L’enigma irrisolto delle sfere di granito del Costarica

L’enigma irrisolto delle sfere di granito del Costarica
sfere di granito
Sfere di granito

Il Costarica o secondo gli abitanti del luogo: la Costarica, è uno stato del Centro America che conta circa 4 milioni di abitanti su di una superficie di 51.000 km. quadrati ed è bagnato sia dall’oceano Pacifico che dal mare Caraibico sulla costa Atlantica. Come in molte nazioni del centro e del sud America la lingua più parlata è lo spagnolo. Molto probabilmente i primi esseri umani che hanno abitato codesti lidi risalgono al periodo glaciale del Pleistocene, quando anche lo stretto di Bering subì il congelamento delle proprie acque e gli abitanti del continente Eurasiatico migrarono in quelle terre che oggi chiamiamo Americhe.

La Costarica fu scoperta da Cristoforo Colombo nel nel 1502, quando effettuò una delle sue tante esplorazioni, ma fu Vasquez de Coronado (citato anche nel film Indiana Jones e l’ultima crociata) nel 1563 che penetrò al suo interno , conquistando quelle terre e fondando la città di Cartago, capitale della Costarica sino al 1823 e antesignana della attuale capitale San Josè .

L’ 89% dei suoi odierni abitanti sono bianchi di origine europea e la loro religione è il cattolicesimo romano e senza dubbio essi sono discendenti genetici delle migrazioni del Pleistocene. Dopo questo excursus geografico-scientifico , possiamo anche segnalare il fatto che lo scrittore Michael Crichton ambientò in Costarica i suoi famosi romanzi “ Jurassic Park “ e “ Il mondo perduto“, anche se quei lidi sono stati descritti in modo diverso dalla realtà . Ma l’affascinante enigma che fa da spunto a questo articolo è quello delle non molto conosciute “ sfere di pietra di granito “ trovate in Costarica nel 1930 sotterrate tra la vegetazione e che vanno da una grandezza di pochi cm. di diametro a più di 2 metri e mezzo e che pesano anche 16 tonnellate. Tra le numerose reminescenze mitologiche raccontate sulle sfere , una è quella che ne ipotizza la provenienza dalla enigmatica civiltà di Atlantide, foriera di tecnologie avveniristiche, per qualcuno di provenienza esogena al nostro pianeta e decantata da Platone nel suo Timeo e Criziafv.

Nel cercare di dipanare la matassa degli enigmi di cui ci occupiamo e nello studiare le cosiddette scienze di frontiera, questi reperti di un remoto e misterioso passato ci inducono a formulare teorie che non vogliono essere esaustive e che possono sembrare anche incredibili, ma creano se non altro un dibattito tra gli studiosi che potrebbe anche portare alla risoluzione dell’enigma stesso. Le ipotesi che si possono formulare sulle sfere del Costarica sono tante e ci si può sbizzarrire sulle implicazioni da esse rappresentate. Ormai tanti indizi stanno portando a credere che le civiltà del passato avevano raggiunto un grado tecnologico avanzato per i loro tempi , come anche tanti “ ooparts “ oggetti fuori cronologia, testimoniano. Se poi queste tecnologie avevano origini terrestri o aliene al nostro pianeta, questo ancora non possiamo dirlo con certezza, ma tante testimonianze ci portano al di fuori di esso.

Anche sulle stesse sfere del Costarica si possono azzardare tante ipotesi esplicative incredibili, ma tante volte in una teoria fantasiosa, eliminando l’impossibile, il resto è verità e del resto ogni leggenda ne ha sempre un fondo. Proviamo nel nostro piccolo a formularne qualcuna. Di queste sfere di considerevole peso ne sono state trovate a centinaia e attualmente sono disseminate in tutto il paese, usate anche come ornamento ai bordi delle strade e molte sono ancora semisepolte nel terreno, perché per il loro peso considerevole, se ne sconsiglia il trasporto.

Gli studiosi ancora non comprendono il motivo del perché esse siano state sparse in tutto il Costarica , soprattutto lontane dai centri abitati e in zone molto impervie. Esse furono individuate per la prima volta durane lavori di disboscamento effettuati da una multinazionale americana: la United Fruit , che doveva installare piantagioni di banane.

Durante questi smottamenti artificiali di terreno, sono apparse queste sfere di granito sepolte, che si suppone siano antiche anche di duemila o tremila anni.

La zona primaria è anche una delle più inospitali delle Americhe, dove serpenti e ragni velenosissimi la fanno da padrone. Non si sa chi le ha scolpite e neanche il perché di questo immane lavoro, perché stranamente la cava di granito più vicina si trovava a 50 km di distanza e controllare la discesa di sfere del peso di 16 tonnellate era leggermente arduo. Se poi pensiamo che per levigare una sfera di tale peso ci voleva un blocco granitico di 3 metri di lato con un peso di 24 tonnellate, avrei voluto vedere gli antichi abitanti che lo trainavano, oltre che tagliarlo. Anche le loro misure geometriche erano quasi perfette con uno scarto di errore di pochi millimetri e questo denota una ottima conoscenza della matematica. Un altro mistero è la collocazione in tutto il Costarica con la loro sepoltura nel terreno. Il metodo di lavorazione con cui venivano levigate le sfere, si suppone sia stato effettuato con altissime temperature non si sa come provocate, che ne permettevano la levigatura con una precisione estrema.

C’è finanche una cittadina del Costarica dove ne sono state trovate tantissime, che viene chiamata Bolas, che in lingua costaricana significa appunto “ sfere “. Lo studioso russo Ivan Zapp studiando la carta geografica della zona di Bolas ha tracciato una rotta fino alla cittadina di Uvita sulla costa dell’Oceano Pacifico, dove ne sono state trovate tante e dove anche lo studioso Samuel Lothrop, archeologo della Università di Harward lo ha potuto appurare. La rotta tracciata dal russo Ivan Zapp incrocia il monte Chiripò, alti 3800 metri , dove vi è una stradina chiamata “sentiero del camposanto della macchina d’oro“, dove qualcuno ha raccontato che migliaia di anni fa sia stato sepolto un oggetto volante di natura ignota.

L’archeologo Lothrop è riuscito a ricostruire l’ubicazione originaria delle sfere e ha tracciato nuove mappe che conducono alle isole Galapagos e alla lontanissima isola di Pasqua, come sappiamo luogo di evidenze archeologiche e di affascinanti misteri. Secondo gli studi di Lothrop le sfere non sarebbero altro che le stelle che indicano la rotta ai naviganti, tramite il loro allineamento con le costellazioni visibili. Il mistero comunque rimane ancora insoluto, perché non si sa il motivo certo della loro lavorazione, chi sono stati i loro artefici e la tecnologia usata per formare sfere di 20 tonnellate. Ma qualcosa di indefinibile ne porta le reminescenze verso il Cosmo.

In effetti la loro forma sferica ne somma la configurazione con oggetti volanti o astronavi più adatti con quella forma ai viaggi interstellari. Già la fantascienza con la sua narrativa di “ anticipazione“, vedi la collana tedesca creata da Karl Herbert Scheer e Walter Ernsting con la casa editrice Pabel Verlag , e cioè la mitica saga di Perry Rhodan, con le gigantesche astronavi sferiche anche di 500 metri di diametro degli alieni Arkonidi , ha anticipato questo assunto, e dove troviamo questa forma anche in molti reperti archeologici come il Disco Azteco di Città del Messico, che viene indicato come un astronauta in una macchina volante sferica.

Qualcosa di simile alle sfere costaricane è stato trovato anche in Serbia, in Nuova Zelanda e in Scozia, anche se non con la stessa perfezione . Se andiamo a comparare ancora questa particolarità della sfericità, anche agli albori della astronautica, i primi satelliti artificiali : dallo Sputnik russo all’ Explorer americano, hanno ricalcato questa forma aerodinamica. Qualcuno ha anche ipotizzato che codeste sfere siano accumulatori di energia sismica e in effetti in quelle trovate in Serbia sono state riscontrate emissioni elettriche registrate da sensori audiovisivi.

Le sfere del Costarica potrebbero anche essere reperti di una civiltà tecnologica molto avanzata di 12.000 anni fa, poi scomparsa, ed hanno una loro unicità. La loro posizione di allineamento, atta a formare geometricamente : triangoli, rettangoli e linee rette, spesso indicano il nord magnetico della Terra. Alcuni studiosi del Museo Nazionale del Costarica, dove ne sono state catalogate circa 200 di queste sfere, sono convinti che sepolte c’e ne siano ancora tante.

Un’altra stranezza riguarda il fatto che nessuna scrittura antica sia stata trovata sopra o nei pressi delle sfere , a meno che non siano esse stesse un linguaggio criptato, tipo il famoso “codice Enigma“ nazista e questo le rende ancor più intriganti o almeno pari ad altri misteri di origine precolombiana. Oltre agli studiosi Zapp e Lothrop, anche un ricercatore del luogo: Ricardo Lopez, studiando le sfere, ha rinvenuto i siti archeologici di sette città sotterranee nel nord del Costarica, collegate tra loro da una rete di strade larghe sessanta metri che anticamente erano visibili solo dall’alto, come le arcinote linee di Nazca.

Scattate successivamente foto aeree, si notò che tutte queste strade partivano da una città posta al centro e oiù estesa delle altre, formando una raggiera che si dipanava alle altre città. Una delle strade stranamente portava in linea retta ancora verso le Galapagos a l’isola di Pasqua. Lo scienziato Ivan Zapp, stante questi studi, ha concluso che le sfere dovevano essere state un tempo coperte da una materiale translucido, in modo da essere individuate dall’alto. Dall’alto si, ma da chi? Dopo questo excursus sulla storia e le ipotesi fatte dagli studiosi, si possono formulare nuove teorie sul significato intrinseco di questi manufatti sferici edificati da una civiltà antichissima e ci vengono in mente altre implicazioni possibili di questa forma aerodinamica universale.

Possiamo partire dal DNA , l’acido desossiribonucleico alla base della vita che contiene i dati genetici fondamentali alla sintesi del RNA e le proteine indispensabili per il funzionamento degli amminoacidi degli esseri viventi. Isolato dal fisico svizzero Friedrich Miescher nel 1869, il DNA è un polimero organico composto nelle sue eliche dai monomeri definiti “ nucleotidi “, di forma sferica e senza stare qui a fare una lezione di genetica, le sfere del Costarica potrebbero anche rappresentare in grande un enorme DNA, con le sfere come nucleotidi, illustrandone uno terrestre frutto di un ipotetico esperimento o finanche un DNA extraterrestre, prova dell’esistenza di altre forme di vita intelligente nell’Universo, per futuri ricercatori.

Un’altra teoria potrebbe essere quella che queste sfere rappresenterebbero globi luminosi volanti , UFO ante-litteram, vista la loro antica lucentezza visibile dall’alto, antesignani progenitori dei foo-fighters della Seconda Guerra Mondiale e dei globi luminosi di Hessdalen in Norvegia . Un altro assunto importante e forse il più semplice, potrebbe essere il fatto che le sfere del Costarica rappresentino i mondi dello spazio, edificate per far capire che l’Universo è pieno di mondi extrasolari abitati da esseri viventi difformi l’uno dall’altro, spiegando così la diversa grandezza delle sfere.

Del resto sappiamo che solo sul nostro pianeta Terra ci sono tanti tipi di esseri viventi: dai minuscoli battèri ai grandi cetacei, molto più intelligenti di quanto pensiamo, immaginiamo quindi cosa possa esistere nella vastità del Cosmo. Quindi possiamo dedurre che la forma sferica dei manufatti del Costarica possano rappresentare i corpi celesti dell’Universo : dalle stelle fonti di energia per la vita, ai pianeti muti viaggiatori e sedi di probabili civiltà intelligenti. Chi ha scolpito queste sfere, sicuramente con conoscenze tecnologiche avanzate, di fonte forse esogena al nostro mondo o può anche darsi, non lo possiamo sapere con certezza, di fonte terrestre, aveva evidentemente anche conoscenze astronomiche sviluppate, come anche altri popoli della Terra detenevano, vedi per esempio i Dogon africani e questo è sintomatico dello sviluppo scientifico delle antiche civiltà scomparse, ma che hanno lasciato affascinanti tracce della loro presenza. L’enigma millenario delle sfere costaricane è uno di questi, lungi ancora dall’essere svelato e fonte anche di studi e ricerche per conoscere , sapere e capire chi siamo e dove stiamo andando nel nostro lungo cammino di civiltà, visto che stiamo affacciandoci da poco sul grande palcoscenico dell’Universo.

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