Un terremoto tira l'altro

Il Giornale Online

Una ricerca su “Nature Geoscience”

A innescare i piccoli terremoti distanti sono soprattutto le onde superficiali, quelle di Love e di Rayleigh

I grandi terremoti sono in grado di innescare piccoli terremoti a grande distanza dal loro epicentro, fino a molte migliaia di chilometri, e anche in zone normalmente copco sismiche.
Lo afferma una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell'Università dello Utah diretti da Kris Pankow.
Pankow e colleghi hanno analizzato 15 grandi terremoti di magnitudo superiore a 7 verificatisi dal 1972 al 2006, trovando che almeno 12 di essi hanno innescato terremoti minori a centinaia e anche a migliaia di chilometri di distanza.

“Ne desumiamo che la dinamica di innesco è ubiquitaria”, scrivono i ricercatori nell'articolo in cuii espongono il loro studio, pubblicato su Nature Geoscience.
Fra i terremoti presi in esame vi sono quello di Landers, a 1200 chilometri dal parco di Yellowstone, del 1992 (magnitudo 7,3), quello di Denali, in Alaska, del 2002 (magnitudo 7,9) e quello di Sumatra del 2006 (magnitudo 9,2).

Una correlazione fra questi tre grandi terremoti e alcuni piccoli terremoti a grande distanza era già stata osservata, ma questo è il primo studio che che analizza in modo sistematico il fenomeno su tutti i sismi più importanti verificatisi nell'arco di quindici anni.
In un terremoto le prime onde prodotte sono le onde P, di compressione, che viaggiano ad alta velocità nella stessa direzione di propagazione dell'onda. Le onde successive, o S, sono onde di taglio e fanno muovere il terreno in direzione perpendicolare rispetto alla direzione di propagazione e solitamente sono quelle che provocano i danni maggiori.

Quindi si evidenziano le onde superficiali, prima quelle di Love – che come le onde S hanno un andamento trasversale rispetto alla direzione di propagazione, ma solo nel piano orizzontale – e poi quelle di Rayleigh che hanno un moto circolare.
I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 500 stazioni sismografiche da cinque ore prima a cinque ore dopo gli eventi sismici maggiori. Mediamente ogni cinque minuti avvengono sulla Terra circa 600 eventi sismici minori.

Nelle cinque ore successive all'arrivo delle onde di Love di un grande terremoto i ricercatori hanno rilevato un aumento del 37 per cento nel numero di piccoli terremoti in tutto il mondo. Questa percentuale saliva però addirittura al 60 dopo l'arrivo delle onde di Rayleigh. (gg)

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1330785