Richard Hoagland: Fisica Iperdimensionale

L'immagine del tetraedro circoscritto dell'Enterprise Mission
L’immagine del tetraedro circoscritto dell’Enterprise Mission
Un nuovo documento pubblicato da astronomi Australiani fornisce una indiscutibile conferma sul Modello di Fisica Iperdimensionale di Hoagland e Torun, proposto nel loro documento del 1989, Il Messaggio di Cydonia  Il nuovo documento, intitolato “Does a Spin Orbit Coupling Between the Sun and the Jovian Planets Govern the Solar Cycle?” AS06018.htm, evidenzia una relazione risonante e sincronizzata tra i cicli di picco delle macchie solari e le posizioni orbitali di Giove e Saturno.

I lettori di Dark Mission, noteranno questa relazione esatta, sia implicitamente che esplicitamente predetta nel Capitolo 2 del nostro libro.

Mentre la causa meccanica dell’aumento di attività delle macchie solari è ben compresa (è causata dalla rotazione del sole), la forza che unisce questa rotazione e il ciclo solare è rimasta un mistero. Secondo il Dr.Ian Wilson dell’Università del Sud Queensland, che ha pubblicato la nuova ricerca, le osservazioni degli astronomi esperti del sole, hanno concluso che le regioni equatoriali del sole ruotano leggermente più rapidamente delle regioni polari (vedere sotto – b). Questo differenziale di rotazione avvolge le linee del campo magnetico solare (che si estendono tra i due poli) come un set di fasce di gomma (vedere – a).

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Finalmente, le linee del campo trovano la loro strada verso la superficie del sole, perchè il flusso magnetico concentrato è pù vivace rispetto alla zona superficiale circostante (vedere sopra – c).

Questo di conseguenza causa macchie solari, solar flares e coronal mass ejections, che tendono a raggrupparsi attorno al “tetraedro” nei 19.5° di latitudine (nord e sud!) al picco del ciclo (vedi sotto).

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Questo picco è definito “solar maximum” perchè tutte le macchie visibili, flares, ecc., sono più numerose in questo momento, di conseguenza avviene l’inversione dei poli magnetici e il ciclo ricomincia.

Orbit4Esiste una connessione riconosciuta storicamente, tra la frequenza dell’attività delle macchie solari (il numero totale di macchie) e il movimento del sole in relazione al baricentro  del sistema solare o il centro di massa (vedi sotto). Questo viene principalmente guidato dalla combinazione delle forze gravitazionali di Giove e Saturno e, con minor effetto, dagli altri pianeti. Però il grosso problema è che non esiste spiegazione convenzionale su come esattamente avvenga.

“Ci sono realmente solo due possibili interazioni e nessuna di queste è fattibile”, ha detto il Dr.Wilson in una intervista.

“Le forze di marea sono troppo piccole. Possono solo produrre un movimento di millimetri sulla superficie del sole.”

“L’alternativa, per cui il movimento del sole sul centro di massa possa generare movimento interni ad esso, viola il principio di equivalenza di Einstein (enfasi aggiunta)..”

Barycenter

Ciò che separa questa nuova ricerca dalle precedenti interpretazioni è l’osservazione che le relative posizioni di Giove e Saturno, in qualche modo influenzano questa variazione di energia ciclica. Per citare da un articolo sul documento di Wilson et. al, apparso sul sito scientifico dell’ABC Australiana

“Gli autori credono che la leggera attrazione gravitazionale di Giove e Saturno acceleri o rallenti il movimeno del sole rispetto al centro di massa, quando sono allineati o separati da una distanza angolare di 90°.”
“Dicono che quando il movimento orbitale del sole cambia, la stessa cosa avviene per la frequenza di rotazione equatoriale, che fornisce forte evidenza che ci sia un meccanismo di accoppiamento orbitale tra Giove e Saturno e il Sole.”
“Gli autori propongono che questo accoppiamento orbitale prenda la forma di una risonanza 9:8, quando il 179° ciclo di allineamento dei pianeti di Giove diviene equivalente ai nove allineamenti di Giove e Saturno e 8 cicli di Hale da 22 anni.”

“La potenza dell’effetto che Giove e Saturno hanno sul movimento del Sole, può influenzare la forza dell’attività delle macchie solari durante il suo ciclo solare.”

“Ma Wilsono è cauto”.
“Una cosa è mostrare l’associazione e un’altra è mostrare causa ed effetto. Dobbiamo essere cauti, ma lo sapremo in pochi anni.”
Chiaramente la realtà è che finchè gli astronomi continuano a cercare un effetto “gravitazionale” convenzionale per questa sincronizzazione di risonanza, non capiranno mai pienamente cosa causa la rotazione differenziale e il conseguente eccesso di energia dal sole. Nella visione convenzionale, è la massa, quindi la “gravità”, l’unica possibile influenza sulla produzione energetica solare e sul movimento del sole.

Nel Modello Fisico Iperdimensionale invece, “la coda agita il cane”, in forma di momento angolare. E’ fatto innegabile che Giove e Saturno, che possiedono solo una piccola frazione della massa totale del sistema solare rispetto al sole, abbiano in effetti una enorme influenza sul sole stesso (di conseguenza su tutti i pianeti). Questo perchè possiedono quasi tutto il momento angolare (circa il 99%) del sistema solare. Nel Modello Iperdimensionale, è questo momento angolare, principalmente da questi due grossi pianeti, trasmesso attraverso l'”etere Iperdimensionale”, che infine causa la rotazione differenziale del sole.

Per citare direttamente da Dark Missione, Capitolo 2:

“…modifiche in un sistema connesso gravitazionalmente su larga scala, come la scala planetaria del sistema solare, possono avere un effetto istantaneo e misurabile sugli altri corpi dello stesso sistema, mostrando che ci sia una “condizione di risonanza” tra questi due oggetti per iperspazio. Ovvero, il Modello Iperdimensionale sostiene che tutto, persino oggetti tridimensionali separati largamente come pianeti lontani, siano infine connessi attraverso questa interazione quadrispaziale, che spiega come una causa in un posto (come Giove) può avere effetto in un altro (come il Sole)…senza una forza tridimensionale misurabile (come un’onda elettromagnetica) che attraversi misurabilmente la distanza tridimensionale nel mezzo (enfasi aggiunta)..”

In questa visione classica Einsteniana della fisica (dopo il 1905), non esiste “etere”, come venne chiamato nei giorni di Maxwell (metà del 1800), per trasportare la radiazione elettromagnetica nel vacuum. Nel Modello Iperdimensionale (1983), l’etere sta dietro, come “medium” tra la realtà spaziale superiore e la nostra dimensione, attraverso qualcosa chiamato “campo di torsione”.

Questa intera nozione, per cui la configurazione (orbitale) in cambiamento dei membri di un sistema planetario (o stellare) relativamente alla “primaria”, può avere effetto sulla sua produzione totale di energia, è rivoluzionaria per il pensiero corrente, ma senza precedenti.

Negli anni ’40, la Radio Corporation of America (RCA) ha trasmesso John Nelson, giovane ingegnere elettrico, nello sforzo di migliorare le comunicazioni a onde corte attorno alla Terra. Tali trasmissioni radio sono state osservate divenire più affidabili nella “calma” tra l’attività solare associata con gli anni di “picco” delle macchie solari. Per sua sorpresa, Nelson (tramite un osservatorio solare che si è costruito su un tetto a New York – vedere sotto) correlò specificamente questa interferenza radio oscillante tra alti e bassi, non solo con il ciclo delle macchie solari, ma con il movimento dei pianeti più grandi del sistema solare!

Nelson scoprì, per sua crescente sorpresa, una ripetibile correlazione, in essenza “astrologica”, tra le orbite inesorabili dei pianeti (specialmente Giove, Saturno, Urano e Nettuno, che hanno essenzialmente tutto il momento angolare conosciuto nel sistema solare) e le maggiori eruzioni solari che disturbano le trasmissioni radio.

Il Modello Iperdimensionale infine fornisce una spiegazione teorica, un “meccanismo di connessione”, per queste osservazioni decennali e imbarazzanti, della RCA. La scoperta di Nelson era vicina ad una “astrologia iperdimensionale”, la base di torsione/momento angolare dietro le influenze fondamentali tra il sole e i pianeti sulle nostre vite, molto antiche e ora dimostrabili. Per oltre 30 anni, basandosi solo sulle posizioni eliocentriche dei pianeti, John Nelson è stato in grado, col 90% di accuratezza, di predirre con successo le macchie solari, le flares solari e le tempeste geomagnetiche, qualcosa di impossibile con altri sistemi scientifici correnti!

Infine, Nelson ha anche “riscoperto” altro: “….è degno notare che nel 1948, quando Giove e Saturno erano separati da 120° e l’attività solare era al massimo, i segnali radio medi sono passati a qualità molto alta rispetto al 1951 con Giove e Saturno a 180° e un considerevole declino dell’attività solare. In altre parole, la curva media di qualità dei segnali radio (riflessi dalla ionosfera della Terra), ha seguito la curva ciclica tra Giove e Saturno piuttosto che la curva delle macchie solari (enfasi aggiunta)…”

Queste osservazioni vecchie di decenni stanno dicendo..non solo confermando che Giove e Saturno siano i principali piloti dietro la conosciuta attività ciclica solare (nel Modello Iperdimensionale), ma implicano fortemente un diretto effetto aggiuntivo della loro relazione angolare variabile sulle proprietà elettriche della ionosfera della Terra.

Questo, chiaramente, coincide totalmente con queste geometrie planetarie variabili che influenzano non solo il Sole, ma gli altri pianeti simultaneamente, come hanno affermato gli astrologi “convenzionali”, ma in realtà, tramite i “poteziali scalari variabili” di Maxwell (campi di torsione).

A questo punto, solo la Teoria Iperdimensionale:

  • 1. Punta alle profonde implicazioni del semplice fatto astronomico per cui la coda “agita il cane”, che questi pianeti nella Fisica sono pienamente in grado di esecitare una influenza determinante sul sole e tra loro, attraverso il loro rapporto sproporzionato del momento angolare totale nel sistema solare: di 100 a 1.
  • 2. Possiede il preciso meccanismo fisico, attraverso i “potenziali scalari dei quaternioni variabili” di Maxwell (conosciuti anche come “campi rotatori torsionali”, spiegando questa influenza planetaria anomala di momento angolare.
  • 3. Descrive come già pubblicamente identificato, alle Nazioni Unite del 1992, un chiaro indizio geometrico a questo processo solare iperdimensionale: il massimo numero di macchie solari (questi grandi vortici, relativamente freddi, che appaiono sulla superficie solare), che salgono, scendono e sistematicamente cambiano latitudine, durante il corso del conosciuto ciclo solare di 22 anni e hanno un picco ogni metà del ciclo (circa 11 anni) alla latitudine solare di 19.5°.

Non la amate…quando una teoria diviene così elegante? Non fate errori, se il documento del team di Wilson viene largamente accettato, qualcuno cercherà di dare una “spiegazione” convenzionale per razionalizzare le osservazioni. Questa teoria non avrà maggior peso della assurda idea della “degradazione di radiazone” che gira da alcuni anni per spiegare il “muro equatoriale a 60000 piedi” di Iapeto.” Ad un certo punto, i moderni fisici dovranno affrontare la spiacevole realtà per cui Einstein si sbagliava sull’etere e che il modello originale di Maxwell sulla “fisica iperdimensionale/eterica” era corretto.