Questa crisi è sfiducia nel futuro

Il Giornale Online
[link=http://www.ecofantascienza.it/index.php]di Cesare Pasini[/link]

Da un certo punto di vista è strana questa crisi, che non è altro che sfiducia nel futuro.

In tutte le altre epoche storiche la condizione umana è stata contrassegnata da una povertà estrema, oggi inimmaginabile, dimostrata da una speranza di vita che in tempi di pace non superava i 25 anni. Una povertà che si portava dietro una quantità di altre miserie, tra cui ingiustizie sociali infinite. Oggi invece in Italia la speranza di vita supera gli 80 anni. Crisi o non crisi, tra la società in cui viviamo e quelle del passato c’è un abisso. Come abbiamo fatto ad uscire dalla povertà dei secoli passati? Grazie ad una formula composta da tre elementi: la rivoluzione scientifica e tecnologica, l’economia di mercato e la libertà. (1) Molti oggi si chiedono cosa bisogna fare per uscire dalla crisi. La risposta è: bisogna applicare la stessa formula magica che ha sollevato dalla povertà prima i paesi “occidentali”, e che oggi sta facendo la stessa cosa in quasi tutto il resto del mondo. Come è dimostrato dalla speranza di vita mondiale in crescita da decenni, e che già supera i 60 anni.

Applicare questa formula all’Italia vuol dire prima di tutto rafforzare la democrazia, con una riforma che dia finalmente al popolo dei votanti l’ultima parola nella scelta dei governi. I nostri principali problemi, infatti, a partire dal nostro grande debito pubblico, sono stati causati dall’indebolimento della democrazia durante il regime consociativo e in occasione dei due ribaltoni. (2) Poi bisogna evitare di soffocare il mercato nel tentativo di controllarlo, perchè questi interventi hanno già prodotto una lunga lista di disastri, senza i quali l’Italia sarebbe uno dei paesi più sviluppati e prosperi del mondo. Compito dello Stato è stabilire delle regole per tutelare l’interesse generale; ma poi il mercato, per funzionare all’interno di questi confini, deve essere libero. Infine è necessario investire di più nella ricerca scientifica, e in particolare in quelle tecnologie che promettono di risolvere i principali problemi del nostro tempo.

Detto in altre parole, è necessario promuovere la cultura liberale che sta alla base della società moderna. L’ostacolo principale, al di là degli interessi di parte, è l’ideologia che più si contrappone alla cultura liberale, quella marxista. Essa accusa la società moderna di essere la causa delle ingiustizie sociali. Ma questo è un paradosso, perchè è la povertà la vera causa di tutte le principali ingiustizie, e la società moderna è di gran lunga la meno ingiusta che sia mai apparsa nella storia. Di ingiustizie ce ne sono ancora molte ed è giusto preoccuparsene, ma l’ideologia marxista confonde gli effetti con le cause, e quelli che la condividono, e purtroppo sono molti in Italia, di fatto lavorano per peggiorare la crisi, aumentare il tasso di ingiustizie e fare la guerra alla società civile. Che è proprio quello che hanno fatto i partiti comunisti tutte le volte che sono andati al potere. Essi, per perseguire il loro ideale di giustizia sociale, hanno sempre “distrutto” la classe media, da loro definita “borghese”, o eliminandola fisicamente con l’uccisione di decine di milioni di persone (Lenin, Stalin, Pol Pot), o privandola della libertà e di ogni fonte autonoma di reddito. Altro che giustizia! Questo è il più grande dei crimini, perchè la classe media è il nerbo della società civile, e distruggere la classe media equivale a distruggere la società civile. (3)
L’Italia non ha mai avuto un regime comunista, ma ha avuto comunque il più grosso partito comunista dell’Europa occidentale. Il P.C.I., sfruttando tutte le opportunità offerte da un paese libero e i finanziamenti dell’Unione sovietica, ha sempre lavorato per fare il massimo danno alla società civile. E dopo il crollo del regime sovietico ha solo cambiato nome, ma ha continuato nella stessa politica. Anzi, attraverso i suoi movimenti è riuscito a strumentalizzare i temi ambientali, che così sono diventati un altro argomento per mettere sotto accusa la società in cui viviamo: essa adesso non è solo responsabile delle ingiustizie sociali, ma anche dei danni all’ambiente. E quindi l’ambiente è diventato un pretesto per infliggere all’economia e alla società civile ulteriori danni. Infatti questo ambientalismo ideologico è riuscito ad imporre a molti stati tra cui l’Italia, e alle massime istituzioni internazionali, quasi solo delle costose non soluzioni per i principali problemi dell’ambiente e dello sviluppo, e in particolare per quello strategico dell’energia che è all’origine della crisi. (4)

I problemi dell’ambiente non possono certo essere negati, e sono sicuramente dovuti alle attività umane. Ma un’analisi basata sui fatti e non sull’ideologia mostra che, dopo una fase di crescita della produzione industriale e dell’impatto ambientale, emerge una società matura e terziarizzata che è più sostenibile di quelle povere che l’hanno preceduta. Sia perchè essa ha raggiunto uno stabile equilibrio demografico, condizione fondamentale per la sostenibilità. Sia perchè l’agricoltura è molto più produttiva, e ha bisogno quindi di meno superficie coltivata. Sia infine perchè la produzione dei beni materiali raggiunge presto i suoi limiti, e da quel momento non può più aumentare ma solo diminuire. (5) Questo è quello che si può dire dei paesi sviluppati. E per quanto riguarda quelli emergenti, anch’essi raggiungeranno in pochi anni lo stesso livello di sviluppo, e allora anche l’impatto delle loro economie comincerà a diminuire. E col tempo l’impatto ambientale è destinato a diminuire sempre di più, quasi senza limiti.

Le innovazioni tecnologiche daranno un contributo fondamentale. Già in passato esse hanno fatto veri e propri miracoli: i telai meccanici alla fine del Settecento hanno abbattuto di decine di volte il costo dei tessuti, poi sono venute le macchine a vapore, i treni, i piroscafi, il telegrafo, il telefono, la radio, le automobili, gli aerei, i computer … , che hanno risolto problemi che sembravano impossibili. Ma la stessa cosa stanno per fare oggi le numerose tecnologie, alcune delle quali già mature e altre che stanno maturando, con i problemi dell’energia, dei trasporti, della produzione del cibo, dell’inquinamento e della salvaguardia degli ecosistemi naturali. Tecnologie emergenti che sono diventate altrettante pagine di questo sito. Da un certo punto di vista, quindi, è strana questa crisi, perchè abbiamo già a portata di mano le soluzioni per i principali problemi del nostro tempo. Quello che dobbiamo fare è puntare ancora una volta sulla formula magica del benessere, e promuovere lo sviluppo, economico sociale e ambientale, anzichè cercare di fermarlo.

Ferrara, 30/11/2013

1) LO SVILUPPO COME SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA POVERTA’ E DELL’AMBIENTE (prima parte)
http://www.ecofantascienza.it/articolo.php?id=229

2) INTERPRETARE LA P’OLITICA ITALIANA http://www.ecofantascienza.it/articolo.php?id=192.

3) ECOFANTASCIENZA: UN AMBIENTALISMO FONDATO SULLA REALTA’ E NON SULL’IDEOLOGIA
http://www.ecofantascienza.it/articolo.php?id=250

4) LA COSTOSA FOLLIA DELLE ENERGIE ALTERNATIVE
http://www.ecofantascienza.it/articolo.php?id=255

5) LO SVILUPPO COME SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA POVERTA’ E DELL’AMBIENTE (seconda parte)
http://www.ecofantascienza.it/articolo.php?id=230

Fonte: http://www.ecofantascienza.it/articolo.php?id=256