Troppo seduti? E' come fumare

Il Giornale Online
Essere troppo sedentari è rischioso tanto quanto fumare. L’indicazione arriva da due diversi studi – uno americano, l’altro australiano – che pongono l’accento sui pericolosi effetti che una vita trascorsa «da seduti» ha sul nostro organismo. E’ risaputo che l’immobilità causi problemi fisici di varia natura, ora, però, queste due ricerche non solo lo confermano, ma sono anche in grado di definire meglio i termini della questione, rimarcando che la vita sedentaria sarebbe dannosa quasi quanto le sigarette in termini di accresciuto rischio di andare incontro a malattie di cuore, diabete di tipo 2 e obesità. A rischiare sarebbero, dunque, le milioni di persone che svolgono un lavoro di tipo sedentario, che le obbliga a rimanere sedute per lunghe ore durante la giornata.

«Il vero pericolo per il futuro – si legge nella relazione di Marc Hamilton, a capo dell’equipe americana, pubblicata dalla rivista Diabetes di novembre – resta legato al fatto che ci siano ancora moltissime persone assolutamente inconsapevoli dei rischi che comporta la sedentarietà e la nostra indagine ha rivelato un significativo impatto dell’inattività, paragonabile agli effetti causati dal fumo».

MUOVERSI IL PIU' POSSIBILE- Il secondo studio, invece, svolto dall’International Diabetes Institute di Melbourne, è ancora più drastico e sottolinea come la classica mezz’ora di attività fisica, che una ricerca del marzo scorso aveva indicato come arco di tempo indispensabile per mantenersi in buona salute, non sia probabilmente sufficiente a scongiurare del tutto i problemi legati alla sedentarietà, primo fra tutti il diabete. Analizzando un campione di oltre 8mila persone al di sopra dei 35 anni e senza problemi di diabete, infatti, il professor David Dunstan e la sua equipe hanno dimostrato come i 30 canonici minuti di ginnastica possano poco se accompagnati a più di tre ore di inattività totale. Ma nemmeno aumentare la permanenza in palestra a 2 ore sarebbe d’aiuto, perché – rilevano gli esperti – muoversi per un tempo così limitato è comunque poco nell'arco di un’intera giornata (in molti casi parliamo anche di 22 ore) trascorsa nell’immobilità pressoché assoluta.

Ovviamente questo non rappresenta affatto una buona ragione per rinunciare anche a quei pochi momenti di attività, anzi, dovrebbe essere un ulteriore stimolo per sforzarsi a fare del moto a ogni occasione utile, anche quando si è incollati alla propria scrivania.. «E’ fondamentale rompere la monotonia della sedentarietà – ha spiegato il medico australiano – sfruttando ogni possibilità che ci viene offerta. Ad esempio, andare a parlare a un collega, anziché mandargli una mail o chiamarlo al telefono, ci permette di muoverci e di sgranchirci le gambe. Ed è stato provato che chi si muove di più e meglio, corre meno rischi di ammalarsi di diabete».

Simona Marchetti

fonte : http://www.corriere.it/salute/07_novembre_09/rischi_sedentari.shtml