Alimentazione e gruppi sanguigni

Alimentazione e gruppi sanguigni

gruppi sanguigniIl sangue è memoria, non soltanto della storia attuale dell’individuo, ma anche di quella passata, avendo mantenuto una traccia del processo evolutivo di molti fenomeni biologici e riflettendo, pertanto, il cammino dell’intera specie umana.

Van Leeuwenhoek non conosceva la medicina, ma costruì le lenti del microscopio con le quali osservava ogni tipo di sostanza e disegnerà i globuli rossi che ha riconosciuto nel suo stesso sangue.

I globuli bianchi furono osservati per la prima volta nel 1768 da Lazzaro Spallanzani, biologo emiliano e nel 1845, l’inglese Thomas Wharton riconoscerà il loro modo peculiare di spostarsi emettendo dei prolungamenti o pseudopodi, fino a che, il russo Elia Metchnikoff, alla fine del 1800, descrisse la loro strategia, cioè la fagocitosi.

Di recente, il naturopata statunitense Peter D’Adamo ha espresso la teoria secondo la quale i gruppi sanguigni sarebbero lo specchio in cui è possibile leggere il passato dei nostri antenati, con la progressiva evoluzione della specie umana.

A partire dall’affermazione iniziale del gruppo 0 dedito alla caccia ed alla raccolta di erbe e frutta selvatica, con la successiva comparsa del gruppo A, quando l’uomo diventa stanziale e produce il cibo con la coltivazione e l’allevamento degli animali, per giungere al gruppo B con lo sviluppo della pastorizia e l’impulso alle migrazioni, fino alla comparsa in epoca recente del gruppo AB.

La lettura di Peter D’Adamo non si limita ad una ricostruzione antropologica della vita sul pianeta, essa propone anche il gruppo sanguigno come impronta genetica che caratterizza la nostra identità e condiziona la reattività ed i comportamenti.

Nei 4 gruppi sanguigni della popolazione umana sono pertanto inscritte le capacità di adattamento, soprattutto del sistema digerente e di quello immunitario che hanno reso possibile la vita dei nostri antenati e la nostra attuale.

La scoperta di Peter D’Adamo consiste essenzialmente nel considerare i 4 gruppi sanguigni come la chiave interpretativa dei misteri della vita, della salute e della malattia.

Anche se l’uso clinico della trasfusione di sangue ha origini antichissime, la Medicina Trasfusionale moderna comincia agli inizi del 20° secolo con la identificazione dei primi anticoagulanti e conservanti ematici.

Karl Landsteiner nel 1900, a Vienna, mette in evidenza l’incompatibilità tra alcuni gruppi di sangue; infatti, ponendo a contatto il sangue di due persone, si può verificare una reazione immunitaria tra gli antigeni portati dai globuli rossi di un soggetto e gli anticorpi contenuti nel siero dell’altro individuo.

La pratica trasfusionale viene, comunque, affrontata come procedimento terapeutico necessario al ripristino della volemia e della capacità ossiforetica ed è nei primi anni del 19° secolo ad opera di J. Blundell che nel 1918 venne praticata con successo la prima trasfusione documentata da uomo a uomo.

In tutti questi casi, si trattava di trasfusioni dirette ed il primo tentativo di utilizzare sangue reso incoagulabile mediante defibrinazione risale al 1935. Nel 1940, Landsteiner scopre anche il Fattore Rhesus (Rh), iniziando cosi lo studio sistematico delle proprietà dei gruppi sanguigni, constatando che l’85% degli individui di razza bianca è Rh positivo ed il restante 15% Rh negativo. La risposta di un eritrocita al test Rh è determinata da diversi antigeni localizzati in regioni diverse della superficie del globulo rosso.

– I più importanti sono chiamati antigeni C, D, E, c, d, e

Di questi, D, ha l’azione antigenica più forte; il sangue contenente eritrociti D viene quindi indicato come Rh positivo, quello in cui manca il fattore D,(d), viene indicato come Rh negativo.

I gruppi sanguigni sono caratterizzati dalla presenza di antigeni sulla superficie dei globuli rossi. Ne esistono più di 300, raggruppati in sistemi e vengono trasmessi come caratteri autosomici co-dominanti. I principali sistemi di gruppi sanguigni sono: AB0, Lewis, P1, MNSs, Rh, Kell, Kidd, Duffy, Lutheron.

Il sistema A B 0 permette di individuare 4 tipi diversi di gruppi sanguigni:
0, A, B e AB.

  • I soggetti di tipo 0 non hanno antigeni e possiedono anticorpi diretti contro gli antigeni del gruppo A e B. Non provocando reazioni immunitarie, gli individui del gruppo 0 sono considerati donatori universali, ma possono ricevere solo sangue del gruppo 0.
  • I soggetti del tipo A hanno l’antigene A e anticorpi anti-B, quindi non possono ricevere sangue del gruppo B.
  • Il gruppo A può essere suddiviso nei sottogruppi A1 e A2.

La principale differenza tra i due è che gli eritrociti A1 messi in contatto con un siero anti-A agglutinano molto più massivamente e rapidamente di quelli A2. Circa l’80% degli individui del gruppo A hanno eritrociti del tipo A1, mentre il restante 20% possiede il tipo A2.

  • I soggetti del tipo B hanno l’antigene B ed anticorpi anti-A, quindi non possono ricevere sangue del gruppo A
  • I soggetti del gruppo AB hanno gli antigeni A e B, mentre non possiedono anticorpi anti-A e anti-B. Non formando anticorpi, gli individui del gruppo AB possono ricevere qualunque tipo di sangue e sono considerati, quindi, riceventi universali.

In Europa, la percentuale media di soggetti appartenenti ai diversi gruppi è la seguente:

40% del gruppo 0
40% del gruppo A
15% del gruppo B
5% del gruppo AB

Gruppo sanguigno da trasfondere / Gruppo sanguigno del ricevente

0 Rh – / 0- 0+ A- A+ B- B+ AB- AB+
0 Rh+ / 0+ A+ B+ AB+
A Rh- / A- A+ AB- AB+
A Rh+ / A+ AB+
B Rh- / B- B+ AB- AB+
B Rh+ / B+ AB+
AB Rh- / AB- AB+
AB Rh+ / AB+

Alcuni ricercatori hanno evidenziato che molte sostanze contenute negli alimenti sono in grado di provocare fenomeni di agglutinazione, anche se molto più deboli, nei confronti delle cellule di determinati gruppi sanguigni, provocando l’attivazione di fenomeni di vero e proprio rigetto.

Secondo D’Adamo, le intolleranze alimentari rappresentano l’incapacità di soggetti appartenenti ad un determinato gruppo sanguigno di digerire normalmente certi alimenti per la presenza di sostanze dannose, capaci di innescare fenomeni minimi di agglutinazione che sommandosi nel tempo possono esitare in varie espressioni di malattia.

Per identificare le sostanze verso cui si è intolleranti, P. D’Adamo propone di fare riferimento al proprio gruppo sanguigno, espressione dell’adattamento della specie umana ad un determinato contesto alimentare che ha consentito la sopravvivenza ai nostri antenati ma che continua a condizionarsi.

Uno degli elementi cardine dell’ipotesi sostenuta da P. D’Adamo è l’intolleranza di ciascuno dei 4 gruppi sanguigni per alcune categorie di alimenti, conseguente alla presenza di lectine. Le lectine sono proteine presenti negli alimenti, dotate delle proprietà di agglutinazione.

Ogni gruppo sanguigno, quindi, ha la capacità di metabolizzare alcune di tali proteine e non altre, cosicchè quando ingeriamo un cibo contenente lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno, queste ultime possono provocare fenomeni di agglutinazione nel sangue. In questo modo, P. D’Adamo ha caratterizzato 4 profili dietetici per ciascuno dei 4 gruppi sanguigni, consigliando una dieta ideale basata sulla riduzione o eliminazione dei cibi difficili da digerire, contenenti le lectine capaci di provocare reazioni di agglutinazione.

La presenza di lectine nell’organismo può essere evidenziata dal test dell’indacano condotto sulle urine.

Con una misurazione su scala colorimetrica è possibile misurare l’eliminazione di indacano, una sostanza del gruppo chimico degli indoli che viene escreta con le feci e l’urina, quando l’apparato gastrointestinale ed il fegato non riescono a digerire le proteine. Ovviamente, il consumo di cibi ricchi di lectine incompatibili con il proprio gruppo sanguigno comporta un’aumentata eliminazione di indacano a livello urinario.

Secondo questa teoria, quindi, le persone con gruppo sanguigno di tipo 0 stanno bene seguendo una dieta ricca di proteine animali ed un programma di buona attività fisica, ma non tollerano bene i prodotti caseari ed i cereali.

Le persone di tipo A si sentono meglio seguendo una dieta vegetariana, mentre la dieta del tipo B è molto bilanciata ed include una grande varietà di alimenti.

Il gruppo sanguigno AB è relativamente giovane e raro (2 – 5%) ed ha fatto la sua prima comparsa meno di mille anni fa.

La presenza di due antigeni, infatti, gli conferisce caratteristiche simili, per certi aspetti a quelle del gruppo A, per altri a quelle del gruppo B e per altri ancora ad una fusione di entrambi i gruppi.