Cosmogonie e Teogonie

Cosmogonie e Teogonie

CosmogonieIn un mio precedente articolo, Il mito egizio eliopolitano interpretato in chiave solare, ho cercato di evidenziare quale fosse il significato reale dell’allegoria narrata dalla teologia eliopolitana, ed ho cercato di individuare il significato delle azioni di alcuni personaggi di quella mitologia arrivando alla considerazione, già peraltro espressa nel lontano 1873 da F. T. e B. Clavel in Storia della Massoneria e delle società segrete, che le divintà della Pentade Eliopolitana, Osiride-Horus-Seth e Iside-Neftis, interpretano momenti particolari del corso giornaliero, mensile e annuo dei due corpi celesti principali, il Sole e la Luna.

In questa breve analisi vorrei fare un passo indietro e vedere se è possibile fare un uguale discorso analogico per alcune antiche cosmogonie.

Nell’articolo citato ho già dato una descrizione dell’impalcatura generale della teogonia egizia e, per completezza, la riporto brevemente:
In principio vi fu Nun, il Caos, il non creato. Dal Nun emerse una collinetta dalla quale nacque Atum, la cui ombra era Iasaaset, poi indicata con Amonet, la madre del creato, la madre che è padre. Nun, sputando o eiaculando, diede vita a Shu (l’aria) e Tefnut (l’umido, l’acqua), i quali a loro volta generarono Geb (la terra) e Nut (il cielo). Nut e Geb, il cielo e la terra, generarono quattro figli gemelli, due maschi e due femmine, Osiride e Seth, Iside e Neftis.

Da un testo, anch’esso stampato nel lontano 1853, S. Munk, Palestina, Descrizione geografica, storica e archeologica, troviamo una teogonia relativa alla regione di Canaan e quindi dell’antica Palestina:
“Secondo Filone di Byblos, il quale parla a nome di Sanconiatone (XI sec. a.C.), Dagon è una divinita mascolina figlia del cielo e della terra. Dopo d’aver parlato dei dio Sydyk (giustizia) e de suoi figli i Dioscori o Cabiri, egli continua: “Ai loro tempi nacque un certo Elioun, il cui nome significa Altissimo, e sua moglie chiamata Beronth; i quali dimoravano nelle vicinanze di Byblos.
Da loro nacque Epigeios (terrestre) o Autochthon (indigeno), che più tardi fu chiamato Cielo. Ebbe questi una sorella nata dagli stessi genitori, la quale fu chiamata Terra, ed è dessa che in causa della sua bellezza diede il suo nome alla terra. Il loro padre Altissimo, sendo caduto in un combattimento che sostenne contro gli animali, fu divinizzato dai suoi figli, che gli consacrarono libazioni e sacrificii. Erede del regno di suo padre, Cielo (Urano) si sposò a Terra (Gea) sua sorella, ed ebbe dalla medesima quattro figli, cioè Ilos (El), chiamato anche Saturno (Kronos), Betylos (Bethel), Dagon, che significa grano, ed Atlante.”

Si osservi l’ultima frase: è esattamente la stessa descrizione della nascita di Iside, Osiride, Neftis e Seth, cambiano però nomi e significati degli déi, il periodo storico è molto più recente e gli dei sono ellenizzati e tutti maschi.

Per quanto il libro di Genesi ebraico divida la creazione in sei giorni, o fasi, e poi aggiunga l’appendice della creazione di Adamo, Eva e dei loro figli, lo schema non è dissimile da quelli citati precedentemente: Dio crea nell’ordine il Cielo e la Terra e la Luce e le Tenebre. Poi il Firmamento, Cielo, per quanto già creato prima, serve per separare le acque di sopra dalle acque di sotto e separando quindi l’umido dall’asciutto per far emergere la terra.
Il fatto che la narrazione presenti delle ripetizioni e degli aggiustamenti fa pensare che sia stata organizzata da più mani in tempi diversi, ma quello che mi sembra balzi in evidenza è che si tratta di una teogonia e non di una cosmogonia e lo vedremo subito.

Mi preme prima dire che, per quanto la narrazione si riavvolga e specifichi meglio i suoi passi con la creazione delle specie vegetali, animali e dell’uomo, dimostrandosi più fantasiosa e articolata delle cosmogonie illustrate in precedenza, essa immediatamente si riallinea alle antiche teogonie.
Naturalmente il racconto ebraico viene monoteizzato tramite un unico dio e fa scomparire tutte le altre antiche personificazioni del creato. A voler essere ortodossi dobbiamo infatti supporre che questo racconto sia stato scritto dopo la cattività babilonese e quindi dopo il VII-VI secolo a.C., altrimenti possiamo anche pensare che la monoteizzazione sia avvenuta soltanto col la versione masoretica del II sec a.C. (Il testo completo più antico che possediamo è datato solo al 1008 d.C.)
Infatti questa creazione non si discosta concettualmente dalla teogonia egizia e da quella cananea: Creazione dell’acqua e dell’aria, del cielo e della terra, il sole e la luna, la luce e le tenebre. Basta mitizzare questi elementi ed associarli a Dèi e le descrizioni si sovrappongono perfettamente.
Ma possiamo entrare anche più nel dettaglio nella comparazione ebraica-egizia: Geb e Nut nel pantheon ebraico sono Adamo e Eva che generano quattro figli gemelli, due maschi Abele e Caino e due femmine. Infatti da fonti medioevali scopriamo che Caino sposa la sorella Calmana e Abele sposa l’altra sorella Delbora ( come ci viene riferito da diverse fonti molto tarde: Apocalisse dello Pseudo Metodio, Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, Historia Scholastica in Gn 4, 1 (PL 198,
1076) di Pietro Comestore, Seder ha-Dorot) esattamente come nel mito egizio si sposano i due fratelli Osiride e Seth con le due sorelle Iside e Neftis. Poi Caino uccide Abele come Seth uccide Osiride.
La storia strappalacrime in cui Caino è presentato come il primo assassino, e non denota alcuna espressione di pentimento e di rimorso, è puro mito direttamente ripreso da quello egizio. Anche Caino e Abele sono avatar solari: il sole calante uccide il sole nascente.
Mi sembra quindi ipotizzabile una completa sovrapposizione fra la teologia egizia e la teologia ebraica da cui (si dice) sia derivata quella cristiana.

Possiamo schematizzare questa teogonia prendendo a prestito gli dèi egizi di cui abbiamo anche delle immagini stilizzate

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Alle divinità di cui abbiamo discusso precedentemente e di cui riporto per sintesi le associazioni con quelle ebraiche:
Atum-Ra-Elohim
Shu-Aria-Elioun e Tefnut-Acqua-Beronth
Geb-Terra-Adamo e Nut-Cielo-Eva
Osiris-Abele, Iside-Delbora, Nephtys-Calmana, Seth-Caino
dobbiamo aggiungere Horus, figlio di Iside ed Osiride, e Anubi.
Plutarco, De Iside et Osiride, 14, ci dice che Anubi è figlio di Osiride e Nephtys ma altre fonti lo vogliono fratello di Osiride o quarto figlio del dio sole Ra. Si tratta di una divinità molto antica che verrà anche identificata con Hermes a sua volta identificato con Thot. Inserisco Anubis nel quadro proposto come figlio di Nefthys e Seth solo per ragioni di simmetria ed anche perché, essendo una divinità legata alla morte e alla notte, mi sembra un’associazione plausibile. Ma vedremo subito qual’è il motivo per cui intendo inserire Anubi in questa teologia.

Il lettore che conosce la mia tesi relativa al mito narrato nei Vangeli cristiani saprà che ho ipotizzato una corrispondenza fra Horus e Gesù e fra Giovanni Battista e Seth quali rappresentazioni del sole nascente e del sole calante. Chi invece non conosce questa ipotesi può leggere l’altro mio articolo I vangeli erano (e sono ) racconti allegorici o il più breve e conciso Teorema di Pier Tulip: Gesù nei Vangeli, anche canonici, è un avatar di Horus .
Esiste nel Cristianesimo anche una corrispondenza con Anubi?

Anubi, Hermes, è lo psicopompo che accompagna le anime nell’aldilà, come Caronte attraverso la palude Stigia e come Cristophoros che trasporta Gesù sulle spalle per fargli attraversare un fiume.
Se questa interpretazione non dovesse soddisfare ci vengono incontro i miniaturisti copti che disegnano il portatore di Cristo con la testa di cane esattamente come Anubis ma accorciandogli le orecchie per cercare di camuffare in qualche modo la corrispondenza.

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Pier Tulip

Adattamento dal libro: KRST – Gesù un mito solare. Una nuova esegesi svela contenuti mitici e allegorici dei Vangeli. Nuova ipotesi sul Gesù storico.

 Pier Tulip si è laureato in Fisica a Napoli e ha insegnato questa materia nelle scuole superiori. Da diverso tempo si occupa di ricerche su argomenti di tipo esoterico. Dopo aver pubblicato il libro RUM MOLH, una biografia romanzata del Principe napoletano alchimista e massone Raimondo de’ Sangro, ha rivolto la sua attenzione alla genesi del Cristianesimo, con il libro KRST, perché risultati ottenuti nella precedente ricerca indicavano una possibile commistione del cristianesimo con la religione egizia. Per contattare Pier Tulip:  pier.tulip@gmail.com