Tre riflessioni sulla costruzione della grande piramide

grande piramide

Un’opera “colossale” come L’Anphytheatrum Flavium, fu realizzata in circa 8 anni (72 d.C – 80 d.C.) con tecnologie di oltre 2500 anni più avanzate di quella Egizia all’epoca della costruzione della grande piramide (i Romani conoscevano la ruota, la carrucola, il ferro ed altri leveraggi combinati) e con il massimo sforzo dell’ingegneria Romana, per realizzarla nel più breve tempo possibile. Infatti con la sua altezza di circa 57m, il Colosseo è solo ad 1/3 dell’altezza della Piramide di Cheope. Col suo lato più lungo di 188m è ben lontano dai 230m di Cheope. Impressionante è il confronto sul peso:

7 milioni di tonnellate per la grande piramide, contro 0,25 milioni di tonnellate del Colosseo (considerando un peso specifico di 2,5 tonnellate a m^3 per il travertino).

I Romani si guardarono bene dal sollevare in quota blocchi dal peso di 2, 3, 10 fino a 70 tonnellate. Piuttosto si limitarono ad applicare il sistema “arco” alla perfezione movimentando in quota blocchi sempre al di sotto della tonnellata.

Il confronto sul volume di roccia impiegata è altrettanto impressionante: 0,1 milioni di m^3 per il Colosseo, contro i 2,3 milioni di m^3 della Piramide: ovvero la piramide ha un volume costruito di circa 23 volte superiore al Colosseo. Anche per il fattore tempo, il confronto è interessante, considerando che il faraone Cheope avrebbe regnato dal 2620-2597 a. C., ovvero circa 23 anni per alcune fonti, mentre dal 2589-2566 a.C per altre fonti, comunque circa 23 anni in tutto e che la costruzione della piramide sia avvenuta in circa 20 anni. Quindi la Piramide rispetto al Colosseo ha un peso circa 28 volte maggiore, ed ha un volume circa 23 volte maggiore, ma è stata costruita i soli 20 anni, quindi impiegando solo 2,5 volte il tempo che i Romani impiegarono per costruire il Colosseo 2500 anni dopo, utilizzando tecnologie sconosciute agli Egizi all’epoca della costruzione della piramide, quali la ruota, la carrucola e le travi in ferro.

La differenza è di circa un ordine di grandezza tra Peso-Volume e Tempo, elemento questo che deve indurre a riflettere poiché nell’analisi scientifica uno scarto simile è indice di un errore nella teoria o nell’esperimento: in questo caso essendo certo il metodo ed il tempo impiegato dai Romani per costruire il Colosseo, è immediato pensare ad una rivalutazione della teoria sulla costruzione della grande piramide. Volendo forzare un confronto, se consideriamo un fattore di proporzione medio tra i rapporti Peso e Volume, abbiamo un valore di 25 volte: applicandolo al fattore tempo, significa che se i Romani avessero voluto realizzare un Colosseo a “grandezza piramide di Cheope”, avrebbero dovuto impiegare circa 200 anni (25×8=200). O, viceversa, se i Romani avessero avuto le stessa bravura degli Egizi, avrebbero dovuto realizzare il Colosseo in meno di 4 mesi (8×12/25=3,84).

Quale superiorità viene attribuita oggi alla civiltà Egizia del 2500 a.C. per credere che abbia realizzato un’opera immensa in soli 20 anni, ridicolizzando lo sforzo ingegneristico della civiltà Romana che oltre 2500 anni dopo avrebbe impiegato 200 anni per realizzare un’opera paragonabile? Questi semplici confronti, senza alcuna pretesa di precisione scientifica da laboratorio, riescono indubbiamente a dare indicazioni importanti sugli ordini di grandezza in gioco: i dati su peso,volume e tempo possono non essere precisi, ma il loro ordine di grandezza è inconfutabile. Ed il confronto sugli ordini di grandezza mostra che stiamo attribuendo agli Egizi una capacità ingegneristica, tecnica e costruttiva di gran lunga superiore a quella Romana, sebbene quest’ultima padroneggiasse mezzi e tecnologie più avanzate.

Simone Scotto di Carlo

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