Viaggio su Marte, già pronto il programma

Il Giornale Online

Il piano di Bush: un nuovo mezzo spaziale, una base sulla Luna poi il salto verso Marte.

La Nasa inizia ad esplorare la possibile via da percorrere per arrivare su Marte. Come stabiliva il presidente americano George W.Bush nel gennaio 2004 annunciando la sua Vision, cioè la sua strategia per i futuri impegni spaziali americani. Al primo posto c’era il completamento della stazione spaziale e poi la costruzione di un nuovo veicolo sostitutivo degli shuttle attuali che saranno ritirati dal servizio nel 2010.

NUOVO MEZZO

Battezzato Orion è già in fase di costruzione è servirà per i collegamenti con la stazione stessa e anche per tornare sulla Luna verso il 2020. Dopo questa data Bush prospettava la nuova meta che doveva essere lo sbarco umano su Marte. A tal fine si dava il via nell’ambito del programma Constellation alla realizzazione dei due vettori Ares-1 e Ares-5 necessari per il raggiungimento dei due obiettivi.

Se il primo passo dell’esplorazione statunitense è dunque la Luna, obbligato pure dal fatto che altre nazioni come Cina, Giappone e India, sono impegnate sulla stessa meta, sul nostro satellite naturale l’America vuol tornare per rimanerci costruendo una colonia permanente con astronauti che a rotazione la abitano in continuità.
Questo servirà per imparare a vivere su un altro corpo celeste in condizioni estreme e servirà di conseguenza a mettere a punto le tecnologie indispensabili.

IL BALZO SUCCESSIVO

Tuttavia il fine ultimo delle sforzo guarderà, in realtà, al Pianeta Rosso perché tutto ciò che sarà costruito per la Luna sarà utilizzato per il balzo su Marte. In aggiunta ci saranno altri marchingegni da sviluppare più specificatamente legati all’ambiente marziano, come ad esempio un estrattore di ossigeno dall’atmosfera di anidride carbonica. La Luna, insomma, è un campo di collaudo per Marte.

Dal 1969 l’agenzia spaziale americana elabora piani per arrivare sul Pianeta Rosso e in quell’anno dello storico sbarco di Armstrong e Aldin, era Wernher von Braun a studiarlo e descriverlo davanti Congresso. Ma era respinto. Vent’anni dopo il presidente Bush senior lo riproponeva con lo stesso risultato: non c’era motivazione politica per un investimento allora calcolato in circa trecento miliardi di dollari.

Ora la Casa Bianca di nuovo si proietta verso il vicino pianeta almeno nelle intenzioni e quindi gli ingegneri della Nasa sono impegnati tenendo però conto, questa volta, che anche su Marte si andrà per costruire una colonia permanente.

Infatti il primo abbozzo di piano di cui si è discusso in questi giorni nel meeting del Lunar Exploration and Analysis Group della Nasa, è in realtà una rassegna di varie possibilità come indica il ventaglio della spesa ipotizzato che varia da un minimo di 20 miliardi di dollari ad un massimo di 450 miliardi: dipende da quello che politicamente si deciderà di fare.
La Nasa conta di raggiungere il Pianeta Rosso nel 2031; nel 2020 l'allenamento sulla Luna

Sarà un viaggio lungo sei mesi, durante i quali gli astronauti coltiveranno frutta e verdura guardando dal finestrino il Sole che si allontana. E al loro arrivo ad attenderli troveranno una comoda struttura per ospitarli.

È più o meno questo il programma annunciato ieri dalla Nasa (e riportato oggi dalla Bbc), per il viaggio dell'uomo su Marte, previsto per il 2031. Il progetto, già anticipato ma senza scadenza dal presidente George Bush nel 2004, inizia a prendere una forma precisa, anche se – si cautelano gli scienziati statunitensi – molti dettagli potrebbero essere modificati in corso d'opera. Al punto che anche il budget da stanziare è molto incerto: dai 20 ai 450 miliardi di dollari.

LA LUNA COME PALESTRA

Andremo quindi su Marte, ma non prima di aver fatto un po'di palestra sulla Luna, dove la missione statunitense è attesa per il 2020, e dalla missione lunare la Nasa conta di ricevere molti dati utili al viaggio verso il quarto pianeta del sistema solare. Tra questi dati grande importanza avranno quelli sulla salute degli astronauti e in particolare in riferimento all'esposizione ai raggi cosmici, di cui ancora non si conoscono bene gli effetti causati da un lungo periodo di esposizione. In attesa dei prossimi rilevamenti e degli eventuali aggiornamenti della missione, ecco come la immaginano e pianificano gli uomini della Nasa.

STUDI SULL'HABITAT

Le prime partenze spetteranno a due spedizioni che cercheranno di creare un habitat adeguato alla permanenza degli astronauti. Nel 2028 e nel 2029 verranno inviati sul pianeta rosso due moduli, uno per trasportare la struttura in cui l'equipaggio vivrà, l'altra per altro materiale utile alla spedizione. Sarà poi la volta degli uomini, la cui partenza è prevista nel 2031 e il cui mezzo di trasporto sarà una nave spaziale alimentata da carburante criogenico, che sfrutta l'ossigeno e idrogeno a bassissime temperature, usato anche per le missioni dello Shuttle come propellente per la fase di lancio.

CROCIERA SPAZIALE

Il viaggio dell'equipaggio durerà dai sei ai sette mesi, durante i quali gli astronauti coltiveranno frutta e verdura sia per prodursi il cibo necessario, che per l'equilibrio psicologico. Aria e acqua saranno riciclati e riutilizzati sulla nave spaziale. Inoltre i primi inviati su Marte dovranno essere in grado di riparare la maggior parte possibile dei componenti meccanici della nave, e probabilmente anche di costruirne di nuovi all'occorrenza.

L'equipaggio dovrà infatti essere il più autosufficiente possibile, visto che rifornire la nave in corsa è impossibile e gli approvvigionamenti direttamente su Marte richiedono tempi e costi esorbitanti. Una volta giunto sul pianeta rosso, l'equipaggio vivrà nel modulo che li ha preceduti (i test del modulo abitativo marziano sono già in fase di sperimentazione nell'Antartide) per un periodo di diciotto mesi. La casa marziana sarà alimentata a energia nucleare.

La missione durerà in tutto 30 mesi: 6 per l'andata, 18 di soggiorno, e altri 6 per il ritorno.

BASE SUL PIANETA ROSSO

Le ambizioni per Marte sono tante perché il fine ultimo è quello che prevede, addirittura, la trasformazione dell’ambiente marziano in modo da renderlo abitabile per l’uomo. E’ un’idea da fantascienza ma già scandagliata con molta serietà dagli scienziati dell’ente spaziale.

Di sicuro innanzitutto c’è il bisogno di garantire la sopravvivenza e la sicurezza degli uomini che si avventureranno nel grande viaggio, oggi ipotizzato di 30 mesi fra andata e ritorno con una sosta di 16 mesi sulle sabbie rosse. E i tre problemi maggiori da affrontare sono la stabilità psicologica degli astronauti, la loro protezione dalle radiazioni cosmiche e la difesa dai potenziali pericoli dell’ambiente marziano.

Per avere risposte credibili c’è molto da lavorare e siamo solo agli inizi.

di Giovanni Caprara

Fonti: http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/07_novembre_29/marte_caprara_cbee9876-9e9b-11dc-9968-0003ba99c53b.shtml & http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/07_novembre_29/viaggio_marte_preparativi_nasa_c13f2caa-9e88-11dc-9968-0003ba99c53b.shtml