David Wilcock: Il Cambio di Era – cap. 18

David Wilcock
David Wilcock

– La Costante di Nineveh – Armoniche Celesti

In questo capitolo esaminiamo la scoperta forse più enigmatica di tutta la significativa ma praticamente ignota opera di Chatelain.

Egli apprende che tutte le orbite dei pianeti possono essere espresse da un singolo numero, che è un unico comun denominatore condiviso. Questo numero importante e fino ad ora sconosciuto non è nient’altro che il prodotto di 70 miltiplicato sette volte per 60! Ci chiediamo come può essere che un numero iper-complesso come questo sia stato originariamente trovato su una tavoletta di argilla Sumera.

La ricerca di Chatelain va ben oltre il Calendario Maya, e la sua scoperta di un ciclo ancora più grande che unifica l’intero Sistema Solare in semplici vibrazioni armoniche può proprio essere il suo risultato più bello. Come vedremo nel prossimo capitolo, gli agenti di borsa che lavorano con le tecniche di Bradley Cowan sono molto eccitati riguardo a questo nuovo numero, che ha implicazioni altrettanto profonde per il Sistema Solare. Questa citazione proviene direttamente dall’inizio del primo capitolo di Ancestors:

Nota: La versione più recente dell’opera di Chatelain si chiama Our Cosmic Ancestors, sebbene la versione originale si intitolasse Our Cosmic Ancestors Came from Outer Space [1]. PER MIGLIAIA DI ANNI astrologi e matematici sono stati grandemente impressionati dalla maestosa regolarità del moto delle stelle nei cieli.

Per millenni hanno tentato disperatamente di scoprire i segreti di questo meraviglioso orologio. Questi “osservatori dei cieli” hanno capito che doveva esistere un periodo di tempo molto lungo, che abbracciava milioni di anni, che rappresentava con numeri interi le rivoluzioni di tutti gli oggetti celesti. Al termine di un periodo tanto costante, tutti i corpi del firmamento si sarebbero trovati nuovamente nelle loro posizioni originali sulla fascia dello zodiaco. Questi astrologi e matematici chiamarono questo lasso di tempo il “Grande Ciclo” o il “Grande Anno”.

[Loro] non sapevano che questo numero esiste davvero e che era stato calcolato decine di migliaia di anni prima della loro epoca per essere utilizzato da civiltà precedenti ma poi perso e dimenticato quando guerre e disastri cataclismici naturali distrussero una civiltà dopo l’altra. Gli astrologi provarono invano a trovare la Grande Costante ma alla fine si sono arresi. Ma ora, per una serie di strane coincidenze, questo strano numero è stato ritrovato su una vecchia tavoletta di argilla proveniente da Nineveh.

Come Chatelain ha appena indicato, questo enorme ciclo è emerso da una tavoletta di argilla Sumera, che era stata ritrovata fra i resti dell’incendio della Libreria del Re Assurbanipale a Nineveh. Questa libreria era stata scoperta nel diciannovesimo secolo tra le rovine della civiltà Assira, localizzata nell’attuale Iraq, tramite il lavoro di Paul Emile Botta e Henry Layard. Botta stesso ha scoperto i resti Assiri, compresi molti meravigliosi pezzi di architettura come il castello di Re Sargon II, che era una virtuale sala del tesoro di statue e artefatti.

Layard più tardi ha scavato il sito di Kuyunjik, in cerca della capitale Assira, conosciuta come Nineveh. E di fatto la sua intuizione ha pagato profumatamente, in quanto tra le molte altre cose ha scoperto la Libreria del Re Assurbanipale, un re Assiro che fu in carica dal 669 al 626 a.C. All’interno di questa libreria c’erano migliaia di tavolette d’argilla incise con scritture cuneiformi.

Queste scritture erano, come dice Chatelain, “una collezione di tutta la scienza e di tutta la storia conosciuta a quell’epoca, raccolta da tutte le civiltà precedenti”.

Chatelain continua mostrando come queste scoperte portassero a dissotterrare la storia dell’epica saga di Gilgamesh, che è stata confermata dagli studiosi come la fonte originale della storia di Noè e del Diluvio. Di fatto, è stato dimostrato che il moderno racconto Biblico è una versione semplificata della Saga di Gilgamesh, con un cambio nei nomi ed una gran quantità di omissioni. Anche Zechariah Sitchin, un controverso Sumerologo e propositore della teoria degli Antichi Astronauti, ne ha parlato.

Le sconcertanti figure su quelle tavolette sono state originariamente bollate come elucubrazioni di menti deboli Sumere ossessionate dai numeri. Ciò nonostante, Chatelain ha visto che poteva esserci quacosa di più; la sua attenzione è stata attratta dal numero 195.955.200.000, ed spiega nel suo libro come questo numero sia l’espressione di 70 moltiplicato 7 volte per 60. (Per semplicità, abbrevieremo questo numero con 19,5 x 10^10).

Continua poi indicando che siccome i Sumeri contavano per 60, apparentemente i numeri provenivano direttamente dalla loro civiltà, e i moderni Sumerologi concordano che queste tavolette abbiano avuto origine là. Dato che i Sumeri hanno inventato l’uso dei giorni, delle ore e dei secondi, utilizzando il loro sistema di conteggio a base 60, Chatelain ne ha dedotto che questo numero potesse essere una misurazione di una certa quantità di secondi.

Da qui in poi, le scoperte di Chatelain pertinenti a questo ciclo sono assolutamente rivoluzionarie. Con questo singolo numero, si può calcolare il tempo esatto che impiega ogni pianeta, cometa, od oggetto celeste nel Sistema Solare per compiere un ciclo completo intorno al Sole, preciso al secondo. E non è tutto. Questo misterioso numero comprende anche un multiplo esatto della precessione. Come ora sappiamo, comprenderebbe anche i cicli delle macchie solari, dato che sono un armonica diretta della precessione attraverso il Grande Ciclo Solare.

La precisione della costante di Nineveh viene riassunta in una importantissima citazione da Chatelain:

Ogni periodo di rivoluzione o congiunzione di tutti i corpi del sistema solare calcolati con la costante di Nineveh corrispondono esattamente fino a parecchi numeri decimali ai valori dati nelle moderne tavole degli astronomi statunitensi… Non sono stato in grado di trovare neanche un singolo periodo di rivoluzione, o di congiunzione di un pianeta o satellite del sistema solare, che non fosse una frazione esatta fino al quarto numero decimale della Grande Costante del Sistema Solare.

Si, pare impossibile, eppure dobbiamo ricordare che l’astrofisica era il mestiere di Chatelain; era Direttore delle Comunicazioni delle missioni Apollo. Ha lavorato sul calcolo delle orbite per questi viaggi di lunghissimo raggio, e quindi non era spaventato da questi numeri: poteva lavorarci piuttosto agevolmente.

E inoltre possiamo provare che questo ciclo è stato calcolato almeno 6.000 anni fa, e che già a quell’epoca era probabilmente piuttosto arcaico. In altre parole, la Costante di Nineveh è un calcolatore fantastico, in quanto è progettato per suddividere la rotazione di ogni pianeta in un determinato numero intero di cicli; non in anni come nel Calendario Maya, ma in secondi. Quindi, con questo numero emergono molte scoperte significative.

Tanto per cominciare, non possiamo non vedere le armoniche che sono in gioco qui. I numeri nell’Ottava hanno una geometria e una vibrazione fondamentali, come abbiamo già visto. Le loro funzioni di ordine superiore hanno delle chiare forme d’onda, delle strutture e dei moti interni ben definiti. E ora, quello che stiamo osservando è che il ciclo dominante dell’intero Sistema Solare è costruito su niente di più che 70 moltiplicato sette volte per 60: in altre parole, le vibrazioni armoniche dei numeri sei e sette, in cima all’Ottava.

Ciò che questo ci dimostra è che si potrebbe pensare ogni orbita planetaria anche come una lunghezza d’onda armonica di lunghezza precisa.

Questo era divenuto evidente già nel capitolo precedente, quando abbiamo visto che tra gli schemi temporali planetari e solari stavano emergendo molti cicli armonici. Ora possiamo vedere come l’intero Sistema Solare sia fondamentalmente interconnesso con lo stesso sistema. In altre parole, gli stessi stress armonici nello spazio-tempo che hanno ammassato i continenti con la Griglia Globale hanno effetti simili sui cicli astronomici e astrologici.

E così, per una cultura antica o extraterrestre che possieda la conoscenza delle vere proprietà della vibrazione, possiamo dimostrare come la costante di Nineveh stessa rappresenti l’unico grande numero che sarebbe necessario tenere sotto mano. Calcolando la lunghezza precisa di ogni orbita o ciclo planetario sarebbe poi una semplice questione di dividere la Costante per un gruppo di numeri molto più piccoli che si potrebbero memorizzare facilmente. Quindi, diciamo che si vuole calcolare la precessione, o il Grande Ciclo, in secondi.

Succede che se si divide la Costante di Nineveh per 240, si ottiene esattamente questa precessione. E quel numero 240 è un armonico preciso di 24, il numero delle ore in un giorno. Se si vuole la Cometa di Halley, si divide per 81.000, che è l’armonico di nove volte nove. Chatelain ci mostra che il Ciclo di Nineveh esisteva su entrambi i lati dell’Atlantico; lo avevano anche i Maya, solo con una diversa base armonica che preservava il loro amore pr le vibrazioni del numero 13.

I Maya sono arrivati alla Grande Costante del Sistema Solare in due modi. Lo esprimevano come multiplo di 26 congiunzioni Giove-Saturno, [186.392 volte] così come multiplo del ciclo del loro Calendario Maya di 260 congiunzioni giove Saturno [78.170 volte]. Di nuovo, vediamo l’insistenza dei Maya nell’uso del 26 e del 260 per contare.

L’altro numero armonico che sembra emergere come possibile parte dell’Ordine Divino è il 25, espresso nel numero approssimativo di anni terrestri nella precessione come 25.000. Questo è il numero “veramente armonico” per il Grande Respiro del Sole che era stato dato nella serie di Ra/La Legge dell’Uno. Esso ha anche un’estrema importanza Piramidologica, come indicheremo tra un secondo. Le scoperte di Chatelain includono anche una ulteriore giustificazione dell’importanza armonica del 25.000 nel Grande Ciclo del Sistema Solare.

Se sottraiamo sette semplici giorni al valore comune dell’orbita d Plutone intorno al Sole di 90.727 giorni, cosa che è perfettamente possibile data l’imprecisione delle nostre capacità di misurazione, otteniamo 90.720 giorni. E di nuovo, questo è un numero precisamente armonico o “Gematriano”.

Se dividiamo questo numero tondo nella Costante di Nineveh di 19,5×10^10 o 2.268 milioni di giorni, otteniamo esattamente 25.000. Si è vero! Il Grande Ciclo Solare gravita verso un ideale armonico di 25.000 anni terrestri, e il Ciclo di Nineveh è di esattamente 25.000 anni di Plutone. Questi cicli sembrano identici, conteggiati nello stesso numero armonico di 25, per due pianeti diversi. E ovviamente, 25 è una vibrazione diretta del numero 5.

Tratteremo questo argomento della Grande Piramide con maggiori dettagli nel ventesimo capitolo, ma per ora parleremo della base 25 nel codice numerologico scoperto all’interno delle sue misurazioni. Il numero 25, nella Piramide è indicato come il quadrato di cinque. La numerologia del numero 5 è “iniziazione ai misteri dell’universo”.

Elevando il numero al quadrato, abbiamo dunque un tremendo aumento del significato di base dell’iniziazione. Lemesurier, autore de La Piramide Svelata [2], si riferisce a questo numero come a un’indicazione del Messia, ovvero “Il Grande Iniziato”. Di fatto, il 25 è il numero fondamentale di tutte le persone Ascese. Le Letture di Cayce spiegano che la Seconda Venuta di Cristo è l’alba della Luce Cristica in tutta l’umanità. Dunque, abbiamo una possibile prova numerologica che ci dice che questo stesso Grande Ciclo del Sistema Solare produce iniziazione, ovvero quella cui noi ci stiamo riferendo come avanzamento ad una dimensione superiore.

Emergono anche altre interessanti possibilità quando consideriamo che i numeri armonici possiedono veri significati spirituali, incisi nella Mente di Dio stesso. L’intero sistema solare potrebbe essere un messaggio di straordinaria profondità spirituale codificato molto attentamente, se permettiamo a noi stessi di non limitare i poteri della Mente di Dio in questo sistema armonico.

PULSAR B1257+12: PROPRIO COME A CASA…

Più assembliamo questi pezzi insieme, più l’intera funzione del Sistema Solare, e di conseguenza dell’intero cosmo, appare come Armonia Divina. Si è scoperto che il primissimo sistema multiplanetario che abbiamo scoperto, orbitante intorno alla pulsar B1257+12, è un duplicato preciso degli intimi funzionamenti del nostro Sistema Solare, in termini sia di dimensioni sia di distanze planetarie.

La seguente citazione viene dall’articolo di John Gribbin sul London Guardian, su http://crash.ihug.co.nz/~hardy/gconsyn.html e dice proprio questo, con i grassetti aggiunti da noi:
LONDRA, dal THE GUARDIAN: La scoperta di tre pianeti orbitanti intorno alla pulsar nota come PSR B1257+12 ha svelato un sistema con proprietà che collimano quasi esattamente con quelle del Sistema Solare Interno, composto da Mercurio, da Venere e dalla Terra.

Le similitudini sono così vistose che sembra che possa esserci una legge di natura che assicura che i pianeti si formino sempre in determinate orbite e che abbiano sempre determinate dimensioni; e questo presta credito al significato della relazione matematica che riguarda le orbite dei pianeti nel nostro Sistema Solare, cosa che molti astronomi hanno liquidato come mera numerologia.

Inoltre intorno al sistema B1257+12 potrebbero anche esistere dei pianeti esterni, ma non abbiamo ancora la strumentazione per rilevarli. Pertanto è estremamente probabile che il sistema B1257+12 sia altrettanto armonico e preciso nella sua funzione orbitale quanto il nostro, operando esattamente sotto le stesse leggi della vibrazione della Costante di Nineveh.

Quindi in breve, i numeri sacri coinvolti in questa serie di cicli multidimensionali potrebbero davvero essere universali. Dopo tutto, questo è il primissimo sistema della sua natura che abbiamo scoperto, fra le moltissime altre potenziali aree che avremmo potuto studiare, e guarda caso ha proprietà praticamente identiche al nostro. Anche l’articolo ufficiale qui sopra ha ammesso che potrebbe esserci in gioco una ancora sconosciuta “legge della natura”. E nel prossimo capitolo dimostreremo essenzialmente questo, mostrando che questo stesso preciso sistema continua ad operare anche quando espandiamo la nostra attenzione fuori dalla nostra stessa Galassia.

“ANNI PERFETTI”

Come abbiamo affermato in via ipotetica, prima che l’umanità provocasse un così grande danno autodistruggendosi su Maldek, la Terra aveva un anno “perfetto”. Questo anno terrestre probabilmente “reale” potrebbe spiegare perché misuriamo il cerchio in 360 gradi; sarebbe un armonico dei 360 giorni del circolo della Terra intorno al Sole, proprio come pare che Marte abbia utilizzato 666 gradi per i loro cerchi, fornendoci le relazioni angolari armoniche dei Solidi Platonici.

Chatelain spiega che ci sono molte culture antiche che contano ancora come se ci fossero solamente 360 giorni, e aggiungendo mal volentieri 5 giorni alla fine per far tornare i conti. Per indagare ancora un po’ su questa cosa, diciamo che 9.450.000 è il numero approssimativo di giorni per l’attuale Anno Precessionale. [Questo sarebbe il risultato della costante di Nineveh di 2.268 milioni di giorni divisi per 240, proprio come avevano fatto gli Atlantidei/Sumeri].

Poi vi inseriamo la lunghezza sacra “originale” dell’anno terrestre di 360 giorni anziché 365,2422. Se il nostro “perfetto ciclo precessionale” per la terra fosse esattamente 25.000 anni di esattamente 360 giorni, quanti giorni vi sarebbero in totale per quel “ciclo perfetto”?

Per ottenere questo numero dobbiamo semplicemente moltiplicare 360 per 25.000. Da questo calcolo, possiamo dimostrare piuttosto chiaramente che il numero “di giorni perfetto” in un “ciclo perfetto” sarebbe di esattamente 9.000.000 giorni, un armonico esatto del numero 9, senza la necessità di alcun ulteriore abbellimento. Nove viene considerato il penultimo numero dai Maya, in quanto pietra angolare che sorregge tutti gli altri numeri armonici naturali che emergono nel calendario Maya, come il 36, il 72 ed il 144.

Nel sistema della Piramide, il numero armonico 9 viene considerato indicativo della “perfezione perfetta”, ovvero il numero 3, che significa “perfetto”, moltiplicato per sé stesso. Sapendo che Plutone è il cronometro del Grande Ciclo del Sistema Solare l’architettura olografica del sistema diventa molto più chiara.

Ricordiamo che basandoci su questo Grande Ciclo di Nineveh, dopo 25.000 anni di Plutone tutti i pianeti si riassemblerebbero in una linea retta perfetta. Questo momento sembra essere la vera misurazione della pulsazione armonica del nostro Sistema Solare in quanto entità unificata, proprio come noi considereremmo un anno sulla Terra con i suoi 12 importanti cicli lunari o mesi come una completa unità orbitale di tempo.

E allo stesso modo, noi tutti sappiamo che la materia è in realtà composta di energia atomica che è per il 99,99999% spazio vuoto. Quel 0,00001% che rimane non è solido, ma piuttosto sorge dalla “energia del punto zero” eterica della coscienza. Poi quando comprendiamo le armoniche, vediamo che anche l’atomo è un’espressione di una vibrazione di colore, di suono e di geometria. Questo potrebbe spiegare perché il limite teorico della Tavola Periodica degli elementi sia 144, che è l’armonico della luce.

RAY TOME E LA “RISONANZA STONEKING” TRATTATA NEL NOSTRO PROSSIMO VOLUME

Quindi quando osserviamo l’intero Sistema Solare come una gigantesca CU, troviamo che i numeri sono molto armonici e molto semplici. Dobbiamo anche ricordarci dell’esistenza della Legge di Bode, che ci mostra come le distanze fra i pianeti corrispondano direttamente ai rapporti musicali. Questo argomento è stato ulteriormente ampliato e armonicamente ridefinito dal lavoro di Ray Tomes e JB Stoneking, che ha incluso l’articolo del London Guardian nei suoi scritti.

In aggiunta, Tomes ci mostra che ogni livello di grandezza del sistema nell’universo è suddiviso da ogni altro secondo un rapporto precisamente uguale. Le vibrazioni armoniche del numero 34560 si mantengono vere come rapporti che separano precisamente le magnitudini medie di grandezza degli oggetti, come si può vedere nell’illustrazione di Tomes che segue. Questi dati e altri punti riguardanti la struttura armonica verranno trattati con maggiori dettagli nel nostro prossimo volume.

Una volta che iniziamo a vedere l’interdipendenza del livello quantico dell’atomo, il macrolivello del Sistema Solare ed oltre, come in questa tabella, il sistema delle armoniche inizia davvero ad avere più senso.
Certamente non abbiamo bisogno che la struttura fisica di un pianeta sia in posizione affinché queste strutture energetiche si organizzino: le naturali risonanze nell’etere lo fanno per noi.

Quindi quello che abbiamo, essenzialmente, sono dei cicli molto precisi che erano stati ricavati da alcune culture molto antiche, che sembrano rivelare una già compresa “legge armonica maestra” nell’Universo che in seguito è caduta nell’oscurità. Questi “cicli maestri” appaiono come intervalli di tempo molto precisi ed armonici, che funzionano sulla base di numeri fondamentali quali il 9, ovvero il quadrato di 3, e come abbiamo visto ora, dei numeri 5, 6, 7 e 8, l’ottava.

Tutto questo suggerisce un disegno semplice, intelligente, con un proposito intelligente nell’Universo. Sebbene non siamo abituati a pensare che la Natura sia così precisa, un veloce esame della complessità della molecola del DNA umano dovrebbe chiarire le idee. Nel prossimo capitolo proveremo che simili armoniche esistono mentre continuiamo ad espandere la nostra prospettiva per includere la spirale della Via Lattea.

La Legge dell’Uno indica che è l’azione a spirale della Galassia che in ultima analisi controlla la frequenza degli stress energetici in ogni determinata area. Dunque, il Respiro del Sole così come il Grande Ciclo di Nineveh sono in realtà le ombre dei lenti e continui moti spiraliformi attraverso cui noi viaggiamo quando cambiamo posizione nella Galassia. Si, cari amici, benvenuti nel 21° secolo! Non si tratta più di un banale oroscopo basato su nove pianeti. Quello con cui abbiamo a che fare qui è l’Astrologia Galattica, la Guida dell’Autostoppista all’Universo.

Note:

  • [1] Non disponibile in italiano. Lett.: I Nostri Antenati Provenivano dallo Spazio
  • [2] Lemesurier, La Piramide Svelata, ed. Armenia 1984 (Titolo orig.: Great Pyramid Decoded)

Tradotto da Mauro Carfi per Stazione Celeste

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