Quasar, radiosorgenti quasi-stellari, canali di comunicazione per civiltà extraterrestri?

Il Giornale Onlinedi Franco Pavone Coordinatore CUT (Centro Ufologico Taranto)

Fra i tanti misteriosi fenomeni dell’Universo, i quasar sono certamente uno dei più enigmatici e interessanti, vista la loro scoperta abbastanza recente dovuta alla radioastronomia, con i più avanzati radiotelescopi del mondo.

Come sappiamo, essendo le onde radio segnali più lunghi della luce, hanno bisogno di grandi antenne per essere ricevute ed ecco allora l’utilità dei radiotelescopi, che hanno permesso la scoperta di fenomeni cosmici estremi come le pulsar, i quasar e le radiogalassie. Queste ultime sono galassie dotate di emissioni radio molto potenti, superiori di oltre cento volte a galassie come la nostra Via Lattea. Al loro interno sono state evidenziate dai radioastronomi immani esplosioni forse causate dal fatto di essere galassie in formazione o forse dalla presenza di buchi neri.

La prima a essere scoperta negli anni trenta fu la Cygnus A nella costellazione del Cigno, che emette onde radio un milione di volte più potenti della nostra galassia. Un’altra grande scoperta dovuta alla radioastronomia sono le pulsar, le cosiddette sorgenti radiopulsanti, che sono stelle di neutroni che ruotando velocemente , emettono regolari impulsi radio.
La prima di esse fu scoperta nel 1967 da una studentessa dell’Università di Cambridge: Jocelyn Bell e dal suo supervisore alla tesi di laurea: Anthony Hewish, che in seguito divenne premio Nobel per la fisica nel 1974. Il primo nome che fu dato alla pulsar appena scoperta fu: LITTLE GREEN MEN, piccoli omini verdi, perché qualcuno ipotizzò all’epoca che quei regolari segnali radio, fossero comunicazioni di una o più civiltà extraterrestri. Anche il geniale Nikola Tesla , agli albori della ricerca radioastronomica, nel suo laboratorio di Colorado Springs negli Stati Uniti, studiando i segnali emessi dalle nuvole interstellari e dalle stelle giganti rosse, giurò di aver captato segnali di origine aliena, dedicando infine i suoi studi a captare segnali da Marte. Ai suoi tempi però nonostante egli comunicò le sue scoperte ad alcune riviste scientifiche, non ebbe molto credito dalla scienza dell’epoca, forse perché non esisteva ancora una ricerca ufficiale sui segnali radio extraterrestri.

I quasar invece, scoperti con i radiotelescopi alla fine degli anni cinquanta, sono oggetti astronomici che somigliano alle stelle normali se li osserviamo con i telescopi ottici. Sono invece oggetti lontanissimi che emettono più energia di tante galassie messe insieme, con grandi quantità di radiazione su tutto lo spettro elettromagnetico e cioè dalle onde radio ai raggi x e ai raggi gamma. In effetti i quasar sono considerati gli oggetti più luminosi dell’Universo conosciuto, grazie al fatto che i loro gas e le polveri cadendo in un buco nero formano un grande disco luminoso sempre più largo e infatti la loro grande produzione di energia li definisce come le “ dinamo “ dell’Universo. Le enormi emissioni prodotte potrebbero incenerire il nostro azzurro pianeta anche da numerosi anni luce di distanza con le loro fiammate.[/size=12]

I radioastronomi suppongono che i quasar vengono creati dai buchi neri , che essendo stelle implose assorbono la materia e creano queste cosiddette radiostelle. Si suppone anche che in origine ogni stella dell’Universo possa essere stata un quasar.

Per rendersi conto della loro potenza , basti pensare che il gas da essi espulso si può estendere nello spazio anche per 150.000 anni luce.
I più grandi radiotelescopi del mondo, a cominciare dal telescopio spaziale Hubble , si sono occupati di questo tipo di ricerca. Ricordiamo infatti: il radiotelescopio del SETI di Arecibo per la ricerca di segnali alieni, il Parkes Radio Telescope di Sidney, che qualche mese fa ha individuato strani segnali, il radiotelescopio di Monte Palomar, il radiotelescopio Chandra, il Very Large Telescope del Cile, il Green Bank, il mitico radiotelescopio di Jodrell Bank di Sir Bernard Lovell, ma soprattutto le parabole del Very Large Array, situate stranamente ma non troppo nella piana di Socorro nel New Mexico, non lontano da siti ufologici conosciutissimi come: Roswell , Magdalena , Alamagordo , Aztec ecc. Questo , dulcis in fundo, non può non far pensare che lo studio dei quasar, delle pulsar e delle radiogalassie, non sia da mettere in relazione con la ricerca di segnali di civiltà extraterrestri.

Se andiamo a vedere , molte strane onde radio sono state captate negli anni dalle gigantesche parabole dei nostri radiotelescopi. La casistica di questi segnali anomali parte già agli albori del secolo, nel 1900, con il genio elettronico Nikola Tesla, i cui studi saranno negli anni quaranta sfruttati per il famoso Philadelphia Experiment, che aveva captato con l’apparato radio da lui montato su di una torre a Colorado Springs, dei segnali intelligenti, che gli fecero esclamare la frase in cui diceva di essere stato “ il primo a ricevere i saluti da un altro mondo “, asserendo che probabilmente gli alieni erano già tra noi e che non potevamo vederli perché avevano una struttura costitutiva diversa dalla nostra e, in effetti se pensiamo che si sono verificati UFO-landing già nell’ottocento, Aurora in primis, la cosa non è poi tanto da relegare nel campo delle fantasie.
Due anni dopo iniziarono gli esperimenti di Guglielmo Marconi e quindi con l’invenzione della radio si captarono su frequenze diverse, molti segnali dallo spazio, che lo stesso Marconi, futuro supervisore del Gabinetto RS 33 di Mussolini , definì di provenienza “ marziana “.

Tornando in tempi più recenti, la ricerca di segnali intelligenti dal cosmo iniziata ufficialmente nel 1960 con il Project OZMA di Frank Drake, antenato del SETI di Arecibo, è coincisa con la scoperta dei quasar e delle pulsar, e questo ci fa pensare come i segnali di queste radiosorgenti naturali quasi-stellari si contrappongano a segnali alieni, o siano addirittura sfruttati da codeste civiltà come nuove radiofrequenze per accelerare l’invio dei loro messaggi comunicativi. Perché se esistono sorgenti radio naturali, queste possono essere usate da civiltà aliene come cunicoli radio-comunicanti per far sapere ad altre civiltà più lontane che l’Universo è brulicante di vita, e prima di inviare nello spazio sonde-ufo con entità tecno-biologiche adatte al volo interstellare, questi fanno una sorta di presentazione radio, anche per sondare l’eventualità che altre civiltà siano pacifiche o no e se possono essere acculturate tecnologicamente. Queste civiltà aliene in effetti, essendo antichissime come l’Universo, avranno raggiunto un grado tecnologico avanzato, in grado di interagire con le dimensioni naturali e le forze che lo governano e quindi non avendo mire di conquista, hanno come unico scopo lo studio di altre civiltà dello spazio, che non hanno raggiunto un avanzato grado tecnologico ed evolutivo, e quindi hanno una visione meno antropocentrista e più benevola della nostra, abituati come siamo anche ad aggredire o essere aggrediti dal nostro vicino di casa. Questo certamente non esclude che nel Cosmo ci possa essere una qualche civiltà belligerante ma finora non ne abbiamo avuto prova, mentre della mentalità guerrafondaia del nostro mondo, la storia dell’umanità ne è piena.

Quindi tornando a un discorso meno sociologico ma più scientifico, potrebbe anche essere, visto che conosciamo poco dei fenomeni dell’Universo, che quasar e pulsar emettano segnali e che siano cunicoli radio-comunicanti dove incanalare onde radio extraterrestri simili ai whormoles utilizzati per curvare lo spazio dimensionale, mentre questi servono a curvare i canali radio, che notoriamente vengono deviati da ostacoli imprevisti. Fantascienza? Ricordiamo che quest’ultima è stata definita come una sorta di scienza di anticipazione, che ha appunto anticipato tante scoperte poi verificatesi nella storia dell’Universo conosciuto. Vedremo in futuro se anche questa teoria si rivelerà esatta.[/size=12]

Fonte: centroufologicotaranto.blogspot.com