorelle smarrite. Fatto è che Piti, travolto da prove schiaccianti e troppo sorprendenti per non essere vere, si trovò costretto a dire la sua sulle “cose” vissute in prima persona. Quello che invece non tutti sanno, e che ormai a distanza di venticinque anni dai libri sopracitati, Piti vergò una prefazione ad un racconto di Libia B. Martinengo, la medium protagonista dei fatti ne “La piscina di Siloe”, etc. etc. Una prefazione singolare, insolita, umana, che molto ha di testamento spirituale su ciò che Pitigrilli ormai sentiva come suo.

Il romanzo è intitolato: “La straordinaria avventura del soldato John.”( Landoni, Legnano 1974 ). Vicino alla morte, non sappiamo se questo suo pensiero fosse più motivato dal frutto delle proprie ricerche psichiche o dal “volersi convincere che la morte non esiste”, per umana e comprensibile paura. Chi non trema di fronte alla parola Morte? Diffido di chi mi dice che la morte non lo spaventa. E ne vedo tutti i giorni. Ma Dio ha previsto che all’ uomo, povero figlio destinato a lottare contro tutto, l’ unica certezza nella vita sia proprio la Morte. Destino beffardo. Quindi, credere o non credere, essere o non essere. Questa la realtà. Chi crede esisterà, chi non crede…Solo Dio lo sà. Alla prossima. Ecco comunque il testo della prefazione di Pitigrilli.

“Prefazione. Queste mie pagine non sono né una recensione, né una critica letteraria. Sono una testimonianza. Giuro di dire la verità, nient’ altro che la verità, sapendo di avere come avversari tutti coloro che, incapaci di osservare, analizzare, interpretare un fenomeno, si adagiano nella loro pigrizia mentale e nella paura dell’ inconoscibile enunciando la riposante formula: “IO NON CREDO”. Dopo aver letto vari libri sulla morte e su quell’ aldilà, che è la continuazione senza urti dell’ aldiquà, il caso ( ma sarà davvero il caso?), mi ha fatto incontrare l’ autore di questo libro che ebbe tanta influenza su di me modificando le mie convinzioni sul destino dell’ anima, sul soprannaturale e su Dio.

Come ho raccontato in alcuni miei libri, l’ autrice del presente libro, quarant’anni fa mi ha messo in comunicazione medianica con amici, conoscenti e sconosciuti trapassati che (parlandomi di cose che conoscevo e di cose che ignoravo, ma della cui autenticità diedero la prova e la documentazione) mi diedero la certezza che la morte non esiste, che morendo conserviamo la nostra personalità terrena, la nostra formazione mentale, il bagaglio culturale e linguistico che avevamo racimolato nella nostra esistenza. DA MORTI SAREMO COME FUMMO DA VIVI. Dell’ autrice di questo libro ho parlato nel mio saggio “Gusto per il mistero”, facendo la relazione scrupolosa ed obiettiva dei colloqui medianici che furono il compendio e la sorgente delle sconcertanti rivelazioni.

Posso esprimere la mia opinione su questo romanzo di Libia B. Martinengo sottolineandone una caratteristica che non lascia dubbi e tanto meno interpretazioni contrarie. Questo libro (come il precedente “Giovanni l ‘Annunziatore” dovuto alla stessa mano), rivela che l ‘autrice è del mestiere. Si sente la potenza di chi sa davvero scrivere un libro, un “gran libro”, cioè il libro di un artiere che conosce l’ architettura del romanzo e i segreti di lavorazione, cioè: preparazione, sviluppi, conclusione, con tutti i fili sparsi che si radunano e si ricollegano con le idee che emergono dagli avvenimenti.

Questo racconto non è il frutto di vaneggiamenti onirici o di divagazioni di un febbricitante; bensì l’ opera quadrata, solida, incrollabile, senza incrinature, di un personaggio che sa scrivere. Non saprei mettere il nome di un autore su questo romanzo; potrebbe essere Fogazzaro, Barrili, o Guido Gozzano; metto alla rinfusa dei nomi, nomi di “spiriti” dei quali la straordinaria medium, (che mi ha consegnato le sette chiavi del mistero), mi ha fatto sentire la voce o leggere la parola per le vie dell’ invisibile. Leggendo questo libro ci si rende conto che non è scritto da un dilettante, da un arruffone, da un incompetente, da una signorinetta che improvvisa.

C’ è in esso la potenza, la maturità, l’ abilità consumata di un tecnico del romanzo che non scrive come colui che scrive per la prima volta. Se non fossi irriverente direi che è scritto da un Artista al corrente di tutti i segreti, che è scritto o dettato da un romanziere al corrente di tutte le malizie del mestiere: colpi di scena, “suspence”, battute di dialogo martellante. Ci si domanderà: ” ma chi è l’ autore?”. E ci si deve rispondere: ” Non so”, non lo so, ma certamente è ciò che si dice “Qualcuno” con una grande iniziale maiuscola. Ci sono piccoli difetti e trascurabili errori: essi sono dovuti alla trascrizione e si è avuto la probità di non coreggerli, di lasciarli nella loro emozionante integrità; perché, in questo genere di esperimenti, si debbono evitare le interferenze del medium allo stato di veglia.

Guai se nel “dettato” di uno “spirito” mette le mani il medium o peggio ancora un’ estraneo, un correttore, uno stilista. Se questo libro fosse una successione di vicende e di stati d’ animo o di sensazioni, l’ opera sarebbe irrilevante o quasi, come tanti libri di riflessioni a sfondo letterario; ma qui ci troviamo di fronte a personaggi stereoscopicamente disegnati, che si muovono secondo una loro logica e coerenza. C’ è l’ architettura del romanzo giallo pieno di “happening” e del romanzo psicologico vecchio stile. Qui non ci sono scarabocchi inconcludenti, né ricerche dell’ effetto, né ghirigori psicologici patologici, né arabeschi bizzarri. Quando il lettore è entrato nello spirito del racconto si trova a suo agio fra le linee geometriche e i chiaro scuri, fra le luci e le penombre. Coloro che ne sanno più di me analizzino il fenomeno e me lo spieghino. Io non so spiegarlo altrimenti che come un autentico colloquio con l’ Aldilà, comunque consiglio chi legge di vedere (parafrasando Dante ), la dottrina che si nasconde sotto il velame degli “accadimenti” strani. Pitigrilli.”

Maurizio Bonfiglio