Risorgere dalla radice terrestre

“Siamo disposti o no ad ammetterlo, noi siamo piante che devono crescere radicate nella terra, se vogliamo fiorire nell’etere e dare i loro frutti”
(Johann Peter Wenzel Hebel)

Gurdjieff paragona la condizione umana a quella del prigioniero che deve diventare consapevole della sua prigione poiché, se l’uomo non sa di essere in prigione non può attuare nessun piano di fuga. Nessuno può tentare la fuga se non è insofferente alla sua prigione, poiché non possiamo liberare chi vuole restare dov’è, infatti nessuno può essere costretto a lasciare una condizione che non vuole abbandonare, perciò non possiamo considerare a favore ciò che ci si oppone.Se l’uomo è insofferente alla sua prigione e se vuole scappare deve trovare chi è già evaso e gli può indicare la via e i mezzi adatti per l’evasione. Le potenzialità umane sono straordinarie, infatti l’uomo può aspirare anche all’immortalità, ma questo non significa che il progresso sia garantito e neppure che tutti ne siano capaci, per questo diventa necessario ricordare ciò che l’uomo può divenire, perché la “sequenza corretta del suo possibile sviluppo” ci rammenti le potenzialità straordinarie di cui siamo forniti. La conoscenza ci fa acquisire maggiore modestia perché l’uomo deve smettere di millantare il possesso di qualità che è ben lontano dall’avere, infatti i progressi sono possibili, ma solo a costo di molta fatica e molto sacrificio.

L’evoluzione richiede sforzi ma, soprattutto richiede degli sforzi che siano consapevoli dell‘obiettivo: la predisposizione a faticare è il requisito essenziale e l’interesse per il lavoro si verifica valutando il possesso di questa attitudine. L’uomo deve faticare per lo sviluppo, infatti può definirsi completo solo quando possiede quattro corpi che sviluppa tramite delle sostanze sottili e raffinate. Questi corpi devono potersi sviluppare compenetrandosi uno nell’altro, perciò devono saper funzionare in reciproca relazione, ma devono essere anche capaci di funzionare in modo indipendente uno dall’altro, perciò devono essere sia collegati che autonomi. Sull’evoluzione sarà bene sapere che non può esistere un’evoluzione meccanica, perché possiamo evolvere solo sviluppando la volontà di voler lavorare in modo sempre più specializzato. La possibilità evolutiva inizia dal corpo fisico, poiché esso possiede una organizzazione talmente complessa che ci permette di sviluppare “un organismo nuovo e indipendente” che offre alla nostra coscienza uno strumento più sensibile e più elevato del corpo fisico. L’evoluzione avviene se separiamo “il sottile dal denso” che è il lavoro specializzato a cui l’uomo si dedica quando possiede la consapevolezza della sua condizione e se possiede la volontà di voler cambiare.

Nella discriminazione tra denso e sottile vanno usati gli “idrogeni” delle nostre capacità migliori per portarle ad un livello ancor più elevato, perciò facciamo il raffinamento in modo sempre più accurato e come in ogni lavoro che è molto complesso potremmo anche non riuscire a conseguire dei risultati, ma il fatto di aver tentato lo sforzo diventa sufficiente per poter avere una possibilità futura, che non è un fatto scontato, poiché tutto va saputo meritare.Secondo la concezione cristiana il primo corpo che possediamo è quello carnale, il secondo corpo è quello naturale dei sentimenti e dei desideri, il terzo corpo è quello spirituale del pensiero e il quarto corpo è il “corpo divino.” I teosofi dicono che il primo corpo è quello fisico, il secondo corpo è quello astrale dei sentimenti e desideri, il terzo corpo è quello mentale e il quarto corpo è quello causale che è il corpo della volontà di chi ripone in se stesso la causa delle sue azioni. Gli indù usano la simbologia della carrozza e del cocchiere, perciò dicono che il primo corpo è la carrozza cioè l’involucro carnale, il secondo corpo è il cavallo delle emozioni, il terzo corpo è il cocchiere che è il pensiero, mentre il quarto corpo è il Padrone che è l’Io, la coscienza e la volontà.

Seppure con diversi termini la ripartizione è presente in tutte le dottrine però, tutti dimenticano di dire che l’uomo non nasce con i suoi corpi sottili e che tali corpi vanno coltivati in modo artificiale, perciò la coltivazione può essere ostacolata o facilitata da alcune condizioni. Nulla si ottiene senza fatica e senza la discriminazione, infatti l’organismo deve saper elaborare le sue sostanze nutritive per portandole dallo stato grezzo in cui sono inutilizzabili a quello raffinato in cui si possono usare, sia in senso fisico che cosmico.

L’uomo deve rendere il suo corpo più raffinato, affinché anche la coscienza sia elevata agli stati più alti dei centri superiori: i nutrienti da usare sono le componenti del cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo e le impressioni sensoriali, sebbene crediamo di poter mangiare solo i cibi che permettono la nostra sopravvivenza fisica. L’uomo che funziona come una macchina dipende solo dalle sue impressioni esteriori, perciò tutto gli accade mentre egli vive passivamente rendendo vero il detto che: “Polvere sono e polvere tornano a essere.”

Gli uomini inerti sono degli organismi con materiali che muoiono e che sono sepolti, perché nulla resta dopo la loro morte: essi mangiano per mantenere un’apparente vita fisica, ma non hanno nulla che possa essere permanente e che sappia sopravvivere. Solo se il corpo fisico produce delle sostanze fini che lo sanno nutrire egli può accrescersi, infatti può sfruttare le sue scorte energetiche per sviluppare il suo corpo astrale, ma la formazione richiede l’ulteriore accumulo di surplus di energia da usare per sviluppare il corpo mentale, perciò sono necessarie delle ulteriori sostanze raffinate di cui disporre per la costruzione del quarto corpo superiore. Il nostro organismo deve saper produrre dei surplus crescenti facendo degli incrementi energetici per formare dei corpi che sanno dominano le strutture inferiori, fino al corpo superno che possiede delle capacità sconosciute e superiori.

Chiaramente l’evoluzione è possibile solo in determinate condizioni, poiché è un lusso anche saper sviluppare il corpo astrale, poiché non tutti possono tornare sulla terra per rivestire nuovamente l’involucro fisico, perciò questo dono non va disprezzato poiché l’incarnazione ci offre l’opportunità di completare l‘evoluzione. Saper sviluppare un corpo astrale è essenziale, poiché esso sopravvive alla morte del corpo fisico e permette la rinascita: il corpo astrale permette una nuova incarnazione entro il tempo in cui resta permanente, infatti in seguito anche il corpo astrale deve dissolversi non essendo immortale.

Poiché il corpo astrale dura molto tempo dopo la morte del corpo fisico si crede che sia facile da ottenere, ma il suo sviluppo è un vero lusso, dice Gurdjieff. Ma se pensiamo che qualcosa sopravvive alla morte, poiché permane è solo perché l’uomo sa creare “qualcosa capace di resistere alle influenze esterne“ facendo una “cristallizzazione” che permette la permanenza di qualità che acquisisce. La cristallizzazione si ottiene con la “fusione” in un nucleo interiore di prerogative che guadagniamo durante la dura lotta tra “si” e “no” e come frutto del duro lavoro interiore che è necessario per ottenere quello che può resistere per sopravvivere anche alla morte fisica. La cristallizzazione è costituita dalla “certa fusione delle qualità interiori dell’uomo: una certa indipendenza dalle influenze esteriori” prodotta per frizione, cioè come risultato della lotta delle nostre opposte tendenze. Se l’uomo vive senza provare dei conflitti interiori, allora egli vive in modo passivo e meccanico, perciò tutto gli accade e lui vive seguendo la corrente, infatti è passivo in un mondo immobile, perciò tutto sarebbe immutabile.

Se l’uomo sente una rivolta interiore e sa lottare per andare verso una direzione che avverte come definita, allora riesce a sviluppare delle caratteristiche permanenti e specifiche, infatti inizia a cristallizzare queste particolarità: questo è lo strumento per costruire il nucleo che dobbiamo saper nutrire come un bambino e che permette il perfezionamento futuro. La cristallizzazione è la capacità che usiamo per creare la forza interiore che ci rende capaci di sopportare ogni cosa pur di poter ottenere ciò che vogliamo, perciò rappresenta la determinazione di una volontà irriducibile. Dobbiamo anche sapere che questa capacità è indipendente dalla qualità del desiderio e dalla nobiltà dell‘obiettivo che ci siamo prefissati, in quando è possibile poter sviluppare qualunque facoltà se usiamo lo sforzo continuo, il lavoro e la determinazione di voler essere vincenti. Solo la cristallizzazione permette di conservare le caratteristiche in modo indipendente dalle condizioni esterne e offre una consistenza che possa restare: tutte le sostanze che mangiamo ci sono necessarie per vivere, perciò sappiamo come usare il cibo e l’aria per conservare la vita dell’organismo.

Abbiamo molta difficoltà a capire come i suoni, le immagini e gli odori possano plasmarci, infatti spesso ci dimentichiamo del fatto che l’energia possiede delle precise qualità di vibrazioni, perciò dimentichiamo che l’energia è un nutrimento. Le impressioni sensoriali entrano nel corpo come energie che ci nutrono impregnando il nostro corpo, perciò dobbiamo saper usare ciò che ci nutre sapendolo usare in modo adeguato e completo. L’impatto delle emozioni diventa lo shock che può stimolare una trasformazione, poiché senza stimolazioni non possiamo trasformare dei vili metalli in oro, perciò resteremmo dei materiali inerti.

Solo l’azione del mondo ci permette di produrre quegli idrogeni sottili che sanno fornire una consistenza alla sostanza che sarà cristallizzata, infatti senza cibo e acqua possiamo vivere molti giorni, ma senza aria e senza impressioni sensoriali resistiamo pochissimo tempo. Il flusso delle impressioni sensoriali funziona su di noi come una puleggia che è collegata all’albero motore, perché il mondo ci offre sempre l’impulso per evolvere: Il motore è il mondo circostante e la natura che ci trasmettono il loro movimento energetico usando le impressioni sensoriali con cui ci sottraggono all’inerzia. Tutto quello che esiste possiede uno scopo e una finalità evolutiva, perché tutto l’universo è in evoluzione, perciò tutto insegna come poter andare verso la nostra meta se impariamo ad applicare la legge dell’ottava a tutto quello che accade nella nostra vita.

Buona erranza
Sharatan

Fonte: http://it.paperblog.com/risorgere-dalla-radice-terrestre-435165/