Una Chiesa profetica in un mondo complesso: intervista a Padre Zanotelli

Il Giornale Online
Padre Zanotelli ai giovani: “Serve più credibilità”. E a papa Francesco: “Subito un’enciclica sull’ecologia”

Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, esponente di spicco di una visione di Chiesa vicina ai poveri, è fautore da alcuni anni di molteplici iniziative in favore della difesa dei beni pubblici (in particolar modo dell’acqua) e di proposte ispirate alla nonviolenza attiva. Dopo aver vissuto per anni in una delle baraccopoli più povere del mondo, quella che attornia Nairobi, attualmente vive nel difficile contesto del rione Sanità di Napoli ed è direttore di Mosaico di pace, la rivista di PaxChristi. È stato invitato giovedì sera a parlare a San Severo (Fg) di giovani e missione. Di fronte a una platea formata da oltre duecento giovani ha affrontato alcune delle questioni più urgenti dell’attuale panorama politico, economico e finanziario internazionale. Ha parlato alle menti e ai cuori, padre Alex, di coloro che egli considera non il futuro del mondo, ma “l’unico presente” sul quale scommettere per gettare le fondamenta di un mondo diverso e di una Chiesa profetica. Non ha esitato a concederci un’intervista.

Quali sono, secondo Alex Zanotelli, le priorità che la Chiesa oggi dovrebbe affrontare?

Io ritengo che viviamo oggi un tempo talmente difficile che la Chiesa deve un po’ripensare il suo messaggio. Papa Francesco già lo sta facendo, ma c’è bisogno che si colga la drammaticità della situazione attuale. Per drammaticità intendo che viviamo dentro un sistema che io considero di morte. Un sistema che impoverisce sempre di più la gente, in cui pochi hanno sempre di più e molti hanno sempre di meno. Siamo arrivati a un miliardo di affamati. Parlo non a caso di affamati e non di morte per fame, per sottolineare le responsabilità di coloro che hanno causato questa situazione. Le risorse sono sufficienti per poter sfamare tutti, ma evidentemente non si ha la volontà di farlo. È un sistema che per fare questo permette a pochi, a un solo miliardo di persone su sette, di accaparrarsi l’86% delle risorse, difese a denti stretti attraverso l’aumento della produzione e l’utilizzo delle armi a fini bellici. Lo aveva già capito 800 anni fa Francesco d’Assisi, il quale staccandosi dalla mentalità usuraia in cui viveva, mentre si spogliava delle sue vesti, disse al vescovo sbigottito:

“Se io ho, devo avere le armi per difendere quello che ho”. Un teologo scomparso recentemente, Enrico Chiavacci, riassume l’insegnamento di Gesù sui soldi in due comandamenti: “Cerca di non arricchirti” e “Se hai, hai per condividere”. Da ciò Chiavacci ricava un divieto etico: “Divieto di ogni attività economica di tipo esclusivamente speculativo”, come giocare in borsa. Tutto questo meccanismo sta portando a conseguenze disastrose sullo stesso ecosistema, a tal punto che è appena uscito il rapporto dell’IPCC, organismo composto da scienziati provenienti da tutto il mondo sotto l’egida dell’ONU, il quale ci dice che continuando così, a fine secolo avremo già 5 gradi in più nel pianeta. Mi domando dunque: noi come Chiesa, se davvero il messaggio fondamentale di Cristo è quello che Dio è il Dio della vita, appassionato di vita, che ha impiegato quattro miliardi e seicento milioni di anni per regalarci il nostro pianeta, quando cominceremo a prendere seriamente il problema della vita in tutta la sua globalità?

Ha fatto bene papa Francesco a ricordarci che non si tratta solo di vita quando si parla di aborto e di eutanasia, dimenticando quell’essenziale approccio globale. Non possiamo accettare un sistema che uccide, distruggendo anche il pianeta. La Chiesa dovrebbe iniziare a capire che bisogna tenere strettamente unite fede e vita. Il problema dei cristiani di Occidente è l’ambiguità: in chiesa dicono determinate cose, fuori invece la loro vita è tutto l’opposto. Questo è il problema centrale: ne va della stessa credibilità del messaggio cristiano. Non c’è via d’uscita: dobbiamo diventare credibili sui problemi concreti, sporcandoci le mani! Papa Francesco ha promesso un’enciclica sulla povertà, ma penso che sia ora di fare subito una sull’ecologia. Mi auguro che si possa fare al più presto, per spronare la coscienza collettiva delle comunità cristiane.

Crede dunque che non sia bastata la Caritas in veritate di Benedetto XVI?

Non è bastata perché ci vorrebbe un’enciclica specifica sul dramma ecologico. La Caritas in veritate lo affronta solo in qualche passaggio, ma penso che non sia sufficiente.

In un recente articolo apparso su Nigrizia.it, lei ha scritto: “in questo spirito, oserei chiedere a papa Francesco di trasformare lo Ior (istituto per le opere di religione) in una Banca Etica”. La credibilità a cui ha appena fatto riferimento parte anche da qui?

Certo che sì. La Chiesa è tenuta a dare l’esempio. Io non mi aspetto che questo esempio provenga dai governi e dalle banche, che partecipano in pieno al sistema a cui accennavo. La Chiesa dovrebbe essere qualcosa d’altro, dando testimonianza inversa. Ma non solo per lo Ior: ho anche aggiunto in quell’articolo che il papa dovrebbe dire a tutte le istituzioni religiose, compreso tutto il mondo dei religiosi, che d’ora in poi non debbano più mettere i loro soldi nelle banche al fine di fare profitto, ma investirli nella finanza etica, per creare e far crescere piccole cooperative di credito per far lavorare la gente. O noi usciamo da questa pazzia collettiva che è la finanza globale, questa sorta di grande casinò, oppure la nostra democrazia effettiva subirà danni irreparabili.

di Andrea Lariccia

(2righe.com)

Fonte: http://www.2duerighe.com/attualita/18728-una-chiesa-profetica-in-un-mondo-complesso-intervista-a-padre-zanotelli.html