Plagio

In questi ultimi mesi, i disinformatori dalle armi viepiù spuntate, non sapendo come contrastare la diffusione della verità sulle scie chimiche, hanno concertato, attraverso i media ufficiali, un'altra campagna diffamatoria nei confronti dei ricercatori indipendenti. I sostenitori del regime non usano strumenti molto raffinati, poiché i loro contorti e fiacchi “ragionamenti” si basano solo sulla seguente accusa: coloro che investigano il fenomeno delle chemtrails sono fanatici e paranoici.

Sono accuse che si ritorcono tranquillamente contro codesti gazzettieri le cui affermazioni apodittiche e stereotipate sono uguali a tutte le latitudini, a dimostrazione che esiste un'unica regia e dell'omologazione “culturale”. Sono fanatici giacché solo un fanatico potrebbe dedicare tanto tempo e profondere tanto zelo per tentare di confutare i risultati di ricerche che essi stessi ritengono inconsistenti. Sono simili a mosche che sbattono contro il vetro, cercando invano di uscire da una stanza. Sono senza dubbio dei paranoici: soltanto un vero paranoico, infatti, può aver introiettato un'immagine tanto puerile, falsa e distorta della realtà politica, economica e sociale sì da essere persuaso che le istituzioni non sarebbero capaci di agire contro i cittadini, sebbene dissimulando le proprie scelleratezze dietro parvenze di sollecitudine. Si potrebbero citare esempi a iosa di tale scaltro ed infido modus operandi dei governi più o meno occulti che, per isolare gli oppositori, ricorrono spesso alla diffamazione e soprattutto a dipingere i dissidenti come squilibrati mentali. Nell'Unione sovietica le persone non allineate finivano nei gulag.

Lo stesso Mario Tozzi si è cimentato in questa scomposta e dilettantesca crociata contro la verità: anch’egli, nelle sue zoppicanti e sclerotiche prose, usa esclusivamente “argomentazioni” ad personam, ingiuriando i ricercatori, definendoli come affetti da sindromi ossessive. Le ontose affermazioni di Tozzi sono un vero insulto all’intelligenza anche dei numerosi testimoni di un fenomeno incontrovertibile. Questi testimoni non si lasciano abbindolare dagli “esperti” e dai loro maggiordomi che, accampando una presunta autorevolezza “scientifica” e ripetendo ipnotiche insinuazioni, si rivelano dei deboli e degli inetti, incapaci di interiorizzare il principio di realtà e perciò regrediti in modo irreversibile a fasi freudiane tipiche dell’infanzia.

Non merita molta attenzione la genia dei pennivendoli: occorre, però, di quando in quando, mostrare i pur rudimentali congegni grazie ai quali gli automi farfugliano sesquipedali sciocchezze. Inoltre tra le contorsioni e le calunnie dei loro testi si infiltra una volontà di plagio, di manipolazione mentale che rischia in qualche caso di sortire i suoi letiferi effetti, non foss'altro che per l'espediente della ripetizione; come affermò colui: “Una bugia ripetuta diventa verità”. Ci dogliamo di dargli ragione: d'altra parte, anche esulando dall'ambito delle chemtrails, abbiamo attestazioni che, quando giornali e reti televisive replicano le solite menzogne, anche se del tutto inverosimili (si pensi allo pseudo-attentatore che avrebbe tentato di causare una strage su un velivolo della Delta Airlines diretto a Detroit, con l'esplosivo nelle brache), l'opinione pubblica, prima o dopo, abbocca.

I disinformatori usano dunque stratagemmi per l'assoggettamento psicologico, provando in ogni modo ad influire sul pubblico più inesperto e sprovveduto. Altri sistemi si rivelano anche più efficaci, ma lo spirito d'osservazione ed il discernimento riducono ipso facto la propaganda ad un borborigmo.

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