So come controllare l’Universo, perché competere per un milione?

Il Giornale Online
di Alessandro Sabatino

“Io so come controllare l’Universo, mi dica perché dovrei concorrere per vincere un milione di dollari?”
– Grigorij Jakovlevic Perel’man (2011)

Grigorii Perel’man è un genio. Non ci sono altre vie per definirlo, perché lui è semplicemente questo: un genio, probabilmente a livello di Leonardo da Vinci e di Albert Einstein. Fermi riteneva che di personalità così ne nascessero una o due ogni secolo. Genio e sregolatezza, specie per i matematici, spesso vanno a braccetto. Evariste Galois, John Nash, Paul Erdos e tanti altri ne sono il lampante esempio. Anche se “sregolatezza” non è esattamente la parola esatta per definire le loro vite. Straordinarietà è il termine esatto: una vita fuori dall’ordinario.

Perel’man nasce da una coppia di ebrei russi a Leningrado nel 1966, la città dove insegnarono, fecero ricerca e vissero matematici come Chebychev, Markov e Ljapunov. A 16 anni vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi Internazionali di Matematica a Budapest. A 24 anni aveva già ottenuto un dottorato all’Università di Leningrado, con una tesi sulle superfici a sella in spazi euclidei. Dal 1992 al 1996 si mette a lavorare per le maggiori università americane: Berkeley, Princeton e Stanford. Poi torna in Russia e accetta un lavoro all’Istituto Steklov. Da lì sembra essersi eclissato, lavorando sulla geometria comparativa.

Ma quando molti pensano che il suo genio si sia spento, ecco che la sua stella inizia a brillare più che mai. Nel 2002 infatti Perel’man sconvolge il mondo della matematica. È novembre quando pubblica un lavoro, in più saggi. È un lavoro rivoluzionario quanto sconvolgente, ossia la dimostrazione della Congettura di Geometrizzazione di Thurston. Questa congettura, però, era una generalizzazione di un’altra congettura, ben più nota, ossia la Congettura di Poincaré. La Congettura di Poincaré è un enunciato formulato nel 1903: si tratta del problema più importante rimasto fino a allora non risolto nella topologia. Era una congettura, per l’appunto: l’enunciato era probabilmente vero, ma non era stato dimostrato.

Data l’importanza di questo problema per la matematica moderna, la Congettura di Poincaré era stata inserita nel 2000 nella lista dei sette problemi del millennio dal Clay Mathematics Institute. Per chi riesca a dimostrare uno di questi problemi è previsto un premio di un milione di dollari. Peraltro, finora l’unico problema risolto dei sette in questione è appunto la Congettura di Poincaré, proprio per mano del nostro Perel’man. L’esposizione della sua dimostrazione era talmente contorta e complessa che la forma finale della dimostrazione comprende oltre 1000 pagine di spiegazione.

Qualunque essere umano, dopo uno sforzo intellettuale del genere, sarebbe più che felice e appagato di ricevere un premio del genere. Tanto più che la risoluzione del problema gli valse anche la medaglia Fields del 2006, che – con il Premio Wolf – è il Nobel per la Matematica. La differenza con il Nobel è che la medaglia Fields viene assegnata ogni 4 anni e il matematico al momento della scoperta deve avere meno di 40 anni. Perel’man al momento della sua scoperta ne aveva soltanto 36. Ma qui finisce la storia “normale” di Perel’man e inizia la sua leggenda, il suo fascino, il suo mistero. Perel’man rifiuta il milione di dollari del Clay Mathematics Institute, rifiuta la medaglia Fields e si dimette dall’Istituto Stelkov. Va a vivere con sua madre in una casa popolare alla periferia di San Pietroburgo. Si eclissa dal mondo della matematica. Di lui dopo il 2006 si sa poco o nulla: un blogger russo lo fotografa nel 2007 in un supermercato: ha la barba incolta, i capelli lunghi e le scarpe vecchie e rovinate.

Delle sue ricerche non si sa più nulla, anche se qualcuno crede che stia cercando di risolvere il più difficile tra i problemi del millennio, irrisolto da quasi 200 anni, le equazioni di Navier-Stokes, il fondamento stesso della fluidodinamica. Ma sono solo e soltanto congetture. Dal 2007 hanno cercato di intervistarlo e di scovarlo in tutti i modi; pochissimi ce l’hanno fatta. L’ultimo giornalista con cui ha parlato è un americano, Brett Forest, la sua intervista (che intervista in realtà non era) la potete trovare qui nella quale afferma “Ho lasciato la matematica. E non ho nessuna intenzione di dirle che cosa faccio ora”. Dopo quell’intervista nessuno sa più nulla di lui. Chi conosce la scienza e gli scienziati, non potrà, leggendo la sua storia, che non pensare ad un altro personaggio: Ettore Majorana, il cui genio cristallino è stato probabilmente pari a quello di Perel’man e la cui voglia di eclissarsi lo ha portato alla sua misteriosa scomparsa.

Fonte: http://tagli.me/articolo/so-come-controllare-l%E2%80%99universo-perch%C3%A9-competere-un-milione-1