Riscaldamento universale

Il Giornale Online
7 Ottobre 2010

di Stefano Capretti

Se pensate che il riscaldamento globale sia qualcosa di negativo, pensate anche che circa 11 miliardi di anni fa l'intero universo fu sottoposto ad un evento simile. La conseguenza è stata che la radiazione di voraci buchi neri ha bloccato la crescita di alcune piccole galassie per un periodo di circa 500 milioni di anni. Questa è la conclusione di un team di astronomi che hanno utilizzato le nuove funzionalità dello Hubble Space Telescope per indagare il primo universo invisibile. Attraverso il Cosmic Origins Spectrograph (COS), installato di recente, sono riusciti ad identificare un'era compresa tra 11,7 e 11,3 miliardi di anni fa, nella quale l'universo ha strappato elettroni dai primordiali atomi di elio, un processo noto come ionizzazione. Questo processo ha riscaldato il gas intergalattico inibendo il collasso gravitazionale e la formazione di nuove stelle in alcune piccole galassie. Le galassie di massa più piccola non erano quindi più in grado di ritenere il proprio gas, che quindi è fuggito nello spazio. Michael Shull della University of Colorado ed il suo team sono riusciti a trovare la spia delle linee spettrali di assorbimento dell'elio nella luce ultravioletta proveniente da un quasar, il nucleo brillante di una galassia attiva. Il quasar brilla attraverso nubi di gas che ne espandono la luce rendendolo visibile, come un faro che brilla attraverso la nebbia. Il fascio di luce consente un campionamento delle nubi poste tra le galassie nell'universo primordiale.

L'universo è passato per una ondata di riscaldamento iniziale circa 13 miliardi di anni fa, quando l'energia proveniente dalle prime stelle massiccie ha ionizzato il freddo idrogeno interstellare del Big Bang. Questa epoca è attualmente chiamata re-ionizzazione, visto che i nuclei di idrogeno si trovavano originariamente in uno stato ionizzato appena dopo il Big Bang. Hubble ha scoperto che ci sono voluti altri 2 miliardi di anni prima che l'universo iniziasse a produrre sorgenti di radiazione ultravioletta abbastanza energetiche da re-ionizzare l'elio primordiale prodotto anch'esso nel brodo del Big Bang. Questa radiazione non è provenuta dalle stelle, ma dai quasar. Infatti l'epoca durante la quale l'elio ha iniziato ad essere re-ionizzato corrisponde ad un tempo transitorio nella storia dell'universo dove i quasar erano gli oggetti più abbondanti. L'universo allora era un luogo molto attivo. Le galassie collidevano frequentemente creando buchi neri supermassicci che risucchiavano gas. I buchi neri convertivano furiosamente parte dell'energia gravitazionale della massa risucchiata in una potente radiazione ultravioletta che usciva dalle galassie. Questa ha riscaldato l'elio intergalattico da 18.000 gradi F a circa 40.000°F. Dopo la re-ionizzazione dell'elio, il gas intergalattico si è di nuovo raffreddato e le galassie nane sono riuscite a riprendere il loro percorso evolutivo. I risultati saranno pubblicati nell'uscita del 20 ottobre di The Astrophysical Journal.

Fonte: [link=http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/2010/31/]Hubble Site [/link]

Fonte: http://www.mystars.it/NotiziaAstronomica.aspx?NomeFile=hubble_per_riscaldamento_universale.txt