Validità dei sacramenti? Il battesimo e la cresima..

Il Giornale OnlineLa dottrina dei teologi papisti

I sacramenti sono segni efficaci della grazia istituiti da Cristo, sono sette e conferiscono la grazia che rappresentano. Secondo i teologi papisti ‘i Sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Gesù Cristo per santificarci’(Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 430). Ma qual’è il significato di queste parole? Questo: ‘I Sacramenti sono segni della grazia, perché con la parte sensibile che hanno, significano o indicano quella grazia invisibile che conferiscono; e ne sono segni efficaci, perché significando la grazia realmente la conferiscono’ (ibid., pag. 430).

Ma quali sono per la chiesa romana questi sacramenti istituiti da Gesù Cristo? Questi: Il battesimo, la confermazione, l’eucarestia, la penitenza, l’estrema unzione, l’ordine e il matrimonio, quindi sono sette [1].

E per chi non li accetta tutti e ne nega l’efficacia ci sono i seguenti anatemi: ‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non sono stati istituiti tutti da Gesù Cristo, nostro signore, o che sono più o meno di sette, e cioè: il battesimo, la confermazione, l’eucarestia, la penitenza, l’estrema unzione, l’ordine e il matrimonio, o anche che qualcuno di questi sette non è veramente e propriamente un sacramento; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 1) [2];

‘Se qualcuno afferma che i sacramenti della nuova legge non contengono la grazia che significano, o che non conferiscono la stessa grazia a quelli che non frappongono ostacolo, quasi che essi siano solo segni esteriori della grazia o della giustizia già ricevuta mediante la fede, o note distintive della fede cristiana, per cui si distinguono nel mondo i fedeli dagli infedeli; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 6) [3].

Confutazione

Cristo ha istituito due ordinamenti che non conferiscono la grazia

Cristo non ha istituito sette sacramenti ma solo due ordinamenti che sono il battesimo e la cena del Signore. E questi ordinamenti non sono la sorgente della grazia [4] perché la grazia procede da Dio e da Cristo Gesù infatti l’apostolo Paolo quando salutava le chiese all’inizio delle sue epistole diceva: “Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signor Gesù Cristo” (1 Cor. 1:3; 2 Cor. 1:2; Gal. 1:3; Fil. 1:2; 2 Tess. 1:2), il che mostra che lui credeva che la grazia scaturiva da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo e non dagli ordinamenti dati da Cristo.

Notate che assieme alla grazia è menzionata pure la pace, quindi come non si può dire che la pace scaturisce dagli ordinamenti così non si può dire che la grazia scaturisca dagli ordinamenti. Anche Giovanni ha confermato che la grazia si riceve da Dio per mezzo di Cristo e non per mezzo degli ordinamenti quando dice: “E’ della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia. Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo” (Giov. 1:16,17).

Come potete vedere, da ciò che insegna la Scrittura si deduce che è errato pensare che la grazia di Dio sia conferita dai sacramenti della chiesa romana. E i fatti confermano ciò, perché tanti nostri fratelli che prima erano Cattolici romani quantunque avevano ricevuto il battesimo cattolico, la cresima, la comunione, e si erano confessati al prete per anni, hanno ricevuto la grazia che procede da Dio quando si sono ravveduti ed hanno creduto nel Vangelo. Per essa sono stati salvati dai loro peccati, per essa sono stati perdonati appieno e purgati da ogni loro peccato. L’hanno dunque ricevuta senza compiere riti di nessun genere ma solo credendo in Cristo; direttamente da Dio per mezzo di Cristo.

Si tenga però ben presente a proposito di quanto appena detto che sia il ravvedimento che si è prodotto in essi e la fede mediante cui essi sono stati perdonati e salvati da Dio, sono tutte cose che vengono concesse da Dio secondo il beneplacito della sua volontà a coloro che lui vuole, per cui il fatto che essi hanno potuto pentirsi e credere nel Signore Gesù Cristo sono una manifestazione della grazia di Dio verso di loro. In altre parole si deve dire che essi si sono ravveduti e hanno creduto per la grazia che Dio aveva innanzi i secoli deciso di manifestare verso di loro e che nella pienezza dei tempi ha manifestato dandogli il ravvedimento e la fede indispensabili per essere salvati.

Cosicché si deve riconoscere che se è vero che per la sola fede in Cristo abbiamo ricevuto grazia sopra grazia da Dio, è altresì vero che la fede che abbiamo, essendo un dono di Dio e non qualcosa che viene da noi, è essa stessa una grazia, un favore di Dio da lui datoci nella sua grande misericordia perché così Egli aveva deciso a nostra insaputa senza che noi meritassimo alcunché da lui, altrimenti grazia non sarebbe più grazia. Ecco perché dobbiamo dire che non abbiamo nulla, quindi neppure la fede, che non abbiamo ricevuto da Dio nella sua grande misericordia; e perché non abbiamo nulla di che gloriarci davanti a Dio, perché la salvezza ricevuta è stata un opera interamente compiuta da lui in noi senza che noi sapessimo nulla di questo suo glorioso piano verso di noi e indipendentemente dalla nostra volontà.

Come ben dice Paolo: “Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia” (Rom. 9:16). Ho voluto fare questo discorso per dimostrare che se è vero che per mezzo di Cristo “abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia” (Rom. 5:2), come dice Paolo, è altresì vero che abbiamo avuto accesso a questa grazia per la grazia di Dio perché la fede ce l’ha donata Dio. A Dio sia la lode e la gloria. Amen.

Quanto detto qui sopra quindi annulla tutta la dottrina cattolica sull’efficacia dei sacramenti; potremmo perciò fermarci qui, senza proseguire a confutare uno per uno i loro sacramenti. Ma vogliamo lo stesso farlo per dimostrare a tutti con le Scritture come, quantunque i teologi papisti prendono le sacre Scritture per sostenere che i loro sette sacramenti conferiscono la grazia, questi loro sacramenti non conferiscono nessuna grazia. Vogliamo così rendere giustizia alla Parola di Dio da loro male interpretata a danno di tante anime nel mondo.

IL BATTESIMO – La dottrina dei teologi papisti

Il battesimo rimette i peccati, fa nascere di nuovo chi lo riceve che diventa così un cristiano. Esso è assolutamente necessario alla salvezza. I neonati quindi lo devono ricevere al più presto perché senza il battesimo, in caso di morte, non possono andare in paradiso, ma vanno nel limbo. Il battesimo lo amministra il sacerdote versando l’acqua benedetta sul capo del battezzando. ‘Il Battesimo è il sacramento della remissione dei peccati e della rigenerazione. E’ di fede (…) Per disposizione divina, il Battesimo è assolutamente necessario a tutti gli uomini per la salvezza. E’ di fede’ (Bernardo Bartmann, Teologia Dogmatica, vol. III, pag. 91, 96).

In altre parole, il battesimo per i teologi papisti rimette i peccati all’uomo e a sostegno di ciò essi prendono le parole che Pietro disse ai Giudei il giorno della Pentecoste; “Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remission de’ vostri peccati” (Atti 2:38), e lo fa rinascere e diventare un figlio di Dio e per sostenere questo prendono le seguenti parole di Gesù: “In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Giov. 3:5), e le seguenti parole di Paolo: “Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione…” (Tito 3:5).

Questo potere di rigenerare, il battesimo lo possiede perché l’acqua usata nel ministrarlo è un’acqua del tutto speciale infatti viene ‘consacrata mediante una preghiera di Epiclesi (sia al momento stesso, sia nella notte di Pasqua). La Chiesa chiede a Dio che, per mezzo del suo Figlio, la potenza dello Spirito Santo discenda su quest’acqua, in modo che quanti vi saranno battezzati ‘nascano dall’acqua e dallo Spirito’…’ (Catechismo della chiesa cattolica, Città del Vaticano 1992, pag. 327).

Essendo il battesimo indispensabile alla salvezza, i genitori devono portare il proprio bambino al battesimo non più tardi di otto o dieci giorni; per ‘assicurargli subito la grazia e la felicità eterna, potendo egli molto facilmente morire’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 461). Esso è amministrato dal sacerdote cattolico ‘versando l’acqua sul capo del battezzando e dicendo nello stesso tempo le parole della forma’ (ibid., pag. 453) che sono: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo [5].

Nella cerimonia del battesimo, il bambino, siccome non può parlare e rispondere alle domande che fa’ il prete, viene rappresentato dai padrini. Il catechismo dice di costoro: ‘I padrini nel Battesimo sono quelli che presentano alla Chiesa il battezzando, rispondono in suo nome se è bambino, assumendosi, quali padri spirituali, la cura della sua educazione cristiana, se vi mancassero i genitori, e perciò debbono essere buoni cristiani’ (ibid., pag. 460). Perciò, quando il bambino diviene adulto ha il dovere di ‘mantenere le promesse fatte a suo nome dai padrini’ (ibid., pag. 461).

Per sostenere il battesimo dei neonati i teologi papisti prendono le parole di Gesù di lasciare che i piccoli fanciulli vadano a lui (cfr. Mar. 10:13), poi le parole di Luca che dice che Lidia e il carceriere di Filippi furono battezzati con le rispettive famiglie (cfr. Atti 16:14,15,32-34), e la circoncisione dei neonati da farsi all’età di otto giorni secondo il comando di Dio (cfr. Gen. 17:12). Che succede nel caso il bambino muore senz’avere ricevuto il battesimo? Se egli muore non battezzato andrà nel limbo.

Il catechismo infatti dice: ‘I bambini morti senza Battesimo vanno al Limbo, dove non é premio soprannaturale né pena; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il Paradiso, ma neppure l’Inferno e il Purgatorio’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 171) [6]. Quantunque i teologi papisti dicano che il battesimo con acqua è assolutamente necessario per conseguire la salvezza, pure vi sono alcuni casi in cui per necessità, cioè per la ragione che la persona è impossibilitata a farsi battezzare, esso può essere sostituito da due altri battesimi: quello di sangue e quello di desiderio.

Per quanto riguarda il battesimo di sangue essi dicono: ‘Il battesimo di sangue (baptisma sanguinis) dona la giustificazione come quello di acqua, ma non il carattere indelebile e quindi l’incorporazione nella chiesa e la capacità di ricevere gli altri sacramenti. Sono compresi come battesimo di sangue; la morte violenta o la tortura, che dovrebbe portare alla morte; il martirio per causa di Cristo (per la fede cristiana o per una virtù cristiana); la sopportazione fino in fondo di questi tormenti per amore di Cristo; almeno un dolore imperfetto per i propri peccati e la volontà di ricevere, alla prima occasione, il battesimo di acqua’ (Johann Auer e Joseph Ratzinger, I sacramenti della chiesa, Assisi 1974, pag. 88-89).

Per confermare il battesimo di sangue i teologi papisti prendono le parole che Gesù rivolse a Giacomo e Giovanni: “Voi certo berrete il calice ch’io bevo e sarete battezzati del battesimo del quale io sono battezzato…” (Mar. 10:39). Per quanto riguarda il battesimo di desiderio essi affermano: ‘Se è moralmente o fisicamente impossibile la ricezione del battesimo di acqua, il battesimo di desiderio può conferire gli effetti della grazia del primo.

Gli elementi costitutivi del battesimo di desiderio sono: il desiderio sincero del battesimo, il dolore perfetto dei propri peccati e la ferma volontà di ricevere alla prima occasione il sacramento del battesimo di acqua. Esso è efficace quando a motivo di un fatto esterno (morte) non si è più in grado di ricevere il battesimo di acqua. Esso produce la giustificazione, ma non l’incorporazione nella chiesa visibile’ (Johann Auer e Joseph Ratzinger, op. cit., pag. 89).

Contro chi non accetta il battesimo della chiesa cattolica romana ci sono i seguenti anatemi lanciati dal concilio di Trento: ‘Se qualcuno afferma che nella chiesa romana (che è madre e maestra di tutte le chiese) non vi è la vera dottrina del battesimo: sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 3); ‘Chi nega che per la grazia del signore nostro Gesù Cristo, conferita nel battesimo, sia rimesso il peccato originale (…) sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. V,5); ‘Chi nega che i fanciulli, appena nati debbano essere battezzati (….) sia anatema’ (Concilio di Trento. Sess. V,4);

‘Se qualcuno afferma che i bambini, poiché non hanno la capacità di credere, ricevuto il battesimo non devono essere considerati cristiani e quindi divenuti adulti, devono essere ribattezzati; o che è meglio omettere il loro battesimo, piuttosto che battezzarli nella fede della chiesa, senza un loro atto di fede; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 13).

Confutazione

Il battesimo dev’essere ministrato a persone che hanno creduto e per immersione

Questa dottrina della chiesa romana sul battesimo é falsa perché innanzi tutto secondo la Scrittura il battesimo dev’essere ministrato a persone che si sono ravvedute dai loro peccati ed hanno creduto nel Signore Gesù Cristo, e perciò non può essere ministrato a degli infanti che ancora non discernono il bene dal male e che ancora non possono credere col cuore nel Signore. Le seguenti Scritture confermano che coloro che devono essere battezzati devono prima ravvedersi e credere nel Vangelo che viene loro annunziato, e perciò non possono essere battezzati dei neonati.

* “Or essi, udite queste cose, furon compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiam fare? E Pietro a loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remission de’ vostri peccati…. Quelli dunque i quali accettarono la sua parola, furon battezzati….” (Atti 2:37,38,41); * “Ma quand’ebbero creduto a Filippo che annunziava loro la buona novella relativa al regno di Dio e al nome di Gesù Cristo, furon battezzati, uomini e donne” (Atti 8:12); * “E molti dei Corinzî, udendo Paolo, credevano, ed eran battezzati” (Atti 18:8).

Come potete ben vedere in questi tre passi le espressioni: “accettarono la sua parola”, “quando ebbero creduto”, e “credevano” precedono l’atto del battesimo, e attestano in maniera chiara che anticamente per ricevere il battesimo la persona doveva prima credere nel Vangelo. Tutto questo è in perfetta armonia con le parole di Gesù: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” (Mar. 16:16). Il battesimo dunque è lecito che lo riceva solo chi ha creduto.

Ma per potere credere la persona deve prima ascoltare la parola di Cristo perché Paolo dice che la fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo, ed anche: “Come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare?” (Rom. 10:14), e perciò ci deve essere chi predica il Cristo perché sempre Paolo dice: “Come udiranno, se non v’è chi predichi?” (Rom. 10:14). E questo è in perfetta armonia con le seguenti parole di Gesù: “Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” (Mar. 16:15,16); e: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli…” (Matt. 28:19).

Notate infatti che la predicazione e l’ammaestramento precedono l’atto del battesimo perché gli apostoli prima dovevano predicare la Parola, e dopo dovevano battezzare coloro che avevano creduto in essa. Questo è l’ordine che gli apostoli seguirono, difatti il giorno della Pentecoste prima Pietro predicò, poi gli uditori accettarono la sua parola e gli apostoli li battezzarono secondo che è scritto: “Quelli dunque i quali accettarono la sua parola, furon battezzati” (Atti 2:41).

E questo è quello che avvenne anche a Filippi nel caso della famiglia di Lidia secondo che è scritto prima: “E postici a sedere, parlavamo alle donne ch’eran quivi radunate” (Atti 16:13), poi dopo che il Signore le aprì il cuore per renderla attenta alle cose dette da Paolo “fu battezzata con quei di casa” (Atti 16:15); ed anche nel caso della famiglia del carceriere secondo che è scritto, prima: “Poi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua” (Atti 16:32), e poi, che “fu battezzato lui con tutti i suoi” (Atti 16:33); ed a Corinto dove molti sentendo parlare Paolo credevano ed erano battezzati (cfr. Atti 18:8).

E siccome che la predicazione del Vangelo non poteva essere rivolta a dei neonati (e da quest’ultimi accettata) perché essi quantunque potevano sentire non potevano però discernere quello che veniva detto e in loro non poteva dunque venire la fede, deduciamo che essi non venivano battezzati. Abbiamo dunque visto che anticamente il battesimo veniva, in obbedienza al comando di Cristo, ministrato solo a coloro che credevano, il che esclude che venissero battezzati anche dei neonati che non potevano ancora credere.

Oltre a ciò bisogna dire che il battesimo citato in queste Scritture consisteva nell’immergere nell’acqua chi aveva creduto, e non in un versamento di acqua sulla sua testa. D’altronde la stessa parola greca baptizo significa ‘immergere’, ‘tuffare’, e non versare o aspergere. Le seguenti Scritture attestano che il battesimo con acqua è per immersione e non per infusione.

* Giovanni il Battista battezzava per immersione (quantunque il suo battesimo fosse solo un battesimo di ravvedimento) secondo che é scritto: “Allora Gerusalemme e tutta la Giudea e tutto il paese d’intorno al Giordano presero ad accorrere a lui; ed erano battezzati da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati” (Matt. 3:5,6), ed anche: “Or anche Giovanni stava battezzando a Enon, presso Salim, perché c’era là molt’acqua; e la gente veniva a farsi battezzare” (Giov. 3:23);

* Gesù fu battezzato all’età di circa trenta anni; quando fu battezzato da Giovanni nel Giordano, fu immerso nell’acqua, secondo che é scritto in Matteo: “E Gesù, tosto che fu battezzato, salì fuor dell’acqua…” (Matt. 3:16); ed anche in Marco: “Fu battezzato da Giovanni nel Giordano. E ad un tratto, com’egli saliva fuori dell’acqua, vide fendersi i cieli, e lo Spirito scendere su di lui…” (Mar. 1:9,10);

* l’eunuco fu battezzato da Filippo per immersione secondo che é scritto: “E discesero ambedue nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò. E quando furon saliti fuori dell’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo..” (Atti 8:38,39).

Che dire allora di quei ragionamenti papisti quali: ‘Il giorno della Pentecoste furono battezzate circa tremila persone e noi sappiamo che a Gerusalemme non c’è nessun fiume che permettesse un battesimo di immersione’, e: ‘Il carceriere fu battezzato con tutta la sua famiglia nel carcere e qui non c’era un fiume o una piscina per fare un battesimo per immersione; quindi in questi casi il battesimo fu ministrato per infusione’? Diremo che essi sono solo delle ciance che servono solo a gettare polvere negli occhi dei Cattolici che non conoscono le Scritture. Dio non era obbligato a fare trascrivere ogni volta dove e come venivano battezzati tutti coloro che accettavano il Vangelo.

Una cosa è certa, in quei casi in cui Egli non ha voluto che fosse trascritto dove e come venne ministrato il battesimo ai credenti non è perché quel battesimo fu loro ministrato per infusione! E poi, seguendo questo modo di ragionare si dovrebbe anche dire che in quei casi dove non c’è scritto che dei credenti ricevettero il battesimo essi non furono per nulla battezzati come nel caso di quelle migliaia di persone che dopo che Pietro guarì lo zoppo a Gerusalemme credettero, dei Tessalonicesi, o di coloro che credettero ad Atene; per cui il battesimo non era necessario! Ma questo evidentemente significherebbe fare dire alla Parola ciò che essa non dice e costituirebbe una contraddizione.

Abbiamo quindi provato che il battesimo istituito da Cristo dev’essere ministrato a persone che si sono ravvedute ed hanno creduto ed anche che esso è per immersione e non per infusione. Quando dunque un Cattolico romano si ravvede e crede con il suo cuore nel Vangelo della grazia deve essere battezzato; non ribattezzato perché in realtà quello che lui ha ricevuto da fanciullo (o magari da adulto) nella chiesa cattolica romana non è affatto un battesimo ma un qualche cosa che ha solo il nome di battesimo.

Per quanto riguarda poi le parole da usare nel battesimo bisogna dire al battezzando: ‘Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo’ perché Gesù così ha comandato: “…battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo” (Matt. 28:19). Nel nome del Padre perché è Lui che lo ha attirato al suo Figliuolo (cfr. Giov. 6:37,44,65), nel nome del Figliuolo perché Lui lo ha accolto e gli ha rivelato il Padre (cfr. Luca 10:22), e nel nome dello Spirito Santo perché è Lui che lo ha convinto quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio (cfr. Giov. 16:8).
Il battesimo non rigenera l’uomo

Le parole di Gesù (cfr. Giov. 3:5) e di Paolo (cfr. Tito 3:5) che i teologi papisti prendono per sostenere il potere di rigenerare del battesimo hanno un altro significato.

Gesù quando disse che bisogna nascere d’acqua intese dire che bisogna essere rigenerati dalla Parola di Dio perché l’acqua rappresenta la Parola di Dio (cfr. Is. 55:10,11). Di certo Egli non intese dire che l’acqua del battesimo rigenera o ha il potere di rigenerare il peccatore perché questo non corrisponde a verità, perché il potere di rigenerare il peccatore ce l’ha la Parola di Dio (cfr. 1 Piet. 1:23). E poi, se fosse così come dicono i Cattolici il ladrone convertitosi sulla croce in punto di morte non avrebbe potuto andare nel regno di Dio perché non nato d’acqua, cioè perché non battezzato. Ma allora come mai Gesù gli disse che in quel giorno sarebbe stato con lui in paradiso? Non è forse perché quell’uomo prima di morire sperimentò la nuova nascita, ovvero nacque d’acqua e di Spirito? Certo che è così, e non può essere altrimenti.

Per quanto riguarda le parole di Paolo a Tito, per lavacro della rigenerazione l’apostolo non intese dire la rigenerazione compiuta dal battesimo. E questo perché lui per lavacro non intendeva l’immersione nell’acqua di chi aveva creduto, ma la purificazione compiuta in lui dalla Parola di Dio difatti agli Efesini dice che “Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, affin di santificarla, dopo averla purificata col lavacro dell’acqua mediante la Parola..” (Ef. 5:25,26). A conferma che Cristo ci ha lavati e nettati mediante la sua parola, e non mediante il battesimo in acqua che abbiamo ricevuto nel suo nome, citiamo le parole che Gesù disse ai suoi discepoli la notte in cui fu tradito: “Voi siete già mondi a motivo della parola che v’ho annunziata” (Giov. 15:3).

Egli non disse loro che erano mondi a motivo del battesimo, ma a motivo della sua parola, che era la Parola di Dio secondo che egli disse: “La parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato” (Giov. 14:24). E se ciò non bastasse a dimostrare che Paolo dicendo che siamo stati salvati mediante il lavacro della rigenerazione non intese affatto dire che il battesimo in acqua ci ha rigenerati aggiungiamo anche la prova dei fatti. I Cattolici romani dicono di avere ricevuto il lavacro della rigenerazione ma non possono dire di essere stati salvati.

Ora, noi diciamo: ‘Se i Cattolici avessero ricevuto il lavacro della rigenerazione di cui parla Paolo quando sono stati battezzati allora potrebbero dire di conseguenza anche loro: “Siamo stati salvati”, ma questo non lo possono dire e non lo dicono. Come mai?’ Non è forse perché quel “lavacro della rigenerazione” non si riferisce affatto al battesimo (sia che esso sia stato erratamente ministrato per infusione o giustamente per immersione) ma al lavaggio operato dalla Parola di Dio nel cuore di colui che l’ha accettata per fede e loro questo lavaggio non l’hanno ancora sperimentato? Certo che è così.

Ecco perché tutti coloro che dicono di essere dei Cristiani solo per il fatto che da piccoli sono stati battezzati nella chiesa cattolica romana non sono certi di essere salvati, e sono ancora morti nei loro falli; perché il loro battesimo non li ha rigenerati affatto quando essi lo hanno ricevuto da piccoli. Possiamo dire che essi sono stati ingannati mediante quel ‘battesimo’, ma non rigenerati ed incorporati mediante di esso nel corpo di Cristo.

I passi presi per sostenere il battesimo dei bambini non hanno il significato che gli danno i teologi papisti

Nella sacra Scrittura non ci sono a riguardo del battesimo in acqua dei passi che attestano che ai tempi di Gesù e ai tempi degli apostoli venivano battezzati anche i bambini. Nonostante ciò, come avete potuto vedere, i teologi papisti sostengono il battesimo degli infanti mediante dei passi delle Scritture. Vediamo dunque di dimostrare che i passi della Scrittura da loro citati non confermano affatto il battesimo degli infanti.

* In Matteo è scritto: “Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli sgridarono coloro che glieli presentavano. Gesù però disse: Lasciate i piccoli fanciulli e non vietate loro di venire a me, perché di tali è il regno de’ cieli. E imposte loro le mani, si partì di là” (Matt. 19:13-15). I sostenitori del battesimo degli infanti (pedobattesimo) dicono che quel “non vietate loro di venire a me” significa che non si può negare il battesimo ai fanciulli, quantunque essi non siano consapevoli dell’atto a cui vengono sottoposti, perché Gesù ha detto di non impedirglielo.

Questa interpretazione data alle suddette parole di Gesù è arbitraria per queste ragioni: coloro che presentavano i bambini a Gesù non glieli presentavano affinché lui li battezzasse per infusione o per immersione, ma, come dice Marco “perché li toccasse” (Mar. 10:13), quindi vedere il battesimo degli infanti in quelle parole di Gesù vuole dire sforzarsi di vederci quello che non c’è. Gesù quando i bambini andarono a lui li prese in braccio “ed imposte loro le mani, li benediceva” (Mar. 10:16), il che esclude che lui li abbia battezzati.

* “E una certa donna, di nome Lidia, negoziante di porpora, della città di Tiatiri, che temeva Dio, ci stava ad ascoltare; e il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo. E dopo che fu battezzata con quei di casa, ci pregò dicendo: Se mi avete giudicata fedele al Signore, entrate in casa mia, e dimoratevi. E ci fece forza” (Atti 16:14,15); “Poi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua. Ed egli, presili in quell’istessa ora della notte, lavò loro le piaghe; e subito fu battezzato lui con tutti i suoi.

E menatili su in casa sua, apparecchiò loro la tavola, e giubilava con tutta la sua casa, perché avea creduto in Dio” (Atti 16:32-34). Ora, siccome che sia nel caso di Lidia, e sia nel caso del carceriere di Filippi è detto che essi furono battezzati con tutti quelli di casa loro, i teologi papisti deducono che anche i loro bambini furono battezzati dagli apostoli. Per confutare questo loro discorso diciamo solamente che le Scritture qui sopra esposte non dicono che c’erano dei neonati o dei piccoli bambini in quelle famiglie.

* “All’età d’otto giorni, ogni maschio sarà circonciso fra voi, di generazione in generazione” (Gen. 17:12). Per i teologi papisti, come il neonato entrava a fare parte inconsapevolmente del popolo d’Israele mediante quell’atto che gli veniva compiuto nella carne, così sotto il Nuovo Patto il bambino entra inconsapevolmente a fare parte del popolo di Dio quando gli viene ministrato il battesimo.

Questo paragone non regge per i seguenti motivi: 1) sotto l’Antico Patto fu Dio a comandare di circoncidere l’ottavo giorno i bambini mentre sotto il Nuovo Patto non ha comandato affatto di battezzare i bambini, cosa che non avrebbe mancato di fare se egli avesse voluto che così si facesse; 2) la circoncisione sotto l’Antico Patto era ombra della vera circoncisione che doveva compiere Cristo nel cuore di molti uomini e di molte donne: e questa egli la compie in coloro che si ravvedono e credono in lui togliendogli il vecchio cuore di pietra e mettendogliene uno nuovo di carne, togliendogli i peccati.

I peccati vengono cancellati e si diventa figliuoli di Dio quando si crede in Gesù Cristo e non quando si viene battezzati

Ora, prescindendo dal fatto che il battesimo dei bambini amministrato in seno alla chiesa romana è nullo per le ragioni appena esposte, spieghiamo con la Scrittura perché il battesimo in acqua non cancella i peccati all’uomo e non lo fa diventare un figlio di Dio. Pietro dice nella sua prima epistola che il battesimo non é “il nettamento delle sozzure della carne…” (1 Piet. 3:21); dove per sozzure della carne si intendono le opere morte della carne (i peccati) di cui l’uomo senza Dio è contaminato (cfr. Gal. 5:19-21. Quindi non è mediante di esso che vengono cancellati i peccati e si diventa figliuoli di Dio. Ma allora come vengono cancellati i peccati e come si diventa figliuoli di Dio?

* I peccati vengono cancellati mediante la fede, e non mediante il battesimo in acqua, secondo che é scritto: “Chiunque crede è giustificato di tutte le cose” (Atti 13:39), ed anche: “Chiunque crede in lui riceve la remission de’ peccati mediante il suo nome” (Atti 10:43). Ed a conferma di quello che stiamo dicendo citiamo le parole di Pietro all’assemblea di Gerusalemme a proposito della purificazione di quei Gentili che udirono il Vangelo dalla sua bocca: “E non fece alcuna differenza fra noi e loro, purificando i cuori loro mediante la fede” (Atti 15:9).

Come potete vedere Pietro non disse che quei Gentili erano stati purificati dai loro peccati mediante il battesimo, che essi ricevettero per ordine suo dopo che lo Spirito Santo scese su loro, ma mediante la loro fede che aveva preceduto il battesimo in acqua. Che dire allora delle parole di Pietro il giorno della Pentecoste che i teologi papisti prendono per dire che il battesimo rimette i peccati? Non confermano forse esse che il battesimo rimette i peccati?

No, non lo confermano affatto perché Pietro non disse loro: ‘Siate battezzati per la remissione dei vostri peccati’, il che avrebbe sì significato che per ottenere la remissione dei peccati era indispensabile per loro farsi battezzare; ma egli disse loro prima di ravvedersi e poi di farsi battezzare, e siccome che quando ci si ravvede si cambia modo di pensare e si crede nell’Evangelo nel quale non si è mai creduto prima, bisogna dire ancora una volta che il battesimo non lava il peccatore dai suoi peccati perché ciò che gli rimette i peccati è il nome di Cristo nel quale egli crede quando si ravvede.

E che i peccati non vengono cancellati dal battesimo ma mediante la fede in Cristo è confermato anche dalle seguenti parole che sempre lo stesso Pietro rivolse ai Giudei dopo la guarigione dello zoppo alla porta del tempio detta ‘Bella’: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati…” (Atti 3:19). Notate infatti che qui Pietro dice ai Giudei che per ottenere la cancellazione dei loro peccati si devono solo ravvedere e convertire. Non gli dice: ‘Ravvedetevi e siate battezzati’, ma solo: “Ravvedetevi dunque e convertitevi”; del battesimo non gliene parla, ma annunzia loro lo stesso la cancellazione dei peccati.

* Si diventa figliuoli di Dio sempre mediante la fede e non mediante il battesimo secondo che é scritto: “A tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome” (Giov. 1:12), ed anche: “Siete tutti figliuoli di Dio, per la fede in Cristo Gesù” (Gal. 3:26). Prendiamo per esempio ancora Cornelio ed i suoi; essi ricevettero lo Spirito Santo ancora prima di essere battezzati in acqua. Ora, noi sappiamo che lo Spirito Santo lo possono ricevere solo coloro che hanno creduto perché è scritto: “Or disse questo dello Spirito, che doveano ricevere quelli che crederebbero in lui” (Giov. 7:39), perciò essi avevano creduto e di conseguenza erano dei figliuoli di Dio.

Inoltre la Scrittura dice: “Avete ricevuto lo spirito d’adozione, per il quale gridiamo: Abba! Padre! Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio” (Rom. 8:15,16), quindi Cornelio ed i suoi potevano dire di essere dei figliuoli di Dio ancora prima di essere battezzati perché lo Spirito Santo glielo attestava con il loro spirito [7]. Come potete vedere tutto questo annulla la dottrina che il battesimo fa diventare figli di Dio. Ma prendiamo un altro esempio per confermare che non è mediante il battesimo che si diventa figliuoli di Dio; quello dei circa dodici discepoli di Efeso.

Luca dice che Paolo quando giunse ad Efeso “trovati quivi alcuni discepoli, disse loro: Avete voi ricevuto lo Spirito Santo, dopo che avete creduto” (Atti 19:1,2 Diod.). E siccome che essi gli risposero che non avevano neppure sentito parlare dell’esistenza dello Spirito Santo, Paolo si informò da loro di quale battesimo erano stati battezzati. Essi gli risposero che erano stati battezzati del battesimo di Giovanni; al che Paolo li battezzò nel nome del Signore Gesù.

Ora, la domanda che faccio è questa: ‘La Scrittura dice che questi circa dodici uomini erano dei discepoli ancora prima che fossero battezzati in acqua nel nome del Signore Gesù, quindi costoro avevano creduto nel Signore perché ogni qual volta nel libro degli Atti degli apostoli è menzionata la parola discepoli essa si riferisce a dei credenti, a dei figliuoli di Dio; ma allora come si spiega che essi, benché ancora non fossero stati battezzati nel nome del Signore Gesù, sono chiamati discepoli?’

Non è forse perché non è il battesimo nel nome del Signore Gesù che ci rende discepoli del Signore, ma la nostra fede in Cristo Gesù? Non bisogna forse arrivare ancora alla conclusione che il battesimo non fa gli uomini figli di Dio, perché figli di Dio si diventa credendo nel nome del Figliuol di Dio?

Con questi nostri discorsi non vogliamo dire affatto che il battesimo sia inutile o non necessario, e questo perché esso è stato ordinato dal Signore con queste parole: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo” (Matt. 28:19) ed anche: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” (Mar. 16:16), ma solo che Gesù ha detto che “chi non avrà creduto sarà condannato” e non che colui che non sarà battezzato andrà all’inferno, come per esempio un uomo che crede in fin di vita senza avere punto il tempo di essere battezzato in acqua.

Quindi il fine di questi discorsi è solo quello di dimostrare che non è l’acqua del battesimo che cancella i peccati ma il sangue di Cristo, e che non è il battesimo che fa diventare gli uomini figli di Dio ma la loro fede. Fermo restando che il battesimo ha valore, e che coloro che credono devono essere subito battezzati in ubbidienza all’ordine del Signore.

Che cosa è, e cosa fa il battesimo secondo la Scrittura – Dopo avere detto cosa il battesimo non è, e cosa il battesimo non fa vediamo che cosa è il battesimo e cosa esso fa.

L’apostolo Pietro dice che il battesimo è “la richiesta di una buona coscienza fatta a Dio” (1 Piet. 3:21) (questa è un ulteriore conferma che il battesimo non può essere amministrato a bambini perché i bambini appena nati non possono fare a Dio questa richiesta di buona coscienza che é il battesimo); quindi siccome che per mezzo del battesimo chi crede in Dio richiede di avere una buona coscienza nel suo cospetto, esso è necessario (d’altronde come avrebbe potuto Gesù istituire una cosa non necessaria per coloro che avrebbero creduto in lui?).

E ciascuno di noi ha sperimentato le parole di Pietro perché dopo che abbiamo creduto nel Signore abbiamo sentito la necessità del battesimo perché sentivamo in noi per lo Spirito, che pur essendo dei figliuoli di Dio purificati con il sangue di Gesù Cristo, per avere una buona coscienza davanti a Dio dovevamo ubbidire all’ordine del battesimo. Certo, eravamo certi di essere salvati, di essere stati perdonati, ma nonostante ciò sentivamo che in ubbidienza a Cristo, il nostro Salvatore, dovevamo farci battezzare in acqua. Quindi, secondo la Scrittura, mediante il battesimo noi abbiamo ottenuto una buona coscienza davanti a Dio.

Oltre a questo noi, mediante il battesimo, siamo stati sepolti con Cristo secondo che è scritto: “O ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi siam dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita” (Rom. 6:3,4). E dato che vengono seppelliti i morti e non coloro che ancora sono vivi, noi possiamo dire che quando siamo stati seppelliti mediante il battesimo nella morte di Cristo eravamo già morti al peccato essendo che ci eravamo ravveduti ed avevamo creduto nel Vangelo.

In altre parole che noi prima di essere battezzati in acqua eravamo nati di nuovo, perciò morti al peccato; e mediante il battesimo il nostro vecchio uomo è stato seppellito con Cristo. Come Cristo quando fu seppellito era già morto al peccato (“il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre” Rom. 6:10, dice Paolo), così anche noi quando siamo stati seppelliti con lui eravamo già morti al peccato mediante il corpo di Cristo. Possiamo anche esprimere questo concetto così: noi siamo stati salvati dai nostri peccati mediante la fede, e quindi ancora prima di essere battezzati in acqua eravamo salvati (perché l’atto del credere precede l’atto dell’essere immersi nell’acqua).

Il nostro battesimo quindi si può definire un atto di ubbidienza a Dio che ha suggellato la giustificazione da noi ottenuta per fede prima del battesimo. Un po’ come il segno della circoncisione che Abramo ricevette “qual suggello della giustizia ottenuta per la fede che avea quand’era incirconciso” (Rom. 4:11). Perché anche Abramo era stato giustificato da Dio per fede prima di essere circonciso, e non fu quindi la circoncisione ad essergli messa in conto di giustizia ma la sua fede secondo che è scritto: “Noi diciamo che la fede fu ad Abramo messa in conto di giustizia” (Rom. 4:9). Nello stesso modo anche a noi non è stato il battesimo ad esserci messo in conto di giustizia (il che avrebbe significato che mediante il battesimo si ottiene la giustificazione) ma la nostra fede che abbiamo riposto in Cristo prima di essere battezzati in acqua.

Mediante il battesimo noi abbiamo anche testimoniato al diavolo e ai suoi ministri (come anche alle persone del mondo che erano presenti o che hanno udito del nostro battesimo) di essere diventati dei discepoli di Cristo Gesù, di non volere vivere più per noi stessi ma per Colui che è morto e risuscitato per noi, e perciò di avere rinunciato a noi stessi ed ai piaceri del peccato che ci offre il diavolo tramite questo mondo malvagio.

Non si deve mai dimenticare infatti che quando noi siamo nati di nuovo siamo stati strappati da questo presente secolo malvagio che giace nel maligno e trasportati nel regno del Figliuolo di Dio; che prima della nuova nascita servivamo il peccato ma dopo abbiamo cominciato a servire la giustizia. E’ un atto dunque il battesimo con il quale noi abbiamo dichiarato di essere morti al peccato e al mondo. Come con la cena del Signore noi annunziamo periodicamente la morte del Signore al peccato una volta per sempre, così con il battesimo, che si riceve una volta sola nella vita, noi abbiamo annunziato la nostra morte al peccato, al mondo.

E si tenga presente che come la cena del Signore non è la ripetizione della morte del Signore al peccato, il battesimo non è nemmeno esso l’atto con il quale noi moriamo al peccato perché la nostra morte al peccato è avvenuta prima del battesimo che ne è stato invece l’annuncio. Si tenga presente che il battesimo nel nome di Cristo in alcuni posti della terra rappresenta un pronunciare su se stessi la condanna a morte dei propri connazionali, e difatti molti di questi nostri fratelli battezzati in queste nazioni sono stati poi uccisi per avere manifestato pubblicamente con il battesimo la loro decisione di seguire Cristo.

Questo a dimostrazione che per coloro che si sono sentiti traditi questo atto dell’immersione che subisce un credente (che per loro è un traditore) significa che quello che prima era della loro stessa religione ha deciso di rinunciare alla sua vecchia religione per abbracciarne un altra totalmente diversa per cui egli merita la morte come traditore.

Il battesimo è un atto con il quale noi abbiamo dichiarato di non vergognarci di Cristo ma di essere disposti a portare il suo vituperio in questo mondo di tenebre. Il fatto dunque che molti credenti hanno subito una forte opposizione dai loro familiari increduli prima di essere battezzati è dovuto al fatto che il diavolo cercò tramite alcuni che erano sotto la sua potestà di indurre in questa maniera il neoconvertito a vergognarsi del suo Salvatore. L’avversario infatti sa che Gesù ha affermato: “Se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figliuol dell’uomo si vergognerà di lui…” (Mar. 8:38).

Dopo avere detto ciò qualcuno dirà: “Ma allora, se non è tramite il battesimo che si viene salvati (perché è mediante la fede che si viene salvati), perché Pietro dice del battesimo: “Il quale ora salva anche voi, mediante la risurrezione di Gesù Cristo” (1 Piet. 3:21)? Perché è così, ma Pietro non ha voluto dire con queste parole che il battesimo ci ha salvati. Perché non è il battesimo in acqua che salva l’uomo dalla schiavitù del peccato ma la sua fede in Cristo Gesù.

Non è il battesimo in acqua che salva l’uomo dall’inferno ma la sua fede, e di ciò ne abbiamo una conferma nell’episodio della conversione di uno dei ladroni che furono crocifissi con Cristo al quale Gesù disse: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso” (Luca 23:43). Come potete vedere quell’uomo non poté ricevere il battesimo eppure andò in paradiso. A conferma di quanto detto sopra vi faccio notare che Pietro non ha detto che ‘il battesimo ci ha salvati pure a noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo’ perché se avesse detto così questo avrebbe significato che Pietro credeva che si nasce di nuovo quando si viene battezzati e non quando ci si ravvede e si crede nel Figliuolo di Dio.

Ma egli ha detto che il battesimo “salva ancora noi, per la risurrezione di Gesù Cristo” (1 Piet. 3:21 Diod.), cioè che il battesimo nella sua morte ci salva dall’ira a venire; ma in che maniera? Con la fede nella risurrezione di Gesù Cristo perché Gesù ha detto: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” (Mar. 16:16), e non senza. Ma questo non significa affatto che è stato mediante il battesimo che siamo stati rigenerati; tanto è vero che lo stesso apostolo Pietro all’inizio della sua prima epistola dice: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua gran misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti…” (1 Piet. 1:3); lo vedete?

Pietro non dice che Dio ci ha fatti rinascere mediante il battesimo (come dice la chiesa cattolica romana) ma mediante la risurrezione di Gesù Cristo ossia mediante la fede nella risurrezione di Gesù Cristo, il che è differente. Anche l’apostolo Paolo conferma che è mediante la fede nella risurrezione di Cristo che noi siamo stati rigenerati e non mediante il battesimo quando dice ai Colossesi: “Essendo stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che ha risuscitato lui dai morti” (Col. 2:12).

Notate l’espressione “mediante la fede nella potenza di Dio che ha risuscitato lui dai morti” che messa in quel contesto in cui si parla del battesimo dimostra chiaramente che è la fede nella risurrezione di Cristo che ci ha rigenerati e non il battesimo. E difatti Paolo predicava alle persone del mondo la fede in Cristo come mezzo per rinascere e non il battesimo; perché egli sapeva che era soltanto mediante la fede che esse potevano essere rigenerate. Ecco perché ai Corinzi l’apostolo disse: “Cristo non mi ha mandato a battezzare ma ad evangelizzare…” (1 Cor. 1:17), perché agli occhi del Signore l’evangelizzare era ed è più importante del battezzare, cosa che Gesù stesso nei giorni della sua carne lo dimostrò evangelizzando ma non battezzando alcuno.

Quindi, riassumendo, mediante la fede nella risurrezione di Gesù Cristo siamo stati salvati, rigenerati, e purificati dai nostri peccati; mediante il battesimo siamo stati seppelliti; ed esso ci salva mediante la risurrezione di Gesù Cristo, ossia se conserviamo la fede nella risurrezione di Cristo. In altre parole, noi saremo salvati dall’ira a venire a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fede che abbiamo riposto in Dio al principio; nel caso contrario il battesimo in acqua ricevuto dopo avere creduto non ci servirà proprio a nulla. Vi spiego questo facendovi degli esempi.

Se Noè, o qualcuno dei suoi che erano nell’arca, avesse deciso mentre pioveva a dirotto sulla terra di gettarsi dalla finestra che Dio aveva ordinato a Noè di costruire nell’arca, di certo non sarebbe scampato al diluvio ma sarebbe perito pure lui assieme ai ribelli. Se un Israelita che aveva appena finito di passare il mare a piedi asciutti avesse deciso di tornare sui suoi passi (prima che Dio dicesse a Mosè di stendere la sua mano sul mare affinché le acque ritornassero sugli Egiziani), certamente egli sarebbe perito con gli Egiziani. Così anche noi che siamo in Cristo mediante la fede, dobbiamo studiarci di rimanere in Cristo se vogliamo essere salvati dall’ira a venire. Quindi dobbiamo continuare a credere in lui e guardarci dal gettare via la nostra franchezza, perché questo costituirebbe una specie di suicidio spirituale.

Infine ci tengo a sottolineare che l’apostolo Pietro e l’apostolo Paolo (cito loro perché ho citato le loro parole a riguardo del battesimo) battezzavano subito coloro che credevano; questo ve lo ricordo per farvi capire come per loro il battesimo doveva seguire immediatamente la fede e non doveva avvenire settimane o mesi o anni dopo. A dimostrazione che per loro, quantunque non fosse il battesimo che rigenerasse, esso era un atto importante perché comandato da Cristo da fare subito.

Purtroppo però il loro esempio oggi non è seguito in mezzo alla maggior parte delle chiese per tanti motivi che non trovano nessun appoggio nella Scrittura (il numero consistente, la stagione calda, ecc.). E questo non può non rattristare. Io dico che se i preti comandano ai genitori di fare ‘battezzare’ i loro neonati pochi giorni dopo la loro nascita naturale perché pensano che con quell’acqua versata sul loro capo essi rinasceranno e diventeranno figli di Dio, i ministri del Vangelo devono comandare che i neonati spirituali siano battezzati subito sapendo che il battesimo è una richiesta di buona coscienza fatta a Dio e non il mezzo tramite cui si rinasce e si diventa figli di Dio.

Perché un morto con Cristo deve aspettare giorni, settimane o mesi prima di essere seppellito? Che impedisce che venga seppellito subito? Non è forse vero che Cristo quando morì fu seppellito subito? Perché dunque quando uno muore con Cristo non deve essere seppellito subito? Se nel campo naturale appena uno muore si pensa subito a seppellirlo, perché mai nel campo spirituale appena uno muore al peccato perché ha accettato Cristo non deve essere seppellito subito? Perciò o ministri del Vangelo non indugiate a battezzare coloro che hanno veramente creduto nel Vangelo.

Voglio pure cogliere l’occasione per esortare coloro che hanno sì creduto ma ancora indugiano a farsi battezzare. A costoro dico: ‘Che aspettate? perché indugiate? Levatevi e siate battezzati’. Badate a non vergognarvi del battesimo perché è un atto prescritto da Cristo Gesù, un comandamento a cui dovete ubbidire. Non fatevi ingannare dal diavolo che con la sua astuzia cerca di tenervi lontani dal battesimo. Resistetegli mediante lo scudo della fede e sottomettevi a Cristo.

Il limbo non esiste

Di questo luogo chiamato ‘limbo’ nel quale andrebbero i bambini morti senza battesimo la Scrittura non ne parla. Essa parla del seno d’Abramo, ma esso era un luogo dove andavano i giusti che morivano prima della risurrezione di Cristo e adesso non esiste più perché i giusti che vi erano sono stati menati in cielo da Cristo (cfr. Ef. 4:8). E’ quindi inutile credere sia nell’esistenza del limbo e sia che i bambini morti senza battesimo vadano a dimorarvi.

Il battesimo di sangue e quello di desiderio non esistono

Il battesimo di sangue e quello di desiderio sono scaturiti dalla errata dottrina che il battesimo con acqua conferisce la giustificazione ed è quindi indispensabile per la salvezza; infatti tutte e due donano la giustificazione a chi o a motivo del martirio e di altra causa non ha potuto farsi battezzare con l’acqua. Quindi per confutare questi due battesimi basta ribadire che è per la sola fede in Cristo che si viene giustificati e non per il battesimo con acqua; il battesimo con acqua quantunque sia importante non giustifica chi si fa battezzare perché egli, dato che ha già creduto, è già giustificato dai suoi peccati secondo che è scritto: “Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio…” (Rom. 5:1), ed anche: “Il giusto vivrà per fede” (Rom. 1:17).

Di conseguenza, dato che il battesimo non giustifica, chi ha creduto e muore senza ricevere il battesimo in acqua o per morte naturale improvvisa o a motivo del martirio, muore giustificato da Dio e se ne va in paradiso. Come il ladrone pentitosi sulla croce prima di morire per esempio; egli non fu giustificato e salvato perché desiderò essere battezzato, ma solo perché si pentì e credette in Cristo. Non c’è proprio bisogno di nominare il battesimo di sangue o quello di desiderio perché essi sono dei battesimi inesistenti che i teologi papisti hanno fatto spuntare fuori per rimpiazzare in una certa misura il loro indispensabile battesimo con acqua nei casi in cui esso non può essere ricevuto.

Insomma per la chiesa romana senza uno dei suoi battesimi non si può essere salvati; non è più senza la fede che non si può essere salvati ma senza uno di questi battesimi, ossia battesimo con acqua per infusione, battesimo di sangue e battesimo di desiderio. Ancora una volta emerge in maniera chiara come la salvezza mediante la sola fede in Cristo è stata annullata dai sofismi dei teologi papisti. E come la negazione della dottrina della giustificazione per sola fede produce ogni sorta di strane dottrine.

Che dire allora delle parole di Gesù da loro citate per confermare il battesimo di sangue? Diciamo solamente questo: Gesù parlò di questo battesimo nella morte a dei suoi apostoli già perdonati e già battezzati in acqua, quindi ad esso non gli si può dare per nulla il significato datogli dalla curia romana.

LA CRESIMA (O CONFERMAZIONE) – La dottrina dei teologi papisti

La cresima fa ricevere lo Spirito Santo in una misura abbondante. Viene ministrata dal vescovo con l’imposizione delle mani sui cresimandi, e con l’unzione fatta con il sacro crisma sulla fronte dei cresimandi. I bambini la devono ricevere quando giungono all’età della discrezione. ‘La Cresima o Confermazione è il Sacramento che ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo, e ce ne imprime il carattere’ (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 463).

Detto in altre parole la cresima per i Cattolici romani è il sacramento che completa e rende perfetta l’inserzione del cristiano nel corpo mistico di Cristo operata dal battesimo perché il cresimato riceve l’abbondanza dello Spirito Santo che lo fortifica interiormente e gli dà la grazia di testimoniare nel mondo il Vangelo di Cristo.

Secondo loro infatti mediante la cresima avviene l’effusione dello Spirito Santo sui cresimandi come il giorno della Pentecoste avvenne sui discepoli del Signore. Rino Fisichella ha affermato: ‘Risulta dalla celebrazione che l’effetto del sacramento della Confermazione è la piena effusione dello Spirito Santo, come già fu concessa agli Apostoli il giorno di Pentecoste’ (Rino Fisichella, Il Catechismo della Chiesa cattolica, Casale Monferrato 1993, pag. 257) [8].

Questo loro sacramento viene ministrato dal vescovo (per gravi motivi il vescovo può concedere la facoltà di amministrare la cresima a dei sacerdoti), il quale, stese le mani sopra i cresimandi, invoca lo Spirito Santo, poi col sacro Crisma [9] (olio d’oliva mischiato con balsamo, consacrato dal vescovo il giovedì santo) unge in forma di croce la fronte di ciascuno, pronunziando le parole della forma (che sono per l’occasione: ‘Ricevi il sigillo del dono dello Spirito Santo’) e alla fine benedice solennemente tutti i cresimati.

Per sostenere biblicamente l’imposizione delle mani del vescovo i teologi papisti prendono i passi della Scrittura che si riferiscono all’imposizione delle mani che gli apostoli facevano sui credenti affinché ricevessero lo Spirito Santo. In particolare essi prendono questi versetti degli Atti degli apostoli: “Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo” (Atti 8:17); “E dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro…” (Atti 19:6).

L’età più conveniente per ricevere la cresima, secondo il catechismo cattolico, è quella di sette anni circa. Il concilio di Trento, ritenuto infallibile dalla teologia romana, ha decretato quanto segue in difesa della cresima: ‘Se qualcuno afferma che la confermazione dei battezzati è una vana cerimonia, e non, invece, un vero e proprio sacramento (….) sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 1).

Confutazione

La cresima non fa ricevere al cresimando lo Spirito Santo perché non ha nulla a che fare con il battesimo con lo Spirito Santo promesso da Gesù Cristo, e con l’imposizione delle mani compiuta dagli apostoli sui credenti affinché ricevessero lo Spirito Santo

Come abbiamo visto i teologi papisti sostengono che la cresima è il battesimo con lo Spirito Santo perché paragonano gli effetti della cresima a quelli verificatesi sui discepoli il giorno della Pentecoste quando essi furono battezzati con lo Spirito Santo. Ma questo è falso e lo dimostreremo subito parlando della dottrina del battesimo con lo Spirito Santo dato che l’effusione dello Spirito Santo il giorno della Pentecoste è il battesimo con lo Spirito Santo che Gesù aveva promesso ai suoi prima di andare in cielo dicendo: “Voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni” (Atti 1:5).

Secondo questa specifica dottrina di Dio quando il credente viene battezzato con lo Spirito Santo (o riceve lo Spirito Santo), come lo furono gli apostoli e i discepoli il giorno di Pentecoste e molti altri in seguito, viene rivestito di potenza per testimoniare di Cristo, riceve una misura maggiore di Spirito Santo perché viene riempito di esso (possiamo dire anche che egli viene confermato dal Signore mediante il battesimo con lo Spirito Santo); e nel momento in cui viene riempito di Spirito Santo comincia a parlare in altra lingua secondo che lo Spirito Santo gli dà di esprimersi. Le seguenti Scritture confermano questi aspetti che caratterizzano il battesimo con lo Spirito Santo.

* Rivestimento di potenza. Gesù disse ai suoi discepoli: “Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso; quant’è a voi, rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza” (Luca 24:49), ed ancora: “Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).

* Riempimento dello Spirito Santo. “E tutti furon ripieni dello Spirito Santo…” (Atti 2:4) (è da tenere presente in questo caso che i discepoli prima di essere riempiti di Spirito Santo in quel giorno avevano una misura di Spirito Santo perché Gesù quando era apparso loro aveva detto loro: “Ricevete lo Spirito Santo” [Giov. 20:22]); “Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale tu venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno dello Spirito Santo” (Atti 9:17).

* Il mettersi a parlare in altre lingue quando si viene riempiti di Spirito Santo. “E tutti furon ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi” (Atti 2:4); “Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola. E tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio” (Atti 10:44-46); “E dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano” (Atti 19:6).

Per ciò che riguarda la maniera in cui i credenti ricevevano lo Spirito Santo ai giorni degli apostoli, la Scrittura ci insegna che il giorno della Pentecoste i discepoli raunati ricevettero lo Spirito Santo senza l’imposizione delle mani di nessuno, e così lo ricevettero anche Cornelio e quelli di casa sua mentre Pietro annunziava loro l’Evangelo; ma essa ci insegna anche che lo Spirito Santo veniva comunicato ai credenti mediante l’imposizione delle mani degli apostoli che avevano questo dono di imporre le mani ai credenti affinché ricevessero lo Spirito Santo, e di ciò abbiamo un esempio in quello che avvenne a Samaria dove Pietro e Giovanni imposero le mani ai Samaritani che avevano creduto “ed essi ricevettero lo Spirito Santo” (Atti 8:17), e in quello che avvenne ad Efeso, dove, dopo che Paolo ebbe imposto le mani a quei circa dodici discepoli “lo Spirito Santo scese su loro” (Atti 19:6).

Ancora oggi in mezzo al popolo di Dio lo Spirito Santo taluni lo ricevono senza l’imposizione delle mani di altri fratelli; mentre altri lo ricevono mediante l’imposizione delle mani di fratelli che hanno lo specifico dono di imporre le mani ai credenti affinché ricevano lo Spirito Santo.

Come abbiamo anche visto, l’imposizione delle mani che il vescovo cattolico compie sui cresimandi viene sostenuta con l’imposizione delle mani degli apostoli sui credenti per fargli ricevere lo Spirito Santo, in altre parole essa corrisponderebbe all’imposizione delle mani fatta dagli apostoli sui credenti. Ma anche in questo caso si deve dire che ciò che essi affermano è falso: i motivi sono i seguenti.

Gli apostoli non ungevano i credenti con nessun olio santo (‘il crisma’) quando gl’imponevano le mani affinché ricevessero lo Spirito Santo, come fa invece il vescovo cattolico sui cresimandi; gli apostoli avevano questo dono da Dio di imporre le mani ai credenti affinché ricevessero lo Spirito Santo, infatti i credenti lo ricevevano quando essi gli imponevano le mani, ma i vescovi cattolici romani non ce l’hanno questo dono, difatti coloro a cui loro impongono le mani invocando lo Spirito Santo su di loro non ricevono il dono dello Spirito Santo come invece lo ricevevano quei credenti.

E poi bisogna sempre tenere presente che gli apostoli imponevano le mani a persone che avevano creduto ed erano state battezzate, e non a bambini quando questi raggiungevano l’età di sette anni circa come invece fa il vescovo cattolico. In altri termini gli apostoli non seguivano la regola di imporre le mani a dei bambini di circa sette anni perché loro imponevano le mani su coloro che avevano creduto ed avevano ricevuto il battesimo. Ed anche qui occorre dire che essi questo atto lo facevano poco tempo dopo che le persone erano state battezzate.

In conclusione; noi non accettiamo la cresima della chiesa cattolica romana per queste ragioni.

* Perché non è stata istituita da Gesù Cristo come non è stato istituito da Cristo il battesimo degli infanti. E dato che con il battesimo per infusione il neonato non diventa un figlio di Dio e non riceve una certa misura di Spirito Santo, come avviene invece quando una persona cosciente si pente dei suoi peccati e crede in Gesù Cristo, l’imposizione delle mani fattagli all’età di circa sette anni non viene fatta su un figlio di Dio al fine di fargli ricevere la pienezza dello Spirito Santo, come invece avviene quando l’imposizione delle mani in vista della ricezione del dono dello Spirito Santo viene fatta da un ministro del Vangelo su una persona che ha creduto ed è stata battezzata.

* Perché il vescovo cattolico non essendo neppure un credente ma solo un idolatra che corre dietro agli idoli muti, non può avere il dono di imporre le mani sulle persone affinché ricevano lo Spirito Santo.

* Perché siccome che lo Spirito Santo si riceve mediante la fede, non è possibile che delle persone senza fede (mi riferisco sia ai bambini che agli adulti ‘battezzati’ dal prete) che si sottopongono a questo rito ricevano lo Spirito Santo perché Gesù ha detto che il mondo non può riceverlo.

* Perché i fatti confermano che i cresimati non ricevono lo Spirito Santo.

Se tutti coloro che vengono cresimati ricevessero veramente lo Spirito Santo dovrebbero essere sicuri di essere dei figliuoli di Dio secondo che é scritto: “Avete ricevuto lo spirito d’adozione, per il quale gridiamo: Abba! Padre! Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio; e se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo” (Rom. 8:15-17); e perciò sarebbero pure sicuri di avere la vita eterna. Ma parlando con i cresimati ci si accorge che essi non sono dei figliuoli di Dio perché non sono ancora nati da Dio e non sono perciò sicuri di essere salvati e di avere la vita eterna.

Se i cresimati ricevessero lo Spirito Santo si metterebbero a parlare in altre lingue perché quando si riceve lo Spirito Santo si comincia a parlare in altre lingue, e coloro a cui il vescovo cattolico impone le mani affinché ricevano lo Spirito Santo non cominciano a parlare in altre lingue. Le lingue sono il segno esteriore che attesta che il credente ha ricevuto lo Spirito Santo perciò in sua assenza non si può affermare che egli ha ricevuto la pienezza dello Spirito Santo. E di conseguenza, egli, non avendo ricevuto ancora la pienezza dello Spirito, non ha ancora ricevuto potenza dall’alto.

Se i cresimati ricevessero lo Spirito Santo con la cresima per certo si vedrebbe il frutto dello Spirito Santo nella loro vita (cfr. Gal. 5:22), ma esso rimane assente del tutto in loro appunto perché in loro rimane assente lo Spirito di Dio.

Essi dicono che con la cresima si diventa soldati di Gesù Cristo in grado di testimoniare al mondo del Vangelo: ma dobbiamo dire che tutto questo non è manifesto nei cresimati. Un soldato di Gesù Cristo rivestito della potenza dello Spirito Santo è una lampada ardente e splendente in questo mondo di tenebre; é un uomo che combatte il buon combattimento della fede, é un uomo che si leva in difesa del Vangelo e che testimonia di ciò che Cristo ha compiuto per lui secondo che disse Gesù ai suoi: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni..” (Atti 1:8).

Dov’é tutto questo nei Cattolici romani cresimati? Non ardono per Cristo Gesù ma per Maria; difatti li si sente parlare molto più di Maria, delle sue cosiddette apparizioni, dei suoi cosiddetti miracoli e delle sue cosiddette grazie che del Signore Gesù Cristo, della sua espiazione, della sua vita e delle sue parole, e di tutto ciò che lo concerne! Anzi a taluni cresimati non li si sente mai parlare di Gesù Cristo, ma solo di sua madre! Ma quali soldati di Cristo sono che combattono loro stessi contro il Vangelo e non per il Vangelo, contro la fede e non per la fede?

Ma quali soldati di Cristo sono che molti di loro quando ci sentono parlare di Cristo Gesù si stancano, si arrabbiano, non ci prendono nessun piacere quasi che stessimo parlando di un Gesù diverso da quello del Vangelo, o di un impostore, e ci calunniano pure definendoci dei fanatici perché parliamo sempre di Gesù esaltandolo e celebrandolo? E di chi altro dovremmo parlare? Noi siamo dei Cristiani lavati con il sangue di Cristo Gesù; lui ci ha amati e ha dato se stesso per noi, che eravamo dei peccatori, affrancandoci dai nostri peccati e dandoci la vita eterna. Noi lo abbiamo conosciuto e l’amore di Cristo ci costringe a parlare di lui e di ciò che ha fatto per ciascuno di noi.

La ragione per cui essi ci definiscono dei fanatici per Gesù? Gesù per loro non è ancora quello che è per noi perché non lo hanno conosciuto. O Cattolici, se conosceste Gesù Cristo non parlereste di Maria come ancora fate, non la preghereste e non l’adorereste perché vorreste parlare solo di lui; allora sì che combattereste per Cristo! I fatti dunque parlano chiaro e dimostrano quanto sia inutile questo loro sacramento della cresima amministrato da peccatori ad altri peccatori. [..]

CONCLUSIONE

Come abbiamo potuto vedere la chiesa cattolica possiede una teologia sacramentaria tutta particolare. Riassumiamola per sommi capi. Il bambino dopo pochi giorni che nasce viene battezzato e fatto cristiano, mediante l’infusione di una acqua che ha il potere di cancellare i peccati; quest’acqua naturalmente opera la stessa cosa anche quando è versata su un battezzando adulto. Dopo il battesimo, viene la cresima con cui il battezzato riceve il sigillo dello Spirito Santo; questo perché un successore degli apostoli, vale a dire un vescovo, impone loro le mani e invoca sui battezzati lo Spirito Santo.

Dopo di ciò il battezzato comincerà a prendere la comunione, che non è altro che Cristo stesso, perché il prete che ha ricevuto l’ordine trasforma con delle parole il pane in vero corpo sangue e divinità di Cristo. Quel pane ha il potere di rimettergli i cosiddetti peccati veniali e di preservarlo da quelli cosiddetti mortali. Ma oltre a ciò egli dovrà andarsi a confessare dal prete per ottenere la remissione dei peccati ‘mortali’ compiuti, perché senza l’assoluzione del prete andrebbe all’inferno. Il prete ha questa autorità perché conferitagli dal sacramento dell’ordine. Il Cattolico praticante dunque, impaurito, non mancherà di andare a confessarsi dal prete per ricevere la sua assoluzione.

Ma dopo avere ricevuto l’assoluzione egli dovrà compiere opere di soddisfazione per ottenere piena remissione dei suoi peccati, e lucrare le indulgenze. E quindi, egli si darà da fare per guadagnarsi il perdono divino dando denaro alle missioni cattoliche, aiutando i preti nelle parrocchie, andando a fare pellegrinaggi, recitando preghiere ogni giorno, digiunando, ecc. Ma nonostante ciò egli non potrà giammai dire di essere salvato, di essere certo di avere i propri peccati rimessi, perché dire una simile cosa è presunzione.

Con il sacramento del matrimonio, naturalmente per essere sacramento deve essere celebrato da un prete, il Cattolico riceverà la grazia di vivere santamente e di allevare cristianamente i suoi figli. Nel caso poi decidesse di rinunciare al matrimonio, per farsi prete, tanto meglio; perché sommamente importante è l’ufficio di prete. Quando poi si troverà malato grave ci sarà l’estrema unzione con cui gli verranno rimessi tutti i peccati, anche quelli che lui non avrà confessati, perché magari in coma profondo e irreversibile.

Ma dopo tutto ciò non potrà andare subito in cielo dopo morto. Lo aspetta il purgatorio, luogo terribile, dove deve andare a scontare quel residuo di pena temporanea che ‘noi poveri peccatori’ – dicono i preti – abbiamo. Ma la chiesa lo rassicura; in purgatorio non ci starà per sempre, perché gli verrà in aiuto con la messa, vero sacrificio di Cristo che il prete compie ogni giorno in favore dei vivi e dei morti, e con elemosine, e con le indulgenze. Mediante queste cose gli saranno alleviate le pene, e poi sarà fatto uscire da quel carcere!

A questo punto io domando a voi che vi siete dati all’ecumenismo con i Cattolici: come pensate di andare d’accordo con i Cattolici sapendo tutte queste cose? Non vi rendete conto che da qualsiasi punto prendete il cattolicesimo la dottrina dei sacramenti, così concepita da loro, non la potrete giammai evitare perché la salvezza ‘romana’ passa per forza di cose per questa strada dei sacramenti quali segni efficaci della grazia che rappresentano e conferiscono? Non capite che, in virtù di questa loro dottrina sui sette sacramenti (cito solo questa perché basta solo questa), è impossibile pensare di camminare assieme con i Cattolici? Ma non vi rendete conto che avete a che fare con delle persone schiave di un sistema sacramentale che mena diritto diritto all’inferno e da cui quindi esse devono essere liberate se vogliono ereditare il regno di Dio?

NOTE

[1] La dottrina dei sette sacramenti risale al dodicesimo secolo quando Pietro Lombardo nelle sue sentenze enumerò i sette sacramenti. Per questo i teologi papisti non possono provare né con le Scritture e neppure con gli scritti dei loro padri (Agostino, Girolamo, ecc.) questa dottrina. Hanno però come al solito giustificato la mancanza di tali conferme con l’ennesimo sofisma. Il Bartmann per esempio afferma che ‘la ragione più profonda della deficienza nelle fonti cristiane primitive e patristiche circa il numero settenario dei sacramenti, ed anche circa una qualsiasi enumerazione di essi, consiste evidentemente nella mancanza di una elaborazione sistematica della dottrina sacramentale..’ (Bernardo Bartmann, Teologia dogmatica, vol. III, pag. 62). In altre parole gli apostoli (ed anche i cosiddetti padri della Chiesa) non avrebbero esposto la dottrina dei sette sacramenti perché non la elaborarono in maniera sistematica come fecero poi i sommi dottori papisti dal dodicesimo secolo in poi! [ç ]

[2] Facciamo notare che questo anatema colpisce persino alcuni cosiddetti padri della Chiesa come Ambrogio, Agostino e Crisostomo per i quali i sacramenti non erano sette ma meno. [ç ]

[3] A proposito del conferimento della grazia da parte dei sacramenti i teologi papisti usano l’espressione ex opere operato che viene spiegata dal Bartmann in questi termini: ‘I sacramenti operano non in virtù della santità di chi li amministra o dello sforzo morale e religioso di chi li riceve, ma ‘per intrinseca virtù, in quanto sono azioni di Cristo stesso, che comunica e diffonde la grazia del Capo divino nelle membra del Corpo mistico (Enc. Mediator Dei)’ (Bernardo Bartmann, op. cit., pag. 36). Ecco perché nella chiesa cattolica il battesimo viene ministrato ai neonati che non possono ancora capire o credere, e perché l’assoluzione e l’estrema unzione vengono date anche a coloro che sono ormai già privi di sensi; perché viene insegnato che quelle azioni conferiscono di per sé la grazia senza il bisogno dell’assenso di chi li riceve. E contro chi non accetterà questa dottrina c’è il seguente anatema tridentino: ‘Se qualcuno afferma che con i sacramenti della nuova legge la grazia non viene conferita ex opere operato, ma che è sufficiente la sola fede nella divina promessa per conseguire la grazia; sia anatema’ (Concilio di Trento, Sess. VII, can. 8 ). [ç ]

[4] Il battesimo quindi non rigenera chi lo riceve perché egli è stato già rigenerato dalla Parola di Dio da lui ricevuta per fede prima di sottoporsi al battesimo e siccome ha bisogno di essere preceduto dalla fede del battezzando per essere valido non può essere ministrato a dei neonati. E la cena del Signore non accresce la grazia e non rimette nessun peccato perché con essa si ricorda la morte del Signore e si ha comunione con il suo corpo e il suo sangue. Anche in questo caso occorre la fede per poter partecipare alla cena del Signore e discernere il suo corpo per cui essa non si può dare a dei neonati che non hanno ancora la fede e non possono discernere il corpo del Signore. In tutti e due gli ordinamenti quindi si comprende come il concetto di ex opere operato (cioè che non è necessario l’assenso morale o religioso di chi li riceve) non sussiste perché essi non hanno quelle virtù che dicono i Cattolici e perché se manca l’assenso del ricevente l’ordinamento è nullo. Altra cosa invece è se il ricevente il battesimo o la cena del Signore ha la fede, e chi amministra il battesimo o la cena del Signore è un ministro che non si conduce in maniera degna del Vangelo (per esempio può essere un uomo che all’insaputa del credente commette fornicazione o adulterio o tiene fuori dal locale di culto una condotta riprovevole), perché in questo caso chi è stato battezzato o ha mangiato il pane ed il vino ha ricevuto gli ordinamenti in maniera valida essendo presente la fede in lui che li ha ricevuti. In altre parole la condotta indegna del ministro ministratore degli ordinamenti non invalida gli ordinamenti. [ç ]

[5] I bambini cominciarono ad essere battezzati nel secondo secolo in Egitto. Da lì con il passare del tempo questo uso si diffuse un po’ da per tutto. Nel V secolo il pedobattesimo (ossia il battesimo dei bambini) si consolidò grazie all’idea che ormai molti avevano del battesimo, e cioè che fosse una sorta di atto magico che operasse anche sui neonati che non potevano comprendere, ed anche all’insegnamento di Agostino di Ippona che affermava che, dato che il battesimo cancellava i peccati e i bambini nascevano col peccato in loro stessi, i bambini che morivano senza battesimo andavano all’inferno. [ç ] [6] La dottrina del limbo come luogo dove sono destinati ad andare i bambini morti senza battesimo nacque nel medioevo e prese il posto di quella che diceva che essi andavano all’inferno. Il termine limbo deriva dal latino limbus che significa ‘orlo, estremità, lembo’. [ç ] [7] Qualcuno forse dirà che in questo caso dato che per ricezione dello Spirito si deve intendere il battesimo con lo Spirito Santo, uno per essere definito un figlio di Dio prima di ricevere il battesimo con acqua deve essere battezzato con lo Spirito Santo. Ma ciò non corrisponde a verità perché uno che ha creduto, ancora prima di essere battezzato in acqua, ha una misura di Spirito Santo nel suo cuore che gli attesta con il suo spirito che egli è un figlio di Dio. Lo Spirito Santo infatti non importa in che misura è presente nel credente gli attesta la medesima cosa, e cioè che egli è diventato un figlio di Dio. Quando il credente viene battezzato con lo Spirito egli viene riempito di Spirito Santo ossia riceve una misura maggiore di Spirito Santo, ma la testimonianza dello Spirito in lui rimane la medesima. Ciò che cambia è che egli sarà in possesso di una potenza che prima non aveva perché non aveva ancora lo Spirito Santo nella sua pienezza. [ç ] [8] Siccome dunque alla cresima avverrebbe l’effusione dello Spirito Santo sui cresimandi, per capire che cosa è il battesimo con lo Spirito Santo per i carismatici cattolici, molti dei quali affermano di aver cominciato a parlare in lingue quando lo hanno ricevuto da adulti molto tempo dopo la cresima, si _veda_ la parte dove parlo della loro dottrina sul battesimo con lo Spirito Santo. [ç ] [9] Il termine deriva dal greco chrisma che significa ‘unzione’, da cui è venuto il nome di cresima dato a questo loro rito. Nel Nuovo Testamento questo termine è presente in questo versetto: “Ma quant’è a voi, l’unzione (chrisma) che avete ricevuta da lui dimora in voi… ma siccome l’unzione (chrisma) sua v’insegna ogni cosa, ed è verace, e non è menzogna, dimorate in lui come essa vi ha insegnato” (1 Giov. 2:27). [ç ]

Il testo integrale di Giacinto Butindaro si trova al seguente indirizzo: http://www.lanuovavia.org/indiccr.html

Fonte: lanuovavia.org