STRAMBERIE DELLA NATURA

Il Giornale Online
Per due anni esperti e scienziati hanno studiato i fuochi spontanei scoppiati nelle case del paesino siciliano di Caronia. Ed hanno redatto un rapporto riservato: armi segrete, oppure marziani. Scorrendo le pagine del documento, sembra di leggere la trama di un episodio inedito della serie “X Files”.

La missione, questa volta, si svolge nel basso Tirreno. Il contenuto del dossier è estremamente serio. E’ localizzata probabilmente attorno alle isole Eolie la misteriosa “emissione elettromagnetica focalizzata e concentrata”, delle durata di pochi nano-secondi che ha generato gli ormai celebri fuochi di Caronia, registrati dal gennaio 2004, che hanno condotto in Sicilia scienziati di tutto il mondo a caccia di una soluzione.

Un fascicolo riservato, consegnato a Palazzo Chigi nello scorso autunno dal gruppo di studio interistituzionale creato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2005, attribuisce la causa dei fenomeni a test militari segreti o a esperimenti alieni. Per spiegare le ragioni di più di centottanta roghi spontanei con elettrodomestici staccati dalla rete elettrica improvvisamente in fiamme, navigatori satellitari squagliati e cellulari impazziti, padre Gabriele Amorth nel 2005 scomodò perfino il diavolo, dopo che scienziati del Cnr, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e di laboratori di mezza Europa, avevano alzato bandiera bianca.

Il governo Berlusconi ci volle vedere chiaro e creò una task force con tecnici dei Carabinieri, dell’Aeronautica e della Marina Militare, insieme agli esperti della Protezione Civile e a un ricercatore della Nasa ingaggiato negli Stati Uniti. Risultato: l’estensione del campo di indagine a trecentonove episodi verificati lungo l’asse tirrenico, ma anche nel canale di Sicilia, per i quali, dopo tre anni, sono state escluse tutte le possibili cause naturali. Secondo gli esperti coordinati da Francesco Mantegna Venerando, il coordinatore del Comitato della Protezione Civile siciliana, Canneto di Caronia è stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata.

Fasci di microonde a “ultra high frequency” compresi nella banda tra trecento megahertz e alcuni gigahertz. Per produrre una simile quantità di energia una macchina dovrebbe raggiungere una potenza tra i dodici e i quindici gigawatt. Dove è posizionata la sorgente, però, non si sa. Una rete composta da decine di sensori, da due anni da la caccia all’impulso madre proveniente dal mare. Un compito quasi impossibile dal momento che l’emissione dura lo spazio di qualche nanosecondo, e che la rete di monitoraggio si potrebbe spegnere presto: la direzione regionale della Protezione Civile – è lo stesso Venerando a sottolinearlo – non ha potuto rinnovare i contratti di manutenzione alle ditte incaricate di tenerli in efficienza.

C’è un “triangolo delle Bermuda” al largo della Sicilia? Difficile crederlo. Ma nel dossier sono finiti una serie di episodi senza lacuna spiegazione scientifica, accaduti negli ultimi anni nell’area del basso Tirreno. A partire dalla strana e gigantesca impronta di forma rettangolare, lunga quaranta metri e larga quindici, ritrovata a pochi chilometri da Caronia, in un campo. Spiega Venerando: “si erano bruciati ad intervallo regolari solo i cespugli di ampelodelmos, una pianta a foglia larga che può avere fatto da recettore delle onde. Le bruciature delle radici erano uguali a quelle trovate sui fili elettrici delle abitazioni, con i segni delle fiamme presenti in una sequenza dettata da multipli del quattro”.

Il verdetto dei tecnici: segni compatibili con le emissioni di onde elettromagnetiche. Così come misteriosa è rimasta la causa che ha improvvisamente acceso il motore di un tir parcheggiato nel garage della motonave “Toscana” in navigazione da Palermo a Cagliari la notte tra il diciotto e diciannove dicembre 2005. Ne è scaturito un incendio a bordo, il rientro della nave nel porto siciliano e numerose e concitate telefonate tra la guardia costiera del porto e l’ufficio della Protezione Civile che si occupa a tempo pieno di misteri.

E nell’ “X file” siciliano un posto di rilievo è riservato alle foto impressionanti degli squarci su tre delle quattro pale rotorie dell’elicottero Sikorsky della Protezione Civile in volo sul basso Tirreno, costretto a un atterraggio di emergenza senza avere apparentemente urtato contro nulla. Riferisce Venerando: “nella casistica degli incidenti agli elicotteri, non è mai successo niente di simile.” Potevano mancare gli Ufo? Eccoli infatti: nel dossier gli avvistamenti siciliani sono numerosi, e con relative fotografie. Alcuni scatti sono talmente precisi che gli studiosi del gruppo interistituzionale hanno sviluppato, e allegato al dossier consegnato come s’è detto nel settembre scorso, grafici in rendering con la descrizione degli oggetti volanti sconosciuti.

Così come esistono dichiarazioni di abitanti di Caronia che giurano, da due anni, di ricevere la visita non gradita di oggetti volanti luminescenti ai quali in molti addebitano le fiamme comparse improvvisamente tra tende e materassi. Gli esperti costretti a fare la classifica nei misteri non si sbilanciano. Tuttavia nel copione di “X Files” gli ufo sono al secondo posto: seguono l’ipotesi della tecnologia militare segreta nella classifica delle potenziali sorgenti dell’onda che brucia. E pensare che proprio in Sicilia un tale Archimede si inventò gli specchi ustori. Che l’enigma sia ancora più antico?

di Giuseppe Lo Bianco e Piero Messina

Fonte: http://www.templari.it/