Una possibile correlazione tra moto delle scie e campi elettromagnetici?

Dopo aver constatato le convergenze tra le nostre osservazioni e quelle di alcuni lettori, abbiamo deciso di pubblicare questo breve studio, in cui è esposta un’ipotesi che altri elementi potranno verificare o falsificare in tutto o in parte.

Molti ricercatori e testimoni, studiando ed osservando il fenomeno delle scie chimiche, hanno notato che, non di rado, le scie si muovono in una direzione opposta a quella in cui si spostano le nuvole, pur essendo più o meno alla stessa quota. E' possibile che per il gioco delle correnti in quota le scie si spostino verso direzioni contrarie a quelle delle formazioni nuvolose naturali, ma non quando si trovano alla medesima altitudine.

Si deve presumere che si usino dei fasci di onde elettromagnetiche per dirigere le nubi chimiche e per spostare la copertura là dove è necessario. L'interazione tra campi elettromagnetici e formazioni composte soprattutto da metalli è da considerare un'ipotesi plausibile: molte volte le scie (cirri artificiali) risultano come stirate, pettinate. Il particolato composto da metalli elettroconduttivi reagisce alle emissioni elettromagnetiche, muovendosi anche controvento o in assenza di vento. Si ricordi che i metalli sono elementi chimici caratterizzati da alto potere riflettente, elevata conducibilità termica ed elettrica. I metalli sono in maggioranza paramagnetici. Il paramagnetismo è una proprietà di alcune sostanze che presentano permeabilità magnetica assoluta costante [1], al variare di un campo magnetico esterno. Se viene applicato un campo elettrodinamico esterno, un materiale paramagnetico si magnetizza nella direzione del campo. I metalli paramagnetici più diffusi sono l'alluminio, il platino, il manganese, il cromo, il palladio, oltre alle loro leghe e sali disciolti.

E’ possibile che siano impiegate anche energie scalari (così le definiscono l’ingegnere elettronico Thomas Bearden ed altri) per influire sul moto delle nubi chimiche [2]. Le loro bizzarre configurazioni lasciano comunque supporre l’azione di “agenti” artificiali: è un dato incontrovertibile che i fenomeni atmosferici risultano, almeno da dieci-quindici anni, in buona parte manipolati.

[1] La permeabilità magnetica è la grandezza fisica che esprime l’attitudine di una sostanza a lasciarsi magnetizzare.

[2] Scalare è una grandezza completamente individuata da un solo valore numerico, in contrapposizione alle grandezze vettoriali, come la velocità che non può essere descritta da una sola quantità numerica, essendo correlata ai parametri di spazio e tempo. Stando ad alcuni interpreti, per energia scalare Bearden intende l'etere o energia del punto zero e non l'elettromagnetismo.

Fonte:

Enciclopedia delle Scienze, Milano, 2005, sotto le voci metalli, paramagnetismo, permeabilità magnetica

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