Funzionari cinesi riscoprono un antica città sommersa perfettamente conservata

Funzionari cinesi riscoprono un antica città sommersa perfettamente conservata

città sommersaLa Cina ha bisogno di energia! In una logica estremamente pragmatica, cinquant’anni fa il governo della Repubblica Popolare Cinese decise di inondare la valle ai piedi del monte Wu Shi per realizzare un bacino idroelettrico, seppellendo sotto 40 metri d’acqua uno dei più spettacolari patrimoni archeologici del Sol Levante, l’antica città di Shi Cheng. A distanza di mezzo secolo, i funzionari governativi riscoprono il sito per farne un’attrazione turistica… in una logica estremamente pragmatica.

Primum vivere! Deinde philosophari. La parafrasi di questa massima deve aver convinto il governo cinese a rinunciare alla straordinaria città antica di Shi Cheng, altrimenti nota come la Città del Leone. Dovendo sopperire alle necessità energetiche di un paese in forte espansione industriale e residenziale, nel 1959 il governo cinese decise di creare un bacino idroelettrico ai piedi del monte Wu Shi. La valle ospita uno dei patrimoni archeologi più importanti e meravigliosi della Cina, che ora si trova a circa 40 metri di profondità sul fondo del lago artificiale Qiandao.

A distanza di cinquant’anni, i funzionari cinesi si sono di nuovo interessati al sito dopo aver scoperto che, nonostante il trascorrere del tempo, l’intera città sommersa si è conservata perfettamente intatta, trasformandola in una vera capsula del tempo.

Shi Cheng è stata eretta durante il governo della dinastia Han (25-200 d.C.), divenendo contea nel 208 d.C. La città è stata al centro della politica e dell’economia della provincia orientale di Zhejiang. Tuttavia, nonostante il grande valore storico e archeologico, il governo cinese decise che poteva rinunciarvi, creando un bacino artificiale destinato all’alimentazione di una centrale idroelettrica. Dopo aver eretto la diga per ostacolare il percorso del fiume Xin’an, la metropoli antica è stata lentamente sommersa fino a scomparire sotto 40 metri d’acqua.

La Città del Leone ha riposato indisturbata sul fondo del lago artificiale e dimenticata per 53 anni, fino a quando Qiu Feng, un funzionario locale responsabile del turismo, ha deciso di vedere cosa rimaneva dell’antica città sommersa.

Con grande stupore, Feng ha scoperto che il lago, proteggendo la città dall’erosione degli agenti atmosferici, era diventato una vera capsula del tempo, conservando intatto l’intero sito, con i suoi templi, gli archi commemorativi, strade asfaltate e abitazioni.

“Siamo stati fortunati. Appena ci siamo immersi nel lago, abbiamo trovato la parete esterna della città”, spiega Feng. Anche le strutture in legno, tra cui scale e travi, risultano praticamente intatte. Come scrive l’Huffington Post, il sito ha catturato l’attenzione anche di una troupe cinematografica, intenta a realizzare un documentario sulla straordinaria scoperta.

Non sorprende che questo meraviglioso patrimonio archeologico sia ora diventato uno delle maggiori attrazioni turistiche della zona, soprattutto un vero paradiso per i subacquei, i quali hanno occupato le liste di attesa per osservare da vicino i tesori che il sito ha da offrire.

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