Sincronicità ed E.S.P.

Sincronicità ed E.S.P.

“Se le recentissime conclusioni delle scienze naturali si approssimano a un concetto unitario della realta’ , al quale si adattano da un lato gli aspetti di spazio e tempo e dall’altro quelli di causalita’ e sincronicita’, cio’ non ha niente a che fare col materialismo. Piuttosto sembra emergere qui la possibilita’ di eliminare l’incommensurabilita’ tra osservatore e osservato” (C.G.Jung).

Sincronicità La sincronicità è un fenomeno che ha catturato l’attenzione e la ricerca di C.G.Jung e W.Pauli per più di 30 anni. Consiste nel verificarsi simultaneo di due diversi stati psichici, due eventi (interni e/o esterni) legati da un significato, ma non da causalità. Sono coincidenze significative entro cui la “connessione” prescinde dal tempo, dallo spazio e dai rapporti causa-effetto. Una delle testimonianze più note sul fenomeno è quella riportata da Jung nell’esperienza con una paziente. La donna, che si trovava in un momento terapeutico decisivo, stava raccontando un sogno nel quale ella riceveva in dono uno scarabeo d’oro. Nel frattempo Jung sentì un rumore alle sue spalle, come se qualcosa urtasse contro la finestra: era uno scarabeo che cercava di entrare nella stanza buia.

Lo scarabeo, simbolo per eccellenza di rinascita, “entrato” nel momento analitico più idoneo, riuscì ad infrangere la barriera difensiva della donna che, ancorata ad una statica razionalità, non era riuscita, fino a quel momento, ad evolvere. L’esperienza psicologica, in questo caso divenuto famoso, ha assunto pregnanza grazie all’affiorare di parallelismi simbolici che Jung, almeno in un primo tempo, collegava all’inconscio collettivo ed agli archetipi. Jung ha descritto 3 tipi di sincronicità: nel primo vi è coincidenza tra contenuto psichico ed un evento esterno; nel secondo vi è un sogno o una visione che coincide con un evento distante nello spazio. Nel terzo, una persona ha un sogno o una visione di qualcosa che deve avvenire e che poi, di fatto, si verifica.

Un fenomeno altrettanto interessante che può definirsi, in qualche modo, analogo alla sincronicità, è l’ESP (percezione extra-sensoriale, fenomeni chiamati in generale col termine PSI da una lettera dell’alfabeto greco), problema di non facile soluzione per la difficoltà di tracciare una linea netta di demarcazione tra le frodi, i piccoli trucchi, l’auto inganno e gli esperimenti scientifici. Negli anni ’40 divennero famosi, in USA, gli esperimenti di psicocinesi dei coniugi Rhine (indovinare le carte, influire sul lancio dei dadi), cui lo stesso Jung attinse per approfondire la sua ricerca. Il principio della causalità, da parte sua, venne detronizzato all’inizio del ventesimo secolo in seguito alle rivoluzionarie scoperte della fisica. Basti pensare al Principio di Indeterminazione di Heisenberg secondo il quale è impossibile “fissare” la conoscenza delle particelle elementari perchè si presentano come onde o come corpuscoli a seconda di ciò che si vuol osservare: velocità o posizione.

Oppure al concetto di “inversione del tempo” ad opera di R.P. Feynman il quale, nel ’49, ipotizzò che il positrone (elettrone con carica positiva o antielettrone) sia un elettrone che, per un istante, si muove all’indietro nel tempo, così come avviene per le altre anti-particelle. Oppure al neutrino, particella, tanto difficile da “catturare” perchè, praticamente, non ha nessuna proprietà fisica: non ha massa, non ha carica elettrica, non ha campo magnetico. Il paradosso, l’astrattezza e la vaghezza d’interpretazione, sono gli elementi che accomunano il “psi” del fisico e il “psi” del parapsicologo. Ma torniamo al discorso di partenza, cioè alla sincronicità che Jung studiò col contributo del fisico W. Pauli, il “padre spirituale” del neutrino. Oltre a Freud, che intese la telepatia come sistema arcaico di comunicazione tra gli individui, biologi, matematici e filosofi si sono occupati del problema, avanzando riflessioni ed ipotesi che mettono in discussione il concetto stesso di “caso”.

Schopenhauer, parlando di armonia e connessione nella vita di ogni individuo, sostiene che la causalità è soltanto uno dei principi che governa il mondo. La natura degli “eventi convergenti” va ricercata, secondo A. Koestler, in una “tendenza integrativa” universale che, al di là di un principio causale, mira a riunificare la conoscenza parcellizzata.

Sembrerebbe quindi che la seriazione e la sincronicità sono le risultanti archetipiche della fondamentale unità di tutte le cose, e che le ESP siano le più alte manifestazioni del potenziale integrativo della materia vivente.

Secondo Jung “…soltanto la radicata convinzione dell’onnipotenza della causalità crea difficoltà alla comprensione e fa apparire impensabile che possano verificarsi o esistere eventi privi di causa….”

Ma tali eventi esistono (anche se, perlopiù, distratti come siamo, non ci facciamo caso e li trascuriamo) e sembrano assomigliare a degli ordinamenti, “atti creativi” facenti parte di un universo complesso e misterioso di “creatio continua”, al di là di una nostra possibile comprensione intellettuale. Tra le ultime formulazioni teoriche in merito, è importante evidenziare il pensiero di Jean Charon, eminente fisico contemporaneo. Charon descrive l’”onda psi” come un movimento ondulatorio di ogni particella elementare che permette lo sguardo sul mondo esterno, quindi una visione piccola e ristretta di un piccolo “pezzetto” di Universo ma, contemporaneamente, permette alla particella di contemplare anche il suo mondo interno, in rapporto anche al passato e alla memoria.

Questo dà luogo alla scelta di uno specifico comportamento, tra un insieme di scelte possibili; tale scelta è agita come comportamento unico ed evolutivo in solidarietà con il Cosmo intero. Guardando all’organismo (il corpo materiale) come ad un insieme di particelle elemtari, possiamo distinguere il Pensiero (l’Io) che funziona razionalmente per fornire comportamenti possibili, e lo Spirito (il Sè) che, come Centro Universale di Coscienza, rappresenta il Tutto e, attraverso il “non-volere”, tende a scegliere (almeno, così crede l’Io…) il comportamento più adatto all’evoluzione.

Scopo ultimo di Ragione e Intuizione è la dilatazione, l’accrescimento della coscienza, in una visione onnicomprensiva ed universale. D’altra parte è pur vero che “… i processi del sistema inconscio sono ‘fuori dal tempo’, cioè non sono ordinati nel tempo, non mutano col trascorrere del tempo. Il rapporto col tempo riguarda il sistema della coscienza” (S.Freud). Forse è per questo che, soprattutto nel pensiero occidentale, così intriso di razionalismo e determinismo, è difficile ammettere una complementarietà tra uomo e cosmo, e che esista un livello di realtà “altro” che esula dal principio di causalità. Ma l’odierna fisica atomica ci conduce ad una visione del reale assai simile alla visione intuitiva dei mistici orientali, sicchè i fenomeni sincronistici non sembrano più così oscuri dal momento che spazio e tempo formano un continuum, materia ed energia sono intercambiabili, osservatore ed osservato interagiscono e formano un tutt’uno.

Laura Ottonello