Dagli scarti dei pomodori si ricava plastica biodegradabile

Il Giornale Online

Dai residui della lavorazione del pomodoro è possibile ottenere materiale plastico biodegradabile.
La ricerca è stata presentata a Toronto dal Cnr.

In Italia le industrie agroalimentari trasformano quasi il 70 per cento della produzione, pari a 6 milioni e trecentomila tonnellate di pomodori, con ricadute importanti in termini di costi e di inquinamento dell’ambiente, per lo smaltimento degli scarti prodotti.

La ricerca del Cnr consente di manipolare questi residui, convertendoli in potenziali risorse di sostanze ad alto valore aggiunto.
“In sintesi – spiega Barbara Nicolaus dell’Icb-Cnr- lo studio (peraltro presentato in riviste scientifiche internazionali) sta mettendo a punto metodi rapidi di estrazione di polisaccaridi a basso impatto ambientale, di facile applicazione e in grado di fornire alte rese di prodotto a ridotto tempo di trattamento.

Inoltre, così trattati, gli scarti hanno potenzialità biotecnologiche per la realizzazione di biomateriali da utilizzare in differenti settori in agricoltura.
Per quanto riguarda l’alimentazione, dagli scarti sono stati recuperati, attraverso l’impiego di solventi organici non tossici, sostanze ad attività antiossidante presenti nelle bucce del pomodoro e da utilizzare come potenziali integratori alimentari”.

Il progetto può quindi contribuire a convertire gli scarti del pomodoro in una potenziale risorsa, soprattutto per quei paesi che, come l’Italia, sono poveri in materie prime tradizionali e ricchi di risorse naturali.
“Infatti”, prosegue la Nicolaus, “uno stabilimento di medie dimensioni, in Italia trasforma, in una stagione 110 mila quintali di pomodoro fresco producendo almeno 2500 quintali di scarti rappresentati da bucce e semi, con notevolissimo costo economico”.

Fonte http://www.torinoscienza.it/novita/apri?obj_id=2477

Il Giornale Online

La ricerca, presentata a Toronto, in Canada, è nata da uno studio del cnr di Pozzuoli in Campania.

“In Canada – spiega Emanuele Fiore, addetto scientifico dell'ambasciata italiana in Canada e ricercatore Cnr – c'è un notevole interesse per la ricerca portata avanti in Italia. D'altra parte, il pomodoro è uno dei prodotti di maggiore interesse per l'industria alimentare mondiale.

E si sa che in Italia le industrie agroalimentari, in particolare quelle della trasformazione, interessano quasi il 70 per cento della produzione, pari a 6 milioni e 300mila tonnellate di pomodori trasformati, con pesante ricaduta in termini di costi e di inquinamento dell'ambiente, a causa dello smaltimento degli scarti prodotti. La ricerca del Cnr consente di manipolare questi residui, convertendoli in potenziali risorse di sostanze ad alto valore aggiunto”.

L'ambasciatore italiano a Ottawa, Gabriele Sardo, ha conosciuto la dirigente del progetto scientifico Barbara Nicolaus e una delle ricercatrici protagoniste Giuseppina Tommonaro. “In sintesi – spiega Barbara Nicolaus dell'Icb-Cnr – lo studio (presentato in riviste scientifiche internazionali) sta mettendo a punto metodi rapidi di estrazione di polisaccaridi a basso impatto ambientale, di facile applicazione e in grado di fornire alte rese di prodotto a ridotto tempo di trattamento.

Inoltre, così trattati, gli scarti hanno potenzialità biotecnologiche per la realizzazione di biomateriali da utilizzare in differenti settori dell'agricoltura. Per quanto riguarda l'alimentazione, dagli scarti sono stati recuperati, attraverso l'impiego di solventi organici non tossici, sostanze ad attività antiossidante presenti nelle bucce del pomodoro e da usare come potenziali integratori alimentari”.

Il progetto, presentato alla Conferenza mondiale sul pomodoro, può contribuire a convertire gli scarti del pomodoro in una potenziale risorsa, soprattutto per quei paesi che, come l'Italia, sono poveri di materie prime tradizionali e ricchi di risorse naturali.

“Infatti – prosegue Nicolaus – uno stabilimento di medie dimensioni in Italia trasforma in una stagione 110 mila quintali di pomodoro fresco, producendo almeno 2.500 quintali di scarti rappresentati da bucce e semi, con un notevole costo economico”. La ricerca coordinata dall'Icb- Cnr ha destato notevole interesse oltre che in Canada, negli Stati Uniti. Da qui, l'invito dell'Ambasciata italiana che ha intensificato, sul fronte scientifico e delle relazioni internazionali, la realizzazione di progetti di studio e di confronto di valenza internazionale.

Fonte http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=537722&KeyW=DESTATO