Un “mostro” nascosto nel Vocabolario

Un “mostro” nascosto nel Vocabolario

dictionary-mostroSpesso un mistero può annidarsi anche tra le pagine di un dizionario.

Tempo fa, scrissi un raccontino assai inquietante nel quale un ragazzino ammalato, dovendo affrontare una lunga convalescenza a letto, veniva coinvolto in un gioco dalla sorellina. Il gioco consisteva nel dover indovinare quali fossero, in una pagina di un dizionario aperta a caso, le parole che precedevano e seguivano quella pronunciata dalla bimba.

Lei, la fantasiosa bimbetta, sosteneva che chi le avesse azzeccate si sarebbe trasformato in un “Krull”, ossia in un mostro (per l’appunto, il racconto si intitolava “il Krull del vocabolario”).

Per niente intenzionato a tediarvi con lo sviluppo della storia, questa mi è tornata in mente quando, durante la stesura del mio ultimo romanzo, ho indagato sul significato della parola “coincidenza”. Dovendo dire cos’è una coincidenza, potremmo concordare nel definirla come una serie di fatti che il caso rende concomitanti in forma singolare.

Un banale esempio può essere questo: stiamo per telefonare a qualcuno e, nel momento esatto in cui il dito compone il numero sul telefonino, questo squilla e, dall’altro capo della linea, c’è proprio la persona che stavamo per contattare. Però, quel raccontino pauroso di cui vi ho fatto cenno mi ha spinto a sfogliare una serie di vocabolari della lingua italiana, per schiarirmi bene le idee su cosa fosse una coincidenza.

Ovviamente, non mi sarei aspettato di imbattermi in un maleficio come quello che ispirò il mio Krull. Invece… Prestatemi orecchio.

Dal dizionario Hoepli leggo che una coincidenza è un “…avvenimento fortuito più o meno simultaneo di due o più fatti”. Nulla di nuovo rispetto a quanto già sapevo (anche nel mio racconto horror, tuttavia, al primo tentativo il malconcio fratellino non imbroccava le parole giuste). La Treccani, sul punto, appare nettamente categorica. Coincidenza è “…l’accadere simultaneo, il coincidere”. Anche qui, niente Krull… Un’indagine più approfondita mi ha portato a ricercare il significato del termine coincidenza nel dizionario della lingua italiana Sabatini – Coletti.

E qui… colpo di scena!

La coincidenza viene definita come “…una combinazione di fatti, di circostanze, spesso casuali”. Come “spesso”!? Ciò significa che, “talvolta”, l’accadere simultaneo non è frutto del caso? Tornando al nostro esempio di scuola, secondo questa tesi è possibile che pigiare il tasto di chiamata del proprio cellulare e, in quel preciso istante, ricevere la telefonata della stessa persona possa dipendere da altro che non sia l’alea? Adesso devo svelarvelo…

Dopo il terzo tentativo, il bambino ammalato, nel mio racconto, cominciava a indovinare a raffica le parole che precedevano e seguivano quella scandita dalla povera, ignara, ingenua sorellina. Quel bambino, mutando la propria voce in un profondo risucchio infernale, si trasformava in un Krull, una creatura demoniaca nata dalla fantasia della bimba e poi, dopo aver declinato un’altra ventina di vocaboli attraverso le sue lugubri fauci filanti di muco verde, ruggiva e la divorava.

Anche nel caso della coincidenza, al terzo tentativo di ricerca tra i dizionari, ho iniziato ad aver paura. Probabilmente, se avessi accantonato la questione, questa sarebbe morta da sé, lentamente, ma inesorabilmente. Invece, per colpa del maledettissimo web, ho miseramente deciso di aprire un sito dove era ben descritto il cosiddetto “paradosso del compleanno”. Si tratta di una dimostrazione statistica partorita da Richard von Mises, matematico austriaco, in base alla quale la probabilità che almeno due persone in un gruppo compiano gli anni lo stesso giorno è di molto superiore a quanto ciascuno di noi potrebbe supporre.

Attraverso precisi calcoli matematici, infatti, in un gruppo di (sole!) 23 persone tale probabilità è circa 0,51; con 30 persone supera 0,70, con 50 persone tocca addirittura 0,97.

Ora, reggetevi: se le persone sono 366… l’evento è certo!

La coincidenza, dunque, diventa fatto, evidenza. Qualcuno di voi si sta guardando intorno, vero? L’ombra del mio Krull sembra già allungarsi sulle vostre schiene…Un aspetto ancor più inquietante, se vorrete concordare, riguarda proprio l’appellativo “paradosso” che precede le parole “del compleanno”. Usualmente “paradosso” esprime qualcosa di non logico, di impossibile eppure di provato.

E’, ad esempio, il caso del “paradosso del nonno”, teorema che vorrebbe negare la possibilità di viaggiare nel tempo in base alla “logica” ipotesi che, tornando nel passato e uccidendo per l’appunto il proprio nonno, sarebbe impossibile nascere e, per questo stesso motivo, tornare indietro nel tempo! In questo caso, col termine “paradosso del compleanno” non s’intende affatto affermare qualcosa contrario alla logica, quanto… all’intuizione naturale! Sarebbe cioè naturalmente impossibile, che su 366 persone la statistica confermi che almeno due compiano gli anni lo stesso giorno.

Si tratterebbe, per approssimazione successiva, del solo frutto di una “coincidenza”. Ma, come si è visto, almeno in un caso su tre, il dizionario della lingua italiana insinua tacitamente il sospetto che la coincidenza possa non essere regolata dal caso. Due persone su 366, allora, compirebbero gli anni lo stesso giorno per via di…Di? Non saprei. So solo che ottenere una risposta sarebbe delizioso anche perché, sul paradosso del compleanno e sulle sue ricorrenze statistiche, fonda un sistema complicatissimo di crittografia utilizzato come standard dal governo degli Stati Uniti d’America, l’Advanced Encryption Standard (AES).

AES-top-box,F-7-178099-3 L’AES è considerato, attualmente, il sistema di crittografia più sicuro e impenetrabile del pianeta ed è utilizzato per custodire le informazioni classificate SECRET e TOP SECRET. Resta da domandarsi se i signori della Sabatini – Coletti, fautori dell’ormai inquietante dizionario omonimo, nella declinazione del termine “coincidenza” abbiano o meno intuito quale legge possa determinare la concomitanza tra due eventi quando essa non dipenda dal caso. Si potrebbe rispondere negativamente, visto che il “paradosso del compleanno” contraddice l’intuizione umana. Ma se non fosse così? C’era una volta un bambino molto malato. Sua sorella, decise di fargli compagnia e così prese un dizionario…

Vincenzo Di Pietro


 vincenzo di pietroVincenzo Di Pietro, ha recentemente pubblicato il romanzo IL NUMERO DI DIO (Leone Editore, pag. 406, Euro 11,90) in cui affronta una serie complessa di fatti veri che, uniti tra loro apparentemente dal caso, mostrano uno scenario inquietante sul futuro dell’umanità e sul rapporto con l’entità divina.