UFO i dossier italiani: una contro-risposta alle obiezioni sulla nostra critica ai contenuti del libro in questione

26-Il Macchi del Colonnello Ivo Nutarelli subito dopo la collisione

Come nostro solito, per una forma di correttezza e cortesia, in data 19 luglio c.a. abbiamo inviato una copia del nostro articolo originale dal titolo “Ufo, i dossier italiani: un testo con numerose lacune ed “omissis”, fatto per disinformare -in modo subdolo- l’opinione pubblica italiana” sulla bacheca Facebook del Dr. Lao Petrilli, uno degli Autori del testo in questione.

Nonostante ciò, il Dr. Petrilli ed il suo collega Dr. V. Sinapi, hanno preferito non rispondere direttamente allo scrivente per contestare quanto affermato nella sua analisi ma, per interposta persona, con una lunga mail inviata all’amico Pino Morelli della Redazione della rivista X-Times, che ha pubblicato il nostro articolo sopra citato. Ora, poiché i due autori del libro in questione hanno chiesto, in virtù del più che giusto diritto di replica, la pubblicazione della loro risposta alla nostra analisi in merito ai contenuti del loro libro (cosa questa avvenuta ad ottobre c.a.), è ovvio che, sempre nel rispetto del citato diritto ed al fine di una corretta informazione dei lettori di “X-Times” e di coloro che seguono la questione su internet, anche questa nostra contro-risposta trovi il suo giusto spazio quantomeno sul web, grazie alla disponibilità di studiosi ed Organizzazioni di ricerca ancora indipendenti che non si sono lasciati irretire e/o intimidire dal solito atteggiamento di “servo encomio” e di vile “ossequio generale” come, invece, hanno fatto finora i media, molti ricercatori ed Enti ufologici di nomea nazionale che, a loro dire, millantano una “collaborazione con l’Aeronautica Militare Italiana” (sic!).

Malcom X, Uno dei tanti Uomini coraggiosi del XX° secolo ha affermato: “Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono”. A quest’ultima saggia sintesi analitica riteniamo sia giusto e coerente aggiungere anche quella del grande scrittore Mark Twain: “Ogni volta che ti trovi dalla parte della maggioranza è tempo di fermarti e riflettere”.

Ecco, di seguito, A)-la risposta degli Autori al nostro citato articolo e B)-la nostra replica alle principali contestazioni avanzate dai due Autori del libro in questione.

A)-From: Sinapi Vincenzo
Sent: Monday, July 28, 2014 10:32 AM
To: lavinia.pallotta@xpublishing.it
Cc: pinomorelli@tin.it
Subject: da Vincenzo Sinapi e Lao Petrilli, richiesta di precisazione
Gentile direttore, cara Lavinia, volevamo ringraziarti per l’attenzione che Xtimes ha voluto dedicare ad “Ufo i dossier italiani” (Mursia) fin dall’uscita del volume. Diverse sono state le citazioni e molto completa la recensione di Giovanna Lombardi. Nell’ultimo numero della rivista (n. 69, luglio), Umberto Telarico ci dedica poi un ampio servizio – “Ufo, i dossier dell’Aeronautica omessi e dimenticati” – che non condividiamo perché l’autore, a nostro giudizio, muove le sue critiche confondendo quello che nel libro è scritto a proposito dei singoli avvistamenti con la presunta “verità” sugli stessi. Non c’entra niente. Ma non è questo il punto: è ininfluente che una recensione ci piaccia oppure no, ognuno è libero di esprimere il proprio giudizio – ci mancherebbe altro! – di criticare e disapprovare il nostro lavoro. Ti chiediamo però di ospitare questa nostra replica perché nel servizio viene ventilato, fin dal titolo, che noi possiamo essere stati consapevoli o inconsapevoli artefici, d’intesa con l’Aeronautica, di un’operazione di occultamento e disinformazione in materia di UFO. Un’accusa calunniosa. Per tutti, ma specie per dei giornalisti che vedono nella credibilità e nell’imparzialità l’essenza del loro lavoro. Telarico sostiene addirittura che alcuni dei documenti trascritti nel volume

siano una nostra invenzione: è quello che fa quando parla di una “inesistente ‘nota informativa’” a proposito di uno degli avvistamenti che lui ha analizzato in passato. La nota in questione, datata 20 giugno 1986, Telarico dovrebbe conoscerla bene perché c’è la sua firma.

Lì è contenuta la descrizione, che l’ufologo oggi definisce “del tutto falsa” , di un “mostro” “tipo il personaggio dei cartoni animati televisivi geeg robot e simili” (Telarico peraltro puntualizza che “si scrive jeeg robot d’acciaio”, ma evidentemente all’epoca non lo sapeva, o era distratto).

Insomma: tutto quello che è contenuto nel libro è agli atti del Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica Militare. Il volume è basato integralmente su documenti un tempo riservati e ora declassificati, cui ci è stato consentito l’accesso: la maggioranza sono inediti e mai consegnati prima ad alcuno. Questo non significa che siano “inesistenti”. Facciamo questo mestiere da molti anni, ci siamo occupati di molte inchieste delicate, siamo stati sui teatri di guerra, e mai abbiamo dimenticato i paletti posti dalla deontologia professionale. Il primo dei quali è ovviamente quello di non scrivere il falso. Abbiamo realizzato questa ricerca sugli Ovni, pur non essendo degli “esperti” del settore, con scrupolo, rigore, serietà professionale e in totale autonomia: gli stessi criteri cui ci ispiriamo da sempre nel fare il nostro lavoro. L’onestà personale e professionale non può essere messa in discussione.

Ma veniamo al merito dei rilievi mossi nel servizio. Si parla di avvistamenti di Ufo – anche investigati dallo stesso autore dell’articolo o che hanno avuto eco mediatica – che non figurano tra quelli contenuti nel volume. E si citano a titolo di esempio alcuni episodi, in genere degli anni ’80. Al riguardo va fatta una doppia precisazione. La prima è che il volume non riporta tutti i 445 casi archiviati dall’Aeronautica come Ovni dal 1972 al 2013. Per evidenti motivi di spazio abbiamo raggruppato i più vecchi per “genere” (avvistamenti da parte di piloti, di cittadini, di appartenenti alle forze dell’ordine e cosi via) concentrandoci su quelli a nostro avviso più curiosi o interessanti per il lettore. Dal 2000 in poi abbiamo invece riprodotto tutte le segnalazioni, anche in questo caso dilungandoci maggiormente sui dossier più intriganti, secondo una valutazione personale e puramente giornalistica.

La seconda precisazione è che, come dovrebbe essere noto, l’Aeronautica non archivia tutti i casi, ma solo quelli con determinate caratteristiche e che le giungono attraverso canali qualificati, in primis l’Arma dei Carabinieri. Puo’ dunque capitare che nei dossier finiscano a mero scopo di documentazione articoli di giornale oppure “indagini” svolte da privati su determinati avvistamenti che, però, non sono oggetto di accertamenti da parte della Forza armata perché, ad esempio, nessuno ha segnalato il caso attraverso le vie ufficiali previste. E, così, quell’avvistamento non compare negli elenchi dell’Aeronautica (tutto ciò, naturalmente, salvo che non si tratti di un episodio particolarmente significativo perché in quel caso l’AM si muove, per così dire, “d’ufficio”).

Se dunque nel volume non compaiono i casi citati da Telarico, questi sono i motivi. Nessuna “epurazione”, nessun “omissis” doloso: o noi abbiamo ritenuto di non inserirli perché a nostro giudizio meno interessanti di altri, o non figuravano nell’archivio come OVNI perché sprovvisti dei requisiti per esservi inseriti. Tutto ciò nonostante le “approfondite indagini” degli ufologi: indagini che forse potrebbero avere un rilievo maggiore per un ente civile che fosse preposto allo studio del fenomeno (che in Italia però non esiste), più che per una forza armata che si occupa della materia solo ai fini della sicurezza del volo e nazionale e ha precisi e rigidi criteri di accertamento e archiviazione dei casi.

Nell’articolo poi si sottolinea che altri avvistamenti, che compaiono invece nel volume, “risultano descritti in modo approssimativo”. Anche qui non si deve dimenticare che il libro è un’opera divulgativa – rivolta cioè al cittadino “comune” – e di documentazione, basata cioè su atti ufficiali. La circostanza, quindi, che la descrizione possa essere talvolta sintetica (e non “approssimativa”) può dipendere dal fatto che abbiamo deciso di riassumere il contenuto del dossier secondo le regole della cronaca giornalistica, 

oppure che nel faldone il materiale relativo a quel determinato avvistamento sia effettivamente di poche pagine: la relazione dei Carabinieri, il modello di avvistamento di Oggetto Volante Non Identificato, l’esito (negativo) degli accertamenti fatti dall’Aeronautica. Punto. Insomma, non sempre l’interesse ufologico per un determinato caso coincide con quello dell’AM, che fa quello che deve (e tra le cose che ‘deve fare’ non sono previste, ad esempio, le indagini sul campo) e alla fine archivia, se gli accertamenti si sono conclusi con un nulla di fatto.

Non c’è da stupirsi, quindi, se avvistamenti cui sono stati dedicati perfino dei libri, nell’archivio OVNI vengono liquidati in poche pagine di verbali: semplicemente gli ufologi fanno il loro lavoro e l’Aeronautica ne fa un altro, che non implica di dover tener conto delle “inchieste” fatte da privati. Queste relazioni, se pervenute, vengono inserite nei dossier “per conoscenza”, ma ai fini dell’archiviazione di una segnalazione come avvistamento di OVNI rileva solo la documentazione ufficiale, come ad esempio le testimonianze rese ai Carabinieri e non quelle raccolte dall’esperto di turno nei propri rapporti investigativi.

Se dunque un testimone è stato più loquace con Telarico che con il maresciallo dell’Arma, oppure ha voluto raccontare la sua versione solo all’ufologo, ciò poco importa ai fini della trattazione dell’avvistamento da parte dell’AM, che segue i suoi criteri. E poco importa anche ai fini del nostro libro, che si basa esclusivamente sulle carte “ufficiali” e cita articoli di stampa o “indagini” private solo se queste compaiono nei dossier, per mera completezza di informazione.

Tutto ciò senza dimenticare, lo diciamo per inciso, che c’è una qualche maggiore disinvoltura a parlare di oggetti volanti davanti a un cronista o a un privato, magari a garanzia dell’anonimato, che in una stazione dei Carabinieri. Nei dossier dell’Aeronautica, ad esempio, abbiamo trovato ritagli di giornale in cui dei testimoni descrivono incontri ravvicinati del terzo tipo con “umanoidi”: strani esseri che poi, però, misteriosamente scompaiono nel racconto fatto davanti ai mikitari dell’Arma. Ecco, per noi è solo questa seconda versione quella che conta. Ma non perché riteniamo che quella sia la “verità”. Questo è semplicemente il metodo che ci siamo dati, piaccia o non piaccia. Nel libro non entriamo nel merito, non diciamo questo è vero, quello è falso: ci limitiamo a riportare il contenuto degli atti.

Atti, lo ripetiamo, in gran parte inediti e sconosciuti. La loro trascrizione è fedele, anche se per motivi editoriali e di spazio, non necessariamente integrale. Tra gli elementi che vengono sempre riportati testualmente figurano le descrizioni degli UFO da parte dei testimoni, compresi quelli che hanno visto OVNI a forma di “pera arancione e marrone”, di “cappello da zorro” o di “babbo natale”. Secondo Telarico, che cita questi e altri casi, si tratta di “termini ridicoli e fuorvianti” che verrebbero usati nel libro con l’obiettivo di “screditare il fenomeno in modo subliminale”: ci limitiamo a rispondere che questi “termini ridicoli e fuorvianti” sono quelli contenuti nei verbali dei Carabinieri o sugli appositi modelli di avvistamento di OVNI; sono, cioè, le precise parole usate dai del fenomeno Ufo in Italia così come emerge dalle segnalazioni archiviate dall’Aeronautica militare, che è l’unico organismo istituzionalmente preposto alla trattazione della materia. Niente più di questo. Segnalazioni scarne?

Incomplete? Forse, è una questione di punti di vista, ma certo quelli sono i dati ufficiali che costituiscono, a nostro avviso, un imprescindibile punto di partenza per chiunque intenda approfondire in modo serio i singoli casi o integrare le ricerche già fatte al riguardo. L’ultima precisazione riguarda i nostri rapporti con l’Aeronautica Militare. Nell’articolo si lascia intendere che questo sia stato un lavoro quasi “su commissione” della Forza armata che, attraverso la pubblicazione di “Ufo i dossier italiani” ha “voluto dare l’impressione di aver aperto i propri archivi”, tutto ciò con l’obiettivo di dimostrare “di non avere segreti” ed evidenziare che il fenomeno UFO è “qualcosa di poco conto”. Ebbene, l’Aeronautica non ci ha commissionato niente. Noi abbiamo chiesto l’accesso all’archivio OVNI e questo ci è stato concesso. Da quel momento abbiamo lavorato in totale autonomia, senza alcun controllo, senza pressioni, senza condizionamenti, senza interferenze di sorta. Il volume uscito in libreria è ciò che abbiamo concepito e voluto noi, non altri.

Vincenzo Sinapi Lao Petrilli

autori di “Ufo i dossier italiani”

B)-La nostra replica-Prima obiezione:

La nostra presunta “accusa calunniosa” di una connivenza -più o meno consapevole- degli Autori del libro con la politica di disinformazione e cover-up messa in atto -da sempre- dall’AMI, come da ogni altro organismo militare istituzionale a livello internazionale, scaturisce dal fatto che, l’esistenza e l’attuazione di una tale politica di segretezza ed allo stesso tempo discredito del fenomeno ufo, in chiave di tecnologia extraterrestre, nei confronti dell’opinione pubblica in generale, è un dato di fatto incontrovertibile, confermato da innumerevoli documenti ufficiali, da testimonianze di politici, militari, scienziati e trattato in una vasta bibliografia a livello internazionale.

1-il Resto del Carlino del 05 maggio 1958
1-il Resto del Carlino del 05 maggio 1958
2-Quotid. Fonte Ignota del 21 marzo 1960
2-Quotid. Fonte Ignota del 21 marzo 1960
3-Giornale dei Misteri – n°275 – del settembre 1994
3-Giornale dei Misteri – n°275 – del settembre 1994
4-gli Arcani (riv.mens.)–anno III- n.29 – di ottobre 1974
4-gli Arcani (riv.mens.)–anno III- n.29 – di ottobre 1974
5-Documenti Governativi - Dichiarazione giurata a porte chiuse di Eugene F. Yeates: Citizens Against UFO Secrecy (il popolo contro il segreto sugli ufo) v (contro) National Security Agency (Agenzia per la Sicurezza Nazionale-NSA), 9 ottobre 1980
5-Documenti Governativi – Dichiarazione giurata a porte chiuse di Eugene F. Yeates: Citizens Against UFO Secrecy (il popolo contro il segreto sugli ufo) v (contro) National Security Agency (Agenzia per la Sicurezza Nazionale-NSA), 9 ottobre 1980

La deposizione è stata originariamente depositata dalla National Security Agency (NSA) in una causa del 1980 per giustificare il rifiuto del rilascio di registrazioni sugli UFO. È stata rilasciata il 3 novembre, in risposta ad un appello alla legge sulla libertà d’informazione (Freedom of Information Act-FOIA), richiesta dal ricercatore Michael Ravnitzky e pubblicato sul sito web della Federazione degli scienziati americani. Il documento è in gran parte declassificato, con numerose sezioni rimosse, per proteggere l’identità dei dipendenti della suddetta Agenzia e mantenere tecnologie, competenze e connessioni straniere della NSA fuori agli occhi del pubblico. Il documento è contrassegnato –su ogni pagina- con la stampigliatura “Top Secret Umbra,” il più alto e sensibile livello di segretezza del sistema di comunicazione degli USA. All’interno del documento, ci sono comunicazioni NSA del 1971 tra due aerei e un controllore di terra che discutono su di un “fenomeno” in cielo, così come le rilevazioni dello schermo radar, etichettando ciò che è stato visto come oggetti “non identificabili”. Ci sono numerosi altri rapporti intercettati e decifrati di luci, oggetti luminosi e aerei allungati non identificati con una palline allungate di fuoco, sfrecciare attraverso i cieli di paesi non statunitensi.
Fonte: aliensthetruth.com

6-Misteri-n°29-del 1988-Pag.9
6-Misteri-n°29-del 1988-Pag.9
7-Studio “UFOs: Watergate Cosmico Terrestre” a cura del Fisico Nucleare Stanton T. Friedman-II° diz. Del 1993
7-Studio “UFOs: Watergate Cosmico Terrestre” a cura del Fisico Nucleare Stanton T. Friedman-II° diz. Del 1993
8-Titolo: Cospirazione cosmica: sei decenni di cover-up governativo sugli ufo - Fonte: OMNI (riv.mens.USA)-Vol.XVI- n_8- di aprile 1994-Pag.34 e seg
8-Titolo: Cospirazione cosmica: sei decenni di cover-up governativo sugli ufo – Fonte: OMNI (riv.mens.USA)-Vol.XVI- n_8- di aprile 1994-Pag.34 e seg
9-il Tempo - il Resto Carlino del 08 maggio 1994
9-il Tempo – il Resto Carlino del 08 maggio 1994
10-VSD (magazine)- n° 3 –del luglio 2001(OVNIs USA Le ragioni del segreto)
10-VSD (magazine)- n° 3 –del luglio 2001(OVNIs USA Le ragioni del segreto)
11-Testo 4° di copertina: Il libro di Jean-Gabriel Gresle: Documenti Proibiti – Quello che sanno gli Stati-Maggiori – Edizioni Dervy (2004)
11-Testo 4° di copertina: Il libro di Jean-Gabriel Gresle: Documenti Proibiti – Quello che sanno gli Stati-Maggiori – Edizioni Dervy (2004)

Siamo soli nell’universo? A questo problema banale, l’autore sostituisce un altro, meno rassicurante: Siamo soli nella periferia interna della Terra? Per esempio negli Spazi aerei … La risposta potrebbe essere: “Non sempre!” Nel testo chiaro, che si legge come un romanzo, abbiamo finalmente scoperto cosa si nasconde realmente dietro le bugie, le inesattezze e la derisione che oscura questo delicato problema da più di mezzo secolo. Il materiale archivistico presentato nei capitoli precedenti offrono molte sorprese e il lettore scopre quello che sembra essere evidente. Incursioni di aerei sconosciuti, spesso inosservate dai radar, sono un grave problema per la difesa nazionale. Nel clima della guerra fredda, non c’era modo di informare il pubblico. E’ possibile dare credito alle voci più folli? Dovremmo parlare di complotto? Dobbiamo, al contrario, in mancanza di prove, respingere l’intero argomento? Questo non è l’atteggiamento dell’autore. Questi vuole, in tutta onestà, fare il punto su ciò che possiamo ragionevolmente sapere oggi. Diventato un pilota commerciale dopo l’addestramento come un pilota di caccia nella Air Force, Jean-Gabriel Gresle ha trascorso 20 anni come capitano di una grande compagnia aerea; egli ci offre una rigorosa analisi dei documenti e fornisce un inaspettata un’illuminazione all’emozionante puzzle.

12-Leggo (quotidiano) del 07 dicembre 2005-Pag.5
12-Leggo (quotidiano) del 07 dicembre 2005-Pag.5

 

13-Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it
13-Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it
14-Top Secret (magazine)–n° 11 del 2012- OVNI La Paura Ufficiale La paura ufficiale, note interne, documenti e rapporti che dimostrano: Disinformazione, cover-up, testimoni screditati ... (i governi) Hanno scelto di tenere il pubblico nell'ignoranza.
14-Top Secret (magazine)–n° 11 del 2012- OVNI La Paura Ufficiale La paura ufficiale, note interne, documenti e rapporti che dimostrano: Disinformazione, cover-up, testimoni screditati … (i governi) Hanno scelto di tenere il pubblico nell’ignoranza.

 

15-Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it
15-Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it
16-Fonti: http://altrogiornale.org/intervista-a-robert-salas-ex-ufficiale-us-air-force-testimone-ufo/ Link Originale: http://siciliauforesearch.blogspot.it/2013/02/salvatore-giusa-intervista-robert-salas.html
16-Fonti: altrogiornale.org
Link Originale: siciliauforesearch.blogspot.it
17-Fonte: ilsole24ore.com
17-Fonte: ilsole24ore.com

Per cui, quando si incontrano dei giornalisti che, a differenza della maggior parte della gente comune, queste cose le dovrebbe -quanto meno- avere “sentito dire” e di conseguenza avrebbe dovuto “approfondire” la questione prima di prendere per “oro colato” la “manifesta disponibilità” ad aprire i propri archivi sugli ufo, da parte di un Ente dichiaratamente di parte e più volte accusato pubblicamente di poca o nessuna trasparenza (cosa questa dimostrata e trascritta negli atti processuali relativi all’abbattimento del DC-9 della compagnia Itavia avvenuto nel cielo dell’Isola di Ustica il 29 giugno 1980 e ribaditi nell’istruttoria finale redatta, dall’allora titolare dell’inchiesta, il Giudice Rosario Priore, come anche in altri casi), è più che naturale che sorgano “dubbi e sospetti” su una tale ingenuo comportamento.

18-Epoca (riv.sett)-n.2035-del 08 ottobre 1989-P.177-191
18-Epoca (riv.sett)-n.2035-del 08 ottobre 1989-P.177-191
19-Panorama (settim.)-n.1179-201188-P.48
19-Panorama (settim.)-n.1179-201188-P.48
20-la Stampa - del 02 settembre 1999-Pag.7
20-la Stampa – del 02 settembre 1999-Pag.7

Zeno Tascio (capo del S.I.O.S. nel 1980) era uno dei quattro generali, assieme a Corrado Melillo, Franco Ferri e Lamberto Bartolucci incriminati, dal Giudice Rosario Priore, per aver depistato le indagini sulla Strage di Ustica e, in seguito, assolti per “insufficienza di prove”. Assolti perché “il fatto non sussiste”, ovvero ricorrendo all’articolo 530 del C.P.P. (vecchia insufficienza di prove). Così è finito in un vicolo cieco (come spesso accade in Italia per tutti quei “fatti scomodi” che coinvolgono organismi e rappresentanti dello stato) il ricorso della procura Generale e dell’Avvocatura dello Stato (in rappresentanza della Presidenza del Consiglio e della Difesa) che avevano chiesto di riformulare l’assoluzione: non “perché il fatto non sussiste” ma perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”, visto che nel 2006 è stata varata una legge che depenalizza i reati militari di depistaggio e turbativa. Tipico esempio, questo, di “una legge ad hoc”. In genere per i così detti “servitori dello stato” di alto livello vale il detto popolare: “Una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso”. Per altro, tenendo conto che la sentenza definitiva è giunta dopo oltre 25 anni dal fatto, dopo che gli inquisiti si sono ridotti a due ormai anziani ed in pensione, e dopo che l’inchiesta è passata per tutti e tre i gradi di giudizio e per le mani di almeno cinque Giudici Istruttori, era inevitabile che sarebbe finita così. Ne sa qualcosa il bravo giornalista Andrea Purgatori la cui pervicace ostinazione nel cercare la verità sulla morte di 81 innocenti civili, quella maledetta sera del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica, si infranse contro l’impenetrabile “muro di gomma” della menzogna e dell’omertà di stato.

21-il Corriere della Sera – del 28 settembre 2000-Pag.17
21-il Corriere della Sera – del 28 settembre 2000-Pag.17
22-il Mattino del 24 dicembre 1993 – Pag.5
22-il Mattino del 24 dicembre 1993 – Pag.5
23-Fonte: contropiano.org
23-Fonte: contropiano.org 02 febbraio 2012
24-Fonte: Redazione de del 25 giugno 2013
24-Fonte: Redazione de Il Fatto Quotidiano del 25 giugno 2013
25-Fonte: iltirreno.gelocal.it
25-Fonte: iltirreno.gelocal.it
26-Il Macchi del Colonnello Ivo Nutarelli subito dopo la collisione
26-Il Macchi del Colonnello Ivo Nutarelli subito dopo la collisione
27-Fonte: militariassodipro.org
27-Fonte: militariassodipro.org
28-il Tirreno del 28 gennaio 1993 – Pag.8
28-il Tirreno del 28 gennaio 1993 – Pag.8
29-Corriere della Sera del 24 febbraio 2013 – pag.26
29-Corriere della Sera del 24 febbraio 2013 – pag.26

Che gli organismi militari come l’Aeronautica, in Italia come all’estero, facciano opera di disinformazione, discredito e censura sui rapporti di ovni decisamente probanti riguardo una loro spiegazione in termini di manifestazione di “tecnologia extraterrestre”, è comprovato da tutta una serie di documenti governativi e scientifici di dominio pubblico, almeno per quanto riguarda ricercatori con l’esperienza dello scrivente. In un contesto ancor più generale, ma egualmente incontrovertibile (basta essere informati sulla nostra storia passata e quella contemporanea) è possibile affermare –senza tema di smentita-che oggi bisogna essere proprio degli ingenui o degli sprovveduti per credere ancora nella “buona fede” ed “onestà intellettuale” di coloro i quali rappresentano le istituzioni governative di ogni ordine e grado, in Italia come in ogni altro paese della Terra. Noi apparteniamo a quella schiera di individui –sempre più numerosa- che, ogni qualvolta un rappresentante del potere di stato –qualunque sia il suo ordine e grado- apre la bocca per dire le solite amenità, menzogne o affermi banalità come “oggi il cielo è azzurro sopra Berlino”, si stringono la cintura delle proprie mutande di ferro e si addossano al più vicino pilastro murario cercando di capire dove sta la fregatura (unica certezza questa) ed evitare così, spesso senza riuscirvi, l’ennesimo “incontro ravvicinato” tra il citato rappresentante dell’establishment di turno ed il nostro fondo schiena; potremmo essere ancora più espliciti, ma saremmo scurrili e volgari cosa questa che, quando è possibile, cerchiamo di evitare.

Seconda obiezione:
Riguardo la “nota informativa” del 20 giugno 1986, andando a riesaminare il rapporto originale in nostro possesso, abbiamo constatato come questa non riguardasse direttamente il caso di avvistamento di un’entità animata non classificabile da parte di due sorelle a bordo di un’auto avvenuto nel comune di Marzano Appio in Provincia di Caserta (Campania), in quella stessa data, ma di un presunto altro avvistamento di un’entità animata similare a quella prima citata riportato dal quotidiano “il Giornale d’Italia” del 15 giugno 1986 –Pag.6. Ecco, di seguito, il paragrafo “incriminato” dove si evince -chiaramente- come il riferimento al cartone animato “Jeeg Robot” non è stato fatto dall’Autore ma da un milite dell’Arma dei carabinieri che, a sua volta, riportava verbalmente quanto diffuso da una radio locale circa il presunto avvistamento di Atripalda in questione:
“…..Dopo esserci congedati dal Comando dei VV.UU. ci siamo recati presso la legione Carabinieri di Avellino (sita in località Torretta di Mercogliano). Qui, dopo esserci presentati con la tessera di riconoscimento del CUN e quella d’identità, siamo stati accompagnati dal Maresciallo Napolitano responsabile della cosa. Il graduato in questione si è messo a nostra disposizione spiegandoci la situazione in merito al presunto avvistamento ufo. La notizia dell’avvistamento è stata data da una radio locale e concerneva la generica osservazione di un corpo volante che, nel toccare il suolo, si sarebbe trasformato in un “mostro” (tipo cartone animato Geeg robot e simili)…

Per cui ci scusiamo con gli Autori Petrilli e Sinapi per la nostra iniziale affermazione circa l’inesistenza di tale “nota informativa” ma, tenuto conto che sono trascorsi ben 28 anni dalla stesura del rapporto sul caso in questione, riteniamo comprensibile tale involontario errore. Tornando per un attimo alla “supposta” azione di cover-up da parte della nostra A.M., è indicativo notare come quest’ultima sia in possesso di una nostra comunicazione facente parte di un molto più ampio rapporto di avvistamento (quello effettuato dalle sorelle Daniela e Norma Pascali, da noi trattato nell’articolo pubblicato su X-Times) di cui però, guarda caso, non si fa menzione alcuna. Se questo non è cover-up è, quantomeno, un esempio di palese quanto “comoda” sciatteria archivistica! Per quanto riguarda poi l’errata trascrizione della parola “Geeg robot” presente nella nostra nota informativa, è ovvio che si è trattato di un banale errore non in grado, certo, di inficiare la validità dei contenuti del rapporto d’avvistamento di Marzano Appio da noi menzionato ma, non sappiamo, se del tutto “ignorato” dall’AMI, oppure “scartato per motivi giornalistici” dagli Autori del libro in discussione.

Terza obiezione:
Per quanto riguarda i rapporti di avvistamento investigati dallo scrivente e non riportati nel testo “UFO i dossier italiani”, le motivazioni addotte dai suoi Autori per giustificare tale omissione ci sembrano del tutto insufficienti e pretestuose. Difatti, oltre al fatto che tali rapporti ufo “scomparsi” e/o “ignorati” sono stati investigati in primis dai militi dell’Arma dei carabinieri e/o dalla Polizia e, pertanto, sarebbero dovuti rientrare di fatto tra quelli archiviati in quanto segnalati attraverso canali istituzionali, molti di questi sono caratterizzati da un alto indice di attendibilità/stranezza, secondo la classificazione del -ben noto- astronomo e consulente dell’Air Force USA il prof. Allen Hinek, oltre a possedere specifiche caratteristiche probatorie come tracce al suolo, analisi di laboratorio e quant’altro. Pertanto, volendo prestare fede alla dichiarazione degli Autori Petrilli e Sinapi in merito al fatto di aver pubblicato quanto di più “interessante” hanno trovato nell’archivio messogli a disposizione dall’AMI, non c’è dubbio che, come accade nel caso di società che frodano il fisco con doppi registri contabili, loro abbiano avuto accesso ad un archivio ufo fittizio, con funzione di “specchietto per le allodole”, atto a dimostrare l’inesistenza di qualsivoglia file ufo “riservati” e la totale disponibilità e collaborazione da parte dell’AMI per una “corretta e libera informazione” nei confronti dell’opinione pubblica italiana.

A riguardo poi dell’affermazione degli Autori del libro in questione, circa il fatto che nei casi d’avvistamento ovni “davvero significativi” l’A.M.I. procede con accertamenti d’ufficio, sarebbe stato davvero interessante conoscere qualcuno di tali casi “investigati d’ufficio” dalla nostra Aeronautica Militare. Personalmente, difatti, a parte un paio di relazioni relative al caso di avvistamento radar-visuale di Torino-Caselle del novembre 1973, e la testimonianza di un interessamento di uomini dell’A.M.I. nel caso di avvistamento ufo di Baia Domizia (Prov.di Caserta) del febbraio 1984, non ci risultano rapporti ovni ufficialmente investigati -sul campo- da personale dell’A.M.I. Tale constatazione porterebbe a concludere che finora, in Italia, non si sono verificati eventi ufo significativi ma, poiché questa è un’affermazione del tutto inconsistente e falsa, si deve dedurre che in Italia, diversamente da quanto invece è avvenuto in passato in altri paesi europei e non, l’A.M.I. di fatto non svolge indagini di alcun genere sui rapporti di ufo, indipendentemente dal fatto che provengano o meno da fonti attendibili e/o istituzionali come, invece, sarebbe tenuta a fare secondo quanto disposto dall’allora governo Andreotti nel 1979, come riportato nel relativo documento riprodotto nel nostro articolo pubblicato sulla rivista “X-Times” n°69 di luglio c.a.

E’ davvero inconcepibile ed inammissibile che la nostra Aeronautica Militare, a differenza delle consorelle di molti altri paesi tra cui gli USA, la Russia, il Regno Unito, il Canada, la Francia, la Svezia, il Brasile, ecc., nonostante i comuni scopi e finalità (tra i quali quello di garantire la sicurezza dei voli e la difesa dello spazio aereo nazionale), ritenga di non essere preposta a dover effettuare indagini dirette di alcun genere concernenti il fenomeno degli ovni. Al che viene da chiederci: se l’AMI non è preposta ad effettuare indagini sul campo (come sopralluoghi, la raccolta dei dati testimoniali ed eventuali indagini di laboratorio su reperti e tracce al suolo) in che cosa consistono -allora- gli “accertamenti” di cui parlano gli Autori del nostro libro-inchiesta e come fanno poi, questi ultimi, a concludersi con un “nulla di fatto” visto che -in realtà- non sono mai stati espletati? Noi riteniamo che questa, come tante altre poco edificanti realtà economiche, politiche e sociali presenti nel nostro “bel paese”, sono anomalie tipicamente italiane…..una sorta di “prodotto a Denominazione d’Origine Protetta o DOP”, di valore decisamente negativo rispetto a quello -positivo- comunemente attribuito da un tale marchio di qualità.

Quarta obiezione:
Gli Autori Petrilli e Sinapi affermano che la nostra critica, circa la scarna quanto incompleta descrizione degli eventi ufo archiviati e visionati dagli stessi per la realizzazione del loro libro, sarebbe dovuta ad un diverso “punto di vista” o “approccio metodologico” da parte dell’A.M.I. e, in alcuni casi, dal taglio giornalistico del loro lavoro. Certo, dal punto di vista di una persona totalmente a digiuno di casistica ufologica vera (quella cioè non legata all’osservazione ed errata interpretazione di banali fenomeni astronomici, meteorologici, attività tecnologica umana o frodi intenzionali), delle tecniche di investigazioni sul campo, ecc., i contenuti del libro possono apparire “interessanti” ma, decisamente insufficienti a ventilare l’ipotesi che, una se pur piccola percentuale dei rapporti di avvistamento ufo, possa avere un’origine tecnologica extraterrestre. Dal punto di vista di quelli come noi, invece, che hanno dedicato tutta una vita allo studio ed alla ricerca sul fenomeno ufo/etv (ossia ad accumulare un background conoscitivo scientifico ed umanistico in grado di consentirgli di separare i casi ufo di origine convenzionale da quelli, invece, con un’alta probabilità e/o certezza di essere la manifestazione di un’aviazione extraterrestre, peraltro da sempre presente sulla Terra), i contenuti del libro in questione non solo non rappresentano assolutamente “nulla di nuovo sotto il sole” ma, altresì, certamente non sono un

“imprescindibile punto di partenza” per coloro i quali vogliono approfondire, in modo serio ed obiettivo, la complessa questione degli ufo, solo perche la fonte di tali “rapporti” è l’Aeronautica Militare Italiana. Lungi dall’affermare l’esistenza di una palese connivenza tra gli Autori Petrilli e Sinapi con la politica di cover-up sul fenomeno ufo/etv portata avanti, ieri come oggi, dalla nostra A.M., in quando non disponiamo di prove determinanti in tal senso, rimane il fatto che gli Autori in questione dimostrano, nei confronti di tale Ente Militare, un atteggiamento acritico decisamente a favore dell’operato di questa che, a nostro parere, stona -non poco- con la figura e la naturale curiosità/diffidenza -nei confronti dell’establishment ufficiale- di giornalisti di lunga esperienza quali sono i nostri due Autori in questione. Senza tali peculiarità professionali indispensabili per svolgere il ruolo di giornalisti indipendenti ed obiettivi, cioè quello di informare l’opinione pubblica al di la degli interessi di potenti e potentati vari, non avremmo avuto il caso Watergate, la celebre intervista di Frost a Nixon, non verrebbero alla luce -quasi quotidianamente- gli scandali e la corruzione tipica dei rappresentanti di ogni ordine e grado della così detta “casta” al potere laica o religiosa che sia, in Italia come in ogni altro paese della Terra. Conclusioni:

In base a quanto finora detto, sarebbe molto più onesto affermare che, l’Aeronautica Militare Italiana, espleta tutti i compiti istituzionali possibili ed immaginabili, ma certo non quello di investigazione sugli ovni. Siamo certi che, una tale decisa quanto realistica dichiarazione gioverebbe alla “immagine” dell’Arma più volte “appannata”, nel passato, da coinvolgimenti -anche giudiziari- molto poco edificanti, legati proprio -guarda la coincidenza- alla soppressione ed occultamento della verità nei confronti dell’opinione pubblica italiana. Per quanto riguarda, invece, gli Autori del libro “UFO i dossier italiani” nelle persone dei giornalisti Lao Petrilli e Vincenzo Sinapi, comprendiamo bene il loro sforzo nel voler difendere il proprio lavoro; chi crede in quello che fa deve anche difenderlo a prescindere da ogni altrui giudizio. In ogni caso, in funzione dell’applicazione di una sorta di “par condicio” etica e professionale, invitiamo questi ultimi a prendere visione di alcuni dei nostri rapporti d’indagine ufologici per potersi rendere conto -materialmente- della indiscutibile differenza qualitativa con gli scarni, quanto inutili ai fini di una seria ricerca tecnico-scientifica, resoconti di avvistamenti ufo messogli a disposizione dalla nostra Aeronautica Militare. Inoltre, i nostri due Autori potrebbero rendersi conto della validità scientifica della metodologia investigativa da noi seguita e come, la voglia di conoscenza, l’approfondimento di materie complementari da quelle scientifiche a quelle umanistiche, lo sviluppo di uno spirito critico privo di qualsivoglia condizionamento politico e religioso, l’ingegno, lo spirito di sacrificio, suppliscano egregiamente alla ridotta disponibilità di mezzi e porti a risultati di gran lunga superiori a quelli “ammaestrati” alle necessità del sistema di potere ed a quelle dei suoi squallidi rappresentanti. Ora, Signori Petrilli e Sinapi, se l’invito rivoltovi “stimola” -anche solo un poco- la vostra naturale curiosità di giornalisti, il nostro vasto archivio ed esperienza personale sono a Vostra completa disposizione. Il “seme” lo abbiamo gettato, se la “terra” è fertile germoglierà spontaneamente.

Ad maiora semper –Umberto Telarico