Dalla Codifica dei Rosoni al Labirinto di Collemaggio

Dalla Codifica dei Rosoni al Labirinto di Collemaggio

labirinto_collemaggioIl 72 Cosmico

Nel Mulino D’Amleto, scritto dal professor Santillana, è documentato per la prima volta, come e quanto la sequenza numerica precessionale fosse coinvolta nei miti e nelle religioni di tutti i popoli del “Mondo”. Un numero in particolare, ed i suoi multipli, attrae su di sé molta più “attenzione” rispetto all’intera sequenza assiale: il “72” che Santillana definì “Cosmico”. Per cercare di porre un freno ai miei interrogativi, iniziai a documentarmi su tutto ciò che, in qualche modo, parlasse di Precessione degli Equinozi. Appresi quindi, come il fenomeno fosse descritto ufficialmente come la “reazione” dell’Asse Terrestre alla congiunta attrazione Luni-Solare, a cui si doveva aggiungere l’anomala disposizione delle terre emerse, rispetto alle zone ricoperte da “acqua”.

Mi sembrava una spiegazione piuttosto “misera” per un fenomeno che le civiltà del passato tenevano in considerazione così tanto, da conformare arti e religioni ai suoi “passaggi” platonici e zodiacali allo stesso tempo. Continuai nella mia ricerca bibliografica approdando al Mulino D’Amleto, scritto nel 1969 dal professor Santillana, un docente universitario americano il quale, insieme ad una sua collega, scoprì e documentò per la prima volta, come e quanto la sequenza numerica precessionale fosse coinvolta nei miti e religioni di tutti i popoli del “Mondo”. Un numero in particolare, ed i suoi multipli, sembrava comunque attrarre su di sé molta più “attenzione” rispetto all’intera sequenza assiale: era il “72” che Santillana non tardò a definire “Cosmico”, quindi cercò in qualche modo di riassumere il tutto in una lista specifica.

Il 72 Cosmico

La sua lista risultò essere così costituita:

72 furono i cospiratori che tramarono contro Osiride

72 sono i nomi di Dio

72 sono i templi d’Angkor in Cambogia

72 sono gli apostoli di Gesù al momento della sua morte

72 sono gli angeli della tradizione ebraica

72 erano le monete da pagare per l’affiliazione alla segreta Triade cinese

72 è il numero dominante della cattedrale di Chartres

72 furono le regole da seguire per i Cavalieri Templari,

per non parlare del computo temporale dei Maya dove appaiono cicli di 7200 giorni (watum), 360 giorni (tun), 72000 giorni (baktun). Inoltre: le Ere precessionali pari a 2160, 4320, 6480, 8640, ecc. anni (72×30, 72×60, 72×90, 72×120) erano presenti in miti nordici come Il Crepuscolo degli Dei, dove i guerrieri combattenti il simbolo del male: il Lupo, erano 432000, o nei Rig Veda indiani, costituiti da 432000 sillabe, o l’Apocalisse di Giovanni in cui il numero 144000 mila (72000×2) appare tre volte ed una volta il 144.

I riferimenti precessionali non apparivano solo come interi o multipli numerici di 72, ma anche come frazioni dello stesso pari a:

18 = 1/4 di grado precessionale

36 = 1/2 di grado precessionale

54 = 3/4 di grado precessionale.

A questo punto, considerando che l’Asse terrestre, nella sua lentissima e millenaria corsa, impiega circa 72 anni per “spostarsi” di un “Grado” dei 360 che compongono la sua “Ellisse” celeste, penso sia abbastanza chiaro come la Precessione fosse parte integrante della “vita” umana. La cosa, chiaramente, mi entusiasmò soprattutto alla luce del fatto che proprio il Rosone teatro della mia Codifica (vedi La codifica dei Rosoni), come ricorderete, riassumeva tali passaggi numerici attraverso, appunto, 36 Braccia e 72 Mezzibusti. Non era comunque una risposta ai miei perché, tanto più che il Santillana vedeva nell’implicazione umana della numerica precessionale, “solo” un modo, utilizzato dai nostri forbiti avi millenari, per “ricordare” come, nella storia terrestre e quindi in quella umana, spesso eventi catastrofici avessero condizionato la Storia.

Insomma, per il Santillana, la metrica precessionale era solo un calendario appuntato sulle cicliche distruzioni planetarie, continuamente ricordate attraverso riferimenti numerici di tutti i tipi, ma sempre assiali. Continuavo a non essere d’accordo su quel che leggevo, ma, soprattutto, quel che sentivo dentro di me non mi permetteva di esserlo. Ben presto, infatti, mi resi conto di come altri aspetti potessero e dovessero essere presi in considerazione nella mia “cerca”. Intanto l’archeologia ufficiale continuava a rimanere allibita nello scoprire come molti siti sacri spesso “misteriosi”, di tutto il mondo, fossero disposti a livello “longitudinale” ed ormai da millenni, in modo precessionale; frazioni o multipli del “72” infatti, decidevano la loro collocazione costruttiva, prima che, ufficialmente, la Longitudine fosse scoperta dall’uomo.

Questi erano solo alcuni esempi:

  • Giza dista dal favoloso complesso di templi di Angkor in Cambogia 72° di Longitudine;
  • Pohnpei si trova a 54° di Longitudine Est rispetto a Angkor;
  • l’Isola di Pasqua è la terra emersa più vicina ai 144° di Longitudine Est, rispetto sempre al complesso cambogiano;
  • la baia di Paracas, in Perù, dominata da un massiccio graffito noto come il “Candelabro delle Ande”, si trova a 180° sempre da Angkor;
  • e tutti questi siti, localmente, vengono intesi come “Omphalos”, parola greca usata per identificare il luogo come: “l’ombelico del mondo”, ombelico che spesso si sposa ai soliti miti universali del Diluvio.

Inoltre, era doveroso aggiungere il sito sacro di Arunachela, in India, il quale si trova a 24° a ovest di Angkor e 48° a est di Giza, rispettivamente 1/3 e 2/3 di 72°. La cosa continuava, allo stesso tempo, ad entusiasmarmi, visto che nel caso dell’applicazione Longitudinale della metrica precessionale venivano rispettati anche i rapporti frazionari presenti nel Rosone aquilano, e a deprimermi, constatando come invece di risposte, non facessi altro che collezionare sempre più interrogativi. Fortunatamente non mi mancò la caparbietà di insistere nelle mie ricerche fatto che mi permise, in modo inaspettato, di appurare come a livello Fisiologico l’uomo fosse molto, molto precessionale.

È fatto purtroppo poco risaputo, che l’uomo impieghi nell’arco delle 24 ore, circa 26000 atti respiratori, supportati da circa 7200 litri di sangue giornalieri, spinti dal nostro cuore, a cui si possono aggiungere i 72 giorni utilizzati per rinnovare completamente il tessuto epiteliale intestinale, o le 26 ossa che costituiscono la struttura dei nostri piedi, come quella della nostra spina dorsale (24 ossa più 2 spurie, sacrale e coccige) e la lista potrebbe andare avanti con l’ampiezza massima di un gesto atletico pari a 72°, costituito dal lancio del giavellotto, o la media del peso neonatale che si posiziona sui 2kg e 600grammi. Insomma, molto, se non tutto, faceva presagire come il fenomeno assiale fosse intimamente e numericamente unito, a questo punto, anche geneticamente, alla vita umana, probabilmente e giustamente, il nostro DNA era in qualche modo influenzato dalla “vita” precessionale del nostro pianeta, eravamo e siamo, a tutti gli effetti, figli della nostra Terra.

Mi trovavo di fronte a qualcosa che cominciava ad abbandonare i semplicistici confini dettati della “scienza ufficiale” e, mentre continuavo a brancolare nel buio, ricordai come, probabilmente, la basilica di Celestino potesse essere nuovamente di aiuto per avere delle “risposte”.

Il 21 Giugno, infatti, al Solstizio d’Estate, il Rosone centrale di Collemaggio proiettava il suo riflesso solare al “centro” di un “luogo” ben preciso che ormai da tempo era soprannominato “Labirinto” decisi, quindi, che forse là, avrei trovato ciò che cercavo.

Michele Proclamato

esonet.it


micheleproclamatoMichele Proclamato vive a L’Aquila dove, da alcuni anni, si è fatto promotore di iniziative che hanno come unica finalità quella di svelare, al grande pubblico, quanto grande sia il lascito “misterico” del piccolo capoluogo abruzzese.

Per primo ha codificato il linguaggio dei Rosoni e ha ideato il “Tour del Mistero”, basato sui siti sacri più importanti della città, a cui ha aggiunto la prima guida “esoterica” della città aquilana: “La rivelazione dell’Aquila” con la collaborazione di altri due autori.
Scrive e pubblica il libro “Il Segreto delle Tre Ottave”, basato sulla chiave “vibrazionale” da lui trovata all’interno della basilica di Collemaggio.

Altri libri di Michele Proclamato qui!