ANCORA MINIMO SOLARE

Il Giornale Online

Si somamno e si continuano a contare i giorni spot-less di quello che è oramai da considerare un minimo storico

Il clima sulla Terra dipende dall'intensità della radiazione solare e da meccanismi interni l'atmosfera, tra i quali: le grandi correnti oceaniche, la copertura nuvolosa e la percentuale di gas ad effetto serra. Quando uno dei principali elementi climatici subisce un mutamento si ripercuote anche sugli altri secondo un principio di 'azione-reazione'. Ovviamente il sole sfugge a questa regola producendo pesanti cambiamenti all'interno dell'atmosfera terrestre senza subirli. Come molti già sanno l'attività solare ha toccato, tra ottobre 2007 e Aprile 2008, il suo minimo undecennale, che si palesa attraverso una drastica riduzione delle macchie solari (Sunspots). Di norma alla fine di un ciclo i sunspots riprendono ad aumentare inaugurando una nuova fase di crescita; stavolta non solo non si può definire concluso il minimo, ma la reiterata assenza di macchie solari comincia a farsi preoccupante. Alcuni ricercatori affermano che questa stentata ripresa non rappresenti soltanto la fine di un ciclo undecennale, ma che inauguri un possibile minimo a scala secolare. Se a tutto questo aggiungiamo l'ormai imminente raffreddamento delle correnti atlantiche (ciclo AMO) e l'inizio della fase fredda della PDO c'è davvero di che riflettere.

A partire dal Febbraio del 2007 l'attività solare ha concluso il suo 23° ciclo toccando il fisiologico minimo undecennale di Schwabe. Il 24° ciclo avrebbe dovuto inaugurare la nuova fase di crescita attraverso un lento, ma costante, aumento delle macchie solari. Per adesso, tuttavia, i dati ufficiali provenienti dall'SIDC belga tradiscono un'attività solare pressoché piatta, palesano uno dei passaggi più critici degli ultimi 50 anni. Gli scienziati della NASA avevano stimato che il 24° ciclo sarebbe partito nel Marzo 2007; dopo 16 mesi di ulteriore diminuzione delle macchie solari alcuni ricercatori hanno dovuto riesumare il vecchio ciclo 23. In parole povere stiamo ancora aspettando il passaggio di consegne tra una fase e l'altra, evento, questo, che posticipa il nuovo massimo dal 2011 al 2012. Non solo, secondo recenti previsioni se i sunspots non riprenderanno entro breve l'inizio del nuovo ciclo potrebbe slittare alla fine del corrente anno se non addirittura ai primi mesi del 2009. Un fatto che avrebbe pochissimi precedenti nel recente passato e che comporterebbe l'anomalo allungamento dell'attuale fase neutra.

Prima di descrivere i possibili effetti sul clima dei prossimi anni è bene riassumere brevemente in che modo le macchie solari influenzano il bilancio energetico sul pianeta Terra. Innanzitutto la presenza di sunspots palesa un'intensa attività solare, che si traduce in un maggior apporto energetico incidente; si calcola che tra un minimo e un massimo il calore per metro quadro vari circa di 0.3 watt. Non solo, è stato dimostrato che la capacità del sole di proteggere la terra dai raggi cosmici è direttamente proporzionale al numero di sunsposts. Durante i picchi, infatti, la corona solare si espande enormemente verso la Terra riducendo l'entrata delle particelle spaziali in atmosfera. Ciò comporta una diminuzione della nuvolosità media globale poiché si è visto che i raggi cosmici interagiscono col vapore acqueo aumentandone la capacità di condensazione. E' logico attendersi, pertanto, un aumento della copertura durante le fasi di minimo la quale, a sua volta, riflettendo maggiormente i raggi solari, comporta un'ulteriore riduzione dell'energia in arrivo.

Normalmente gli effetti di un minimo solare si ripercuotono sulla temperatura terrestre dopo 12-24 mesi a causa dell'inerzia interna dell'atmosfera terrestre. Più l'anomala fase di quiete si prolunga, più il fisiologico calo termico (normalmente risibile e quasi impercettibile) andrà intensificandosi, raggiungendo livelli via via più importanti. Tra il 1645 e il 1715 il mondo sperimentò il cosiddetto 'minimo solare di Maunder' durante il quale le macchie solari risultarono quasi assenti interrompendo la normale alternanza ciclica. Quel periodo corrispose con una delle fasi più fredde della piccola era glaciale. Un'altra lunga fase caratterizzata da scarsissima attività solare, denominata minimo di Dalton, si produsse tra il 1790 e il 1820, coincidendo ancora una volta con anni caratterizzati da severe condizioni climatiche. A queste fasi fece seguito l'ottimo climatico moderno che, salvo pochi scivoloni, dal 1890 ad oggi tiene alla larga pericolosi rigurgiti freddi. Ovviamente il coincidente aumento dei gas serra ha esaltato il riscaldamento climatico indotto dal sole superando ampiamente la compensazione e facendoci vivere, specie negli ultimi decenni, fasi di caldo eccezionale.

Alcuni ricercatori asseriscono che l'ottimo climatico moderno, che ha rappresentato l'apice solare degli ultimi 8000 anni, sia ormai finito e che al suo posto stia per cominciare un nuovo minimo secolare. Ciclo che potrebbe ripetere risultare del tutto simile a quelli di Dalton e di Maunder, provocando un calo termico nel Nord Emisfero tra gli 0.4 e gli 0.8°C. Alcuni ricercatori russi affermano addirittura che la diminuzione potrebbe essere di 1.5°C in soli 20 anni con conseguenze a dir poco disastrose. Al di là dei catastrofismi, spesso indotti da occulte manovre politiche, è comunque oggettivo che la nostra stella stia attraversando una fase di cambiamento, giustificata, tra l'altro, dalla drastica diminuzione delle velocità delle correnti di plasma interne.

Fonte: [link=http://www.3bmeteo.com/]3BM[/link]

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