QUANDO FRANKLIN CONSIGLIAVA "VAIOLO? MANGIATE CIOCCOLATO"

Il Giornale Online(di Nicola Graziani) – Per il vaccino contro l'influenza suina occorrera' probabilmente aspettare diversi mesi. Quello contro l'aviaria non e' ancora arrivato. Il rimedio contro Ebola deve ancora essere sperimentato. In caso di pandemia, si salvi chi puo'.

Oppure si provi con la cioccolata. Cioccolata, certo. Il classico rimedio della nonna che puo' fare miracoli a dispetto della nostra medicina di matrice empirista e positivista basata sulla convinzione che un processo chimico valga piu' di mille ingredienti naturali.

Rimedio della nonna, o anche del nonno, visto che ha avuto come sponsor, agli albori della suddetta medicina sperimentale, uno dei padri fondatori di quell'America oggi alle prese proprio con il morbo della febbre suina.

Si tratta di Benjamin Franklin, l'uomo che ha dato al mondo, tra l'altro, l'ora legale, il parafulmine, le lenti bifocali e l'armonica a vetro. Colui che ha dato forma all'Illuminismo nordamericano, piu' pragmatico e meno serioso di quello del Vecchio Continente, ma altrettanto rigoroso.

Ebbene, di fronte all'infuriare delle epidemie di vaiolo, autentica piaga nella Boston del '700, Benjamin Franklin consigliava: “mangiate cioccolato. La vicenda e' ricostruita in un poderoso volume opera di due studiosi americani, Louis Evan Grivetti ed Howard-Yana Shapiro, entrambi docenti del'Univeristy of California.

Si intitola “Chocolate. History, Culture and Heritage” e lo pubblica la casa editrice John Wiley & Sons. Costa 99,95 dollari in qualsiasi libreria degli Stati Uniti, 79,96 su Amazon. Il prezzo non e' la sola cosa imponente dell'opera. Innanzitutto e' imponente lo spettro della ricerca: tutto quello che c'e' da sapere sul cioccolato dalle orgini ai giorni nostri, con divagazioni antropologiche, scientifiche e religiose.
Ma imponente sono anche le dimensioni e il peso. Le prime sono equiparabili a tre stecche di Carrarmato una sopra l'altra, il secondo sfiora i due chili e mezzo (per la conversione in tavolette di cioccolata ognuno faccia per se', ma si consideri che la ricerca e' stata finanziata dalla Mars, e quindi e' bene utilizzare certe barrette come unita' di misura del tutto).

Nel 1761, si legge, il vaiolo imperversava su Boston, luogo natale di Franklin. Questi, sotto lo pseudonimo di Richard Saunders, era direttore, editore e redattore del suo “Almanacco del Povero Richard”, la pubblicazione piu' letta in citta'.

Ecco quindi cosa Saunders, cioe' Franklin, consigliava ai suoi lettori alle prese col vaiolo: “Nel corso dell'esplosione delle febbri ci si puo' adagiare sul letto, se si vuole, ma senza coprirsi troppo e restando appena vestiti. Si beva abbondantemente, Acqua di Barley, te' balsamico e tamarindo”.

Per gli alimenti solidi “la dieta consista di latte, uova e cioccolata”. Magari non tutto insieme, viste le condizioni dell'apparato digerente di un normale paziente affetto da vaiolo. Comunque, le opinioni Franklin in materia erano condivise da altri esperti di scienza medica della seconda meta' del Secolo dei Lumi.

Anche Benjamin Rush, rispettatissimo medico di Filadelfia, scriveva nel 1780 che la cosa migliore da fare in casi di epidemia di vaiolo era ingerire “te, caffe' o cioccolata”. Oggi si e' propensi a ritenere che, piu' che di profilassi, si trattasse di una dieta ricca di grassi e di zuccheri il cui effetto era quello di non debilitare troppo il paziente.

In ogni caso grandi passi la scienza non li aveva fatti, rispetto ai tempi di Plinio il Vecchio. Il quale, naturalmente, non conosceva il cioccolato e allora amava l'aglio. “L'aglio contro i serpenti, l'aglio contro le streghe”, decretava nella sua Storia Naturale. E cosi' facendo esagerava un po', perche' e' risaputo che l'aglio, piu' che contro i serpenti, funziona contro i vermi.

Fonte: http://www.agi.it/news/notizie/200904301944-cro-rt11318-quando_franklin_consigliava_vaiolo_mangiate_cioccolato