Dall'11 settembre al conflitto Israele-Libano

Il Giornale Online
David Icke documenta il controllo globale da parte di una ristretta cerchia di persone dette Illuminati in grado – come abili burattinai – di controllare e direzionare a proprio vantaggio le sorti del mondo.

In questo contesto i fatti degli ultimi anni – 11 settembre attacco dell'Afganistan, guerra in Iraq e recente conflitto tra Israele e Libano – rappresentano i movimenti macroscopici di un sistema di controllo globale a cui tutti siamo sottoposti.

Icke dimostra come sotto lo schermo della guerra al terrorismo si nasconda lo spettro agghiacciante ma reale del mantenimento della guerra perpetua: uno stato di tensione globale a vantaggio di banchieri, petrolieri e produttori di armi. Una guerra al terrorismo non potrà dunque per definizione mai essere vinta, e avere fine. David ci svela i segreti e le strategie del controllo globale, così che ognuno di noi possa prendere coscienza di ciò che realmente accade al di là di un'informazione controllata e manipolata. E avviare un processo di liberazione e affrancamento di sé e della comunità in cui vive.

Esistono tecniche di manipolazione delle masse che bisogna conoscere per cominciare ad accorgersi dell'inganno. La principale è stata da me ribattezzata “problema-reazione-soluzione”. Essa è in uso da migliaia di anni per promuovere i piani degli Illuminati e costituisce una delle loro armi più efficaci.

È essenziale conoscere questa tecnica anche per capire ciò che veramente successe l'11 settembre 2001 e quali ne furono le ragioni. Funziona così: sapete che nel momento in cui proporrete apertamente di eliminare le libertà fondamentali, di iniziare una guerra o di centralizzare il potere, l'opinione pubblica

si opporrà. Quindi evitate di proporre apertamente e palesemente quelle cose, e decidete di fare il gioco sporco, ricorrendo alla strategia P-R-S. La fase uno prevede la creazione di un problema. Potrebbe trattarsi di un paese che ne attacca un altro, di una crisi di governo, di una crisi economica o di un “attacco terroristico”. Va bene qualsiasi cosa che agli occhi dell'opinione pubblica richieda una “soluzione”. Nella fase due, portate a conoscenza dell'opinione pubblica quei “problemi” che avete creato in maniera occulta presentandoglieli nel modo che volete. È essenziale per voi trovare qualcuno che possa essere ritenuto responsabile di quel problema, un “capro espiatorio” come Lee Harvey Oswald, accusato dell'assassinio del presidente Kennedy, o Osama bin Laden.

Poi bisogna montare i retroscena adatti a quegli avvenimenti in modo tale che la gente esiga che “si faccia qualcosa”. Queste parole sono come musica per le vostre orecchie, perché vi consentono di passare alla fase tre, l'attacco. A questo punto proponete apertamente le soluzioni ai problemi che voi stessi avete creato. Tra queste soluzioni, ovviamente, figurano la centralizzazione del potere, il licenziamento dei funzionari o dei politici che vi mettono i bastoni tra le ruote, e l'abolizione delle libertà fondamentali; in questo modo la vostra meta finale, ossia la realizzazione dello stato fascista globale, sarà sempre più vicina. Pensate soltanto alle libertà che sono state abolite in seguito all'11 settembre.

Una strategia ancora più raffinata è quella di proporre cambiamenti molto più drastici rispetto a quelli desiderati, poiché questo spingerà ogni forza d'opposizione a cercare una soluzione di compromesso e a venirvi incontro a metà strada. Ma voi sapete di avere già pronti altri “problemi” per la realizzazione dei vostri piani. Grazie a questa tecnica potrete manipolare la mente dell'opinione pubblica al punto che essa pretenderà, o comunque permetterà, che voi introduciate misure che, in circostanze normali, rifiuterebbe categoricamente. L'attentato di Oklahoma presso l'Alfred P. Murrah Building del 19 aprile 1995 fu un classico esempio di strategia problema-reazione-soluzione, come ho dimostrato in E la verità vi renderà liberi e in Alice nel paese delle meraviglie e il disastro delle Torri Gemelle.

Ciò che seguì alla morte e alla distruzione di Oklahoma furono leggi “antiterrorismo”, approvate dal Congresso senza alcuna opposizione, che privarono il popolo americano di alcune libertà fondamentali.

A partire dall'11 settembre questi piani hanno fatto passi da gigante. Non difendo la condotta di persone come Timothy McVeigh, né prendo le parti di individui mentalmente disturbati come Osama bin Laden, ma non è questo il punto. Il punto è accertare la verità dei fatti, indipendentemente dalle opinioni e dagli atteggiamenti di chi vi risulta coinvolto. Penso che tutto questo si chiami giustizia. I due esempi più eclatanti della strategia problema-reazione-soluzione nel XX secolo furono le due guerre mondiali.
Esse cambiarono l'assetto mondiale, come accade sempre in caso di guerra, e portarono a una eccezionale centralizzazione del potere. L'ONU, come prima di essa la Lega delle Nazioni, fu un'invenzione degli Illuminati destinata a fungere da cavallo di Troia, o paravento, per il governo mondiale.

Un esempio lampante: l'11 settembre

Ciò che è accaduto l'11 settembre è l'esempio più eclatante ed ovvio che io abbia mai visto della strategia che ho ribattezzato problema-reazione-soluzione. L'11 settembre rientra perfettamente in questo schema. Dapprima si crea di nascosto un problema e si individua immediatamente il nome della persona o delle persone “responsabili” per sviare l'attenzione da ogni possibile speculazione o libera indagine circa i veri mandanti. Poi, il problema viene riportato dai media secondo la versione dei fatti che si vuol far credere alla gente. Infine, viene offerta la soluzione a quel problema nel mezzo di una sollevazione generale della popolazione che chiede che si “faccia qualcosa”.

Le atrocità in America e le loro conseguenze hanno fornito la scusa per l'applicazione illimitata della strategia problema-reazione-soluzione sotto forma di “guerra al terrorismo”. Come si può dire di aver vinto una guerra contro il terrorismo? Non si può. È stata avviata una guerra senza fine in cui è possibile attaccare qualsiasi paese o obiettivo che sia stato demonizzato o come “terrorista” o come “sostenitore dei terroristi”.

[…] l'antidoto alla strategia P-R-S è la domanda : “A chi giova?”. Ciò rivela sempre la vera forza che sta dietro al “problema”. A chi è giovato l'11 settembre? Ad un gruppo e ad un solo gruppo – cioè a quelli che vogliono un aumento massiccio del controllo e della sorveglianza esercitata sulla popolazione, sia a livello individuale che collettivo; un'ulteriore centralizzazione del potere globale; una distruzione sistematica delle libertà fondamentali e dei diritti civili; un alibi per invadere, devastare e conquistare qualsiasi paese che venga designato come obiettivo; e uno straordinario aumento della spesa pubblica destinata alle operazioni militari in patria ed all'estero. Chiunque fosse dietro l'11 settembre ha raggiunto tutti questi obiettivi e molti altri.

Chi vuole una società di questo tipo? Gli Illuminati ed i loro agenti all'interno del governo, come vado ripetendo da più di dieci anni. Costoro mirano alla centralizzazione del potere in tutti i settori della nostra vita finché non avranno definitivamente creato un governo mondiale, una banca centrale, una moneta unica, un esercito, una forza di polizia e un'agenzia di servizi segreti mondiali, oltre che una popolazione dotata di microchip. Vogliono un alibi per poter mandare il loro esercito in qualsiasi paese il cui regime non giochi a palla, o le cui terre e risorse desiderano controllare. Un singolo fatto, cioè l'11 settembre, gli è bastato per fare tutte queste cose.

Fonte: http://www.ilconsapevole.it/newsletter/david_icke_11_settembre_israele_libano.html
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