Spazioporto: la rampa di lancio per il turismo spaziale

Spazioporto: la rampa di lancio per il turismo spaziale
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Esempio di possibile navicella per il trasporto spaziale commerciale. Credits: Mark Greenberg/MarsScientific/Virgin Galactic

Costruitelo e i viaggiatori arriveranno. È questo il messaggio che l’Agenzia Spaziale del Regno Unito ha diffuso recentemente rivelando gli ambiziosi piani per la realizzazione, entro il 2018, di uno spazioporto nel Regno Unito. Tuttavia, nessuna azienda orientata al turismo spaziale è ancora riuscita a dimostrare che una navicella spaziale possa essere già in grado di trasportare passeggeri paganti.

Il piano è quello di costruire uno spazioporto in un luogo remoto dove il normale traffico aereo sia limitato. Il sito dovrebbe inoltre disporre di una pista più lunga del solito o di uno spazio per costruirne una. Questo perché dopo il rientro ipersonico nell’atmosfera terrestre, gli aereoplani spaziali viaggerebbero ancora a velocità di gran lunga superiori rispetto agli aeroplani standard e avrebbero bisogno di molto più spazio per atterrare. Una possibile ubicazione per realizzare lo spazioporto sarebbe il nord o il nord-est della Scozia, lontano dagli affollati corridoi aerei transatlantici. La Cornovaglia, nel profondo sud-ovest del Regno Unito, potrebbe essere un’altra possibilità, mentre altri potenziali siti includono il RAF St Mawgan, nei pressi di Newquay, che viene già utilizzato per le prove di collaudo dei motori a razzo. Complessivamente, l’Agenzia Spaziale del Regno Unito ha selezionato otto siti e l’annuncio verrà dato al Farnborough Air Show dal ministro della scienza David Willets.

La rampa di lancio per il turismo spaziale

«L’industria spaziale britannica è uno dei nostri più grandi successi e sono sicuro che in futuro la Scozia avrà un ruolo importante» ha dichiarato il segretario al Tesoro Danny Alexander.

La decisione di costruire uno spazioporto deriva da un rapporto del governo che guarda allo sviluppo di potenziali posti di lavoro legati ai voli spaziali di natura commerciale. Dal rapporto è emerso che uno spazioporto potrebbe rappresentare un fulcro essenziale per lo sviluppo di una serie di mercati correlati, dal turismo ai lanci satellitari, offrendo quindi molte opportunità di impiego. In una breve dichiarazione rilasciata in vista dell’annuncio riguardante i potenziali siti, l’Agenzia spaziale del Regno Unito afferma: «Uno spazioporto aprirebbe la strada all’industria del turismo spaziale nel Regno Unito per gli operatori specializzati come Virgin Galactic e XCOR ma non solo, contribuirebbe anche allo sviluppo delle tecnologie del futuro che renderebbero la Gran Bretagna la rampa di lancio per l’esplorazione dello spazio».

Cosa accade oltreoceano

Le altre aziende del settore sono piacevolmente sorprese dall’iniziativa britannica. “È bello vedere che il Regno Unito si è gettato nell’arena del volo spaziale umano. Le nazioni che ignorano le nuove opportunità di sviluppo nel trasporto spaziale sia orbitale che suborbitale corrono il rischio di restare indietro”, sostiene Mike Oro, capo delle operazioni della Bigelow Aerospace, azienda statunitense che realizza moduli spaziali espandibili. Se il Regno Unito è molto attivo gli Stati Uniti non stanno certo a guardare. SpaceX, azienda con sede a Hawthorne, California, che realizza razzi per uso commerciale, questa settimana ha mosso un ulteriore passo per ottenere il permesso di costruire il suo primo spazioporto commerciale in Brownsville, nel Texas, sul Golfo del Messico. SpaceX opera già dei lanci dalla base di Vandenberg Air Force in California oltre che da strutture simili come l’Air Force Station di Cape Canaveral e il Kennedy Space Center della NASA in Florida. Tuttavia, necessita di una maggiore capacità di lancio per servire le sue numerose richieste.

Il 9 luglio, la Federal Aviation Administration statunitense ha portato a termine una serie di accurati controlli sull’impatto che potrebbe avere il complesso di lancio proposto da SpaceX e ha dato all’azienda il via libera per continuare. Queste verifiche sono molto importanti perché una proposta potrebbe essere respinta per una lunga serie di motivi. Ad esempio, la possibilità di ospitare i futuri lanci della XCOR è stata già ostacolata dalle preoccupazioni riguardanti l’inquinamento acustico che verrebbe prodotto dai motori a razzo. «Brownsville resta per ora uno dei luoghi di elezione per lo sviluppo di un complesso di lancio orbitale commerciale”,dichiara Hannah Post della SpaceX. «Restano tuttavia numerosi criteri da soddisfare prima che SpaceX prenda una decisione. Speriamo che saranno completati nel prossimo futuro”.

Siamo ancora lontani dall’effettiva realizzazione di voli spaziali  per scopi commerciali (turismo spaziale), tuttavia si tratta di una prospettiva dalle enormi potenzialità che potrebbe rappresentare una nuova frontiera per lo sviluppo dei trasporti sia in chiave economica che tecnologica.

Fonte: lswn.it