Se il controllo del clima diventa un'arma (articolo di Antonio Teti)

Dall'Alaska onde radio per modificare il tempo atmosferico

Pubblichiamo un articolo del 2008 su H.A.A.R.P. che, nonostante qualche lacuna ed imprecisione, evidenzia in modo corretto uno dei veri fini del complesso di antenne ubicato a Gakona, in Alaska, ossia il controllo del clima in ambito militare. Per una conoscenza più esauriente del tema, consigliamo la lettura degli articoli scritti dal Professor Alessio di Benedetto, studi in cui sono analizzate tutte le sinistre potenzialità di H.A.A.R.P., un'arma polivalente, dagli effetti distruttivi spaventosi.

Il testo è tratto da novaonline.ilsole24ore.com e si può leggere anche qui.

Niente guerra ambientale, almeno sulla carta. Qualche settimana fa in un'intervista radiofonica il tenente generale Fabio Mini, ex capo di Stato Maggiore del Comando N.A.T.O. delle Forze Alleate Sud Europa, ha asserito che «la guerra ambientale in qualunque forma, è proibita dalle leggi internazionali. Le Nazioni Unite, fin nel 1977, hanno approvato la convenzione contro le modifiche ambientali, il che rende ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti sull'ambiente, ma, come succede a molte convenzioni, è stata ignorata ed i militari hanno anzi accelerato la ricerca e l'applicazione delle tecniche di modificazione del tempo e del clima, facendole passare alla clandestinità. Se prima di quella data, l'uso delle devastazioni ambientali era chiaro e se le modifiche ambientali anche gravissime erano codificate e persino elevate al rango di sviluppo strategico o di progresso tecnologico, oggi non si sa più dove si diriga la ricerca e come si orientino le nuove armi».

Mini sa bene di che cosa parla. È un militare con un'esperienza accumulata nel corso degli anni in missioni in tutti gli angoli del pianeta. Nel 2004 è stato decorato perfino con la “Legion of Merit” dal comando statunitense. Ma a che cosa si riferisce esattamente? Un interrogativo che ci si pone da un po' di tempo è quello riconducibile alle cause dell'estrema instabilità climatica che, negli ultimi anni, “colpisce” diverse aree. Uragani, tempeste e tifoni continuano a devastare diverse aree del pianeta dai Caraibi all'Asia, mentre in Asia ed in Medio Oriente la siccità affligge le popolazioni residenti. Sappiamo tutti che la causa di questi fenomeni è dovuta soprattutto all'aumento della temperatura del globo.

Ma è solo una delle cause. Spostiamoci nel paese del freddo più lungo ed intenso degli Stati Uniti: l'Alaska. La località che ci interessa è Gakona, altipiano immerso nel verde lussureggiante dei boschi del nord. Proprio al centro di questo paradiso della natura, ha sede il Laboratorio di Ricerca dell'Aviazione statunitense, Divisione Veicoli Spaziali, in cui si compiono studi avanzati sui cambiamenti climatici. In realtà, questi studi sono riconducibili ad un programma noto, sin dal 1992, con la sigla H.A.A.R.P. (High Frequency Active Auroral Research Program). Il progetto viene descritto su un portale in cui viene presentata un'innocente stazione scientifica dove si sondano via radio le regioni dell'alta atmosfera (ionosfera e magnetosfera). Nel sito, dalle scarne informazioni, si indica che per ulteriori informazioni è necessario contattare l'Air Force Research Laboratory dell'U.S. Air Force. Inoltre si precisa che anche altre nazioni studiano la ionosfera, come la stessa Russia ed i Paesi europei, che risultano componenti del consorzio Eiscat (European Incoherent Scatter Radar).

Anche in Europa H.A.A.R.P. è presente. A Tromsoe (Norvegia) sono state fornite (da ditte statunitensi collegate al progetto) apparecchiature di recente installazione classificate come radar “incoerenti”. Gakona, che è situata a circa 200 km a Nord-Est del Golfo del Principe Guglielmo, è in un'enorme proprietà del Dipartimento della Difesa statunitense, scelto nel 1993 da funzionari dell'Air Force per installare piloni di alluminio alti 22 metri, il cui numero è cresciuto fino ad arrivare a 180. Ognuno di questi essi porta doppie antenne a dipoli incrociati, una coppia per la “banda bassa” da 2.8 a 7 MegaHertz e l'altra per la “banda alta” da 7 fino 10 MegaHertz. Tali antenne sono capaci di trasmettere onde ad alta frequenza fino a quote di 350 km, grazie alla loro grande potenza. Scopo ufficiale delle installazioni è studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni dato che lo strato è composto da materia rarefatta allo stato di plasma, cioè di particelle cariche (ioni), ed ha la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane, in particolare nelle ore notturne. È per questo, ad esempio, che, di notte, ci è possibile ascoltare alla radio le stazioni AM di molti Paesi stranieri, dato che la riflessione ionosferica permette ai segnali di scavalcare la curvatura terrestre. In realtà il progetto è integrato nel N.A.A.T. (New Armaments to Advanced Technology), controllato dalla Difesa strategica statunitense (S.D.I.).

Così, mentre gli ambientalisti accusano l'amministrazione Bush di non aver firmato il Protocollo di Kyoto e di non avviare misure consistenti per la riduzione di gas nocivi nell'atmosfera, la questione della “guerra climatica” non viene minimamente menzionata. Perché di questo si tratta! Infatti il sistema di antenne sarebbe (è, non “sarebbe”, n.d.r.) in grado di emettere onde radio ad altissima frequenza che, concentrate in un punto specifico dello strato atmosferico, ne determinerebbero un surriscaldamento. A questo punto le onde elettromagnetiche rimbalzano sulla terra con un “effetto penetrazione” che può generare fenomeni climatici di tipo diverso (maremoti, tifoni, uragani etc.). Sono ancora ipotesi (non sono ipotesi, bensì fatti accertati, n.d.r.), ma non del tutto ignorabili. Di recente la Federazione Scienziati Americani ha ammesso che avviene un «uso militare» di H.A.A.R.P., ma non di tipo “destructive”, ma orientato solo per operazioni di tipo “special recognitions”. In effetti, mediante una modulazione mirata dei segnali in frequenze bassissime, sarebbe possibile “vedere” ciò che succede nel sottosuolo, individuando bunker, silos di missili e installazioni sotterranee.

Di “guerra ambientale” si parlava già decenni or sono. Anche in U.R.S.S., sin dal 1976, si annunciava la possibilità di sperimentazioni di questo tipo. Lo scienziato Bernard Eastlund, considerato il padre di H.A.A.R.P., l'11 agosto 1987 brevettava con numero di “patente” 4,686,605 il suo «Metodo ed apparato per l'alterazione di una regione dell'atmosfera, della ionosfera o della magnetosfera». Nessuno può dirci che cosa ci riservi il futuro, però forse un giorno potremmo anche essere costretti a pagare per una giornata di sole…

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