David Wilcock: il Risveglio dell’Errante cap. 5

– Sogni e Realtà

David WilcockIl mio secondo scontro con la fantascienza durante la scuola superiore è basata solo sul sogno. Invece che trasformare questo in un’altra lunga parte del libro, scriverò solo i punti più importanti del sogno e della storia:

entro in un lussuoso hotel in una zona deserta vicina ad un cratere gigante. Nell’hotel ci sono molti adolescenti, che lavorano e vivono nell’hotel. Noto che avviene qualcosa di strano. Trovo una stanza piena di persone sedute in cerchio attorno ad una sfera argentata e sembrano tutti vibrare alla stessa rapida velocità.

Mi chiedo cosa stesse accadendo e improvvisamente appare una figura in una lunga veste, all’angolo della stanza e si avvicina a me. Mi dice che la strana macchina permetteva a quel gruppo di vivere un’esperienza extracorporea contemporanea! Rimango molto interessato. La figura quindi mi offre alcuni funghi che crescevano nello strano cratere a forma di UFO e mi dice che mangiandoli, sarei stato in grado di creare qualunque cosa solo col pensiero e di usare quella macchina. Faticavo a fidarmio di quella persona, ma ero affascinato dall’idea dei poteri psichici che avrei ottenuto.

La figura mi dirige ad un gioco arcade. Mi avvicino ad un videogame di mia scelta e mi metto una cuffia con dei contatti metallici. Appena prendo il controllo, sento una scossa elettrica alle mie mani e improvvisamente mi trovo dentro il videogame! Consiste in una serie di corridoi e dei robot umanoidi mi attaccano continuamente, casuandomi vero dolore.

Tutto è molto realistico e divengo estremamente paranoico! Volevo uscire, ma non potevo fermare il gioco! Infine esco dalla macchina, ma scopro che gli stessi robot umanoidi dal gioco, arrivavano dalle porte per attaccarmi nell’hotel! Con la mente terrorizzata, cerco in vano di trovare una uscita dall’hotel, ma ogni corridoio sembra inutile. Infine mi trovo in un garage e devo spaccare la porta per fuggire. Correndo per sopravvivere, lungo il bordo del cratere, sono terrorizzato nel vedere che si riempe rapidamente di una sostanza lattea.

Continuando a correre, la sostanza bianca si divide in cellule scure. Superando il cratere vedo le cellule raggrupparsi in una armata di altri cattivi robot. L’armata di creature mi attacca e diviene davvero enorme. Il peso della mia vicina morte premeva pesantemente sul mio petto.

In un flash di luce, ricordo i poteri che mi erano stati dati da quella forza e che mi avrebbero permesso di creare qualsiasi cosa desiderassi! Decisi di usare quel nuovo potere per manifestare il mio mezzo robotico, una macchina da combattimento per abbattere il nemico. Davanti ai miei occhi si manifesta spontaneamente un oggetto simil-UFO, che pezzo a pezzo si compone. Entro nella capsula e sento che si chiude. Riesco meravigliosamente a battere i robot e attraverso le loro carcasse. Lungo il percorso scopro una specie di ascensore, che porta a più piani di quanti ne avesse l’hotel.

In qualche modo capisco improvvisamente che l’hotel è solo la punta di una grande città aliena, nata da un UFO caduto nel cratere! Capisco anche che tutti gli adolescenti tramite la droga erano sotto il controllo degli alieni demoniaci e decido di fermare tutto questo.

Uso il controllo telepatico per attivare l’ascensore e passo in ogni livello fino al centro di controllo. Quando raggiungo il centro di controllo, arrivo ad una porta nera gigante, alta almeno venti piedi e coperta di filo spinato. Sembra impossibile attraversarla, ma mi concentro con tutta la forza e riesco. Non avevo idea dell’aspetto di quella forza dominatrice.

Con sorpresa, l’unica cosa che scopro è un uomo ad una scrivania in stile governativo! L’uomo mi dice che avrei avuto grandiosi poteri se mi fossi unito al loro dominio dell’hotel. Avrei avuto una posizione molto alta. La persuasione di quell’uomo sembrava anche una pressione telepatica che minacciava di schiacciare il mio cranio.

Capivo che l’unica cosa da fare per “vincere” sarebbe stata “creare me stesso”. Ruoto in una sfera e vedo una serie di sette corpi energetici, uno più grande dell’altro. Espando la mia consapevolezza nel corpo più grande e ora sono seduto davanti un enorme computer olografico con uno schermo. Vedo una immagine rotante della Terra e rimuovo l’intera città a forma di pallottola dalla sua posizione, rimandandola al suo pianeta d’origine.

Quindi creo una nuova terra, spoglia dell’attuale società industriale e trasporto tutti i prigionieri dall’hotel a quel posto. Infine, programmo la mia essenza in modo che si incarni in un corpo fisico in quella mia nuova creazione. Percepisco la mia consapevolezza nella sua prossima incarnazione…

Ovviamente questa storia conteneva molti elementi del mio futuro lavoro, inclusa l’idea dell’Ascensione, la creazione di “nuovi cieli e nuova terra.” Sette anni dopo quel sogno, mi arriva altra conferma. Improvvisamente mi accorgo di lavorare in un hotel molto simile a quello che avevo sognato, mentre frequentavo la scuola superiore! Era simile all’esterno e all’interno e il cratere era divenuto un lago reale. Anche se sembrava che prevedessi il futuro, quando feci quel sogno vivevo in una parte diversa di New York e non sapevo se sarei andato al college e ancora meno cosa avrei fatto sette anni dopo.

Comunque la forte similarità del vero hotel con quello del sogno non potevo negarla. Cosa mi stava accadendo? Era una profezia?

Guerre civili extraterrestri

La mia terza storia era iniziata prima del college e finita nel primo anno. Le memorie si facevano strada verso la superficie. Ancora, come con le altre storie, ho modificato questa in una prospettiva in prima persona, per renderla più accessibile.

Guerra civile: Le politiche della Rivoluzione Sociale

Ero comodamente seduto sulla mia sedia favorita. Stavo su questa vecchia Terra da circa 85 anni, molto tempo. Della mia casa rimaneva davvero poco nel mezzo del deserto del Nevada. Questo calore può bruciarti rapidamente, quindi è meglio avere a portata una limonata. Molta la trovo in cucina, nel frigo. La singola strada principale è vicina e la mia vecchia Ford è pronta all’uso, ancora buona dopo tutti questi anni e migliaia di cambi d’olio.

Non ricordatemi le sospensioni: le sporche strada qui attorno sono disastrose. Le aggiusterò uno di questi giorni. Giorno dopo giorno sono seduto lì, fissando lo spazio, pensando alle pagine ingiallite del mio passato. E’ stata una buona vita, con grandi trionfi, moglie, famiglia, figli. Ho servito in guerra, amato e perduto, ho pagato i miei debiti.

Non potevo negare che tutto stesse arrivando alla fine e mancava poco tempo. Ero molto stanco. I controlli sociali avvenivano una volta al mese. Nulla sembrava più interessarmi molto. Guardavo la danza della sabbia al passaggio del vento. Sì, era vita. Semplice, ma era tutto quello che c’era realmente o così pensavo. Improvvisamente e senza preavviso, sento questa presenza avvicinarsi…terrorizzante, qualcosa di così profondo che non capivo.

L’effetto era simile a quello che uno si aspetterebbe dal colpo di un fulmine, dopo essere finiti nel punto più alto durante una tempesta. Lo shock era così grande che mi cadde la limonata. Cerco di aggrapparmi mentre vedo il liquido cadere fra il vetro in frantumi del bicchiere. Orribili nubi sulla mia testa mentre l’agitazione sale ancora. Sembra esserci uno strappo nello spazio e nel tempo, mentre le nubi si oscurano e ruotano in un turbine, emettendo scariche elettriche. Potevo sentire distintamente uno strano suono mentre il vento mi girava attorno. Con mia totale sorpresa, scende una fantastica astronave dal centro di quel vortice! Mi sento un nodo in gola. Qualcosa non va davvero qui. Questo non è un tipico avvistamento di UFO. In qualche modo capisco che ero in pericolo.

Una parte distante di me sembra sapere di cosa si tratti. Antiche cerimonie emergono dai ricordi, ma non sono certo di cosa siano. Impugno il mio fucile, che ho tenuto per tutta la vita. Quante volte l’ho smontata e pulita, ne ho oliato i componenti e l’ho rimessa assieme con amore? Ricordavo in qualche modo che ero ricercato. Come? Da chi? Da dove?

L’istinto mi diceva di fingere di dormire e chiusi gli occhi, i miei vecchi muscoli erano pronti all’azione. L’essere nell’astronave sapeva che lui voleva l’uomo morto; era la ragione per cui era arrivato. Però quell’essere non voleva solo vaporizzarlo a distanza. Voleva uscire dall’astronave, avvicinarsi a lui, guardarlo negli occhi e ridere nell’ucciderlo. “E’ tempo di eliminare la spazzatura”, pensava quella mente da insetto.

L’astronave atterrò e l’essere emerse, camminava lentamente verso l’uomo con difficoltà a causa dell’aumentata gravità sulla Terra. L’uomo ora sembrava dormire. Aveva ucciso molti di loro e ormai era come una routine. In qualche modo la gloria dell’assassinio non cresceva più. Però gli ordini erano ordini e li avrebbe seguiti per la gloria di Dio.

Sicuramente gli piaceva giocare, avvicinarsi fino a vedere l’espressione della creatura. Faticavo a respirare vedendo l’alieno avvicinarsi. I miei nervi e i miei muscoli danzavano per il fuoco elettrico. Ora sapevo cosa fare, sembrava venire dalla mia memoria profonda, un posto che non capivo. Il messaggio era molto chiaro e non avevo scelta. Ero completamente nervoso, ma sapevo bene che le mie azioni sarebbero state precise.

Appena l’alieno arrivò a distanza di combattimento, esplosi in azione. Saltai dalla sedia, strinsi il fucile e sparai tornando in posizione. Con un forte rumore, il colpo a largo raggio penetrò l’armatura dell’alieno, facendolo retrocedere. Quindi con sorpresa, un secondo colpo partì dal fucile, un raggio di energia blu! Ovviamente rimasi perplesso da questo effetto. Forse era partito dalla mia mente e per questo avevo sentito una forte pressione nel mio corpo?

Per il colpo brillante, l’alieno esplose in un flash di luce e si alzò in aria un cono di fuoco. Le fiamme mi arrivarono addosso e incenerirono la mia casa. Le cose non sembravano buone guardando la parte frontale della casa. Pochi secondi dopo il vento e il fuoco svanirono, la mia vecchia casa bruciava dietro di me. Mi avvicinai all’astronave, pieno di polvere e respirando a fatica. “Entra e basta”, ho pensato. “Il resto sarà ovvio”.

Ammiravo la lucentezza a specchio dell’astronave e il portello superiore era aperto. In qualche modo mi ricordavo di quella cosa, ma non sapevo bene perchè o come. Era un bel pezzo di equipaggiamento, molto famigliare. Sapevo che doveva essere uno di quegli UFO di cui parlano tanti, ma era diverso. Mi sentivo collegato ad esso, in un modo che non capivo veramente.

Afferrai il bordo e mi spinsi sopra. Con orrore venni afferrato dalla mano di un altro alieno! All’interno della cabina di controllo combattevo contro la grande forza dell’alieno. Ero pieno di dolore per aver colpito il pavimento metallico. Il corpo terribile dell’alieno era piccolo e compatto, ma troppo forte. Preso e disperato, afferrai il mio fucile e cercai di rompergli l’armatura. Pochi secondi dopo, l’alieno vaporizzò il mio corpo a parte la testa e le braccia, in un lampo di luce. Con un gas verde che usciva dalla sua tuta, l’alieno rideva vittorioso. Però le risa divennero colpi di tosse, quando vide che le mie braccia e la mia testa erano sopra di lui mentre afferravo il suo collo!

La mia faccia era contorta in una furia determinata. L’alieno era spaventato e cercava la fuga. Sapevo che nel suo zaino c’erano armi che avrei potuto usare. Era il momento di lasciare il vecchio corpo e passare alla fase seguente, sapevo cosa fare. La mia bocca si aprì ed emisi la mia coscienza come vapore blu luminescente. L’alieno continuava a lottare e la mia energia entrava nella sua tuta. La testa dell’alieno e le sue braccia caddero a terra, appena la mia essenza penetrò l’alieno ne prese il controllo. Quindi, tutto nero. WHAM!

Improvvisamente avevo un nuovo corpo. Sentivo forte dolore, una pesantezza che minacciava di estinguere la mia coscienza. Raggiunsi la presa d’aria della tuta, fermando l’uscita di gas verde. Inalai i pungenti fumi che sapevano di uova marcie. Il gas mi aiutò e la mia coscienza tornò lucida. Bloccando sempre l’apertura, apro lo zaino della tuta. Dentro trovo del tessuto che sapevo d’avere e lo usai per tappare la falla. Trovai anche un laser a bassa potenza per fissarlo.

Riprendendo coscienza, guardai il pannello di controllo circolare dell’astronave. “Quanto tempo”, pensai. “E’ passato tanto tempo”. Ora ricordavo pienamente chi e cosa fossi. Diversi millenni prima, i leader del mio pianeta Palador, avevano preso una catastrofica decisione. Decisero che tutte le parti delle loro anime dal pensiero libero, creativo e ribelle, sarebbero state separata dal resto del corpo spirituale, in una forma energetica.

Questo venne fatto per sterilizzare e organizzare la società e non ci sarebbero state dispute o contrasti. Sentivano che sarebbe stato il modo migliore per creare una coscienza collettiva. Si alzò la disperazione fra la gente, quando la proposta divenne burocrazia, ma la decisione era stata presa e venne attuata in venti lune. Anche se potevano estrarre quei frammenti, non potevano “ucciderli”, sapevano che l’energia non poteva essere creata o distrutta. Le forme energetiche quindi presero vita propria, identità e personalità.

Venivano tenute prigioniere in un campo di contenimento, in una cella sotterranea. Per molte rivoluzioni planetarie non hanno potuto fuggire e la disperazione era grande. Infine, diverse anime saggie arrivarono ad una risposta. Capirono che esistendo solo come forma d’energia vibrante, avremmo potuto elevare la nostra frequenza e sovvertire il campo di forze passando in una dimensione superiore. Dopo molte lune passate a meditare, siamo riusciti ad unificare le nostre menti e a fare il salto, sfuggendo a quella gabbia. Viaggiammo nel cielo, attorno alle verdi nubi di Palador come esseri di Luce liberi. Si accesero le sirene incessanti sul pianeta e le luci rosse del pericolo, qualcosa era accaduto.

L’elite Paladoriana preparò una fantastica armata con le navi migliori per contenere quelle entità ultradimensionali con un altro campo di forza. Migliaia di piccoli punti passavano attraverso le verdi nubi di Palador. Sapevamo che dovevamo agire in fretta, a breve ci avrebbero rinchiuso in un altro campo di contenimento. Prendemmo la decisione collettiva di diffonderci per la galassia e unirci alle anime delle entità che avremmo trovato nei pianeti abitati. Sapevamo che questo avrebbe forzato i Paladoriani ad inseguirci, uno per uno, per tutta la galassia. Quindi avremmo dovuto prendere controllo di un’astronave Paladoriana quando ci avrebbe attaccato e quella tecnologia ci avrebbe permesso di riunirci in un campo.

Uno di noi sarebbe rimasto fuori per pilotarla e le profezie dicevano che sarebbe stato il Comandante della Rivoluzione. Una volta riunificati, saremmo tornati sul pianeta e con le risorse dell’astronave avremmo disabilitato le frequenze che ci tenevano fuori. Disattivando la rete protettiva del pianeta, ci saremmo diffusi nell’atmosfera di nuovo, per tornare ai nostri corpi. Sapevamo che ci saremmo riusciti e saremmo tornati assieme.

Anche i Paladoriani sapevano delle profezie e che non avrebbero potuto evitarlo. Però erano così presi dal mondo materiale che avevano giudicato le profezie come semplice mito antico. Non sapevano quanto fossero in errore. Le implicazioni di tutto questo per il mio Ego umano erano stupende. Non solo era la mia vera identità, ma il mio successo mi aveva elevato a figura profetica, la posizione storica da “Comandante della Rivoluzione”.

Ero la prima entità ad essere sopravvissuta ad un attacco Paladoriano e a prendere controllo di una astronave. Ero anche il primo essere Paladoriano riunificato dell’universo, il primo ad aver riunito pienamente la sua essenza spirituale al corpo fisico. Ero completamente soddisfatto nel sentire un tale senso di successo. Le mie nuove mani si mossero sul pannello di controllo, per fare tutte le cose che ricordavo da un lontano passato.

Programmai una trasmissione galattica in una precisa frequenza conosciuta solo dal mio popolo, la frequenza che usavamo per le emergenze. Dopo un profondo respiro, mi preparai per un glorioso messaggio, il singolo momento più favoloso nella storia della nostra civiltà. Guardando fuori la mia casa bruciata, mossi le dita sulla trasmittente.

Provai a visualizzare le mie parole che si diffondevano nella galassia come una Luce piena d’amore, raggiungendo tutti i miei fratelli e le mie sorelle. Dovevo parlare con precisione e quelle parole sarebbero rimaste per sempre negli annali della storia per tutte le generazioni future.

“Attenzione a tutti i Paladoriani. Attenzione. Questo è il Comandante della Rivoluzione, Xanth. Il giorno della gloria è arrivato. Ci troviamo all’alba di una nuova era, un nuovo mondo. E’ tempo di risvegliarci, fratelli e sorelle. Dovete ricordare chi siete e tornare alle vostre forme energetiche, liberandovi dai corpi che occupate. Assieme ci riuniremo, avverando le promesse che ci siamo fatti molto tempo fa.

Con amore torneremo a Palador per avere ciò che abbiamo perso. Preparatevi. Dovete seguire questo segnale fino alla fonte per entrare nell’unità di contenimento in cinque marshek. Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno. Via!”. L’astronave era scossa dall’arrivo di milioni di anime che si dirigevano nelle celle di contenimento. Era molto scomodo, ma si trattava di liberare le anime. Richiusi il portello agendo sui controllo e inviai la trasmissione di rapporto al pianeta Paladoriano prima di tornare.

Dovevo ingannare i Paladoriani per far credere loro che tutto fosse ok e che il nemico ribelle era fuori gioco. Sono stato istruito nel protocollo di trasmissione dai miei amici nell’unità di contenimento. “Attenzione. Parla (lessi il nome sull’uniforme) Karaxyl Zeblazar. Missione completata, il ribelle nel settore Gamma 17 della galassia è stato eliminato. Il mio partner è morto dopo il combattimento. Ritorno per la prossima priorità di missione. Zeblazar chiude.”

Mi appoggia alla sedia iperspaziale e si adattava perfettamente al mio corpo. Attivai il segnale tramite il controllo psichico e percepivo la confusione dovuta all’apertura del vortice. Con un forte rumore che indicava l’incremento energetico, l’astronave si preparava al salto. I miei ultimi pensieri erano riempiti della gloria che mi attendeva, prima di essere catturato dal vortice che si era aperto. Comandante della Rivoluzione e avevo compiuto la missione. Stavo tornando a casa.

Connessioni

Chiaramente la fantascienza era un bel modo di intrattenermi con cose troppo impossibili per essere vere. Mi piaceva scrivere storie e le presentavo ai miei professori di Inglese al college. Loro dicevano che avevo del potenziale. Però il mondo reale era una storia diversa.

A questo punto la mia indulgenza con la marijuana aveva raggiunto un picco. Vedevo la mia vita divenire sempre meno gestibile. Per la fine di quell’anno mi ero spinto ad usarne molta di più di quanto potessi immaginare all’inizio. Iniziava ad avere un brutto effetto sulla mia energia, motivazione e felicità. Un deprimente lavoro estivo mi aveva mostrato quale ambiente avrei subito se non avessi cambiato vita.

La marijuana era illegale e potevo finire arrestato e messo in prigione per le mie azioni. Quasi tutti quelli che lavoravano con me avevano quel vizio e le loro vite erano dei fallimenti, per quanto potessi vedere. Lavorai col mio miglior amico di scuola, Jude, quell’estate, per creare un album intitolato “Storie dai Fratelli Amore”. I temi principali dell’album erano la lotta con la mia dipendenza e la mia necessità di andare oltre nella vita.

Due delle canzoni erano nate spontaneamente con Jude al piano. Queste si rivelarono le prime comunicazioni telepatiche tra il mio sè superiore e il mio sè fisico. Il messaggio della canzone più importante, “Garden of the Broken Clock”, può essere riassunto in “se stati mettendo fine a te stesso allora non ti ami”. Sapevo che era vero e trovai la forza di vincere la mia dipendenza nel semestre seguente. Quel processo è stato ricco di eventi sincronici, tutti accaduti in cinque giorni. Jenny, una ragazza con cui ero molto amico, smise di parlarmi improvvisamente il Martedì, facendomi disperare.

In seguito mi recai ad un party dove si beveva molto, dove si lanciavano i dadi e si beveva ad ogni turno. Alla fine mi misi a bere acqua, ma il giorno dopo ne ho risentito pesantemente, non era acqua pura, ma piena di contaminanti e ne avevo bevuta molta. Non volevo stare da solo quella notte e lasciare il party, ma dovevo leggere il libro che ci era stato assegnato a scuola. Il giorno dopo dovetti ammettere di non averlo letto, quando la professoressa mi chiese un’opinione sul testo.

La notte prima di raggiungere il mio obiettivo, mi riconciliai con Jenny e ho saputo che aveva un ragazzo. Jenny mi aveva detto tempo prima, che mi avrebbe aiutato con i suoi amici a farmi smettere di fumare, ma ho poi capito che aveva altre intenzioni.

Anche se mi aveva detto che non fumava marijuana, quel Mercoledì notte mi invitò nella sua stanza a fumare con i suoi amici. Lei mi stava mostrando una persona che iniziava a fumare per la prima volta e stava anche avvicinando altri ragazzi nonostante avesse un fidanzato. Realizzai brutalmente che non voleva aiutarmi a smettere, ma stava sfruttando la mia conoscenza con Randy, per ottenere prezzi migliori sulla marijuana.

Con me c’era anche il mio amico Chris quella notte, un amico con cui sono ancora in contatto. Vedremo anche quello che ho scoperto sull’identità di Chris in passato e le connessioni karmiche che ci legano al presente.

Chris non fumava marijuana, ma beveva birra e attirava altri nel farlo. La ragazza, Jenny disse che saremmo dovuti andate ai “Tripping Fields” per bere, perchè il suo compagno non le permetteva di bere in camera! (Senza parlare della marijuana!) Grace Slick della bansa Jefferson Airplane aveva coniato il nome “Tripping Fields” e si trattava solo di campi d’atletica. Durante la notte avevano un’aura misteriosa.

Chris ed io ci saremmo incontrati con gli altri nei Fields, dopo che si fossero procurati le birre al negozio. Assieme a Chris sono andato a comprare un pacco di sei birre scure Saranac e ci siamo diretti al punto di ritrovo. (Chris ha potuto comprare le birre perchè era più grande di me). Superando il dormitorio mi sembrò di vedere l’intero gruppo diretto nel palazzo, ma non ero sicuro. Ci siamo bagnati scarpe e calze lungo il percorso, perchè il posto era tutto molto bagnato, ma la notte era bellissima e tranquilla.

Avevamo capito che il gruppo non si era fermato lì, ma volevo restare a godermi la notte, il cielo era limpido e la luna era stupenda. Chris cercava il modo di aprire le bottiglie e non potendo farlo, mi spinse a rientrare. Tornando alla mia suite, notai qualcosa di orribile. L’intero piano in cui mi trovavo puzzava di vomito.

Quando ho aperto la porta, mi accorsi che era accaduto nel mio bagno, avevo tre stanze a disposizione. Per peggiorare la situazione, il mio vicino girava con l’espressione da ubriaco e mangiava pizza in mezzo a quell’odore orribile, a soli 15 piedi dalla porta del bagno spalancata. Chiesi cosa fosse successo, era il mio compagno di camera che aveva vomitato, dopo aver stupidamente bevuto troppo liquore di malto.

Ero molto arrabbiato per il disastro sparso ovunque piuttosto che nel gabinetto, il pavimento era coperto e gridai al mio compagno che avrebbe dovuto pulire tutto, poi mi diressi nella stanza dove vidi una scena ancora peggiore. Sul letto c’era una ragazza che non consideravo attraente, ma che mi aveva corteggiato al party del Mercoledì notte. Era vestita e seduta con le gambe aperte e una birra nel mezzo. Vicino al letto, del mio compagno di stanza, c’erano due paia di scarpe allineate come fosse un gesto romantico fra loro. Ancora peggio, sembrava che qualcuno avesse usato il mio letto.

Io facevo il letto ogni mattina, quindi doveva essere in condizioni precise. Improvvisamente tutto andava al posto giusto. Il mio compagno di stanza aveva bevuto, poi cercato di fare sesso nel mio letto con quella ragazza e infine si era lanciato nel bagno a vomitare! La sconvolgente realtà di quel tradimento mi avevo ferito, faticavo a crederci. Quella notte ho dormito nella stanza di Chris, su un materasso senza coperte. Per tutta la notte feci dei sogni che mi chiarirono tutto.

Per quattro anni la mia vita era scesa sempre più in basso. Le storie di fantasia che avevo scritto erano l’unica cosa bella rimasta da quel periodo. Gli anelli sotto i miei occhi erano così scuri che mi venvia chiesto sempre se erano dovuti a pugni e la mia pelle era bianca per l’anemia.

La mia dieta era spazzatura, pizza, fritti, panini e soda e la mia schiena era piena di brufoli. Spesso tossivo rumorosamente. Ero stato con due donne che non desideravo dall’inizio del college e quello che era appena accaduto nella mia stanza, mi ricordava che la causa erano alcol e droga.

La mattina seguente mi svegliai pieno di rivelazioni profonde, dovevo liberarmi di alcol e droga. Dovevo farlo con grande decisione, senza mai più ricaderci. Quel giorno ho capito che il mio telefono non suonava da più di una settimana e mezzo, per una ragione. Il filo del telefono era stato spezzato da uno dei piedi del letto del mio compagno di stanza.

Mi recai a comprare un nuovo filo e appena lo collegai, il telefono incredibilmente squillò! Rispose Randy, il ragazzo che mi vendeva la marijuana. Randy era l’archetipo della personalità Diabolica, completamente egoista. Il cantante di una banda rock locale, un artista dotato e una persona attraente con una grande sicurezza di sè. Nell’ultimo anno avevo interagito molto con Randy.

Divenne il mio unico contatto per la marijuana ed era spietato. Molte volte mi aveva minacciato di morte se lo avessi denunciato. Disse che mi avrebbe eventualmente rintracciato anche fuori dallo stato per uccidermi e “non avrebbe smesso di cacciarmi per il resto della sua vita per uccidermi”.

Un bravo ragazzo senza dubbio. Sapevo che non dovevo preoccuparmi, non lo avrei denunciato, ma questo non migliorava la mia paranoia. Pensavamo anche che l’FBI potesse controllare le nostre telefonate e quindi evitavamo di parlare di certe cose. Parlavamo di “libro” per indicare la marijuana.

Quindi con la mia creatività avrei detto “Allora Randy, hai fatto buone letture di recente?” Lui avrebbe risposto, “Sì, ho preso un nuovo libro l’altro giorno. Dovresti vederlo, penso che sarà un best-seller.” Quindi avrei replicato, “Molto bene. Posso darci una occhiata.” Così avremmo preso l’appuntamento.

Qualsiasi persona che lo avesse conosciuto, sarebbe rimasta vittima delle sue minacce. Le sue relazioni con le donne erano allo stesso modo turbolente e mi accusava spesso di provarci con la sua ragazza. Era sempre nel caos, cercando di nascondere le sue paure, mascherandosi la mente con la marijuana.

Aveva molti clienti e mi mostrava quanto fosse intricata la sua attività, sperando sulla mia collaborazione. Non avevo intenzione di farlo, per me non ne valeva assolutamente la pena. Acquistava grosse quantità e misurava precisamente ogni pacco.

Aveva trovato il modo di ottenere molto guadagno. Sembrava che non spendesse il denaro e penasse sempre al prossimo acquisto. Creava i pacchetti in modo che sembrassero più grandi e mostrava sempre quattro o cinque scelte ai clienti. La regola però era che non si poteva cambiare la scelta fatta. Ogni volta che facevo una scelta, lui rideva congratulandosi per avermi fregato un’altra volta.

Accadde una volta che sparì un quarto di libbra di marijuana dal suo nascondiglio segreto e mi accusò di averla rubata, senza accettare alcuna mia risposta. Mi disse che il colpevole sarebbe stato ucciso con una siringa nei boschi, dopo essere stato invitato a fumare con lui per farlo cadere in trappola.

Voleva vedere il terrore nei miei occhi, descrivendo come avrebbe fissato i miei occhi durante le convulsioni del mio corpo. Il suo sorriso diabolico e quella luce malvagia nei suoi occhi mostrava quanto amasse vedere il terrorie nei miei e il dolore. Aveva anche un piano su cosa fare poi col corpo.

Accadde che un ragazzo sulla strada era in cerca di Randy, perchè aveva già pagato il suo pacco, ma non riusciva a trovarlo ed era diventato molto nervoso. Dato che anche lui conosceva il nascondiglio (anche se Randy aveva giurato che solo io ne ero a conoscenza), semplicemente andò a prendersi quello che aveva acquistato. Invece che chiedere a quel ragazzo, Randy si infuriò e io ero il primo sospettato della lista.

Avevo capito che non c’era nulla che potessi dire per convincerlo che ero onesto e non avrei mai immaginato di fare quella cosa, ma lui mi giudicò da sè e si convinse che io avrei potuto farlo, perchè lui stesso avrebbe potuto al posto mio. In quel periodo la mia vita era piena di una sensazione d’isolamento, di alienazione e orrore e di continua ansia. Ero costantemente sotto il suo regno di tirannia, in una bizzarra relazione di co-dipendenza e abuso.

Lui sapeva che ero diverso dagli altri, ero al suo livello come intelligenza, ma dato che ero più giovane di lui, mi avviliva chiamandomi “Giovane David”.

Inoltre mi diceva che suo padre era allo stesso modo. Mi descriveva come il giornale creasse un muro di ferro attorno a suo padre ogni mattina. Suo padre lo teneva sulla faccia durante la colazione, in modo che lui non potesse nemmeno vedergli il viso. Quando Randy finiva nei guai, suo padre non gli parlava per tre o quattro giorni. Ora da adulto, stava sfogando tutta la sua rabbia adolescenziale su di me. Nonostante questo regno di terrore nella mia vita, lui aveva qualcosa che io sentivo necessaria, non ho mai accettato la verità, che già conoscevo dalla lezione della carta del Diavolo dei Tarocchi.

Io non ero suo schiavo, ma avevo scelto consciamente di dare a lui tutto il mio potere. Lontano dall’essere vittima della situazione, ero io che la perpetuavo. Decidendo di interagire con una persona come quella, stavo mostrando la mia fedeltà a quella droga. La mia lealtà era tale che lui mi definiva “il suo miglior cliente”, andavo solo da lui e lui poteva contare sui miei soldi ogni settimana, come stipendio regolare per supportare il suo stile di vita da artista. Io potevo vedere che il karma nella sua vita stava bilanciando le sue azioni negative, subì un serio e spontaneo incidente mentre si trovava sotto l’effetto della LSD.

Ero arrivato nella stanza subito dopo e ho faticato a credere alla scena sotto i miei occhi. Nonostante il sangue per tutto il pavimento, continuava a fare il demonio sarcastico, ridendo per la mia reazione e dicendomi di riprendermi e chiamare l’ambulanza.

Io ero preoccupato, perchè potevano entrare e sentire l’odore del fumo, quindi arrestarci e farci finire in prigione. Lui mi disse che li avremmo incontrati fuori “Giovane David, prendi una tovaglia, idiota e copri questa roba”. (Mi scuso se non sono specifico, ma non posso dare dettagli per proteggere la sua identità) Venne portato in ambulanza senza di me e vidi la sua faccia dai finestrini posteriori. Era affascinato dall’interno di quel mezzo e dalla bizzarra “svolta” che aveva preso quel viaggio. In seguito mi rivelò che non sentì alcun dolore fino al mattino dopo, la sua natura sarcastica era tale che continuava ad intimidirmi in quello stato insanguinato.

Ora ero finalmente pronto a liberarmi, a sfuggire dalle fauci del leone. Il mio lavoro estivo era terribile, un’esperienza devastante che sarebbe continuata se non avessi smesso di fumare. Avevo capito che quel temporaneo piacere era solo un modo per scappare dalla mia vita e dalle mie responsabilità e che era la cosa peggiore che potessi fare. Tutte le volte che fumavo, sentivo dei terribili dolori attorno al cuore e sapevo che dovevo finirla. Era una sfida infernale, ma volevo assolutamente vincerla. Avevo però fatto due cose che giurai di non fare mai:

Numero Uno, avevo preso un pacco senza pagarlo, accettando di pagare Randy in seguito. Numero Due, avevo preso quel pacco per conto di un amico. Anche se non ero un “rivenditore”, era accaduto proprio quello, ero divenuto un tramite per una transazione.

Incredibilmente, il mio “amico” disse che il prezzo di 200 dollari era “troppo alto” e mi fece scendere a 180 dollari. Se fossi stato intelligente non l’avrei venduto, ma gli lasciai tutto il mio potere e cedetti alla sua pressione. Quindi alla fine dovevo PAGARE venti dollari per l’acquisto di un altro. Questo era completamente ridicolo ed un segnale molto forte che dovevo assolutamente uscire da quella situazione.

Avrei pagato Randy e fine della storia.

Randy, d’altra parte, si stava trasferendo fuori città ed era convinto che mi avrebbe eletto a suo successore. Ora voleva diventare quello che andava a New York a trattare con i ragazzi delle mitragliatrici nei magazzini, a guardia dei camion pieni di pacchi. A quel tempo lo faceva qualcun altro e lui voleva salire nella catena del commercio. Io avevo incontrato solo una volta il “corriere” ed era una strana persona, probabilmente coinvolta in giri peggiori. Tutto questo era per me spaventoso e non ne volevo sapere nulla. Volevo solo la sua “amicizia” e un buon prezzo.

Dopo due settimane senza contatti con Randy, ero molto nervoso, stavo conservando il denaro, ma col tempo mi serviva per libri e altro. Quando presi denaro dai 200$ per qualcosa di vitale come i libri di scuola, trovavo a volte il bancomat guasto al campus e spesso giravo senza il totale dei soldi e mi sarebbero serviti incontrando Randy. Avevo continui incubi sul bancomat guasto e la mia carta veramente crepata.

Conservavo ogni ricevuta del bancomat in un astuccio che etichettati “Tesoro dell’Inferno Materialistico”. Il totale salì a quasi 2000$ in due semestri di college. Randy era teso quando risposi al telefono e voleva sapere perchè non rispondessi alle sue chiamate che continuavano da quasi due settimane! Io gli spiegai cosa mie era accaduto e l’interessante sincronicità del fatto che mi avesse chiamato nel momento esatto in cui avevo riparato il cavo. Randy disse che sarebbe arrivato e così avvenne 10 minuti dopo.

Al suo arrivo mi chiese di fumare con lui un nuovo prodotto, dato che era “secco” fra i vari ordini e anche io lo ero, perchè volevo smettere. Io non sarei mai divenuto un venditore e volevo finirla del tutto. Alla fine però mi ritrovai a fumare ancora sotto la sua pressione.

Nel frattempo suonai la musica che avevo creato con Jude quell’estate. La musica parlava del mio bisogno di smettere per tutto l’album e Randy chiaramente era critico riguardo a questa mia decisione. Insisteva dicendo che non avevo problemi e che avrei continuato per tutta la vita, non potevo negarmi qualcosa che era divenuta fondamentale nella mia routine giornaliera. Non ne parlai molto, non volevo entrare nell’argomento. Poco dopo Randy uscì e io ascoltai il suono dei walkie-talkie della polizia proprio nella suite! OH – MIO – DIO! Era la fine.

Questa era davvero una butta notizia. Eravamo finiti, Kaput. Con l’ulteriore spinta del fumo, il mio battito cardiaco andò in sovraccarico e la paranoia era assoluta. Sapevo che la polizia doveva aver catturato Randy appena uscito dalla stanza. Pensai che il mio telefono fosse sotto controllo e che sapessero dei nostri scambi. Inoltre l’odore doveva essere passato sotto la porta, attirandoli sicuramente su di me. Cercai subito di bruciare incenso per coprire l’odore e in quel panico squillò ancora il telefono. Sollevai la cornetta e rispose Randy, totalmente nervoso e con tono profondo e lento.

“Dave?”
“Sì”
“Potresti…potresti…scendere e farmi entrare?”

La sua voce era così piatta, morta che sapevo cosa sarebbe accaduto. Sapevo che la polizia non poteva entrare direttamente, dovevi uscire o farli entrare. Randy era stato preso e mi aveva tradito e mi chiedeva di scendere per farmi arrestare. Difficilmente potevo credere che proprio quando volevo smettere, un amico mi aveva tradito ed ero fregato. Era il momento più sfortunato di tutta la mia vita (4/7/99, 1:44 pm)

Dovevo rispondere, ero sul bordo di una voragine e stavo per saltare nell’abisso. La mia vita era finita. Ero morto, fatto, finito. Sapevo che non potevo fare nulla per evitarlo. Ora la palla era in moto ed ero fritto. Risposi “Ok..ok uomo, lo farò. Lo farò. Lo farò.” Riattaccai il telefono. Dopo una frenetica contemplazione, raccolsi le forze per aprire la porta e affrontare la polizia. Non vidi la polizia, ma due uomini con le magliette rosse della Manutenzione nel mio bagno.

Stavano rivoltando la stanza come se cercassero qualcosa. C’erano attrezzi ovunque e realizzai che stavano cercando qualche nascondiglio per la marijuana. Il mio vicino si era già abituato a nascondere un poco di tabacco masticabile nelle prese d’aria per non farsi beccare dalla sua ragazza e sapevo della vecchia tradizione hippie di nascondere la marijuana nella doccia.

Scesi per le scale, perchè vivevo al quarto piano. Ogni passo sul prossimo scalino mi faceva pensare ad un nuovo modo in cui sarebbe finita la mia vita a causa del mio vizio. Immaginai di finire implicato come complice e di ricevere le stesse accuse di Randy, anche se io non ero coinvolto nella vendita come lui.

Questo facilmente significava che avrei passato almeno 4 anni in prigione, forse meno per buona condotta. (Avevo scritto un saggio sulle leggi riguardanti la marijuana a scuola) Stavo realizzando, scendendo le scale, che tutti i miei sogni, le mie ambizioni scolastiche e soprattutto la mia missione spirituale, tutto sarebbe stato distrutto.

Questo non era il Comandante, l’eroe, era una testa drogata vicina ad un periodo seriamente difficile. Immaginavo che per la mia età e la mia debolezza fisica, sarei stato picchiato in prigione e che la mia famiglia, specialmente i miei nonni, sarebbero rimasti disgustati. Sarei finito in un lavoro come quello che avevo appena lasciato: un uomo spezzato, inutile, indurito e incapace di reintegrarsi pienamente nella società. Mi aspettavo con certezza di vedere Randy in mezzo a due poliziotto, arrivando al pian terreno di Crispell Hall.

La mia paranoia era al massimo livello mai raggiunto e stavo entrando direttamente nelle fauci del leone. Avevo considerato la fuga, ma questo avrebbe peggiorato le cose. Potevo solo accettare il mio destino. Avevo fumato troppe volte ed ero alla fine.

Comunque mi diressi alla mia solita abitudine di colpire la campanella anti-incendio col dito medio, l’ultimo atto da uomo libero. Ero sorpreso nel vedere Randy lì da solo. Piuttosto arrabbiato, pensando di essere stato tradito, mi avvicinai a lui e dissi “Bene, dove sono”. “Di chi parli?”, rispose Randy, con espressione sorpresa. Risposi molto seriamente. “Non mi sfottere uomo, sai esattamente di cosa parlo. I poliziotti. Dove sono i f…. poliziotti.” Improvvisamente Randy si mise a ridere come al solito: “Non ci sono poliziotti, Giovane David, ti ho solo chiamato per chiederti come mai ci sono due persone con i walkie-talkie che cercando nel tuo bagno!”
“Aspetta un minuto. Mi stati dicendo che non siamo fregati, non ci sono poliziotti?”
“No, chiaramente non ci sono poliziotti!”
“Oh, mio Dio, grazie Dio, grazie Dio!”
Ero sopraffatto dalla gioia. Non ero bruciato! La mia vita non era finita! Potevo salvarla, salvare i miei studi, la mia reputazione e infine la mia missione spirituale sul pianeta. Gioiosamente abbracciai Randy, con immenso sollievo.

Questo mi confermava totalmente che dovevo smettere di fumare. Tutto si era gonfiato arrivando a questo apice e ora potevo continuare a vivere facendo scelte migliori. Tornai sulle scale e compresi perchè c’erano quelle persone. Le donne delle pulizie avevano capito che il mio compagno di stanza aveva rimosso il diffusore d’acqua dalla doccia, per rendere il getto più potente, ma molto meno efficiente. Quelle persone stavano aggiustando la doccia, tutto qui. Il resto erano solo le reazioni convulse delle nostre menti paranoiche.

Solo poche ore dopo mi recai dall’Assistente di nome Scott e gli dissi che volevo andare in un gruppo di recupero del quale avevamo già discusso. Scott mi aveva parlato del suo segreto, anche lui ci era andato per smettere di bere e fumare marijuana. Quella stessa notte iniziai a frequentare e fu un’esperienza straordinaria. Mi avevano accolto con incredibile gentilezza e amicizia, che pervadeva la stanza.

Quella notte dovevano parlare due persone, un uomo di colore che era sobrio da 17 anni e un giovane che riconoscevo, sobrio da 5 anni. Le loro storie erano peggiori della mia. Questi uomini avevano mentito, ingannato, rubato e praticamente erano morti diverse volte per supportare i loro vizi. Per esempio, quello più anziano aveva quasi distrutto sua moglie e i suoi figli per l’alcol, sparendo per più di una settimana e lasciandoli alla fame per la sua abitudine.

Mi trattarono immediatamente come uno della famiglia e molti mi parlarono in seguito. Accettai di tornare e in modo costante. A quel punto ero un tremante guscio umano che si attaccava alla sua sobrietà come ultima possibilità di salvataggio. Mi interessava solo restare pulito, dovevo resistere, non dovevo contattare Randy, dovevo essere forte.

La forza e la presenza di quelle persone era incredibile. Raccontai nel dettaglio la mia storia e tutti capirono. Potevo rivedermi di continuo nelle loro storie. Percepivo una sensazione di forte legame in quella condivisione, eravamo fratelli nella sofferenza. Una cosa mi sorprese, la difficoltà di molti membri del gruppo con il concetto di Potere Superiore o Dio. Per me era scontato ed ero sorpreso nel vedere che molti non potevano vederlo.

Una notte in particolare, la conversazione finì in un dibattito teologico, dove cercavo di provare scientificamente l’esistenza di Dio. Il risultato fu un buon lavoro e degli uomini di mezza età vennero da me dicendo “Sai David, devi avere ragione. Questo è ciò che loro intendono come Potere Superiore, non solo la forza individuale delle persone nella stanza”.

Questo era bello da sentire, stavano ricevendo il messaggio. Molti di loro frequentavano quegli incontri da anni e agivano ancora come se potessero ricadere in ogni momento. Era spaventoso.

Ero consapevole che le forze spirituali attorno alla mia decisione erano profonde. La sincronicità degli eventi che mi avevano guidato era troppo incredibile. Avevo scoperto che il mio compagno di stanza non aveva dormito con quella ragazza, ma era stato il vicino a decidere di mettere sottosopra il mio letto. In un terribile “effetto domino” tutte le cose si erano assemblate per mostrarmi tutte le lezioni in un colpo, spingendomi a capire la vitale importanza dello smettere col fumo.

Forse per la prima volta nella mia vita, divenni consapevole di una forza spirituale esterna che dirigeva gli eventi nella mia vita. Avevo difeso il punto nell’incontro più recente col gruppo e avevo praticamente vinto la discussione.

Ora sapevo che “loro” volevano che smettessi di fumare e mi avevano mostrato cosa mi sarebbe accaduto diversamente. Difficilmente posso immaginare la vastità di risorse necessarie a produrre tutti gli eventi simultanei della mia vita nell’ultima settimana, con le tremende esperienze positive e negative con Jenny, il party, la lezione fallimentare a scuola e tutto il resto. Quindi in meno di dieci giorni dall’ultima decisione di smettere, venni riempito da una forte sensazione di presenza spirituale e pace attorno. Era il momento per scrivere le mie preferite fantasie come fossero realtà tangibile.

Volevo renderlo chiaramente e scientificamente comprensibile. Era il momento per provare la realtà dell’esistenza di Dio e delle forze spirituali che mi hanno fatto superare la dipendenza. Le sincronicità che avevo appena visto non potevano essere dovute al caso. Tutto si era incastrato così perfettamente che sapevo di essere stato aiutato da forze invisibili.

Mi sedetti al computer e scrissi spontaneamente un documento di 20 pagine per descrivere la Terra come un gigante Esperimento spirituale, sotto la supervisione e gestione di un gruppo benevolente di Sperimentatori.

Scrissi le evidenze che ricordavo dalle letture di tre anni a scuola, riguardo alla molecola di DNA, che poteva non essere prodotto di una selezione Darwiniana, doveva essere stato messo sulla Terra o “progettato intelligentemente”.

Uno degli scopritori originari della molecola affermò che era matematicamente impossibile che un oggetto complesso come la molecola di DNA si fosse evoluto per tentativi casuali nel periodo d’esistenza della Terra. Quindi, “qualcuno” avrebbe piazzato l’umanità moderna e tutta la vita, deliberatamente sulla Terra. La ragione principale per cui ero convinto che la Terra fosse un Esperimento, era la presenza del Karma.

Potevo vedere che le situazioni nella vita si mettevano in ordine per insegnare. Dopo tutto, avevo appena superato un mio vizio e sapevo che aveva un significato profondo nella mia vita. Però chi erano questi Sperimentatori? Gli “stessi” responsabili della presenza di DNA sulla Terra potevano essere sempre al controllo delle lezioni. In questo meraviglioso saggio, indicai la piena illuminazione spirituale in ogni entità, lo stimolare un desiderio d’essere di servizio agli altri in ogni entità, era l’obiettivo degli Sperimentatori.

Citai anche la dipendenza ad alcol e droghe, come sfide progettate per ogni persona. (Questo vale per ogni tipo di dipendenza, che sia cibo, sesso, denaro, televisione, guida spericolata, vittimismo, preoccupazioni, indulgenza nella pura o ansia).

Queste dipendenze creerebbero la sensazione d’essere a “casa” o di vera illuminazione, mentre in realtà privano il partecipante della vera esperienza. Scrissi che l’unica vera Casa era il mondo spirituale, ma tendevamo sempre a trovare “soluzioni” materialistiche. Sentivamo la necessità di un mezzo di gratificazione istantanea da non lasciare mai.

Finivamo nell’oscurità, senza realizzare che dovevamo trovare la Grazia o Casa o Luce in noi stessi prima di vederla scendere su di noi. Non c’era pillola o “Anima Gemella” per abbreviare il percorso di un vero lavoro interiore. Dovevamo capire questo o saremmo rimasti vittime delle nostre bugie e dei nostri inganni, ripetendo infinitamente le stesse lezioni. Dato che la Terra era un esperimento, questo Esperimento sarebbe arrivato ad una fine. Tutto del nostro mondo presente, incluse le profezie che conoscevo, implicava che stava per accadere.

A quel punto continuai con l’idea che un “Miglioramento” sarebbe stato il risultato dell’Esperimento, un punto in cui ogni entità sarebbe arrivata al risultato del suo progresso. Scrissi che i Cambiamenti della Terra e gli scenari apocalittici erano una faccia di quel punto conclusivo, mentre il Miglioramento e il pieno contatto sarebbe stato l’altro lato preparato dagli Sperimentatori.

L’abuso di droghe e alcol non avrebbero aiutato il processo d’Ascensione, ma accelerato il collasso delle vite materialistiche, incrementandone la sete per il Divino. Questo saggio nacque spontaneamente e si formò quasi interamente dalla mia immaginazione e filosofia. L’articolo era sicuramente interessante e mi aiutò a costruire delle idee che erano già nella mia mente, ma non bastava e non cambiai nulla. Potevo sentire che dovevo farne qualcosa di molto importante, ma non sapevo cosa. La miseria della mia vita non era facile da capire. Ero appena passato in una tremenda fase di sviluppo, di guarigione del mio percorso adolescenziale. Mi sforzai di ripendere forma fisica grazie alle lezioni di ginnastica e andai a correre ogni mattina e tossivo per liberarmi dai resti della marijuana nei miei polmoni intasati. Raccontai segretamente al mio professore la mia esperienza e mi incoraggiò molto.

Nella classe di ginnastica mi avvicinai ad una ragazza Ungherese di nome Veronica. Era compiaciuta nel sentire che scrivevo e suonavo e che stavo combattendo la mia dipendenza, nacque così tra noi un’energia romantica incredibile. Lei correva ed era in forma, molto alta e forte, con un fisico stupendo ed elegante.

Aveva occhi blu penetranti, zigomi elevati ed un profumo affascinante. Potevo immaginare che era più grande di me, il suo viso lo dimostrava. Mi disse che avevo “gli occhi più belli che avesse mai visto in un uomo”. Un giorno si decise a dirmi che aveva un marito di 56 anni (lei ne aveva 26) e che mi desiderava! Una notte ci recammo al ristorante Cinese, che si riempì improvvisamente di due autobus di pazienti con problemi mentali, arrivati dal centro di riabilitazione del posto.

La nostra serata “romantica” finì nel baratro quando quegli uomini iniziarono a fissarla continuamente con spiacevoli espressioni. Tornammo alla mia stanza e ci scambiammo dei baci, ma con tristezza, perchè sapevamo che non avremmo dovuto. Lei era sposata e io non potevo. Pensavo alla mia sfortuna nell’aver trovato una persona così legata e la accompagnai alla sua auto. Ci allontanammo da quel momento e la mia amica Jenny mi disse che era solo “una prostituta che cercava del sesso extra-matrimoniale, ma che poi si è sentita in colpa all’ultimo minuto”.

Decisi di documentare precisamente ogni mio sogno per trovare altri indizi lungo il percorso del mio risveglio imminente. Per me questo si è rivelato il più grande beneficio personale, psicologico e spirituale, di quanto potesse fare qualsiasi gruppo di supporto. (Altre persone possono avere diversi risultati e non voglio dire che sia “giusto” per tutti)

Dopo i raccomandati 90 incontri in 90 giorni, mi “laureai” non avendo problemi di alcol, iniziai inventando storie con l’alcol solo per inserirmi e quindi ho capito che dovevo uscire.

Alla fine i sogni divennero la guida principale della nave, che preparava la sua direzione ogni mattina. Li ho registrati quasi ogni mattina fino al 1992 quando ho smesso, il 14 Settembre. La negatività della situazione con Veronica mi è stata rivelata in uno dei primi sogni. Ero nella palestra della mia scuola elementare e c’era anche lei. Lei prese un coltello cercando di colpirmi, con l’intento di uccidermi o almeno ferirmi bene. Io potevo fermarla usando una maglietta.

Mi svegliai spaventato e nel trascrivere mi accorsi del messaggio. Fermai ogni contatto con Veronica molto presto, sapevo che era una guida affidabile quel sogno. Molti dei sogni contenevano ancora astronavi extraterrestri, quasi identiche a quelle della mia infanzia. Il sogno seguente non fu un sogno, ma un’esperienza extracorporea conscia.

Quell’esperienza risultò dal mio continuo lavoro con le tecniche del Dr.Stephen La Berge per indurre lo stato di sogno lucido. Mi preparai al sonno, rivedendo il sogno recente nel dettaglio e visualizzando una nuova affascinante conclusione del mio divenire lucido alla fine di esso e ripetendo la frase, “La prossima volta che sogno, voglio ricordare e riconoscere che sto sognando.”

Improvvisamente mi trovo in un posto totalmente diverso, mentre ancora ripeto la frase! Ero sveglio e sognavo allo stesso tempo e avevo il pieno controllo dell’ambiente! Realizzai di colpo che il posto era molto strano. Sembrava il ponte d’osservazione di una stazione spaziale Arturiana, una memoria vivida e conscia di dove mi trovassi prima di reincarnarmi sulla Terra. Nella forma astrale, stavo rivivendo la mia vita passata dell’entità che si faceva chiamare Nonno.

Traduzione a cura di Richard
divinecosmos.com