Uno e Molteplice

Il Giornale Online
di Giorgio Cerquetti

Da migliaia di anni i maestri spirituali indiani spiegano che ognuno di noi è UNO e MOLTEPLICE.
UNO come essenza ed identità spirituale originale. Molteplice per la capacità di cambiare in una vita o vita dopo vita nome (NAMA) e forma (RUPA).

Circa 500 anni fa l'ultimo Avatar di Krishna, Chaitanya (si pronuncia Ciaitania) Mahaprabhu in India, precisamente a Puri nella regione dell'Orissa, diede questo breve ma intenso insegnamento.
“ACINTYA BEDHA ABEDHA TATTVA.”
Questo verso sanscrito rappresentava l'essenza di tutta la filosofia.
La verità (TATTVA) inconcepibile (ACINTYA) è che ognuno di noi è simultaneamente uno (BEDHA) e molteplice (ABEDHA).

Migliaia di anni prima leggiamo nel Rig Veda (I, 164,20)
“Due uccelli, dalle bellissime ali, amici e compagni, stanno appollaiati su un albero, mentre uno assaggia il dolce frutto dell'albero, l'altro lo guarda in silenzio e non mangia.”

Chi sono questi due uccelli? Siamo ognuno di noi che si sdoppia entrando in contatto con l'energia materiale.Uno è l'io temporaneo che mangia il frutto materiale dell'albero, l'altro è l'IO ETERNO, che è sempre presente, non mangia e osserva con attenzione il comportamento dell'io temporaneo, che è una sua creazione.
Simili esempi si trovano anche in testi spirituali successivi al Rig Veda, come le Upanishad Swetaswatara e Mundaka.

Quello che esce dal corpo all'istante della morte, o ci entra nascendo, è l'IO ETERNO. L'UNO attraversa continuamente nascite e morti, abita corpi diversi, ma in realtà non nasce e non muore mai. È sempre vivo.
Il MOLTEPLICE è l'insieme di io temporanei che l'IO ETERNO può prendere in ogni incarnazione.
L'IO ETERNO, l'UNO è eterno (SANATANA) l'altro essendo effimero, apparentemente reale ma transitorio, è considerato MAYA, che letteralmente vuol dire ‘ciò che non è'.

Ognuno di noi, per sua costituzione, è ATMA , anima eterna e consapevole. A-TMA in sanscrito vuol dire non (A) ignoranza (TAMA).

In pratica abbiamo due identità contemporanee, una che non è mai nata e che non muore, ed una che è in continua trasformazione. Soffre chi si identifica troppo con la seconda e dimentica la prima, quella vera e immutabile.

Aggiungo altri due versi tratti dalle scritture dell'antica filosofia indiana.
Caro spirito eterno cogline il senso e ricorda qualcosa che hai sempre saputo.
“Coloro che conoscono il Sé supremo come senza forma, senza ombra, senza impurità, sanno tutto, o gentile amico, e vivono nel tutto.”
Prashna Upanishad

” Dopo raggiunto il Sé universale che è dentro di noi perché mai dovremmo temere od ossequiare qualcosa?”
Upanisad

Un ultimo consiglio: trova il coraggio di conoscere te stesso, chi conosce se stesso conosce l'universo

Fonte: http://www.cerquetti.org/index.php/articoli/22-uno.html