Dai ricercatori dell'Enea una cura per ferite gravi: combina gli estratti oleosi di 2 piante

Il Giornale OnlineFiorella Carnevali, veterinario, e Stephen Andrew Van der Esch, biologo, tutti e due ricercatori Enea hanno inventato l'unguento che cura le ferite gravi e le ustioni. Si chiama Mix 557 ed è stato ricavato dalla combinazione di due piante, una occidentale chiamata Iperico o Erba di San Giovanni e l'altra asiatica chiamata Neem.

L'unguento. Il prodotto è stato brevettato dall'Enea con la dicitura «composizione fitoterapica con effetti cicatrizzanti biocida e repellente per la cura e la risoluzione delle lesioni esterne di qualunque estensione e natura». Lo sfruttamento è stato concesso alla Rimos, una società del consorzio medicale di Mirandola e presto sarà una medicina accessibile a tutti. A proposito di questo Fiorella Carnevali ha detto: «Insieme al collega van der Esch stiamo lavorando a stretto contatto con la Rimos per la produzione industriale del medicamento, e per la registrazione nella categoria dei medical device per uso topico, sia per la medicina umana che per la medicina veterinaria». L'unguento, che è indolore e lenitivo è pratico anche per l'automedicazione. «Il Mix 557 – dice la studiosa- si rivelerà molto utile come presidio medicale nelle emergenze militari e civili, anche per la terapia delle ustioni di grande estensione. Un aspetto non ancora indagato a livello istologico, ma rilevato clinicamente nella casistica sperimentale, è rappresentato dalla elevata qualità delle cicatrici specie su estese e severe lesioni traumatiche».

Gli studi. Spiega la veterinaria dell'Enea: «Abbiamo iniziato studiando gli antiparassitari esterni. Ma sapevamo già gli effetti della pianta di Neem, usata da circa 3mila anni nella medicina tradizionale indiana e successivamente diffusa in tutti i paesi tropicali dagli indiani al seguito degli inglesi al tempo delle colonie. La pianta veniva applicata sulle ferite per allontanare gli insetti. E sapevamo anche che l'Iperico era anticamente conosciuto per la cicatrizzazione delle piaghe». «La combinazione degli estratti oleosi -continua- ha portato, dopo vari tentativi, al prodotto che è oggi: un unguento che non solo cura e rimargina qualunque tipo di lesione esterna, ma anche evita la reinfestazione da larve di ditteri Miasigeni, mosche che depositano uova o larve vive sui tessuti vivi, fino alla guarigione». Il preparato, continua ancora la Carnevali, «da un lato forma una barriera trasparente che evita l'attacco dei germi sulla superficie lesa, che è una delle cause di morte in caso di grandi ustioni, e dall'altro aiuta la ricomposizione in tempi rapidi del tessuto di granulazione dalla qualità del quale dipenderà la guarigione con esito migliore anche sulle cicatrici». [/size=12]

FONTE: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=22010&sez=HOME_SCIENZA