Comprendere l’Apocalisse di San Giovanni – Una cartina per spiritualizzare il corpo e la mente

Il Giornale Online

Comprendere l’Apocalisse di San Giovanni
Una cartina per spiritualizzare il corpo e la mente

Edgar Cayce interpretò il libro biblico dell’Apocalisse in modo simbolico. Infatti, le visioni di Cayce durante la sua unione con la Coscienza Universale insegnano che tutta la Bibbia, anche se storica, è soprattutto una guida simbolica su due livelli: uno personale per ognuno di noi come anime individuali e, su un altro livello, per tutte le anime come gruppo di anime incarnate in questo mondo.

Secondo Cayce la Bibbia racconta del viaggio delle nostre anime (individualmente e come gruppo) dalla nostra creazione nell’immagine di Dio allo scopo di essere compagni eterni per Dio, attraverso la caduta dalla grazia e la perdita del Giardino, verso l’alto attraverso le lotte per riacquistare quella gloria che era nostra “prima che il mondo fosse.” (Giovanni 17,5 e Cayce 1158-9) La storia nel libro dell’Apocalisse, secondo Cayce, è una parte molto speciale di tutta la storia biblica e dovrebbe essere studiata come una cartina segreta per la spiritualizzazione finale dei nostri corpi e delle nostre menti. I simboli e le scene in questo libro misterioso rappresentano esperienze e stadi attraverso i quali ognuno di noi passa nella nostra lotta per risvegliarci spiritualmente e riacquistare il nostro legame stretto con il nostro Creatore e il Giardino che una volta abbiamo condiviso.

Cayce disse che alcuni dei simboli e luoghi nell’Apocalisse effettivamente rappresentano ghiandole nel nostro corpo e schemi di pensieri nella nostra mente (1173-8) Egli spiegò che “le visioni, le esperienze, i nomi, le chiese, i luoghi, i draghi, le città, tutti non sono altro che emblemi di quelle forze che possono guerreggiare nell’intimo dell’individuo nel suo viaggio attraverso la materia – dall’ingresso nella manifestazione materiale [cioè, il corpo fisico e il mondo materiale] all’ingresso nella gloria, o il risveglio nello spirito…” (281-16)

Questo è un approccio unico all’Apocalisse. La maggior parte degli interpreti crede che sia una storia sulle forze nel mondo esterno. Cayce riconobbe che effettivamente aveva quel contenuto, ma il suo scopo e il suo messaggio più grandi è per ogni anima individuale come una cartina del sentiero spirituale sul quale viaggiamo all’interno del nostro corpo e della mente per raggiungere lo scopo ultimo per la nostra creazione: Unione e compagnia con il nostro Creatore e l’uno con l’altro.

Per Cayce, le attività e le direttive esteriori nelle Scritture sono importanti, ma il lavoro interiore è la chiave per realizzare la promessa nell’Apocalisse. Come disse: i simboli “rappresentano il sé: il corpo-fisico del sé, il corpo-mentale del sé, il corpo-spirituale del sé… ed essi sono uno in te – proprio come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno in Lui.” (281-16)

Perché, allora, l’Apocalisse fu scritta in un modo così enigmatico? Secondo Cayce, per conservare i segreti spirituali per “quelli che sono stati, o saranno, o possono diventare,” (281-16) mediante la loro ricerca spirituale, iniziati in una comprensione delle “glorie che possono appartenere loro se solo vorranno mettere in opera, in attività” la guida trovata nel testo. Come lo Spirito arriva presso ogni chiesa e parla alla sua congregazione, così Cayce incoraggiò ognuno di noi a chiederci: “Che cosa manca nel sé? Sei freddo? Sei caldo? Hai trascurato la conoscenza che è tua? Sei arrogante? Sei adultero nei pensieri, nelle azioni, nelle glorie stesse che sono tue?” (281-16)

In ogni verso dell’Apocalisse, in ogni attività, ogni simbolo, troviamo che bene e male si elevano nella lotta. Questa lotta, secondo Cayce, è dentro di noi ed esiste perché siamo stati creati per essere eredi, eredi congiunti con il Cristo, come figli e figlie di Dio, per quella gloria perenne che può essere nostra con Lui in Dio. Tuttavia le forze materiali, fisiche e interessi autocompiacenti si impadroniscono fortemente di noi, e noi dimentichiamo il nostro destino spirituale e ci perdiamo nella fisicità e nel sé. Ciononostante Cayce non vedeva il fisico o il male come un ostacolo alla spiritualizzazione, ma piuttosto come mezzo, come trampolino di lancio verso la spiritualizzazione per aiutarci nella nostra lotta spirituale se impariamo ad usarlo correttamente, come rivela l’Apocalisse.

Ecco qualche esempio dell’interpretazione di Cayce di simboli, scene e personaggi trovati nell’Apocalisse:

Le Sette Chiese: queste rappresentano sette centri spirituali nel nostro corpo. Nell’induismo e nel buddismo classici questi centri vengono chiamati chakras, il che significa “ruote”, ruote rotanti di energia collocate in aree specifiche del corpo umano. Essi vengono anche chiamati padmes, che significa “fiori di loto”, che si sviluppano via via che la nostra illuminazione mentale aumenta. Cayce mette in correlazione questi sette centri speciali con le ghiandole endocrine nel nostro corpo le quali secernano i potenti messaggi ormonali direttamente nel flusso sanguigno, influenzando ogni parte del corpo. (281-29)

Ognuna di queste sette chiese rappresenta un centro spirituale specifico. La virtù e l’errore di ogni chiesa simboleggia la virtù e l’errore di quel centro specifico. E dato che questo centri potenti influenzano l’anima e la mente che abitano nel corpo, lo Spirito si muove attraverso ogni chiesa, invitandola a superare le sue debolezze e a fare ciò che sa fare, in modo che la gloria finale possa essere compiuta, aiutandoci a spiritualizzare la mente e il cuore, come descritto nei capitoli successivi dell’Apocalisse.
Secondo le letture di Cayce su questo libro misterioso, i primi dieci capitoli affrontano la spiritualizzazione del corpo, i capitoli 11 a 20 affrontano la spiritualizzazione della mente, e i due capitoli finali parlano del risultato meraviglioso che ci attende.

Ecco alcune intuizioni chiave di Cayce sul simbolismo:

Le Sette Lampade di Fuoco: queste rappresentano le influenze utili che distruggono gli impedimenti al risveglio spirituale. Esse sono messaggeri, aiuti interiori che stanno fra le forze del bene e del male dentro di noi e diventano come “forze da superare dentro la natura dell’uomo.” (281-29) Questa idea può essere un’estensione dell’insegnamento che gli angeli vegliano su di noi. Si può trovare un esempio di questo in salmo 91,11: “Perché Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi.” Può anche essere la forza della nostra coscienza interiore a guidarci lungo la via. Ma per Cayce, possono anche essere i nostri pensieri mentali e la chimica del corpo: quali pensieri e ormoni rilasciamo più spesso? Quelli che infiammano le forze carnali, le forze spaventose o violente del corpo o quelle che ravvivano le forze creative, vivificanti ed edificanti, che rendono il corpo un tempio per l’anima?

Le Quattro Bestie: queste sono le quattro nature (desideri) fisiche fondamentali dell’uomo che devono essere superate. Esse sono anche le quattro influenze distruttive che “producono il desiderio più grande delle forze carnali”. (281-29) La descrizione dell’Apocalisse di ciascuna aumenta la nostra comprensione di queste forze e sul come possiamo soggiogare le loro qualità negative. Esse rappresentano anche impulsi e forze nelle quattro ghiandole inferiori, più terrene nel nostro corpo. Cayce mette le quattro ghiandole inferiori sullo stesso piano con le forze terrene, e le tre ghiandole superiori con le forze celesti.

Il Dragone Rosso: questo personaggio nell’Apocalisse simboleggia quella spinta possente dentro di noi che in origine ci ha separato dalla nostra Fonte di Vita, dal nostro Creatore e la sua compagnia amorevole. Ancora oggi, ad un livello inconscio, abituale, lottiamo con quelle stesse influenze che porterebbero al nostro risveglio spirituale. Il Dragone Rosso è il serpente dal Giardino nella Genesi (Ap 12,9) il quale all’inizio aiutò nella separazione della nostra anima dalla presenza di Dio e dal Giardino – simbolico di un’ostinazione da serpente e di un ragionamento dentro di noi quando eravamo degli adolescenti celesti con le chiavi alla nostra macchina del libero arbitrio. Ora questa influenza è diventata forte e potente nella forma di un drago rosso, pronto a divorare ogni intenzione nuova, centrata sul Cielo che portiamo avanti nel cuore e nella mente. (281-16)

Il Segno della Bestia: questo strano segno, il numero 666, rappresenta promesse e impegni che abbiamo preso nei confronti della nostra vita materiale o, come l’Apocalisse lo esprime, nei confronti dell’opera della Bestia. Questa intuizione da parte di Cayce mi ricorda l’adesivo sulle macchine: “Possiedo, possiedo, quindi me ne vado al lavoro, al lavoro.” In molti modi abbiamo preso degli impegni con le vie del mondo materiale e con le opinioni materiali sulla vita, trovando difficile staccarci da una vita condotta materialmente.

Le visioni di Cayce ci richiedono di cercare un passaggio equilibrato, graduale verso una nuova vita che comprenda e permetta tempo, pensiero e attività di natura spiritualizzante.

Inoltre Cayce inoltre il segno della Bestia come egoismo e giudizio negativo e condanna di altri. La Bestia è il sé, l’egoismo e gli interessi egocentrici senza alcun riguardo per gli altri o per i desideri di Dio. Essa non ha pazienza, comprensione o perdono nei confronti degli altri. Rappresenta l’opera del solo sé, senza l’influenza di Dio. Il segno viene cancellato quando il lavoro delle nostre mani e i pensieri della nostra mente cooperano con Dio, piuttosto che farsi guidare dal sé.

Un Nuovo Cielo e una Nuova Terra: questi rappresentano una nuova mente (cielo) e un nuovo corpo (terra). In tutto il Vecchio Testamento avete forse notato che il Signore fa dei riferimenti al fatto che ci dà cuori nuovi o che “circoncide” il nostro cuore. (dt.10,16; 30,6; Ez.18,31; 36,26; Ger 4,4) Ora, nell’ultimo libro della Bibbia, abbiamo ricevuto il nostri nuovi cuori. Questi rappresentano anche una nuova vibrazione nei sette centri spirituali. Le “ruote” stanno ruotando e i “fiori di loto” si stanno aprendo con un nuovo scopo, una nuova forza vitale che sta spiritualizzando il nostro corpo e la nostra mente. Queste nuove vibrazioni nel nostro corpo aiutano il cuore e la mente a mantenere una coscienza più elevata.

L’Acqua della Vita: questa è l’influenza trasformante, ringiovanente dello Spirito di Dio che fluisce attraverso i nostri scopi i quali sono stati resi puri nel “sangue dell’Agnello di Dio.” (281-37) L’ingerire di questa acqua ci purifica, rendendoci nuovi e rinati. Ma, ancora una volta, non parliamo di vera acqua, bensì dell’essenza di acqua dentro di noi, come Gesù intese quando disse: “Chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno.” Il riferimento di Gesù alle Scritture si trova in Isaia 58,11: “E il Signore ti guiderà sempre, e sazierà la tua anima in terreni aridi, e rinvigorirà le tue ossa; e sarai come un giardino irrigato, e come una sorgente le cui acque non inaridiscono.”

L’Albero della Vita: questo rappresenta “la solidità dello scopo dell’individuo nella sua sicurezza nel Cristo.” (281-37) Le foglie dell’albero rappresentano le nostre attività che sono come guarigioni per altri e per noi stessi nella vita materiale. I frutti di questo albero speciale sono i “frutti dello spirito”. Le letture di Cayce li elencano in molti discorsi come amore, gentilezza, pazienza, gioia, comprensione, dolcezza, sopportazione, perdono ecc. La capacità dell’albero di portare frutti ogni mese indica la continuità dell’influenza di questa solidità e di queste attività che producono i frutti spirituali nella nostra vita, nella nostra mente e nei cuori, e anche nel nostro corpo.

Le interpretazioni di Cayce chiamano ognuno di noi a partecipare alla grande lotta di rinascere nello Spirito e di spiritualizzare la nostra vita, il corpo e la mente.

Nel capitolo 1, verso 10 dell’Apocalisse, il discepolo Giovanni ci dice che era “nello spirito del Signore.” Cayce dice che era in profonda meditazione. (281-16) In questo stato profondo egli venne colto dallo Spirito di Dio e “rapito” (ap 1,12) dal mondo esterno. Cominciò a vedere il mondo interiore, celeste e si sentì dire di scrivere ciò che vedeva e udiva. Cayce dice che ciò che Giovanni percepì era per il suo stesso sviluppo spirituale nonché per altre anime che, per mezzo del loro stesso sviluppo, erano in grado di intuire il vero significato di questa storia e il suo strano linguaggio figurato, e usarlo perché giovasse al loro viaggio. Di nuovo, il viaggio di cui parliamo è il viaggio da un essere predominantemente fisico, materiale (la Scrittura lo chiama “un figlio, una figlia dell’uomo”) ad un essere predominantemente spirituale, celestiale (la Scrittura chiama questo “un figlio, una figlia di Dio) che soggiorna temporaneamente nel mondo fisico.

Il processo che Giovanni subì per avere la sua esperienza rivelatrice, insieme al contenuto dell’esperienza, rivela un approccio spirituale, mistico alla vita. L’approccio mistico è basato sulla credenza che ognuno di noi possa avere una percezione immediata, intuitiva delle verità spirituali che trascendono la comprensione intellettuale comune per mezzo di un’esperienza di un’unione diretta, intima della nostra anima con Dio, attraverso il potere e la grazia dell’intercessione per nostro conto di Gesù Cristo, la quale deriva dal suo sacrificio e dalla sua resurrezione. Grazie al sacrificio e all’unione continua di Cristo con il Creatore, il velo nel tempio della coscienza è stato squarciato. E’ stata ora aperta una via per sperimentare direttamente lo Spirito di Dio e la verità, non per una o due persone scelte, bensì per tutti quelli che stanno cercando. Non fraintendete questo; le visioni di Cayce ci inducono a cercare Dio, a pregare Dio, ma per capire che Cristo ha aperto la via e costruito un “ponte” dalla nostra coscienza umana (com’è rappresentata nell’uomo Gesù) a quella coscienza celestiale (com’è rappresentata nello spirito di Cristo, lo Spirito Santo).

Personal Spirituality, ottobre 2006

Fonte: www.Edgarcayce.it