Vaccinazione anti-papillomavirus e cancro del collo uterino

Vaccinazione anti-papillomavirus e cancro del collo uterino
dr. Sergio Stagnaro

 – Terrorismo Psicologico di una Medicina Medioevale

I papillomavirus umani (HPV) sono un gruppo di almeno 120 differenti ceppi di cui alcuni, per esempio il n. 6, 11, e specialmente il n.16 e 18, sono oncogeni.

Infatti, sarebbero questi HPV quelli più frequentemente correlati alle lesioni tumorali e responsabili da soli del 70% ca. dei casi di tumore del collo dell’utero. Nel foglietto illustrativo di un simile vaccino, si legge che nel 2005, i “Centers for Disease Control and Prevention” (CDC, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) hanno stimato la presenza di 20 milioni di individui contagiati negli Stati Uniti da questo virus.

Una volta entrati nelle cellule, gli HPV si legano al DNA della cellula (Division of STD Prevention. “Prevention of genital HPV infection and sequelae: Report of an external consultants’ meeting. Atlanta, GA: Centers for Disease Control and Prevention”, 1999). Gli HPV attivano così alcuni meccanismi cellulari che portano ad una proliferazione progressivamente autonoma e indipendente dai controlli che normalmente regolano il ritmo di produzione e perdita di cellule in un tessuto sano. Le cellule che proliferano senza il fisiologico controllo possono poi invadere i tessuti locali e si parla di neoplasia localmente invasiva; le forme a distanza sono note come metastasi.

Le infezioni da HPV si possono suddividere come segue:

A)-infezione latente; il virus c’è ma è silente, analogamente a quanto accade con il virus della varicella. Nessun segno o sintomo svela la sua presenza. Può tuttavia, mediante l’alterazione delle difese immunitarie, venire attivato successivamente a causa di stress, gravidanza, infezioni recidivanti da altri germi, cure debilitanti come la chemioterapia, etc.;

B)-infezione subclinica; il virus è attivo e si moltiplica nella cellula. Al microscopio, esaminando il vetrino è possibile osservare una particolare alterazione cellulare che depone per la presenza del virus;

C)-infezione clinica; il virus attiva la moltiplicazione delle cellule provocando i cosiddetti “condilomi” o “creste di gallo”. I condilomi possono comparire su tutti i tessuti genitali: cervicale, vaginale e vulvare (si parla in tal caso di VIN, neoplasia intraepiteliale vulvare, di vario grado).

Secondo il prestigioso “Cancer National Institute”, gli HPV sono da considerare la principale causa del cancro cervicale: circa 10.000 donne negli Stati Uniti sarebbero colpite dal cancro, e poco meno della metà sarebbero decedute per questa malattia. Nel mondo – secondo i dati forniti dalla stessa autorevole fonte – ogni anno soffrono di cancro del collo dell’utero circa 500.000 donne. Inoltre, gli HPV recitano un ruolo centrale anche in tumori maligni dell’ano, vulva, vagina, pene e orofaringe.

– HPV e cancro

Tutti gli autori sono d’accordo sul fatto che esistono HPV a basso e ad alto rischio di provocare il cancro, anche se entrambi i tipi causano la crescita cellulare disordinata, anormale. In un articolo pubblicato nel 2003 sul N. Engl. J. Med., la rivista generalmente considerata la Bibbia della Medicina, (Munoz N, Bosch FX, de Sanjosé S, et al. Epidemiologic classification of human papillomavirus types associated with cervical cancer. “New England Journal of Medicine” 2003; 348(6):518–527.), gli autori affermano che appare importante notare “that the majority of high-risk HPV infections go away on their own and do not cause cancer”.

Questo e’ un punto essenziale della discussione sulla relazione HPV e cancro! E vorrei su di esso attirare l’attenzione del lettore. Non si e’ affatto autorizzati ad iniziare una campagna contro il cancro del collo dell’utero mediante il vaccino contro i papillomavirus basandoci soltanto sul fatto che sono stati trovati alcuni tipi di HPV all’interno di questo tipo di cancro, mentre in molti altri casi la presenza del virus non seguita dall’oncogenesi.

Infatti, come afferma lo statunitense NCI (National Cancer Institute), “Still, of the women who do develop abnormal cell changes with high-risk types of HPV, only a small percentage would develop cervical cancer if the abnormal cells were not removed.” A questo punto viene spontaneo pensare al citatissimo F. Nietzsche: la Ragione e’ una prostituta al servizio della Volontà di Volere!

– Medioevo della medicina: contributo per riaccendere i lumi spenti

Procediamo, confutando il nipote del famoso medico Erodico, cioè Gorgia di Lentini (V sec. a.C.), in modo chiaro, logico, articolato, elementare, in modo quindi che nessun Ministro, Politico, Amministratore, Docente Universitario, Oncologo, Infettivologo, Ginecologo, Medico di MG., sostenitore di questa campagna di vaccinazione contro il cancro del collo uterino mediante HPV possa fingere di non capire o peggio definire le seguenti argomentazioni troppo complicate, di difficile decodificazione.

Una ricerca su Google fornisce una vasta Letteratura in linea con quanto sopra riferito e tratto dal “National Cancer Institute” americano: l’infezione delle basse vie genitali nella donna causata da certi ceppi di HPV, ma non da tutti, in una relativamente piccola percentuale è seguita dal cancro. Questi sono i fatti!

E’ lecito, allora, chiederci perchè nessuno si è posto la domanda ovvia sulle cause di un simile differente comportamento delle pazienti di fronte all’infezione da HPV dell’apparato genitale nella donna?

Certamente lo scolaretto di G. Bateson (G. Bateson, ‘Nature and Mind’) risponderebbe immediatamente che la reazione all’infezione è legata alle Costituzioni Semeiotico-Biofisiche della paziente ed in particolare alla presenza o meno del Terreno Oncologico (Stagnaro S., Stagnaro-Neri M., Le Costituzioni Semeiotico-Biofisiche.Strumento clinico fondamentale per la prevenzione primaria e la definizione della Single Patient Based Medicine. Ed. Travel Factory, Roma, 2004).

Infatti, questi nuovi, non nuovissimi, concetti della Medicina sono ormai accettati da lungimiranti Editori di famose ‘peer reviews: Annals’ of Internal Medicine, BioMed Central Informatics, GUT, BMC Family Practice, World Journal of Surgical Oncology, Public Library of Science “PLOS”, PLOS Biology, Journal of Carcinogenesis, Cancer Cell International, Breast Cancer Res, Theoretical Biology and Medical Modelling. Per conoscerne altre V. Bibliografia nel mio sito.

Il Terreno Oncologico esiste! Esclusivamente donne positive per questa singolare predisposizione congenita al tumore maligno, solido e liquido, “possono” essere colpite dal cancro del collo dell’utero a seguito di infezione da ceppi di HPV ad HP di sviluppare questa patologia (Stagnaro-Neri M., Stagnaro S. Introduzione alla Semeiotica Biofisica. Il Terreno Oncologico. Ed. Travel Factory, Roma, 2004).

Tuttavia, fatto di centrale importanza nell’oncogenesi, non è sufficiente la sola presenza del Terreno Oncologico per il “redde rationem” dell’insorgenza del cancro. Infatti, assolutamente necessaria per l’iniziazione e lo sviluppo del cancro del collo dell’utero ha dimostrato d’essere l’associazione del Terreno Oncologico “con” il Congenito Reale Rischio Oncologico localizzato nel collo uterino e diagnosticabile “quantitativamente” già alla nascita con un semplice fonendoscopio (ibidem).

Per riepilogare, l’individuo privo di Terreno Oncologico, oppure positivo per questa singolare costituzione “ma” senza il Congenito Reale Rischio Oncologico in nessun sistema biologico, non può essere colpito da cancro, indipendentemente dalle condizioni ambientali, magari sfavorevoli. Non conoscere, o fingere di ignorare magari per motivi desolanti e facilmente intuibili, questi nuovi concetti della Medicina, coprendoli di silenzio sospetto e dannoso, significa purtroppo ritardare, non certo arrestare, il progresso scientifico, con gravissimo danno per la popolazione, in parte (pari a 2/3 nella cittadina della Riviera Ligure di Levante dove vivo) sottoposta ad un facilmente evitabile Terrorismo Psicologico.

Procediamo con un esperimento kantiano per sottolineare gli esiti a cui può portare una ricerca secondo i metodi, perfetti solo dal punto di vista formale, di una Medicina “outmoded view of the world”: per tutta la vita, 3542 individui, di entrambi i sessi (le unità sono gradite agli autori sponsorizzati, forse perchè suggestivi di una indagine scientifica condotta “sia vedendo sia visitando” gli arruolati, che in genere sono invitati a compilare un questionario ricevuto e rispedito per posta) privi di Terreno Oncologico nel 50% dei casi e positivi nel restante 50% per questa costituzione, ma negativi per il Congenito Reale Rischio di cancro polmonare, fumano mediamente 30 sigarette al giorno. La conclusione inevitabilmente sarà che il fumo di tabacco non e’ cancerogeno!

Per concludere, le “teen-agers”, convinte a vaccinarsi contro gli HPV, possono recitare un ruolo importante in una auspicabile rivoluzione epocale chiedendo semplicemente a chi consiglia loro questa prevenzione primaria del cancro del collo uterino: “Dottore, sono positiva per il Terreno Oncologico?” In caso di risposta affermativa, subito pongano l’altra inquietante domanda: “Sono colpita anche dal Reale Rischio Congenito Oncologico nel collo uterino?”.

Un giorno, questo innovativo e responsabile comportamento delle giovani donne sarà ricordato con gratitudine dai posteri che lo considereranno, io penso, un contributo essenziale a mettere fine all’attuale Medio Evo della Medicina, sostenuto da moltissimi, durato fin troppo a lungo, ma rivelatosi non eterno, come aveva previsto chi scrive a partire dal 1955.

*Dott. Sergio STAGNARO
Fondatore della Semeiotica Biofisica
16037 Riva Trigoso (Genova)
semeioticabiofisica.it
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