Scienziati e bioeticisti: tutelare lo scambio di cellule

Il Giornale Online

Cellule di tutti i tipi, staminali, campioni biologici, sangue, Dna: sono migliaia oggi i campioni scambiati ogni anno da tutti i laboratori del mondo, scambi fondamentali per la ricerca e la messa a punto di nuove terapie: questi viaggi non vanno rallentati, altrimenti si rischia di bloccare la scienza, ma servono tutele precise e per questo l'Italia deve ispirarsi alla normativa internazionale e comunitaria.

E' quanto auspicano gli esperti del Network di Biodiritto e Bioetica ieri riuniti nella tavola rotonda 'Anche le cellule passano le frontiere', organizzata anche dalla Cattedra Jean Monnet Ad Personam di Biodiritto della Commissione Europea e dal Centro di Studi Biogiuridici. 'Mentre le norme comunitarie hanno di fatto aperto il mercato di cellule e tessuti umani – ha dichiarato Luca Marini, vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica – in Italia la legge sulla procreazione assistita non disciplina l'importazione di cellule, si limita a vietarne la commercializzazione ma non ne disciplina l'import/export'. Oggi il diritto insegue il processo medico-scientifico ma di fatto, ha continuato Marini, l'Europa e' ancora troppo divisa sui principi e valori etici e a cio' inevitabilmente segue la difficolta' di stabilire norme comuni che tutelino da eventuali speculazioni i viaggi transfrontalieri del materiale biologico.

Tre anni fa l'OCSE aveva stimato che ogni anno 18 mila campioni biologici viaggiano da una nazione all'altra, ha ricordato il preside della Facolta' di Medicina dell'Universita' di Tor Vergata Giuseppe Novelli, pero' nel nostro paese per questi passaggi alla frontiera ancora si utilizzano, qualunque sia il campione biologico, le norme per gli emoderivati che sono molto rigide e spesso tutto cio' rallenta gli scambi della scienza. 'L'Italia deve discutere in maniera multidisciplinare e confrontarsi con organismi europei e internazionali che gia' da anni lavorano su questo terreno, ispirandosi ad esse e senza censure ma stabilendo regole precise basate sulle conoscenze scientifiche', ha concluso Novelli .

DIAMO FONDI A RICERCA UE SENZA RITORNI – I cittadini italiani contribuiscono finanziariamente, nell'ambito del VII programma quadro, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali che viene svolta negli altri paesi comunitari ma senza nessun ritorno sia scientifico sia finanziario. Sarebbe forse utile rivedere perlomeno i parametri di finanziamento alla ricerca in UE, come gia' da anni fa il Regno Unito. E' quanto affermato da Marini parlando della decisione del presidente Usa Barack Obama di sbloccare i fondi pubblici per la ricerca sulle staminali embrionali umane. 'La Comunita' Europea finanzia la ricerca sulle staminali embrionali con soldi pubblici di tutti gli stati membri, quindi anche italiani – ha detto Marini – quindi escludere in Italia quella ricerca dal sostegno finanziario pubblico vuol dire, da una parte, finanziare gli altri paesi dell'UE per quel tipo di ricerche in modo unilaterale attraverso la Comunita' Europea, dall'altra rinunciare a recuperare parte dei contribuiti e ad indirizzarli a soggetti italiani secondo il principio del 'giusto ritorno' che regola di fatto i rapporti finanziari tra la Comunita' Europea e i singoli stati membri'. 'Al di la' di dogmatismi di qualunque tipo – ha concluso – trovo singolare che per i cittadini italiani, alla perdita secca in campo scientifico, debba aggiungersi quella finanziaria'.

“In Italia il clima per la ricerca non e' favorevole. In totale controtendenza rispetto agli Stati Uniti, sta per essere emanato un bando di ricerca sulle cellule staminali che esclude dal finanziamento la ricerca sulle embrionali. Quello che per me non e' accettabile e' l'ipocrisia, e questa modalita' truffaldina di impedire il finanziamento a una ricerca considerandola immorale, senza pero' dire ai cittadini che da questa ricerca tra virgolette “immorale” ne beneficiamo eccome.” Lo ha detto Elena Cattaneo, una delle maggiori ricercatrici europee sulle cellule staminali, nel corso di una lunga intervista all'agenzia radiofonica Econews. A chi sostiene che, grazie alle cellule riprogrammate, sia ormai inutile la ricerca sulle embrionali, Cattaneo risponde: “Siamo arrivati alle cellule riprogrammate perche' abbiamo fatto dieci anni di ricerca sulle cellule staminali embrionali. Questo risultato e' dunque il risultato di quella scienza che si voleva ostacolare. Questo modo di vedere la scienza a compartimenti stagni e' falsante e ingannevole. Se vogliamo essere certi che le cellule riprogrammate possano essere equivalenti alle embrionali non potremo far altro che studiarle entrambe.”

Ancora, Cattaneo si sofferma sulla questione dell'embrione umano: “Il punto e' se l'embrione e' persona o no. Sono comprensibili tutte le posizioni, ma il nodo cruciale e' come fare a garantirle tutte. Non si puo' impedire una ricerca su una struttura composta da 120 cellule (la blastocisti), che e' tenuta nei congelatori e lo sara' per i prossimi 20 mila anni, e dunque e' destinata a essere buttata via. Chi pensa che quella blastocisti sia una persona non so come possa dormire la notte, ma non vedo grandi battaglie per andare a liberare quelle persone dai vari congelatori d'Italia. Le linee di cellule embrionali ci sono gia', perche' non dovremmo utilizzarle? Perche' si concorre a un delitto fatto da qualcuno anno fa? Allora non dovremmo usare nemmeno i vaccini, per cui sono state fatte sperimentazione capestro.

Un'altra domanda che solleverei e' cosa fare di quelle tremila blastocisti/persona, per chi pensa che siano persone, congelate: bisogna liberarle o lasciarle per sempre nei congelatori? Nessuno vuole criticare la posizione etica dell'altro, ma se nell'ambito di questi pensieri subentrano pesanti contraddizioni non posso credere molto a chi sostiene che la blastocisti e' persona, perche' mi sta girando le carte in tavola.”

Dopo la decisione del presidente statunitense, Barack Obama, di sbloccare i finanziamenti pubblici sulle cellule staminali embrionali si deve stabilire “quali altri interessi, probabilmente di alcune ditte farmaceutiche, hanno un'ingerenza ancora piú fattiva nella scienza e nella ricerca e in questo caso anche nella politica”. Lo ha detto monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, commentando alla 'Radio Vaticana' la decisione del presidente americano e sottolineando che si è trattato di “una vittoria della politica sull'etica”. “Mi sembra – ha aggiunto Fisichella – una vittoria di Pirro perch‚, sentendo e dando voce agli scienziati, noi sappiamo che le cellule staminali embrionali al momento non portano da nessuna parte. Le cellule staminali adulte hanno invece già portato a guarire patologie di ben 2 mila malattie. La scienza e gli scienziati – ha osservato il vescovo – dicono che questa al momento non è la via percorribile”.

Fonte http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/noti.php?id=253070